~Capitolo 20~

OK, si lo so... Sono nuovamente in  ritardo. Ma mi farò perdonare!! Oggi due capitoli!!
Alcune di voi mi hanno fatto notare che alcuni video non si vedono, quindi per sicurezza vi lascio il link :)

https://youtu.be/ndtrBJvGJMc

Io personalmente ho adorato alla follia questo video XD spero piaccia anche a voi come è successi a me!!
Ora vi lascio al capitolo!!
S.E.❤

La mattina dopo si svegliarono molto tardi, ma tanto era domenica e per di più dopo la festa non c’era molta gente mattiniera nel castello.
Appena alzati si fecero una doccia e poi Piton andò nei suoi alloggi, se possibile volevano mantenere la loro relazione segreta ancora un per un po’.
Le lezioni procedevano tranquille, Severus riusciva a districarsi bene tra le mansioni da professore e quelle da Preside anche perché Hermione imparava in fretta, spesso per le classi più giovani preparava già lei le lezioni e i test, Piton li controllava solamente e si accertava che non fosse troppo buona con le domande e larga di voti, ma si accorse ben presto che la ragazza era esigente quasi quanto lui!
Novembre trascorse placidamente senza novità sul fronte Elettra e lasciò il passo a Dicembre con la sua frenesia del Natale.
All’inizio del mese era programmata la consueta gita ad Hogsmeade per le compere natalizie e l’eccitazione tra gli studenti era palpabile.
Hermione adorava il Natale e far regali, aveva sempre avuto fantasia per quello ed anche quell’anno aveva subito avuto un’illuminazione per Severus, adesso doveva solo realizzarla!
Ben diverso era per il nostro Professore!
Tanto per cominciare fu grazie a Lupin che si ricordò del regalo di Natale per Hermione, lui infatti non era abituato né a farne né a riceverne!
L’unico che gli faceva regali a Natale era Silente, ma lui nella sua ostentazione di scontroso, burbero e asociale non si era mai dato la pena di ricambiare.
Dopo lungo pensare aveva trovato cosa poteva fare al caso suo e in settimana era sgattaiolato al villaggio per fare l’acquisto al riparo da occhi indiscreti.
Il pomeriggio della gita cadeva nel turno d’accompagnamento di Hermione, Minerva e Filius così lui decise di rimanere al castello a godersi la quiete del parco d’inverno.
Passò quasi tutto il pomeriggio da solo a leggere finchè non divenne buio e rientrò al castello.
Nell’atrio incontrò Lupin così lo invitò nel suo ufficio per un the.
Remus provò subito a cernire come fosse finita la serata precedente, ma Piton fu molto reticente a riguardo, più del solito..il che di per sé era già una risposta e l’uomo seppe d’aver avuto ragione sulle intenzioni di Hermione.
Il Preside cercò quindi di sviare il discorso e presto si accorse che l’amico sembrava irrequieto.
“Remus, se continui ad agitarti su quella sedia mi vedrò costretto a lanciarti un immobilus…mi stai facendo girare la testa!
“Scusa Severus, ma sono inquieto….”
“Quello lo vedo anche da solo…ma il motivo?”
“Non so, mi capita a volte, come se la parte di lupo che è in me mi volesse avvisare di qualcosa…” disse Lupin pensieroso.
“Un brutto presentimento?” chiese Piton
“Si dai, dimmi pure che sono un irrazionale Grifondoro…”
“Di solito ti darei ragione, ma non in questo caso, il mio sesto senso mi ha aiutato troppo negli anni per liquidare il tuo così facilmente…dovresti dirmi di più però…” fece Piton serio
“Lascia stare, magari mi sbaglio….”
Furono improvvisamente interrotti dall’arrivo nell’ufficio di una sagoma luminosa, un Patronus, più precisamente il gatto di Minerva che con la voce della professoressa annunciò:
“siamo stati attaccati, Filius ed Hermione stanno riportando gli studenti al castello”
Finito il messaggio, il gatto sparì.
Dopo un attimo necessario per assimilare la notizia, Piton e Lupin furono subito in piedi pronti per agire
“Remus, avvisa Madame Chips di tenersi pronta, potremmo aver bisogno di lei. Poi preparati ad aiutare Hermione e Filius con gli studenti, bisognerà calmarli…”
“E te?”
“Io vado al villaggio, Minerva potrebbe aver bisogno d’aiuto..”
Intanto, mentre parlava Piton aveva appellato alcune pozioni di primo soccorso e le aveva riposte nel proprio mantello.
“Vengo con te Sev…” disse deciso il Professore di Difesa.
“Non se ne parla, poche storie. Il castello non può rimanere del tutto scoperto, ci sono i ragazzi dei primi anni da sorvegliare. Se ci sono problemi manda il tuo Patronus a cercarmi, mi fido di te Remus!”
Lo sguardo di Piton non ammetteva repliche, Remus annuì solamente.
Piton si smaterializzò immediatamente, essere il Preside aveva i suoi vantaggi.
 
