42. La notizia condivisa
Mi chiudo alle spalle la porta dell'ufficio in cui ho tenuto il colloquio e saltello permettendomi di provare gioia e festeggiare per aver ottenuto il posto, non riuscendo più a contenere la mia reazione.
Nei giorni scorsi mi hanno fatto inviare via email alcuni pezzi scritti da me e oggi, durante la chiacchierata conoscitiva, mi hanno detto di essere realmente colpiti dal mio modo di scrivere. Sono stata l'ultima candidata che hanno esaminato, quindi sono stata assunta immediatamente. Pareva che non avessero dubbi, sono piaciuta così tanto che hanno deciso dopo avermi fatto aspettare in sala d'attesa solo per circa cinque minuti.
Ora posso davvero dirlo: sono ufficialmente una giornalista dell'AC Milan, e inizierò domani stesso, anche se stento a crederci. Dovrò recarmi al centro sportivo di Milanello e mi verranno consegnati il tesserino e quant'altro, occorrente che mi servirà per accedere allo stadio e a tutti gli altri spazi in cui dovrò lavorare.
Questo mi riempie il cuore di leggerezza, l'idea che sto per iniziare nuovamente a lavorare come giornalista toglie alcuni brutti pensieri dalla mia mente, e per questo devo ringraziare Christian. Già, proprio lui. Mentre mi comunicavano di essere la loro scelta, mi è stato detto che non venivo assunta perché Pulisic ha richiesto che venissi inserita nella lista dei candidati, bensì perché lo merito davvero e ritengono che sono l'opzione migliore. Appena ho sentito il suo nome, il mio cuore ha perso un battito, soprattutto perché ero convinta che fosse un'idea di Olivier e Jennifer, ma ho finto nel miglior modo che potevo, concentrandomi sulla notizia di essere stata assunta e su nient'altro.
Una parte di me suggerisce che dovrei essere arrabbiata con i miei amici per la bugia che mi hanno rifilato, ma la parte più matura e razionale di me non lo è. So perché l'hanno fatto. So che hanno pensato che non avrei accettato questa opportunità se avessi scoperto che era merito di Christian, e forse è proprio quest'ultimo ad aver avuto questa idea... è consapevole che sto provando a stargli lontano in tutti i modi, soprattutto dopo che si è presentato a fare quella scenata a casa mia quando ero in compagnia di Elia. E poi sono così felice che non posso farmi rovinare questo momento da ciò che è stato.
Sto costruendo qualcosa di nuovo, ho la possibilità di riscattarmi, perciò non ha senso che permetta al passato di rovinarmi, non mi merito ancora di stare così.
Nonostante tutto sono grata al mio ex fidanzato, e voglio che lo sappia. Anche se mi ha spezzato il cuore, anche se mi ha fatto molto male, sono in grado di riconoscere un bella azione e di provare riconoscenza per questa... per cui devo ascoltare ancora la mia parte più giudiziosa e matura e andare da lui per ringraziarlo.
Devo essere forte, posso vederlo per qualche minuto senza crollare miseramente, anche perché sto conoscendo un'altra persona, per cui devo iniziare davvero ad andare avanti... anche questo significa crescere e imparare qualcosa da una determinata situazione.
*****
Christian
Taglio un pezzo della fettina di pollo che mi sono fatto in padella, ma mi blocco ancora prima di dargli un morso quando sento il campanello suonare. Poso la forchetta sul piatto, con uno sbuffo nervoso, e mi alzo senza nessuna voglia per andare ad aprire alla porta. Oggi è stata una giornata estenuante, nemmeno il doppio allenamento stavolta ha aiutato a tenere la mia mente occupata, impedendole di fare così troppi pensieri, perciò mi sento così stanco che ho solo voglia di cenare e mettermi a letto per cercare di fuggire dalla realtà.
Faccio scattare la serratura e abbasso la maniglia, trovandomi davanti Nora. Immediatamente la stanchezza viene sostituita da altri miliardi di emozioni che fanno a botte tra loro, mentre io mi perdo ad osservarla per qualche attimo. Ha i capelli biondini sistemati in dei morbidi boccoli e un abbigliamento casual. Ha qualcosa che la fa brillare leggermente, anche se vedo i suoi occhi più spenti di quando ci siamo conosciuti. È davvero bellissima, e ho una voglia matta di annientare la distanza e baciare le sue labbra ricoperte dal suo solito lucidalabbra, stringendola tra le mie braccia e facendole capire che è al sicuro... ma purtroppo non posso fare niente di questo, perciò mi limito ad osservarla.
