~Capitolo 7~

Lumacorno era stato ben lieto di cedere il posto al collega più giovane e il cambio sarebbe stato reso più indolore per gli studenti facendo alcune lezioni in affiancamento prima delle vacanze natalizie.
A gennaio Piton sarebbe rientrato in carica a pieno titolo.
Non gli era mai piaciuto prendere le cose a metà ma per una volta era intenzionato a fare uno strappo alla regola, anche perché sebbene si fosse rimesso del tutto dal coma, riprendere in un solo colpo tutte le classi era dura e almeno così avrebbe avuto di fronte solo metà anno.
Harry era stato felice quando gli aveva comunicato che avrebbe ripreso l’insegnamento, come anche Lupin; erano già stati colleghi in passato ma adesso le cose andavano meglio fra loro.
Hermione era ripartita per Salem quindi le aveva dato la notizia via gufo, in risposta alla sua lettera di aggiornamenti; era sicuro che stesse gongolando oltreoceano, appena si fossero rivisti doveva mettere in chiaro che non era stato il suo discorso a fargli cambiare idea, non poteva mostrarsi così vulnerabile!
Il suo ritorno era stato in sordina, quindi tutto il castello ne era a conoscenza, ma prima di salutare i suoi vecchi colleghi aveva voluto fare un giro nel parco.
Severus Piton non era mai stato un uomo sentimentale ma quel pomeriggio, se qualcuno fosse passato vicino alla tomba di Albus Silente, l’avrebbe visto completamente trasformato.
Piton sapeva che sarebbe stato difficile, aveva già fatto visita alla sua tomba, ma aveva sempre avuto una maschera da indossare quindi era stato semplice fingere, dopo molti anni era diventata una seconda natura; adesso che tutte le maschere erano cadute, poteva invece mostrarsi per davvero…ma chi era lui ormai??
“Albus…rieccomi qui…ma tu intanto lo sapevi che avrei fatto ritorno, sapevi sempre prima di me cosa pensavo e cos’avrei fatto…quanto mi dava fastidio questa tua onniscienza!”
Si interruppe per riprendere fiato, poi continuò.
“Non sai quanto ti ho odiato per avermi costretto ad ucciderti….sai, già farti quella promessa era stato duro, durissimo…ma portarla a termine era stato incommensurabilmente peggio…come hai potuto chiedermi una cosa del genere? Ti rendi conto di quanto hai reso miserabile la mia vita?”
Severus gridò quest’ultima parte, intanto era completamente solo.
“Ancora adesso non c’è notte in cui non sogni quel nostro ultimo incontro sulla Torre di Astronomia…vorrei che almeno nei sogni finisse diversamente ma a quanto pare neanche nella mia mente ho il pieno controllo delle mie azioni….”
Si guardò intorno, forse per accertarsi di essere davvero solo.
“Lo sai che…che avrei preferito qualunque altra cosa, svelare la mia posizione, incorrere nelle ire del Signore Oscuro….morire io!
Ma no,no… io ero troppo prezioso al mio posto, non dovevo rivelare la mia copertura per...per il dopo… per aiutare il ragazzo… per il Bene Superiore…dannato vecchio pazzo!! Sapevi sempre tutto, adesso lo sai quanto mi manchi???”
Dopo quelle ultime parole Severus crollò a terra, in ginocchio, piangente.
L’ultima volta che aveva pianto era per Lily, in ginocchio davanti a Silente per supplicarlo prima di proteggerla e dopo accusarlo di non aver fatto abbastanza, adesso era di nuovo in ginocchio davanti a lui, solo che non avrebbe sentito più la sua voce gentile o la sua mano consolatoria sulla spalla…niente.
Solo il verso di un gufo rispose ai suoi singhiozzi.
Si rese conto che da quando l’aveva ucciso quelle erano le prime lacrime che versava, qualcuno aveva detto che a volte piangere è utile, lui non ci aveva mai creduto però gli sembrava di sentirsi un po’ meglio.
“Ti starai chiedendo perché non ho detto tutto questo al tuo quadro appeso nell’ufficio del Preside…beh, secondo te mi sarei mostrato in lacrime davanti a tutte quelle vecchie croste pettegole??? Ho ancora una reputazione da salvaguardare, tzé!”
Detto questo fece comparire un piccolo mazzo variopinto di fiori di campo per interrompere tutto quel bianco, il Preside adorava i colori sgargianti.
“Ora devo andare vecchio mio…gli altri professori mi stanno aspettando…Merlino, come odio i convenevoli….”
Così dicendo si avviò verso Hogwarts, l’imponente castello si stagliava contro il cielo all’imbrunire, l’aveva visto già moltissime volte ma era sempre uno spettacolo. Si, era certo di aver preso la giusta decisione.
 
