9. Contro Nora
Oggi ho avuto il pomeriggio libero a lavoro e ho passato qualche ora con Bianca e Luna. Avevo scordato come fosse bello e divertente avere delle amiche con cui condividere tutto. Abbiamo parlato tanto, mi hanno raccontato qualcosa di sé, e ho imparato così a conoscerle meglio, e io ho raccontato loro del bellissimo primo appuntamento che Christian ha preparato per me sul lago di Como.
Mi sono sentita trattata come una principessa ed è stato bello vederle entusiaste e felici per me, nessuna traccia di invidia o gelosia, solo puro interesse, e questo mi fa davvero presupporre di aver trovato delle buone amiche. Forse davvero questa a Milano è la mia seconda opportunità di vita, la svolta per ricominciare tutto daccapo.
Ora sono sul divano di casa mia con Christian. Abbiamo deciso di passare insieme la serata e guardare un film dopo cena. Ci è sembrata un'idea carina visto che abitiamo praticamente attaccati ed entrambi eravamo soli e senza nulla da fare, ma da un po' lui mi sembra leggermente spento... vorrei chiedergli che succede ma ho paura di essere invadente. Insomma, si stiamo insieme, ma è poco tempo e non vorrei stargli addosso o assillarlo. Purtroppo sono molto insicura, ho paura di sbagliare... e visto che lui mi piace tanto, le mie paure si fanno sentire ancora più forti.
Metto in pausa il film e lui si volta verso di me automaticamente. I suoi occhi castani mi osservano come se fossero tornati ora alla realtà e si fosse ricordato solo ora di essere accanto a me. Questo un po' mi spaventa, ho paura che già si sia pentito di avermi detto di voler stare con me. Magari si è accorto che sono noiosa, che non gli piaccio come pensava... magari sta pensando a un modo carino per liquidarmi.
"Che c'è, Nora? Perché hai stoppato Netflix?"
"Quando hai smesso di seguirlo? Più o meno dopo i primi cinque minuti?" glielo chiedo sorridendo, ma lui sospira serio e si mette a sedere dritto, sistemandosi accanto e girandosi verso di me, questo suo gesto fa congelare il sorriso sulle mie labbra. "Che succede? Ho fatto qualcosa di sbagliato mentre mangiavamo? Guarda che puoi dirmelo..."
"Cosa? No!" il suo tono di voce si alza un po', quasi a voler scacciare questa mia idea, e immediatamente prende le mie mani tra le sue, stringendole e accarezzandole "Non hai fatto niente di male. Io sto benissimo con te, anche durante una serata tranquilla così. Ho solo un pensiero... ma non so se parlartene, non voglio metterti pressioni."
Mi accarezza dolcemente la guancia e io inclino la testa appena, osservandolo dritto negli occhi. I suoi pozzi così castani e teneri che mi sciolgo ogni volta che mi guarda. Impossibile spiegare quello che è in grado di farmi provare questo ragazzo.
"Certo che puoi, Chris, e non mi fai pressioni. Stiamo insieme, significa che possiamo dirci tutto, io ti ascolto e non giudico nulla." gli bacio la mano che è ancora sul mio viso, girando appena il collo, e lui sorride in modo tenero, facendo sparire molta dell'inquietudine nel suo volto.
"D'accordo... ieri mattina all'allenamento i miei compagni mi hanno fatto venire un'idea. Per la settimana prossima la dirigenza della squadra ha organizzato una cena di Natale. L'invito è rivolto a noi e alle famiglie, prima di conoscere te sarei andato solo, ma ora ho pensato che sarebbe carino se mi accompagnassi e ti potessi presentare come fidanzata. Capisco se non vorrai, perché magari non ti va di stare in mezzo a tante persone e perché magari ti scoccia che esca qualche gossip su di noi... non farti problemi se non vuoi accettare. Lo capirei, Nora. Lo capirei davvero, non lo sto dicendo tanto per dire. Certo un po' mi dispiacerebbe perché mi piace quando stai con me, però rispetterò qualsiasi decisione che prenderai."
Sorrido automaticamente, sia per la sua proposta, sia per la premura che mostra nei miei confronti sia perché è dolce pensare che fosse questo ciò che lo tormentava. Era pensieroso perché non voleva mettermi a disagio, e trovo che la sua empatia sia una delle cose più belle che sto imparando a conoscere di lui.
"Certo Chris. Mi farebbe piacere, davvero. Penso sia un'ottima occasione per conoscere il tuo mondo e chi ne fa parte, e poi mi piace molto pensare che sarò lì come tua fidanzata." mi inginocchio sul divano e mi avvicino a lui, posando il palmo della mano sul suo viso e accarezzandolo. "Sono piuttosto timida, però se ho te vicino non mi viene ansia o che, perciò sì assolutamente."
Vedo la gioia colorargli lo sguardo e non so spiegare quanto questo mi faccia bene. Lo vedo proprio illuminarsi, come se il solo pensiero di noi a quella cena lo rendesse felice. Mi fa sentire così importante e desiderata. Non mi sono mai sentita messa al primo posto, ma con lui è tutto diverso.
"Grazie, sono contento di questa tua decisione." Mi bacia a fior di labbra e tiene lo sguardo fisso sul mio, cosa che fa aumentare i battiti cardiaci perché rende questo bacio ancora più vero, mi fa sentire ancora più connessa a lui "Sarai la più bella lì dentro, nessuno potrà competere con te. E mi sa che dovrò tenere a posto alcuni compagni, faranno gli spiritosi con te." fa una smorfia un po' infastidita e io scoppio a ridere.