Hermione si trovava ai “Tre manici di scopa” con Minerva e Vitious e stavano discorrendo tranquillamente delle imminenti festività e dell’anno in corso, discorsi da insegnanti insomma.
La sensazione di Hermione era anche che cercassero di carpire maggiori informazioni sul suo rapporto con Severus, ma uno scoppio e delle grida in strada li interruppero bruscamente.
Tutta la gente all’interno del locale si riversò in strada per vedere cosa stesse succedendo.
Quello che gli si parò di fronte era assolutamente inaspettato: molti maghi e streghe sconosciuti e con i volti coperti stavano seminando il panico lanciando incantesimi nelle più svariate direzioni.
Alcuni anni prima questo non sarebbe sembrato strano purtroppo, e si sarebbe data la colpa ai Mangiamorte e a Voldemort, ma adesso chi erano??
Hermione era disorientata, non riconosceva nessuna delle persone in strada e cosa ancora più strana, gli incantesimi che lanciavano sembravano indirizzati a caso; infatti non colpivano nessuno se non case o tetti facendoli esplodere in mille pezzi, sembrava quasi volessero solo creare scompiglio.
Il problema era che con quasi 300 studenti in giro per il villaggio non potevano attardarsi neanche un secondo di più.
Minerva aveva già preso in pugno la situazione.
“Hermione, Filius, radunate gli studenti e portateli al castello, io mi accerterò che non rimanga nessuno indietro”
Svoltarono l’angolo e per fortuna sembrava che nessuno di quei pazzi fosse ancora giunto in quella zona del villaggio, riuscirono in poco tempo a radunare gli studenti e si avviarono per rientrare.
La McGranitt chiudeva il gruppo, mentre Vitious era in testa e lei al centro, in questo modo controllavano meglio tutti.
Erano quasi fuori dalla zona d’azione quando uno scoppio più forte e più vicino degli altri li fece fermare in blocco.
Un nuovo gruppo di gente col volto coperto stava avanzando tra le macerie e questa volta si vedeva chiaramente che erano rivolti verso di loro.
La McGranitt fu fulminea, evocò subito un Patronus e lo spedì ad avvisare Piton, non sapeva cosa stava per succedere ma un aiuto poteva essere utile; nel frattempo creò una barriera per fermare l’avanzata di quella gente e si voltò per dare ordini agli altri due professori presenti:
“Filius, Hermione, portate gli studenti al castello, io vi coprirò le spalle…”
“Minerva, non puoi rimanere qui da sola!” squittì il piccolo professore di Incantesimi
“Non ti preoccupare, non ho intenzione di fronteggiarli da sola, voglio solo darvi un po’ di tempo per portare i ragazzi in salvo..”
“Hai avvertito Severus con quel Patronus?” s’intromise Hermione. La McGranitt annuì.
“Allora se lo conosco a breve sarà qui..portiamo i ragazzi alla scuola, poi torneremo anche noi.” Disse Hermione con decisione, sapeva che Minerva avrebbe presto ricevuto l’aiuto di Piton e la loro priorità adesso era mettere gli studenti in salvo.
Il tono deciso di Hermione convinse Vitious che tornò in testa al gruppo proprio mentre una donna vestita di nero da capo a piedi si univa ai rivali e con un sol colpo faceva cadere la barriera eretta dalla McGranitt.
Minerva rimasta ormai indietro si riparò gli occhi un attimo e poi cominciò ad attaccare la nuova arrivata che era chiaramente la leader degli assalitori; non aveva mai visto la foto sui giornali, ma qualcosa le diceva che quella era la famosa Elettra.
Per fortuna l’attenzione fu tutta catturata dalla Professoressa quindi Hermione e gli altri riuscirono a scappare senza intoppi dal villaggio.
L’ultima cosa che vide la ragazza voltandosi indietro fu la McGranitt che teneva testa contemporaneamente alla donna vestita di nero e ad altri delle sue fila mentre un’altra figura compariva al suo fianco.
Hermione riconobbe la sagoma di Severus e accelerò il passo, se da un lato il suo arrivo la tranquillizzava dall’altro voleva portare prima possibile i ragazzi al sicuro per tornare al suo fianco.
 