"Ciao Chris..." sembra quasi in imbarazzo, con le guance leggermente arrosate. "Scusa se sono piombata qua così, ma volevo parlarti." se solo sapesse che non deve scusarsi assolutamente di nulla, se solo sapesse che casa mia per lei sarà sempre aperta, se solo sapesse che averla davanti in questo momento sta facendo tornare il mio cuore a battere in maniera regolare, mi fa sentire nuovamente vivo.
"Non devi preoccuparti, ti vuoi accomodare?" indico l'interno del mio appartamento, ma lei scuote leggermente la testa, rifiutando il mio invito.
"Preferisco parlarti qua..." si tira all'ingiù le maniche del maglione che ha addosso, confermandomi così che è davvero agitata. È un gesto che fa sempre quando la sua timidezza prende il sopravvento o quando non si sente propriamente a suo agio in una determinata situazione. "Ho fatto il colloquio al Milan oggi... sono stata presa." un piccolo sorriso che non riesce a trattenere le nasce sul viso, e a me viene nuovamente l'istinto di baciarla. Sono così fiero di lei, sapevo che ce l'avrebbe fatta, non ho mai avuto dubbi in merito a questo.
"Wow Nora, ma è bellissimo." le mostro la mia vera felicità per questa notizia "Devi essere molto contenta di essere stata scelta, è un posto molto ambito."
Mi regala un sorriso in segno di ringraziamento, ma poi si fa seria di colpo, facendomi accigliare. "So che sei stato tu ad avermi aiutato ad ottenere il colloquio." oh cazzo, spero che non abbia rifiutato per questo "Olivier e Jennifer mi avevano convinta che fosse una loro idea, ma mentre mi assumevano mi hanno fatto il tuo nome, perciò ho capito che loro avevano mentito e che cosa era invece davvero successo." trattengo il fiato per qualche secondo, aspettando che mi mandi al diavolo per essermi intromesso nella sua vita e per aver coinvolto i nostri amici, ma lei si avvicina a me, inaspettatamente, posa una mano sul mio braccio, facendomi sentire quasi come se la pelle mi stesse bruciando, e mi lascia un bacio sulla guancia. Basta questo piccolo e innocuo gesto per farmi spezzare il fiato e farmi sentire la sua mancanza ancora più forte, tutta in una volta. "Grazie Christian, apprezzo il gesto che hai fatto. Anche se ci siamo lasciati male, anche dopo tutti i trascorsi tra noi, io sono felice che tu l'abbia fatto. Ero a un vicolo cieco, mi stavo accontentando di un lavoro che non era per me, mi stavo obbligando a una vita insoddisfatta per sempre."
Lei non può minimamente immaginare quanto ciò che sta dicendo mi faccia bene... ha accettato, tornerà a fare ciò che ama e le spetta. Niente potrebbe rendermi più felice al momento. "Non è niente Nora." quasi lo sussurro, visto che è ancora fin troppo vicina a me "Lo meritavi. È merito tuo se ti hanno presa, io non ho fatto nulla di che, tu hai fatto la parte più grossa e difficile."
Le sue dita si posano sulla mia guancia e sfiorano appena la mia gota, facendomi deglutire. Il suo dolce profumo mi inebria, così come il calore che emana il suo corpo. Mi sento come un tossico in astinenza che ha davanti una dose ma non può fare assolutamente niente per prenderne un po' e stare meglio. "Ti ringrazio lo stesso, anche se pensi non sia nulla, per me è tanto." mi rivolge un altro sorriso, e poi si allontana di colpo da me, facendomi sentire un freddo assurdo addosso e dentro. È incredibile come il mio corpo si stesse già riabituando alla sua presenza, ma dopo un mese e passa non si è ancora abituato alla sua assenza. "Ora vado, ti lascio in pace, ma grazie ancora Christian." quanto mi era mancato sentire il mio nome pronunciato da lei con questo tono dolce... non si può spiegare a parole.
