64. La scena di un film
Chris
Cammino avanti e indietro sul marciapiede davanti al palazzo di Rafael mentre cerco di calmarmi.
Per fortuna non c'è nessun in giro, fatta eccezione per qualcuno che passa ogni tanto, il fatto che sia già molto tardi gioca a mio favore, almeno potrò parlare con Nora senza dare spettacolo ai passanti, potrò parlarle con un po' di intimità.
È da qualche minuto che ho suonato e ho chiesto al mio amico se per favore potesse chiederle di scendere, visto che so che è qua, e lui ha riappeso il citofono mugugnando qualcosa, ma non ho capito cosa. So che anche lui è furioso con me, ho fatto un bel casino con più persone, ma dopo aver parlato con lei cercherò di sistemare tutto il resto, devo assolutamente.
Alcune gocce di pioggia iniziano a cadere sulla mia testa e sull'asfalto, facendomi accigliare. Certo che il cielo ha un bellissimo tempismo, riflette perfettamente il mio stato d'animo attuale... sta iniziando a piovere nonostante sia primavera più che inoltrata, sembra quasi che Dio stia creando l'atmosfera giusta, come quando nei film i due innamorati risolvono tutti i loro problemi sotto la pioggia e capiscono di amarsi e non potere fare l'uno a meno dell'altra. Peccato però che questo non sia un film, peccato che so che dovrò impegnarmi tanto anche solo per dimostrarle quanto sia sinceramente dispiaciuto per tutto.
Improvvisamente il portone del palazzo si apre, facendomi voltare di scatto, e i miei occhi si posano proprio su Nora. Indossa ancora il vestito della festa, ma ha addosso una giacca fin troppo grande per la sua statura, immagino di Leao. Ha gli occhi rossi e lucidi, il viso pallido e stanco... così capisco subito che ha passato molto tempo a piangere, probabilmente da quando è andata via dal locale non ha mai smesso, e questo mi fa sentire ancora più in colpa, mi fa sentire ancora più una merda. Avevo promesso che non le avrei fatto mai più del male dopo il tradimento, invece non ho mantenuto la parola... ho preferito allontanarla da me e trattarla da colpevole perché sono un vigliacco che non voleva guardarsi dentro e scoprire che era ancora la persona più importante della mia vita.
"Che ci fai qua?" prova a usare un tono arrabbiato, ma è così visibilmente stanca che non le riesce come sicuramente vorrebbe "Come sai che non ero a casa?" si guarda intorno come se all'improvviso potesse sbucare qualcun altro e poi riprende a guardare me "Dove è la tua ragazza? Ha deciso che aveva un'altra storiella da inventarsi e sei venuto a trattarmi di merda ancora un po'?" vorrebbe fare la forte e ferirmi, ma in realtà la voce le si spezza.
"No, niente di tutto questo... Bianca mi ha detto che eri qua, non prendertela però, voleva solo aiutarci." assume un'espressione confusa, ma comunque non apre bocca "Sono venuto qua per scusarmi, scusarmi per ogni cosa. Avevi ragione, Elisabetta stava mentendo, mi stava prendendo in giro e usando, e io sono un vero coglione." lo butto fuori come se fosse un peso che mi stava schiacciando e lei mi osserva con gli occhi fuori dalle orbite, è evidente che non si aspettava questa mia mossa, e come poteva? Solo qualche ora fa non le ho creduto e le ho detto di stare fuori dalla mia vita... "Ho scoperto che ci stava provando con i miei amici, così ho capito che si era rovesciata da sola il drink perché voleva tenermi lontano da te, e quando ha capito che non mi poteva più incantare, ha iniziato a offendermi e io l'ho cacciata dal locale."