Erano le 18, i ragazzi erano tutti nei loro dormitori a prepararsi per la cena, Minerva lo stava aspettando sulla soglia.
Di lì a poco vide la sua figura scura e longilinea arrivare dal parco, sapeva dov’era andato.
“Severus! Ben arrivato ragazzo mio!”
Era davvero contenta di vederlo, quando aveva ricevuto il suo messaggio non le sembrava vero, sapeva che Hermione gli aveva parlato ma la ragazza le aveva detto che non era riuscita a convincerlo e lei si era persa d’animo.
Quel gufo era stata una piacevole sorpresa.
Ne aveva subito parlato con Lumacorno, sperava non si offendesse a vedersi messo da parte ma tutt’altro, il vecchio professore era stato ben lieto di tornare alla sua adorata pensione! Si erano quindi accordati subito per le modalità della sostituzione.
Successivamente aveva dato la notizia agli altri professori e tutti erano stati felici della novità, Severus non era mai stato un uomo cortese o amichevole, però la maggior parte di loro lo conosceva già da quando era uno studente e avevano imparato ad apprezzarlo, nonostante il suo carattere scorbutico e scontroso.
“Buonasera Minerva” un timido sorriso comparve sul viso dell’uomo.
La strega non l’aveva mai visto così, sembrava quasi sereno.
“Vieni, gli altri ti stanno aspettando in sala insegnanti. A cena comunicherò la novità anche agli studenti”
Si diressero verso l’interno del castello.
Non incontrarono nessuno eccetto i quadri, quelli erano inevitabili, che si attivarono subito per il consueto passaparola, nel giro di un minuto la notizia sarebbe arrivata anche in guferia!
Si fermarono davanti alla porta dell’aula insegnanti, Severus ebbe un attimo di esitazione poi l’aprì.
Tutti si voltarono verso di loro: Hagrid, Vitious, la Sprite, la Cooman, Lumacorno e Remus, persino Madama Chips e Madame Boom, erano tutti lì.
Per un attimo il silenzio regnò sovrano, gli occhi di tutti su di lui, poi Remus gli andò incontro sorridendo e questo diede il via agli altri.
Per i successivi 20 minuti Severus fu tempestato di domande a cui rispose con la massima calma e gentilezza di cui era capace, non aveva mai amato essere al centro dell’attenzione, però non poté fare a meno di notare come tutti sembrassero sinceramente contenti di rivederlo a scuola.
Ad un tratto, una voce parlò e sebbene fosse calma e gentile sovrastò tutto quel vociare. Neanche la morte aveva sminuito la sua autorità.
“Severus, mio caro ragazzo, mi fa molto piacere rivederti”
Albus Silente sorrideva amabilmente dalla cornice del suo quadro, evidentemente aveva chiesto di metterne uno anche lì per poter seguire meglio le vicende della sua amata scuola.
“Albus, qual buon vento…” ogni parola trasudava sarcasmo che non si era dato la pena di nascondere.
“Immagino non sia stata una decisione semplice ma sono lieto di vedere che hai fatto, a mio modesto parere, la scelta giusta” disse continuando a sorridere.
La tensione nella stanza era palpabile, tutti aspettavano la replica del mago più giovane, sempre che fosse arrivata.
Severus si dimenticò momentaneamente di essere di fronte a tutto il corpo docenti e ribatté
“No, ritengo tu non possa immaginare niente…tu mi hai “solo” chiesto di ucciderti, poi per te è finita lì” – la voce vibrante di rabbia repressa a stento – “per me invece è continuato e ho giustamente ricevuto l’odio di tutti mentre di nascosto dovevo aiutare il tuo ragazzo d’oro per portare avanti il tuo piano…una pedina nelle mani del più grande burattinaio di sempre…no, sono certo che tu non puoi neanche lontanamente immaginare quanto mi sia odiato per averti obbedito”
Piton solo a quel punto si rese conto che aveva detto fin troppo con tutti quegli spettatori intorno e si zittì.
Silente era visibilmente addolorato, sapeva di aver chiesto tantissimo a quel povero ragazzo, ma non aveva altra alternativa, lui era l’unico che avrebbe potuto portare a termine il piano; eppure gli faceva male sentire il suo dolore adesso.
“Severus, hai ragione. Purtroppo quel che è stato è stato e non si può cambiare.
L’unica cosa che posso dirti a riguardo, ed è una magra consolazione, è che hai svolto un lavoro ineccepibile, hai tenuto gli studenti al sicuro, hai aiutato Harry durante l’anno e alla fine hai saputo fornirgli le informazioni necessarie per sconfiggere Voldemort definitivamente. Il tutto mantenendo sempre la tua copertura.
Sei molto cambiato da quel ragazzo spavento che mi era venuto a chiedere aiuto anni fa, sei diventato un mago potente e un uomo forte, nessuno avrebbe saputo fare di meglio.
Per quello che può valere, sono molto fiero di te; spero solo avrai la forza di perdonarmi un giorno”
Mentre il vecchio preside parlava, Severus aveva riacquistato la calma; lo aveva ascoltato attentamente ed era riuscito a percepire tutto il dispiacere e la riconoscenza del suo mentore, che lui spesso aveva considerato un secondo padre.
Si prese del tempo per riflettere, poi parlò.
“Adesso non riesco ancora, ma ti prometto che un giorno lo farò Albus”
“Grazie Severus, spero che quel giorno riuscirai a perdonare anche te stesso”
Il professore decise di non rispondere, non gli piaceva fare promesse che sapeva di non mantenere, la conversazione era chiusa. Si voltò verso Minerva e si avviarono verso la Sala Grande.
 