Per un attimo mi balena in mente l'idea di dirle che non mi dà nessun fastidio e che non deve ringraziarmi perché era ovvio venisse presa visto quanto vale e visto che le ho sempre detto, da quando la conosco, che è una stella e che come tale deve brillare, ma mi obbligo a non farlo.
So che questo sarebbe troppo, lei è qua solo per ringraziarmi, non è tutto come prima tra noi solo per questo suo gesto, anzi direi il contrario, quindi non posso parlarle come se fosse ancora mia, so che così le farei solo del male. "Figurati star, ti auguro una buonanotte." il soprannome che usavo quando stavamo insieme, mi esce però dalle labbra senza che io riesca a trattenerlo, e mi maledico per averlo fatto quando vedo una luce di dolore attraversarle lo sguardo, ma subito maschera tutto con un sorriso, prima di alzare la mano in segno di saluto e girarsi di spalle, scendendo le scale per tornare al piano del suo appartamento.
Io invece resto impalato per non so quanto tempo, non capendo come sto visto che diverse emozioni si mischiano in me. Ma sono consapevole di essere felice per lei, di essere fiero di lei, consapevole di aver fatto una cosa buona, una cosa giusta... per aiutare la donna che amo.
*****
Nora
Mi lego i capelli con una pinza mentre faccio partire la videochiamata a Elia, visto che tra i vari impegni di entrambi oggi non siamo ancora riusciti a parlare e non gli ho potuto dare la notizia.
Il portiere risponde dopo due squilli e sorrido quando lo vedo seduto sul letto con addosso una vecchia maglia da calcio del Barcellona.
"Finalmente ti vedo. Dio, mi sei mancata oggi." le sue parole mi fanno sorridere, ma non faccio in tempo a rispondergli che continua a parlare "Allora, che devi dirmi? Sono super curioso, ci ho pensato tutto il tempo. Non sono riuscito a smettere." scoppio immediatamente a ridere per il suo tono quasi bambinesco e scuoto il capo.
"Ciao Caprile, mi sei mancato molto anche tu. Avrei voluto che fossi qui per condividere con te la notizia..." mi sarebbe piaciuto davvero, sono certa che questo avrebbe contribuito a rafforzare il nostro rapporto in crescita "Hai davanti a te una ragazza che torna a fare la giornalista."
Lui si alza in piedi di scatto e sorride scioccato, capisco la sua meraviglia, non gli avevo detto nemmeno del colloquio. Ho preferito non parlarne con nessuno per scaramanzia, perché non credevo davvero che potessi farcela... la mia autostima scarsa si nota in questi momenti. "Oddio Nora, ma è una bellissima notizia. Dobbiamo assolutamente festeggiare."
"Assolutamente, appena torni qua a Milano dobbiamo per forza." credo sarà una bella scusa per fare qualcosa di diverso, soprattutto perché è la prima volta dopo tempo che ho davvero voglia di festeggiare qualcosa, bisogna approfittarne.
"Perciò, dove lavorerai?"
"Al Milan, ci credi? Non avrei mai immaginato di lavorare in una squadra di calcio, non l'ho mai preso in considerazione. Per la prima settimana verrò seguita da una signora che ci lavora da più di vent'anni e mi seguirà passo passo." glielo spiego con euforia, ma mi interrompo quando vedo che il suo sorriso si è spento e ha assunto un'espressione quasi infastidita "Che succede?"
"Nulla" risponde troppo velocemente, confermando così che qualcosa c'è eccome. Gli faccio un gesto con la mano, come per incentivarlo a parlare, perciò si decide a dare voce ai suoi pensieri. "Hai pensato che lavorando al Milan dovrai avere a che fare con il tuo ex?" me lo chiede quasi come se fossi una bambina sciocca che non ha pensato a tutte le eventualità, usando un tono più che infastidito.
"È questo il problema? Ti sto raccontando una cosa per me bellissima e ti preoccupi di questo?" mi infastidisco di rimando, soprattutto perché sento l'euforia scemare per colpa sua "Per me è un lavoro come un altro, non mi farò rovinare la possibilità di tornare a fare quello che voglio e amo solo perché ogni tanto potrei incontrarlo. Preferivi rifiutassi?"