"Ma guarda un po', hai dovuto vederla con i tuoi occhi per renderti conto? Ha dovuto farti qualcosa in faccia affinché ti dessi una svegliata?" quasi urla, con il viso leggermente arrossato dalla rabbia "Mi hai detto che non abbiamo più niente da spartire, per cui tornatene alla festa o dove vuoi, non abbiamo altro da dirci." fa per rientrare nel palazzo ma, prevedendo la sua mossa, la mantengo per il polso. Solo così mi rendo conto che sta tremando e mi viene voglia di prendermi a schiaffi da solo per questo. Cosa le ho fatto? Perché non faccio altro che distruggerla nonostante io la ami così tanto?
"Nora, aspetta... per favore. Ho fatto una cazzata enorme, ma voglio che tu capisca una cosa... mi sono messo con lei perché volevo provare ad andare avanti. Dopo di te non ho avuto nessun'altra, nemmeno una storiella leggera... avevo in mente solo e soltanto te, pensavo e speravo che prima o poi mi perdonassi e potessimo tornare a essere quelli di prima." solo Dio sa quante volte l'ho sognata che tornava da me, quante volte mi svegliavo con l'illusione di averla accanto per poi rendermi conto che era solo un maledetto sogno che mi spaccava il cuore ogni volta "Quando abbiamo vissuto insieme per un mese, pensavo che tu mi avessi dimenticato, che non mi vedevi più in quel modo, che non provassi per me sentimenti d'amore, così mi sono buttato a capofitto in un'altra relazione per cercare di smettere di pensare a ciò che avevo rovinato."
"Questo dimostra che non mi conosci bene come pensavo... perché mentre vivevamo insieme, mi stavo rifidando di te, mi stavo riaffidando a te. Mi sentivo nuovamente bene e al sicuro, pensavo che piano piano stavamo ricostruendo le cose. Poi ti ho visto con lei e, nonostante mi facesse male, ti ho lasciato vivere ciò che volevi con chi volevi... desideravo solo che fossi felice, pensavo sapessi questo, che avessi capito quanto ti ho amato e che mai ti avrei fatto del male, invece oggi hai creduto a Elisabetta, senza nemmeno provare a chiedermi cosa fosse accaduto. Hai deciso che io ero la colpevole, hai scelto tu." una lacrima le scende sul volto e mi trattengo dal volergliela asciugare "Ora cosa vuoi da me Christian? Cosa? Credo che ci siamo già fatti troppo male, credo sia abbastanza il dolore che ho provato... ora solo un altro briciolo in più mi distruggerebbe."
"Le ho creduto perché ero spaventato... spaventato da tante cose. Non volevo davvero farti male, cacciarti dalla mia vita... senza di te non sono io. La mia vita senza te non è la stessa. Avevo paura di soffermarmi a pensare, avevo paura che potessi capire di non averti mai dimenticato, di non aver mai smesso di pensare a te nemmeno per un secondo. Paura di ricadere nel vortice oscuro che mi ha inghiottito quando ci siamo lasciati e nei mesi a seguire. Paura che il mio cuore urlasse il tuo nome, per cui ho finto di essere sordo. Avevo paura che tu mi avessi dimenticato... poi Luna è venuta da me, mi ha fatto capire che avevo sbagliato ogni cosa, mi ha detto ciò che mi hai appena detto tu sul fatto che durante la convivenza ti stavi rifidando di me, e mi sono sentito crollare." quando ho sentito le parole della rossa è stata come una doccia gelata, mi ha fatto capire che avevo passato le ultime settimane a fare errori su errori "Poi ho discusso con Elisabetta e l'ho lasciata, ciò che mi ha detto ha solo confermato quello che dentro di me ho sempre saputo, ossia che sono ancora e fottutamente innamorato di te."
