56. "Piacere, Elisabetta"

Mi sveglio e piano piano, cercando di tornare nel mondo dei vivi e di connettere la mente, mi dirigo in soggiorno, trovando Chris seduto a tavola a fare colazione. Per un momento mi blocco, sorridendo incantata dalla sua aria assorta e dolce mentre mangia. È forse strana come cosa, ma lo trovo bello anche quando fa azioni così semplici e di routine.

"Buongiorno Chris" rinizio a camminare, obbligandomi a smettere di fissarlo quasi come una stalker, e lo saluto, lasciandogli un bacio sulla guancia. Si irrigidisce davanti al mio gesto e io gli lancio un'occhiata confusa, ma lui non mi guarda negli occhi. Il suo sguardo si posa su di me per pochi attimi e poi rinizia a osservare la fetta biscottata che sta cospargendo di marmellata.

"Buongiorno Nora" con un gesto del capo indica il tavolo imbandito "non sono potuto andare a prendere il croissant, spero che ti piaccia ciò che ho preparato." c'è qualcosa di strano nel suo tono di voce, e trovo strano anche che non sia andato a prendere la colazione. Da quando sto qua lo fa sempre, non è mai accaduto nemmeno una volta che non lo facesse... ovviamente non è obbligato, ci mancherebbe, ma è una cosa che mi lascia stranita.

"Sì certo, ti ringrazio per il pensiero." gli sorrido e lui ricambia con un sorrisetto tirato, ma immediatamente sposta lo sguardo sul suo telefono che ha segnalato l'arrivo di un messaggio. Lo vedo sorridere mentre legge, con un interesse tale che mi fa provare un pizzico di gelosia, ma comunque non dico nulla e mi accomodo nella sedia davanti a lui, afferrando un po' di frutti di bosco e mettendomeli nel mio piattino.

Mi sento leggermente a disagio, solitamente parliamo sempre mentre facciamo colazione, lui è sempre molto interessato a come stia e a come abbia dormito, e io lo stesso con lui. Mi racconta dei suoi progetti per la giornata, mi parla della squadra e scherzosamente si lamenta dei suoi compagni raccontandomi qualche aneddoto che l'ha fatto sentire in imbarazzo e io lo ascolto con interesse, ma oggi non lo fa. Oggi nemmeno mi guarda, facendomi capire che qualcosa sta cambiando... forse c'entra il fatto che ieri sera sia uscito? Non so dove sia andato, e una parte di me ringrazia per questo, ma d'altro canto sono curiosa. So che la mia curiosità mi farà uccidere prima o poi.

"Va tutto bene? Che farai oggi?" cerco di rompere il ghiaccio, perché questo silenzio assordante mi sta facendo venire mal di testa già da prima mattina, così lui blocca il cellulare e sposta lo sguardo su di me, anche se comunque sembra assente, sembra stia pensando ad altro.

"Niente di che, questo pomeriggio abbiamo allenamento." taglia corto, poi arriccia le labbra come se stesse pensando velocemente "Senti Nora... volevo parlarti di una cosa." ecco, sapevo che c'era qualcosa, si capisce lontano un miglio quando ha dei pensieri che gli ronzano in testa oppure un fatto lo tormenta.
Tra l'altro queste parole non portano mai nulla di buono, specialmente se a dirtele è il tuo ex con il quale convivi e c'è una situazione confusa tra voi.

"Certo, dimmi." mi pulisco le labbra con un fazzoletto e poso le braccia sul tavolo, standolo ad ascoltare.

"Ieri sono uscito con Elisabetta, la ragazza che avevo conosciuto al bar di Luna e Bianca." non mi aveva mai detto come si chiama, e non so perché nella mia testa questo crea un senso di intimità tra loro che mi fa provare una sorta di nausea. "Siamo stati bene insieme... e voglio parlarne con te per chiarire la situazione visto che viviamo insieme. Ho intenzioni serie con lei, so che io e te siamo solo amici, ma volevo dirtelo per evitare equivoci."

Non so cosa sia ciò che mi infastidisce di più, non so se sia il suo tono leggermente freddo o il fatto che mi dica questo come se pensasse che potrei fare qualcosa che possa rovinare la sua nuova frequentazione. "Beh posso anche tornare nel mio appartamento, non è un problema." le parole mi escono più nervose di quanto vorrei che fossero, ma non le ritraggo. "Non ho mai voluto essere d'intralcio per te e per una tua possibile relazione."

"Non ho detto questo, Nora." mi riprende, scuotendo il capo "Ho solo detto che volevo mettere le cose in chiaro visto che siamo in una situazione in cui viviamo insieme e potrebbe sembrare strano sia per te che per lei. Per te perché sei pur sempre la mia ex e magari può essere strano vedere un'altra donna che gira per casa, per lei perché credo sia strano frequentare qualcuno che vive con una donna con cui ha avuto una storia importante."