Elia inarca un sopracciglio, osservandomi come se gli avessi fatto un torto, poi sbuffa nervosamente non riuscendo a trattenersi. "Non ho detto questo. Ma cazzo, non ti è saltato nemmeno in mente di parlarne con me e vedere se mi andasse bene." come prego?
"Se ti andasse bene?" gli faccio eco, tentata di lanciare il telefono al muro per interrompere qui questa assurda discussione che sta peggiorando secondo dopo secondo "Non devo chiedere il permesso a nessuno per fare le cose, tantomeno per lavorare. Non mi pare che io stia facendo niente di male." avrei capito se mi avesse detto che avrebbe apprezzato se gliene parlassi e lo sapesse prima, ma per essere informato, non di certo per darmi il permesso. "Cerca di riprenderti, perché con questa gelosia non andiamo da nessuna parte." questa scena mi fa tornare in mente quella di quando abbiamo cenato a casa mia con le mie amiche ed era infastidito che loro fossero rimaste in rapporti con Christian. "Non capisco il senso di queste scenette, o ti fidi di me o cosa ci conosciamo a fare? Non ha senso questa gelosia morbosa, io e lui ci siamo lasciati, sto frequentando te, ma non posso evitare di vivere la mia vita solo perché potrei incontrarlo o che." altrimenti tanto vale che cambi anche appartamento e palazzo per non rischiare di incontrarlo. Trovo sia assurdo!
Posa il telefono su quello che credo sia un mobile e si passa le mani in mezzo ai capelli più e più volte, quasi in un gesto esasperato, poi riporta gli occhi sui miei. "Hai ragione... scusami. In questo momento dovrei star condividendo con te la gioia per ciò che hai ottenuto, invece rischio di rovinare tutto." mi sorride con pentimento, con il senso di colpa che gli illumina lo guardo "Mi dispiace davvero, tu sei una donna adulta e sicuramente non devi chiedere a me il permesso per fare o non fare le cose. Mi piaci davvero tanto, e ho troppa paura di perderti, di non meritarti, è questo il problema."
Anche io prendo un bel respiro profondo, come ha fatto lui poco fa, cercando di mettere da parte la rabbia che ho provato a causa delle sue parole e di quella che sembrava un'accusa. "Okay Elia... apprezzo che tu ti sia reso conto di aver esagerato." spero che davvero sia così "Non mi perderai. Quando conosco qualcuno, io decido di farlo, non mi obbliga nessuno, ciò significa che è quello che voglio. Non farti strane idee e non avere questa paure, altrimenti della nostra storia non potremmo vivere mai la leggerezza..."
"Sono fiero di te, Nora. Davvero... questo weekend, dopo la partita, verrò a Milano e festeggeremo come meriti per questo traguardo che hai raggiunto." tenta di ripristinare la leggerezza di poco fa, ricordandomi ancora una volta della cena a casa mia con le mie amiche, le situazioni sono analoghe "Meriti di essere trattata come una regina, non di essere accusata di niente. Perdonami ancora, non accadrà mai più."
Annuisco e cambio discorso per evitare di parlare ancora di questo, ma mentre lui parla mi rendo conto che la mia euforia è calata di un bel po' e, anche se non dovrei -e nemmeno vorrei-, non riesco a non paragonare la sua reazione a quella di Christian. Elia ha reagito malissimo, pensando prima ai suoi sentimenti e le sue paure, e la bella notizia è passata in secondo piano, io sono passata in secondo piano.
Una piccola parte di me, però, si colpevolizza per questo. Forse è chiaro che provo ancora qualcosa per il mio ex e quindi lui non riesce a stare tranquillo... per questo opto di non dirgli che il colloquio me l'ha fatto ottenere proprio Christian, altrimenti darò solo una conferma ai suoi pensieri, farei aumentare le sue paure.
È chiaro quello che devo fare, mi devo concentrare interamente su Elia, spegnendo ogni suo dubbio e ogni sua paura. Non deve vedere in me ombre del mio passato e sentimenti non ancora spenti, deve capire che sono presa da lui e ho davvero voglia di conoscerlo e costruire qualcosa di serio.
Devo farlo per Elia, ma devo farlo anche per me. Stare in bilico non è mai stato un bene per nessuno.
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