La pioggia si fa più fitta e cade su di noi che siamo due puntini immobili in confronto alla grandezza e maestosità del cielo, ma la ignoriamo, sono abbastanza certo che il contorno intorno a noi al momento nemmeno lo percepiamo come invece facciamo di solito. I nostri occhi sono legati, i nostri respiri accelerati e la mia mano tiene ancora stretto il suo polso. Sembra completamente persa nei suoi pensieri, con centinaia di emozioni che le colorano lo sguardo. Vorrei prendere il dolore da dentro lei e rientrare nel suo cuore come mesi fa nell'ascensore la prima volta che ci siamo visti. Chi l'avrebbe mai detto allora che saremmo arrivati a questo punto?
"Cosa ti aspetti che ti dica?" un singhiozzo la fa sussultare, mentre scuote il capo "Pensi che basti questo per tornare insieme? Le tue sono bellissime parole, ma sono pur sempre solo parole. Due ore fa circa mi hai detto che volevi chiudere persino la nostra amicizia, e ora sei qua a dirmi che mi ami, come pensi che possa fidarmi?" si libera dalla mia presa e si porta i capelli bagnati dalla pioggia dietro le orecchie "Forse non siamo davvero compatibili, forse ci siamo amati moltissimo e restiamo ancorati al ricordo di quel sentimento ma non c'è futuro per noi."
No, no, no e no. Non è così, non è assolutamente così. E so che nemmeno lei lo pensa, so che è ferita e spaventata e parla così solo per questo motivo. "Nora, se siamo ancora qua è perché non troviamo nessun altro che sia compatibile con noi. Tu sei la donna giusta per me, tu e solo tu. Dio, sono mesi che non riesco nemmeno a sfiorarla un'altra." vorrà pur dire qualcosa un uomo che non riesce più nemmeno ad immaginare di fare sesso con una donna che non sia quella che occupa la sua mente.
"Fino a che non hai incontrato Elisabetta..." cerca di usare un tono indifferente ma un pizzico di gelosia la tradisce, questo mi fa sorridere dentro come un idiota, significa che ancora ci tiene a me, significa che davvero non pensa ciò che ha detto poco fa.
"Nemmeno Elisabetta, non siamo andati più in là di baci e carezze. Ci ha provato e l'ho respinta, non sono riuscito a fare nulla con lei, mi sei venuta in mente tu e l'ho allontanata da me."
Sul suo viso appare quello che credo sia sollievo, anche se cerca di mascherarlo. "Lei prima mi ha detto il contrario... mi ha detto che io non ero nei tuoi pensieri, ancora meno quando facevi sesso con lei." brutta stronza, non immaginavo fosse così tanto subdola "Ma comunque non mi dovevi niente, non stavi con me... potevi farlo con chi volevi, sei un ragazzo libero." mi fa increspare un piccolo sorriso sulle labbra la sua ultima frase, so che non lo pensa visto che va in netta contraddizione con la sua espressione.
"Beh, ti ha mentito, abbiamo capito che a recitare è molto brava. Ha fatto credere a ognuno di noi ciò che voleva... comunque so che potevo farlo, ma non volevo, perché non desidero nessun'altra donna che non sia tu." mi azzardo a metterle la mano sul fianco, sperando non mi dia uno schiaffo e si allontani, cosa che per fortuna non fa, si irrigidisce appena ma nulla di più "Dammi la possibilità di risistemare le cose, non riesco più a vivere senza di te."
"Riuscivi fino poco fa." fa la sostenuta, ma vedo dai suoi occhi che ci sta ripensando, è meno convinta rispetto a qualche minuto fa, sento che sta per cedere "Dovresti andare a casa Christian... è molto tardi."
Scuoto freneticamente la testa davanti alle sue parole e le afferro il viso con le mani. La tengo ferma e accarezzo la sua pelle con i pollici, guardandola intensamente nei suoi occhioni castani che mi guardano impauriti e innamorati allo stesso tempo, so che è così perché è lo stesso che sento io. "Sei tu la mia casa star." il nomignolo che uso la fa sussultare e fa addolcire ancora di più il suo sguardo "Senza di te sono solo un vagabondo senza dimora e senza scopo, sei tu la mia luce, quella che dà un senso a tutto. Ti prego, scaccia via l'oscurità che si è posata sulla mia vita da quando ci siamo lasciati. Sei l'unica persona al mondo in grado di farlo."
