5. Restituire il favore

Respiro profondamente, facendo avanti e indietro davanti alla porta di Christian. Insomma, sono passati vari giorni dalla sera che abbiamo cenato insieme, per essere precisi quasi due settimane, però non ci siamo più visti. Non è capitato più nemmeno che ci incontrassimo casualmente in ascensore... inizialmente mi sono scoraggiata, dicendomi che se non mi ha più cercata è perché forse non ha passato una bella serata in mia compagnia, o magari era solo una semplice cena che finiva lì, ma ieri mi è arrivata la scusa per mettere fine a tutti questi pensieri che mi tormentano e capire se effettivamente hanno ragione le mie paranoie oppure no.

Ho la scusa perfetta per rendergli la cena e per capire, visto che ieri mi hanno montato la cucina. Credo che sia perfetta questa occasione. È come se mi fosse stata fornita dal fato in persona proprio ora che ne avevo più bisogno.

Suono al campanello avendo un impeto di coraggio e poi mi allontano di scatto, come se il pulsante potesse fulminarmi all'istante. Sento dei passi provenire da dentro e, poco dopo, la porta si apre, rivelando davanti a me la figura di Christian.

Il suo viso prima curioso, diventa sorridente quando si rende conto che sono io. Questo piccolo cambio d'umore mi fa sperare bene, sembra contento di vedermi. "Nora, è da un po' che non ci vediamo. Vuoi accomodarti? Ti offro qualcosa?"

Scuoto la testa sentendo le sue domande e poi faccio un gesto sbrigativo in direzione delle scale che portano al mio piano. "Ciao Christian, sono venuta per restituirti il favore... ieri mi hanno montato la cucina e ho pensato di chiederti se ti andasse di mangiare con me..." lascio la frase in sospeso e mi chiedo mentalmente se abbia fatto bene a venire qua quando vedo il riccio ammutolirsi. Capisco subito dalla sua espressione che sta per rifiutare.

"Avevo detto ad alcuni compagni di squadra che forse li avrei raggiunti..."

"Oh... certo! Figurati, non volevo essere invadente. Magari facciamo un'altra volta." gli sorrido, tentando di mascherare il fatto di esserci rimasta male. Certo che ho proprio un tempismo perfetto.

Lui arriccia le labbra con fare pensieroso poi alza l'indice e se lo batte sulla testa come se avesse appena avuto un'idea. "Dirò ai miei amici che non ci sono. Accetto il tuo invito."

Trasalisco all'istante e, per quanto senta il cuore battere veloce anche già solo per le sue parole, non posso accettare. Non voglio che cambi i suoi programmi di stasera per me. "È molto dolce da parte tua, ma non disdire tutto per me. Avremo modo di recuperare un altro giorno questa cena."

"No, nemmeno mi andava di uscire, mi fa molto più piacere passare una serata bella e tranquilla con te." sorride come a convincermi e poi afferra il cellulare dalla tasca dei pantaloni, digitando velocemente qualcosa "Avviso che non ci sarò, così non mi aspetteranno. Ora sono ufficialmente tutto tuo." rialza lo sguardo e punta i suoi occhi nei miei, facendomi sentire un leggero brivido lungo la schiena.

"D'accordo." gli sorrido leggermente e poi indietreggio, per fargli capire di seguirmi "Possiamo già andare, anche se ti avviso che non so cosa cucinare. Ho vari ingredienti, ma non so bene come assemblarli."

Scoppia a ridere sentendo le mie parole e lo osservo mentre afferra le chiavi di casa da un piccolo gancio appeso accanto all'entrata, e si chiude la porta alle spalle, pronto a seguirmi. "Va bene, ti aiuterò a cucinare, ti avevo promesso che l'avrei fatto."

"Sei un ragazzo di parola."

"Anche tu, mi stai restituendo la cena che avevamo pattuito." mi schiaccia un piccolo occhiolino e io sento il sangue affluirmi alle guance, perciò nascondo il viso tra i capelli e passo avanti, come per fargli strada, evitando che possa notare che sono arrossita. Siamo solo all'inizio e io già reagisco così, immagino che sarà una lunga serata.

*****

Christian

Mi sembra così strano essere a casa di Nora, soprattutto dopo tutte le volte che ho immaginato di passare ancora del tempo con lei dopo la cena a casa mia, invece eccoci qua.

Quando l'ho vista davanti alla mia porta, credo di aver rischiato un colpo, non so come sia possibile ma basta che mi sia davanti e sento una grande confusione dentro me. Mi fa un effetto davvero strano.

Ora siamo qui da un'oretta circa, abbiamo cucinato del risotto semplice e un po' di petto di pollo con i funghi per secondo, e devo ammettere che è davvero tutto buono. Non è così male a cucinare come dice, abbiamo fatto un ottimo lavoro.

"Comunque hai migliorato di gran lunga questo pollo, se l'avessi fatto da sola sarebbe secco per averlo lasciato cucinare troppo." sorrido sentendo le sue parole e capendo che abbiamo pensato la stessa cosa nello stesso momento.

"Sei troppo autocritica, direi che hai fatto molto anche tu. Se vuoi posso insegnarti a cucinare qualcosa in più."

Le brillano gli occhi davanti alla mia proposta e ne sono felice, mi piace quando si illumina in questo modo. Vedo una dolcezza e una purezza unica nel suo sguardo. E, per la prima volta, questa sua caratteristica mi fa venire una gran voglia di baciarla. È qua, davanti a me, che sorride e mi guarda in questo modo disarmante, e io mi sento completamente perso.

"D'accordo, accetto. Ti servirà molto del tuo tempo libero per farmi imparare. Se ti rubo sempre ai tuoi amici finiranno per destarmi senza nemmeno conoscermi." ride appena e io scuoto la testa. Peccato che abbia già parlato tanto di lei ai miei amici, è un po' come se la conoscessero già.

