41. Un bel gesto
Christian
"Oli... devi parlare con Jenni, dovete fare una cosa per me." tamburello le dita nel legno della panchina dello spogliatoio, mentre osservo il mio amico che mi sta scrutando attentamente. Posso capire la sua confusione, l'ho fatto venire di fretta e furia qua appena finito l'allenamento, per parlargli, senza spiegargli perché, ma volevo farlo in pace e con un po' di privacy.
"Che cosa hai combinato? E perché sento che c'è di mezzo Nora?" sorrido appena sentendo la sua constatazione, sono così scontato? È sempre palese quando c'entra Nora, so che me lo si può leggere sul viso. Ma con lui non ho segreti, è un mio alleato, lo è sempre stato. So che mi aiuterà, anche perché non è qualcosa per me, ma qualcosa per lei. So che ormai le vuole bene, così come Jenni, l'hanno accolta come se fosse una di famiglia, saranno felici di poterle dare una mano.
"Come saprai sta lavorando in un negozio... non avevo dubbi che sarebbe riuscita a trovare un altro posto di lavoro in fretta, è in gamba, è forte... se la sa cavare." sorrido pensandola, pensando a quanto sia straordinaria e nemmeno se ne accorge, anche se una dolorosa fitta mi punge il cuore nello stesso momento "Ma il suo futuro non è quello, lei merita di più. Ha lottato per avere un posto come giornalista, ha iniziato in Sardegna e ha sacrificato tanto per venire qua e continuare in un posto ancora più ambizioso. E ora ha perso tutto... la colpa è anche mia, e non posso permettere che lasci perdere tutto così."
Olivier mi osserva con compassione, stringendo le labbra con aria pensierosa, e passandosi una mano sul ciuffo in un gesto meccanico. "Cosa hai architettato?" mi chiede solo questo, andando dritto al punto, e basta questo per confermarmi che sarà mio complice, o quantomeno è interessato alla possibilità di esserlo.
"Ho chiesto alla dirigenza del Milan se potessero assumerla qua... come giornalista." lo sputo fuori tutto d'un fiato, avendo paura che lui giudichi questo gesto... "Mi hanno detto che quello che possono fare è: fissarle un colloquio, perché è un luogo di lavoro molto ambito, prendono solo le persone più qualificate, non vogliono assumere alla cieca, ma io ho detto di sì comunque. Ho accettato. Sono certo che al colloquio conquisterà tutti e si prenderà il posto."
Oliver sembra stupito, come se non si aspettasse minimamente che fosse questo ciò che dovevo dirgli. Lo so, forse perché non mi ha mai visto così, non mi hai mai visto pronto a tutto per nessuno, figuriamoci per una donna. Non mi ha mai visto impegnarmi e preoccuparmi così tanto per qualcuno. Ci sono sempre per quelli che amo, li aiuto come posso, ma non ho mai preso in mano i loro problemi per poterli risolvere in prima persona.
"È un'azione davvero molto bella Chris." mi sorride e mi batte la mano sulla spalla in un segno gentile e amichevole "Fammi indovinare, vuoi che le diciamo che è un'idea mia e di Jenni perché hai paura che potrebbe rifiutare se sapesse che sei tu che hai studiato il tutto?"
Annuisco con un leggero imbarazzo, mentre un piccolo sorriso amaro mi si increspa sulle labbra. "Forse è una cosa sciocca, ma magari se sapesse che l'idea viene da me direbbe di no perché non vuole essermi debitrice o che, perché magari è delusa e non si fida, anche se io non voglio nulla in cambio. Voglio solo che lei sia felice."
"Lo so, non c'è bisogno che lo specifichi." sospira e annuisce più e più volte, facendomi capire che la sua risposta sarà affermativa. "Le parlerò con Jenni, sono certa che Nora sarà felice di questa opportunità. Finge che le vada bene stare al negozio, ma so che è davvero giù di non fare più il lavoro che ama."
"Lo so, me l'ha detto pure Luna. Per questo dovevo fare qualcosa per forza. Il senso di colpa non sparirà comunque, ma almeno sarò più felice a saperla dove deve essere..." spero proprio che accetti di presentarsi al colloquio e che non si tiri indietro per la possibilità di incontrarmi durante il lavoro. Ha già rinunciato a troppe cose per me.