Sembra combattuta, sembra che stia lottando con se stessa. È fragile e mi odio per averla resa tale... ma allo stesso tempo so che ha una forza unica, si è sempre rialzata qualsiasi cosa l'abbia colpita. Non esistono tante persone come lei e io sono fortunato ad averla trovata, non voglio perderla, non posso permetterlo. Ho sempre voluto facesse parte della mia vita, fin dal primo sguardo... mi è sembrato di conoscerla da sempre, eravamo destinati, non c'è altra spiegazione. "D'accordo Chris..." sussurra appena, come se avesse paura di dirlo più forte, mentre il mio cuore si stringe e fa centinaia di salti mortali "Hai un'altra possibilità. Possiamo provare a ricostruire tutto, possiamo provare a essere ciò che eravamo. So che sei sincero, so che hai sbagliato, ma in questi mesi abbiamo pagato molto entrambi, un prezzo molto alto aggiungerei. Non voglio mai più soffrire, per cui spero che davvero stavolta non ci sia niente che possa allontanarci o ferirci."
"No, niente. Te lo giuro. Ti farò fidare nuovamente di me. Piano piano torneremo ad essere come una volta." parlo a raffica, non riuscendo a contenere l'entusiasmo e la felicità. Non riesco a credere che mi stia riaprendo le porte del suo cuore, una parte di me temeva davvero che non l'avrebbe più fatto, non dopo ciò che è successo stanotte con Elisabetta. "Ti amo Nora, ti amo come non ho mai amato e come mai amerò. Sei la donna della mia vita, quella che voglio portare all'altare e quella che voglio accanto a me per tutta la vita. Voglio invecchiare con te, voglio tutto con te."
Sorride sentendo le mie parole, un sorriso sincero che le fa brillare lo sguardo. È felice tanto quanto me, è felice di avermi perdonato. "Ti amo anche io Christian." posa la mano sul mio viso e guarda prima i miei occhi e poi le mie labbra "Non ho mai smesso nemmeno per un momento di farlo. Il mio cuore ha riniziato a battere correttamente solo quando ti avevo nuovamente accanto."
"Posso baciarti?" glielo chiedo con un fil di voce, quasi impaurito, come se fosse il mio primo bacio in assoluto, mentre lei annuisce timida. Immediatamente anniento la distanza tra noi, non riuscendo più a trattenermi, facendo scontrare le nostre labbra. Il bacio è da subito passionale e malinconico, entrambi ne avevamo un maledetto bisogno che non sappiamo nascondere. Le nostre lingue si accarezzano e rincorrono all'istante, i nostri respiri accelerano notevolmente e le sue mani accarezzano i miei capelli, mentre io sposto le mie sui suoi fianchi per poterla attirare maggiormente a me.
Ho bisogno di sentirla vicina, per coprire la mancanza di tutti questi mesi di lontananza.
Riesco a sentire ogni sentimento, la tristezza, la gioia, il dolore, il sollievo... l'amore. Non si nasconde, mi lascia modo di affacciarmi dentro sé, di capire cosa sente e come sta.
La pioggia continua a cadere incessante su di noi, mentre continuiamo a baciarci e sorridere allo stesso tempo.
Questa sembra davvero la scena di un film, la scena finale che ricongiunge due cuori che si sono sempre appartenuti. È tutto perfetto in questo momento, tutto ha nuovamente senso... la mia anima ha trovato nuovamente pace perché ho l'amore della mia vita tra le braccia, perché ho un'altra possibilità con lei, perché lei si fida nuovamente di me.
Da oggi in poi, succeda quel che succeda, niente potrà più allontanarci o farmi sbagliare. Questo è un nuovo inizio e avrà un finale completamente diverso dall'altra volta, costi quel che costi.
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