"Ma smettila, non credo. Tutt'al più potrebbero cercare di corromperti per far uscire anche te con noi." credo che ne sarebbero capaci, soprattutto per tentare di mettermi in imbarazzo.

"Sai, ho conosciuto due ragazze qua a Milano. Hanno una libreria che è anche un bar. Ci sono entrata perché trovata la loro un'idea geniale, abbiamo iniziato a chiacchierare e credo che stiamo diventando amiche. Abbiamo subito legato, forse è strano, però è bello. Milano voglio che sia la mia rinascita, la possibilità di ricostruire tutto da zero. È bello quando le persone non ti conoscono e non hanno pregiudizi." sorride malinconica e questo mi dà leggermente fastidio. Non mi piace che si spenga.

"Sono sicuro che davvero Milano sia un punto di ripartenza per te. Hai un nuovo lavoro, delle nuove amiche, hai me... anche io e te, anche se ci conosciamo appena, andiamo molto d'accordo, no?" quasi cerco stupidamente una sua conferma, infatti sento il cuore sospirare quando lei annuisce. "Perciò sei sulla buona strada. Questa è la tua nuova casa." Alzo il bicchiere, come per brindare nonostante dentro ci sia solo acqua, e lei mi imita facendolo poi tintinnare leggermente contro il mio "A un nuovo inizio. Alla nostra nuova vita a Milano."

"Alla nostra nuova vita a Milano." entrambi beviamo un sorso d'acqua, poi mi sorride "Sono felice di averti invitato a cena, devo confessarti che non vedevo l'ora che arrivasse la cucina per renderti il favore."

Le sue parole mi lasciano leggermente interdetto, ma mi obbligo a dire qualcosa invece di fissarmi come un pesce lesso. "Ti sentivi così tanto in debito?" ironizzo, facendola sorridere, ma subito muove l'indice in segno di diniego.

"No, non è questo... è che abbiamo passato una bella serata a casa tua, tu sei stato davvero gentilissimo, però poi non ci siamo più visti, nemmeno per caso in ascensore come succedeva prima, perciò mi sono fatta un po' di pensieri."

"Tipo?" glielo chiedo a voce bassa, come per non spezzare questo momento di intimità tra noi.

"Tipo che magari avessi fatto qualcosa di sbagliato e non volessi più vedermi. O che magari mi avessi invitato perché ti facevo pena ma non avevi passato una bella serata... o che ne so, che avevi cambiato idea e volevi tenermi alla larga perché mi trovavi strana..." parla a macchinetta, per buttare fuori tutte queste parole che è come se la stessero torturando, poi sospira profondamente "Scusami, non volevo essere noiosa..."

"Ehi, non sei noiosa." poso la mano sulla sua e la vedo abbassare lo sguardo di scatto per osservare i miei movimenti, ma comunque non si sottrae e penso sia una cosa positiva "Capisco cosa intendi, anche io mi sono fatto gli stessi pensieri, credendo che fossi stata male a casa mia o che magari aver accettato per te era solo un gesto di cortesia. Però siamo qua, credo che abbia un perché."

Lei annuisce appena e sorride, questa volta in modo più rilassato. "Mi piaceva l'idea di un'altra serata con te come l'altra volta. Abbiamo parlato tanto, sembravamo avere tante cose in comune."

"E infatti è così. Mi è sembrato di conoscerti da sempre, forse perché stiamo vivendo una situazione simile a causa del trasferimento o forse perché abbiamo tante cose in comune. Mi piace passare del tempo con te." Vedo le sue guance arrossire leggermente, e se ne dev'essere accorta anche lei perché abbassa la testa come per impedirmi di guardarla. Immediatamente sposto la mano da sopra la sua e la poso sotto il suo mento, facendole rialzare il capo per incrociare il mio sguardo. "Non nasconderti..."

"Tu mi guardi così..." sussurra, mordendosi il labbro inferiore per nascondere l'imbarazzo.

"Così come?" la incalzo, non sapendo assolutamente di cosa parla. La guardo davvero in modo particolare? Dio, non voglio spaventarla e fare figure di merda.

"Come se fossi interessante..."

"Perché lo sei." è questo ciò che rispondo e sento sempre più forte la voglia di annientare questa maledetta distanza. "Sei la prima ragazza dopo molto tempo che attira la mia attenzione, che mi fa sentire così." Lei sussulta e io, non riuscendo più a resistere, sposto la mano sulla sua guancia e mi avvicino sempre di più a lei, fino a posare la mia bocca sulla sua.

Il suo dolce profumo alla vaniglia mi inebria completamente e il mio cuore quasi esce dal petto quando lei ricambia. È un bacio dolce, appena sfiorato, ma dentro me è come se esplodesse una tempesta di emozioni. Non mi aspettavo di sentirmi così al nostro primo bacio, non mi ero nemmeno concesso di immaginarlo più di tanto perché avevo paura che tra noi non sarebbe scoccato nulla. Invece eccoci qua.

Le sue mani si posano sul mio viso e mi attira dolcemente più a sé per intensificare maggiormente il bacio e, capendo finalmente che non si sposterà e che lo vuole tanto quanto lo voglio io, gli chiedo l'accesso. Lei accetta e io quasi mi sento alleggiare. Che effetto mi fa questa ragazza?

Solo quando il fiato si fa corto, ci allontaniamo e, d'istinto, poso la fronte sulla sua, sorridendo.
Lei apre gli occhi piano piano e mi sorride a sua volta, in modo dolce e tenero.
E, senza parlare, restiamo così per un po', persi nei nostri sguardi e nei nostri pensieri, con addosso l'emozione delle nostre prime volte.

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