"Sei carino quando fai il geloso. Ma sappi che il mio sguardo e la mia attenzione saranno solo ed esclusivamente rivolti a te." lo bacio ancora dolcemente "Mi fai bene, Christian... come nessuno mai prima d'ora." glielo confesso con un tono di voce più basso e lui accarezza la mia mano e il mio braccio, cercando di mettermi a mio agio.
"Sapessi quanto mi fai bene tu, star. Non ho mai avuto voglia di portare nessuno a questi eventi organizzati dalle squadre, ma con te è diverso. Ti vorrei mostrare al mondo, vorrei stare sempre con te... mi chiedo cosa tu mi dita facendo." sospira e mi attira tra le sue braccia, facendomi crollare sopra di sé e baciandomi tutto il viso ripetutamente, cosa che mi fa scoppiare a ridere come una bambina spensierata. Sto davvero bene con lui, come non ero mai stata.
*****
Spalanco la bocca quando sento la direttrice del giornale congratularsi con la mia collega per l'articolo che ha scritto, rendendomi conto che ciò di cui stanno parlando l'ho scritto io. Sento un fastidio pungente alla bocca dello stomaco e il cuore accelera.
Per un attimo ho la tentazione di prendere il computer e lanciarlo nella direzione di questa vipera che pare abbia deciso di rubarmi il pezzo, ma poi mi alzo e con calma e maturità mi avvicino a chiedere spiegazioni, appena la direttrice si allontana.
"Non volevo origliare, ma ho sentito... quell'articolo l'ho scritto io." la mia collega si volta verso di me con un'espressione fintamente innocente e mi devi trattenere dal tirarle i capelli quando sorride con la perfidia che le esce dallo sguardo. Come diavolo si è permessa di fare una cosa del genere?
"Tuo? No, non mi sembra. Ho trovato in terra un'idea su un foglio di carta e io le ho dato una vita migliore, visto che era scritto con i piedi." ride e sento farsi sempre più forte la voglia di staccarle le extension. "Non penserai davvero che ciò che hai scritto fosse qualcosa di valido? Al dire il vero non ho ancora capito perché ti hanno assunta. Forse faresti meglio a tornartene nella tua regione e cambiare lavoro, magari protesti lavorare con le pecore." ride come se avesse fatto la battuta del secolo, mentre io sento solo la rabbia divampare di più.
"Innanzitutto sei tu quella che probabilmente non merita questo lavoro visto che si dice 'non ho ancora capito perché ti abbiano assunta'." evidenzio il verbo che ha sbagliato con il tono di voce e poi continuo a parlare "E poi mi pare che per essere una non meritevole ti piacciano un po' troppo i miei lavori. Ora tu andrai dalla direttrice e dirai ogni cosa."
Si alza e si posiziona davanti a me, osservandomi con nervoso per averla sfidata e risposta a tono. A me non interessa se lei lavora qua da prima, se è più grande di qualche anno di me o chissà cosa. Io rispetto chi rispetta me, perciò può andare al diavolo il suo ego ferito.
"Io non andrò da nessuna parte, sei tu a dover stare attenta a non smarrire il tuo materiale. Che pensi? Di essere venuta a Milano per fare la bella vita? Pensi che questo lavoro sia una passeggiata, questa è la realtà, smetti di sognare principessina. Si ottiene ciò che si vuole in ogni modo, a ogni costo... altrimenti significa che non sei tagliata per questo mestiere, e mi dai solo conferma di ciò che penso." si sistema la giacca del tailleur blu scuro che ha addosso, fingendo una classe che non ha per nulla e continua a osservarmi con spavalderia.
"Questo gesto che hai fatto, ti costerà caro. Pensi che siccome io sia appena arrivata tu mi faccia in qualche modo paura? Vieni a farmi la morale sul fatto che la vita è così, ma tu cosa ne sai di cosa ho affrontato io nella mia di vita? Sai cosa? Ho avuto a che fare con stronze peggiori di te, non sei migliore di altre nemmeno a fare la stronza, così come non sei migliore in questo lavoro, visto che mi hai rubato il pezzo, perciò non mi farò mettere i piedi in testa. Ti servi di ciò che scrivo io perché non sei in grado di farlo autonomamente? Significa che mi attacchi perché ti spavento. Perciò goditi ciò che mi hai rubato, perché è l'inizio della fine della tua carriera qua dentro." ora sono io che le sorrido con finta innocenza, poi mi allontano dalla sua scrivania e torno alla mia, con le mani e le gambe che mi tremano per la rabbia ma senza darglielo a vedere.
Mi siedo sulla mia sedia e la osservo mentre batte la mano sul tavolo, furiosa di essere stata attaccata da me, perché evidentemente non si aspettava una mia reazione.
Ha fatto l'errore di pensare di conoscermi, ha fatto l'errore di sottovalutarmi. Pensava che siccome da quando lavoro qua sto per le mie fossi una sciocca da imbrogliare, una ragazzina insulsa che sarebbe stata zitta a subire ciò che le viene fatto, ma non sa quanto si sbaglia.
Ne ho passate tante, ho affrontato cose ben peggiori di questa copia mal riuscita della matrigna di Biancaneve, non mi farò mettere i piedi in testa. Ho faticato per essere qua, ho faticato per fare il lavoro che amo, e sono stata assunta perché lo merito, non farò rovinare tutto da questa, non le permetterò di mettermi in discussione, troppe volte mi sono sentita inferiore a tutti, ma non lo farò stavolta... Milano è la mia nuova occasione anche per questo e dimostrerò a tutti cosa significa trattarmi come non merito, cosa significa trattarmi male.
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