Respiro profondamente, poi mi alzo dal tavolo e punto i miei occhi nei suoi. "Okay, allora il punto quale è? Come pensi di risolvere questa situazione? Si possono evitare equivoci solo se io torno al mio appartamento." capisco che possa essere in più qua, mi rendo conto che non è l'ideale convivere con me se sta conoscendo lei. "Non voglio essere motivo di fastidio, né rendere strana la vostra conoscenza. Torno a casa e puoi portarla qua senza problemi."

"Perché fai così dannazione?" ora anche lui si alza, sollevando leggermente il tono di voce "Non ho mai detto che mi dai fastidio, né tantomeno lei si è lamentata, capisce che ti sto dando una mano... volevo solo parlare con te di questa cosa, perché siamo amici, perché viviamo insieme, perché credo sia questione di rispetto." tutto questo è assurdo. Non capisco perché stiamo avendo questa discussione. È casa sua, può portare chi vuole. Elisabetta o cento Elisabetta, a me non importa niente.

"Torno a casa... dopo lavoro prendo le mie cose e le riporto giù." ignoro lo stomaco che mi si stringe e guardo lui per scorgere qualsiasi tipo di sentimento, anche una piccola traccia di dispiacere per il fatto che andrò via, ma mantiene la stessa identica espresso. "Grazie per quello che hai fatto per me, davvero... non ti sarò mai abbastanza grata. Senza la tua presenza, sarei crollata a picco per la storia di Elia... ma invece tu c'eri e l'hai impedito, ed è il momento di ricompensare la tua bontà. Spero che tra voi funzioni, spero che tu tornerai a sorridere come facevi una volta." cerco di usare un tono dolce e basso, non mostrando quanta fatica faccia a pronunciare queste parole.

Ci siamo già detti addio mesi fa, abbiamo chiuso la nostra relazione da tempo, eppure mi sembra di doverlo lasciare andare un'altra volta. Perché? Lui non è mio, non lo è da mesi. Dio... il mio cuore non è d'accordo con ciò che sta facendo il mio cervello, ma non so fermarmi.

"D'accordo... non devi ringraziarmi comunque, l'ho fatto con il cuore." è sincero, glielo leggo negli occhi, sembra arreso alla mia decisione "Spero che tu sappia che puoi contare su di me ora che abbiamo risolto i problemi tra noi..." fa il giro del tavolo velocemente e viene verso di me. Si ferma davanti, a pochi metri, e allunga la mano verso il mio viso. Le sue dita accarezzano delicatamente la mia pelle e d'istinto chiudo gli occhi, così mi godo il suo tocco dolce, imprimendo la sensazione dentro, nella mia memoria, per non scordarmelo mai.

"È una ragazza fortunata... so che la tratterai come merita." lo sussurro appena, ma so che mi ha sentito visto quanto è vicino "Ora devo andare a prepararmi, tra un'oretta inizio a lavoro." 

Apro gli occhi e lui, nello stesso momento, allontana la mano da me. Sento un freddo glaciale espandersi dentro, forse per la consapevolezza che probabilmente questa è stata l'ultima volta che mi ha toccato in questo modo, che mi ha toccata come se fossi la cosa più preziosa che ha.

"Certo... vai pure." si fa da parte, facendomi spazio per passare, e io lo supero, cercando di non mostrare la mia agitazione.
Non mi volto a guardarlo mentre esco dalla cucina, non lo faccio perché sono certa che ogni mio buon proposito di lasciarlo libero di tornare a costruire qualcosa in libertà andrebbe a farsi benedire se incrociassi ancora una volta il suo sguardo.

Questo è il punto definitivo tra noi. Siamo arrivati al capolinea... pensavo che questo fosse già successo mesi fa, ma evidentemente non è così, altrimenti non sentirei questa sensazione dentro, quasi come se stessi affogando e non sapessi nuotare, non sapessi tornare in superficie per prendere una boccata d'aria.
Forse il periodo di convivenza ha fatto nascere qualche strano pensiero nel mio subconscio, non lo so... ciò che so è che spero sia felice come merita, perché ormai l'ho perdonato già da un po' per tutto il male che ci siamo fatti.

*****

Osservo l'immensità di San Siro, stra colmo di gente per questa partita importante che potrebbe avvicinare ancora di più il Milan all'obiettivo scudetto, poi mi giro verso Bianca che sta stuzzicando Luna.

Oggi non spetta a me fare il report del match, per cui ho approfittato del fatto che Bianca e Luna siano state invitate per godermi la partita con loro dopo una settimana intensa di lavoro. Inutile dire che le due accanto a me hanno ottenuto i biglietti da Ruben, il quale pare abbia chiesto alla rossa di uscire con lui stanotte, per il loro primo vero appuntamento, ed è per questo che Bianca non smette di metterla in imbarazzo e farle cento domande. Mi fa sempre molto ridere come si punzecchiano tra loro.