Fa male, da morire, sapere che lei stia provando ad andare avanti, che voglia dimenticarmi ma, e anche se sono andato a casa sua facendo una scenata ridicola, io voglio solo che stia bene, a prescindere da come possa stare io. Ed è per questo che lei deve assolutamente cercare di prendersi il posto in squadra, perché deve stare bene oltre me, anche se questo significa mettermi da parte. Sarò ben lieto di stare in disparte se questo vorrà dire che troverà un po' di equilibrio che io le ho portato via. Farei di tutto per lei, le darei il mio cuore se servisse, le donerei ogni mio organo per farla stare vivere come merita.
"Ora, appena torno a casa, parlo con Jenni. Andremo subito da lei, e le spiegheremo tutto." lui non immagina nemmeno quanto queste parole mi rendano più leggero "Appena andremo via da casa sua, ti farò sapere come è andata e cosa ha detto. Va bene, Chris?"
Annuisco immediatamente e lo ringrazio con davvero tutto me stesso. "Ti sono grato Olivier, davvero. Posso sempre contare su di te, e questo non è scontato."
"Sei un bravo ragazzo, e si vede che la ami tanto nonostante tutto, perciò non può che farmi piacere poterti dare una mano e poterla dare anche a lei." Scrolla le spalle, quasi minimizzando il suo aiuto, ma non mi meraviglio, questo è un atteggiamento tipico di lui, non gli piace mai vantarsi dell'aiuto che dà "Jennifer sarà felice di darle questa notizia e farle sollevare un po' il morale. Le vuole molto bene. Stai tranquillo Chris, Nora è in buone mani."
Lo so, e sono per questo felice di averla portata alla cena di Natale in squadra e aver fatto così sì che stringesse più amicizie. Lei merita di essere circondata da persone sincere, persone che la amano, persone che apprezzano il suo valore. E sono certo che con coloro che ha accanto adesso, può avere tutto questo.
Le ho promesso che avrei vegliato su di lei anche da lontano, e così farò. Cercherò sempre di proteggerla, di far sì che stia bene, anche grazie alle amicizie in comune che abbiamo e che possono aiutarmi.
Lei non mi vedrà, non saprà di me, ma io sarò sempre con lei per non farla stare male mai più.
*****
Nora
Giro la manopola del microonde facendolo partire per altri due minuti, visto che il salmone che ho comprato già condito non è ancora cotto, ma vengo distratta nello stesso istante dal campanello che suona.
Aggrotto la fronte, confusa e stranita da questa visita, ma vado ad aprire alla porta subito, senza farmi ulteriori domande, sapendo che Luna e Bianca sono al compleanno di un loro vecchio compagno di classe, perciò visto che non sono loro non so chi altro possa essere a quest'ora.
I miei occhi si posano su Olivier e Jennifer che mi sorridono amorevolmente. Non mi aspettavo proprio che potessero essere loro, anche perché solitamente ci mettiamo sempre d'accordo prima di vederci, ma comunque ammetto che mi fa piacere averli qua, casa mia era un po' troppo silenziosa, ed è in questi momenti che inizio a sentire fin troppo caos. Ho chiuso la videochiamata con Elia da quasi un'oretta, per questo è già troppo tempo che stavo sola con i miei pensieri.
"Ragazzi, che ci fate qua?" Do a entrambi un bacio sulla guancia e poi li faccio entrare in casa mia, facendo loro segno di accomodarsi liberamente sul divano.
"Non era previsto fino a quando non ho avuto una risposta. Dobbiamo parlarti." queste parole non hanno mai un risvolto positivo, ma Oli le sta pronunciando con un sorriso dolce, perciò cerco di non farmi venire strani pensieri e paranoie, sedendomi nella poltrona accanto al divano per averli accanto.
"Beh allora vi ascolto, ditemi tutto." mi metto a braccia conserte, ma mi rendo conto che le mani mi stanno leggermente tremando, perciò le infilo sotto le cosce per evitare che si noti.
"Spero che non ti offenderai, ma abbiamo provato a fare una cosa per te." è Jenni quella che mi inizia a spiegare, lasciando la mano del marito che aveva tenuto stretta fino ad ora. Sono così belli insieme, mi si stringe lo stomaco... si amano da morire, e mi manca provare un sentimento così puro e sentirmi ricambiata e al sicuro. Certo, con Elia sto bene, ma siamo solo agli inizi, non c'è ancora niente di così elettrico e romantico. "Sappiamo che il tuo sogno è da sempre quello di fare la giornalista, perciò abbiamo pensato a un modo per farti svolgere il tuo vero mestiere. Sapevamo che la tua ex collega ti aveva minacciato dicendo che ti eri compromessa con tutti i giornali di Milano, perciò abbiamo pensato che avresti dovuto lavorare in un posto dove avevamo noi il coltello dalla parte del manico."