Quando i posti ai tavoli furono tutti occupati, la Preside si alzò attirando immediatamente l’attenzione degli studenti, aveva imparato bene da Silente.
“Buonasera ragazzi, ho un annuncio da fare.
Come probabilmente saprete, il Professor Lumacorno dopo le vacanze di Natale si ritirerà dal lavoro e tornerà ad intrattenersi con più piacevoli attività da pensionato.
Il suo posto verrà occupato dal Professor Piton.” -  un lieve brusio si diffuse per la sala ma ad un movimento della Preside si quietò – “molti di voi l’hanno conosciuto come Preside in un periodo molto buio del recente passato, altri lo ricorderanno come Insegnante di DCAO, solo i più anziani di voi avranno memoria di quando ricopriva il ruolo di Maestro di Pozioni. Comunque adesso vi chiedo di ri-conoscerlo tutti a partire da Gennaio senza alcun pregiudizio o preconcetto. Concludo facendoti i miei migliori auguri Severus e ribadendoti quanto mi faccia piacere riaverti qui.”
La McGranitt finì con un sorriso il suo discorso e dalla sala si alzò un applauso.
“Ah, dimenticavo…il Professo Piton riprenderà anche il ruolo di Capocasa Serpeverde!”
Questo scatenò un boato di approvazione dal tavolo verde-argento.
Severus era rimasto colpito da quell’accoglienza, sia da parte dei professori sia da parte degli alunni sia da parte di quadri e fantasmi che aveva incontrato nel tragitto verso la Sala Grande. Tutti si erano mostrati sinceramente compiaciuti del suo rientro e molti gli avevano fatto i complimenti per il lavoro svolto durante la guerra.
Tutto quello gli dava una sensazione nuova di calore, che si irradiava direttamente dal cuore, quello stesso cuore che credeva atrofizzato da anni ormai ma che ora sembrava volesse riprendere a battere; forse era l’inizio di una nuova fase, o addirittura, di una nuova vita.
 
“Bene, bene, Piton, sei tornato ad Hogwarts? Vuoi proprio rendermi le cose semplici allora…”
La donna parlava tra sé e sé rigirandosi la bacchetta tra le mani.
Bussarono alla porta ed un uomo entrò ossequioso.
“Mi ha fatto chiamare Signora?” chiese facendo un inchino.
“Si, Andrej, a che punto sono le ricerche? Dovremo agire prima..”
“Mia Signora, stiamo facendo il possibile ma il processo non si può accelerare troppo…”Andrej cercava  di risultare sicuro e convincente ma sapeva quanto poteva essere crudele la strega di fronte a lui.
“Ogni volta la stessa storia…stai diventando noioso…”
“Ma è la verità…” questa volta non riuscì però a trattenere il tremolio della voce.
La donna si girò a guardarlo e si avvicinò a lui con passi lenti e sicuri, la bacchetta sempre minacciosamente in mano.
Quando gli fu alle spalle sibilò una sola parola e l’uomo si accasciò a terra contorcendosi dal dolore.
Dopo un tempo che sembrò durare un’eternità, la tortura finì e l’uomo riprese a respirare in preda a forti spasmi.
“Sai Andrej, temevo ti stessi dimenticando chi comanda…adesso vai! E vedi di avere delle novità la prossima volta che te le chiederò altrimenti non sarò di nuovo così magnanima con te!”
“Certo mia Signora!”
L’uomo fece un inchino e con passo incerto uscì dalla stanza; la donna si diresse alla finestra per scrutare l’orizzonte, come se potesse vedere molto più lontano del bosco fuori i confini del maniero.
“Molto presto avrai ciò che meriti, Severus Piton”

Ecco qui il settimo capitolo, spero vi piaccia. Ci vediamo presto con l'ottavo!!
AlePrince2958😘

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