Piton si smaterializzò poco fuori del villaggio per poter prima farsi un’idea di quello che stava accadendo.
Vide una tremenda confusione e come Hermione anche lui si accorse che gli attacchi erano indirizzati a caso; per un attimo pensò di esser caduto in trappola e che il vero obbiettivo dell’attacco fosse Hogwarts.
Individuò gli studenti di Hogwarts che si dirigevano verso la scuola, vide Vitious in testa e gli altri dietro, cercò Hermione con lo sguardo e tirò un sospiro di sollievo quando la vide a chiudere il gruppo.
“Dove sei Minerva?” si chiese tra sé e sé a bassa voce.
Seguì con lo sguardo la direzione da cui provenivano Hermione e gli altri e la vide, Minerva McGranitt era rimasta indietro, probabilmente per coprire loro la fuga e adesso stava fronteggiando da sola 3 persone: 2 maghi e una strega vestita di nero che aveva tutta l’aria di esser il capo.
Né gli assalitori né la Vicepreside si stavano risparmiando, aveva visto abbastanza.
Piton si smaterializzò dietro all’amica.
 
Il suo arrivo fece interrompere il duello e l’uomo si mise a fianco della McGranitt.
“Severus, i ragazzi sono al sicuro?” chiese subito la donna.
“Si, te stai bene?” s’informò lui
“Stavo giusto iniziando a divertirmi….” Disse con un sorriso storto e un lieve fiatone.
“Allora lascia divertire un po’ anche me…!” ribatté Piton.
Questo scambio di battute durò pochissimo perché subito ripresero ad attaccarli, gli avversari però adesso non erano abbastanza forti per entrambi: la strega era riuscita a tenerli a bada da sola per un po’, adesso che con lei c’era anche quel mago in nero le loro possibilità erano notevolmente diminuite.
La leader del gruppo poco dopo la ripresa del combattimento si dileguò.
Una volta sparito il comandante, i suoi scagnozzi venivano colpiti e schiantati più facilmente di prima e appena si riprendevano si smaterializzavano chissà dove.
Quando Hermione tornò sul campo di battaglia accompagnata da Remus anche l’ultimo degli assalitori era stato sconfitto ma prima che potesse riprendersi e fuggire, Piton e Minerva lo agguantarono per fargli alcune domande.
Il Preside molto gentilmente lo prese per il colletto della maglia e lo tirò su mentre gli altri gli puntavano le bacchette contro.
“E adesso parla, chi siete? Cosa volete?” con la mano sinistra lo teneva per il bavero mentre la destra gli puntava la bacchetta nel collo.
“Non parlerò mai….!” Rispose con voce stentata sputandogli in volto.
Piton, livido di rabbia, sibilò “Ok, se non vuoi dirmelo con le buone, userò con piacere altri metodi….legilimens!”
In un attimo fu nella sua mente, l’uomo non oppose minimamente resistenza, ma meglio per lui, Piton avrebbe forzato le sue difese senza tante cerimonie.
Purtroppo non riuscì a vedere molto, solo un luogo buio come una specie di caverna dal cui fondo provenivano delle urla e dei versi poco umani, poi perse il contatto perché fu sbattuto fuori.
Subito non comprese cosa fosse successo, era impossibile che quel mago da due soldi avesse alzato delle barriere contro di lui per spingerlo via, poi si accorse che il peso nella sua mano sinistra era notevolmente aumentato, stava reggendo un uomo morto.
Seguì lo sguardo degli altri e vide quella donna, che ormai era certo fosse Elettra, a poca distanza da loro. Il braccio ancora teso nell’atto di lanciare l’Avada Kedrava che aveva ucciso il mal capitato.
Elettra era magra, statura media, capelli lunghi, biondi e lisci, occhi verdi; si sarebbe potuta definire una bella donna se il suo sguardo non fosse stato quello di una psicopatica.
“Piton, sapevo saresti arrivato in soccorso dei tuoi preziosi alunni e della tua bambolina!” parlò con voce suadente, piena di sarcasmo e disprezzo allo stesso tempo.
Piton lasciò andare il corpo che ancora teneva per il bavero e rispose “Tu devi essere Elettra. Dimmi, per quale motivo volevi vedermi?” 
Si trattenne dal fare battute ironiche, qualcosa nella strega davanti a lui gli suggeriva di non giocare con lei…ad essere onesti c’era anche qualcosa che non gli sembrava del tutto ‘giusto’, ma non capiva cosa…
“Io non volevo vederti, io volevo attirarti in trappola…”
“E consideri riuscito il piano? Non vorrei deluderti, ma sei te quella in minoranza qui….”
Intanto Piton si guardò intorno per scorgere movimenti di possibili suoi alleati ma non ne vide.
“Che mente limitata…” e alzò la bacchetta contro di lui.
Anche Severus e gli altri alzarono la guardia per contrattaccare e a quel punto gli fu chiaro che cosa non andava!
Elettra impugnava la bacchetta con la mano sinistra! Poco prima usava la destra!
Quella era un’immagine specchio!
Quando realizzò che stava guardando un ologramma era troppo tardi, un incantesimo lo colpì in piena schiena.
Fece solo in tempo a girarsi per vedere un secondo la vera Elettra che ghignava soddisfatta alle sue spalle, poi lei sparì e lui cadde al suolo privo di sensi.

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