"Scusate, ciao ragazze..." una voce femminile si schiarisce delicatamente la gola e attira la nostra attenzione, perciò tutte e tre ci giriamo di scatto. I miei occhi si posano su una ragazza alza, con un fisico asciutto e da modella, i capelli castani a caschetto e degli ipnotici occhi blu da volpe che farebbero cascare qualsiasi uomo ai suoi piedi. Indossa un maglioncino scuro che intravedo da sotto il giubbottino di pelle, una gonna nera che le arriva appena sopra al ginocchio, e degli stivali neri con il tacco, cosa che le dà un aspetto ancora più slanciato. È davvero bellissima, tanto che mi ritrovo a chiedermi chissà cosa si possa provare nel guardarsi allo specchio e vedersi così perfette.

Vedo le mie amiche scambiarsi uno sguardo imbarazzato e poi salutare, così capisco subito chi sia la ragazza davanti a noi. Elisabetta.
Ora capisco perché ha colpito Christian, chi non resterebbe incantato da una donna simile?

"Quello sarebbe il mio posto." indica la seggiola su cui sono seduta, con espressione imbarazzata, quasi come se non volesse dirmelo ma dovesse a tutti i costi, mentre io la guardo con un sopracciglio inalzato. "Non è che puoi scalare? Così mi siedo qui."

Per un attimo vorrei dirle che anche lei potrebbe mettersi nella sedia libera accanto a me, visto che io sono accanto alle mie amiche mentre a a lei non cambierebbe nulla, ma per non fare la figura della bambina immatura mi sposto, lasciandole libero il posto che ho occupato ogni santa volta che sono venuta qua. "Prego." le sorrido appena, per non mostrarmi scortese e lei si accomoda senza ricambiare il mio sorriso.

La osservo mentre sistema il giubbotto nello schienale del seggiolino e poi si volta verso le mie amiche. "Comunque non abbiamo avuto modo di presentarci quando sono stata da voi. Sono Elisabetta, sono la... ragazza di Chris?! Se così si può dire." ride facendo la domanda, come se nemmeno lei sapesse come definirsi. Beh direi che mi sembra presto per chiamarsi ragazza visto che sono usciti insieme una sola volta, ma in fin dei conti non è affar mio, può proclamarsi come vuole.

Luna e Bianca mi rivolgono uno sguardo come per scusarsi, prima di presentarsi a loro volta, e io scrollo le spalle e sorrido per rassicurarle. Non mi dà fastidio se interagiscono con lei, non stanno facendo nulla di male, non sono così pazza da volere che loro la ignorino solo perché sta conoscendo il mio ex.
Non ho nulla contro di lei tra l'altro, non ha fatto niente di male. Non si è messa tra me e Christian, lui è un ragazzo single e possono fare ciò che vogliono entrambi.

Dopo qualche battuta lei si volta verso di me. Mi osserva come se mi stesse esaminando e poi mi porge la mano, così io gliela stringo prontamente. "Piacere, io sono Elisabetta... tu devi essere Nora, ho sentito tanto parlare di te." mi guarda intensamente con i suoi occhi color oceano e io faccio lo stesso reggendo il suo sguardo.

"Sì sono io, piacere mio. Spero che tu abbia sentito solo cose belle sul mio conto." ironizzo per allontanare questo leggero imbarazzo che mi sento addosso e lei ricambia con uno sguardo complice.

"Scusa se ti ho fatto spostare, ma è la prima volta che vengo invitata e non so come ci si comporta, magari qualcuno mi avrebbe cacciata se mi fossi seduta dove sei tu, essendo che sono nuova." ridacchia appena e io mi costringo a fare lo stesso, anche se qualcosa nel suo modo di fare mi sa di falso e costruito, ma forse sono solo gelosa del fatto che sembri perfetta... "Piano piano mi abituerò. Spero che non mi odierai per questo."

"Per un posto? Non sono così pazza, non preoccuparti." la tranquillizzo, posando lo sguardo sul campo, mentre lei rinizia immediatamente a chiacchierare con le mie amiche. 

Cerco di concentrarmi sui riscaldamenti delle squadre per tenere occupata la mente, anche se è davvero difficile farlo. Mi sento quasi un pesce fuor d'acqua al momento, come se qua fossi in più e non ci facessi nulla, anche se so che non è così.

Mi sembra quasi che lei stia prendendo il mio posto, ma so che anche questo non ha senso, so che è solo uno sciocco pensiero scaturito dalle mie varie paure... devo tornare in me, voglio godermi questa serata con le mie amiche e non pensare a queste assurdità una volta tanto.

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