Inarco un sopracciglio, non capendo appieno, ma prima che possa fare qualsiasi domanda, Olivier prende la parola e continua a spiegare. "Ho parlato con la dirigenza del Milan. Ho spiegato di conoscere una giornalista molto competente, che aveva interesse per entrare a lavorare con la squadra."
Sgrano gli occhi, scioccata, credendo di aver sentito male. Non può averlo detto davvero. Per un secondo sto zitta, pensando che dirà qualcosa che mi farà capire che davvero ho capito male, ma entrambi stanno zitti, in attesa di una mia reazione. Dentro sento scatenarsi diverse emozioni diverse. Gioia, gratitudine, paura, senso di colpa... non so quale sia più forte, sembra quasi che tutte di mischino tra loro e mi confondano e formino un nodo nello stomaco.
"Ragazzi... io sono davvero enormemente onorata per il vostro gesto, ma non so sarebbe giusto accettare." mi porto le mani al petto come per accentuare la mia gratitudine "Io non posso approfittarmi così di voi, in più non sarebbe un posto meritato, entrerei solo per merito tuo." indico Oli, mentre lui muove l'indice in segno di negazione.
"Ed è qua che ti sbagli. Loro mi hanno detto che il massimo che possono fare per conto mio è offrirti un colloquio, ma verrai presa solo per le tue capacità. Vogliono in squadra solo persone enormemente in gamba. Noi sappiamo che ce la farai, ma appunto solo grazie alle tue forze." Me lo spiega dolcemente, cercando di sciogliere ogni mio dubbio e tranquillizzarmi "Sarà meritato tanto quanto il posto ottenuto in qualsiasi altro giornale o che."
"Io non so cosa dire..." sento gli occhi pizzicarmi per la commozione, non sono abituata che le persone si preoccupino così per me, che facciano tanto per me "Non dovevate... è un gesto davvero molto bello."
Vedo l'espressione di Olivier cambiare per un millesimo di secondo, ma subito riappare sul suo viso lo stesso sorriso paterno che mi stava rivolgendo fino a poco fa, così mi convinco che il suo cambiamento sia solo frutto della mia fantasia.
"Non devi dire niente, devi solo accettare." Jenni mi sprona, allungando il braccio verso di me e accarezzandomi la gamba "È questa l'unica cosa che devi fare."
Non ci posso credere... un probabile posto nuovo come giornalista, quando pensavo che avessi bruciato ogni possibilità di fare questo mestiere in questa città. Sorrido davvero felice, mentre il mio cervello elabora tutte queste emozioni e notizie, ma poi il sorriso mi si spegne quando un pensiero mi compare in mente. Giornalista al Milan. Questo significa parlare con i calciatori della squadra. I calciatori della squadra significa anche Christian.
"Non posso farlo..." cambio immediatamente umore, passandomi le mani in mezzo ai capelli in un gesto nervoso "Non posso. Vedrei sempre Christian, lavorerei anche con lui... no... non ce la faccio."
"Nora!" il tono del francese ora è quasi di rimprovero, come se volesse farmi ragionare e tornare in me "Questa è una possibilità che aiuta il tuo sogno e il tuo futuro, tu non puoi buttarla all'aria per lui. Non vi vedrete quasi mai, e lavorare con lui sarà una cosa rara. Non sprecare tutto questo per Christian, hai già sofferto abbastanza per lui e per la vostra storia."
Sospiro profondamente, cercando di essere lucida, e rendendomi conto che ha ragione. I miei compiti come giornalista saranno molteplici, non dovrò quasi mai avere a che fare con lui, in più non posso farmi scappare questa occasione solo per la sua presenza. Non sarebbe giusto per me, non sarebbe volermi bene. So che non sarà semplice se lo incontrerò, ma devo farcela. Sono forte, lo sono fin da piccola, non posso mollare proprio ora, non rischiando di accantonare il mio sogno.
"D'accordo... allora accetto." annuisco convinta, mentre loro sorridono fieri "Sono pronta ad affrontare questo colloquio."
"Benissimo. Domani parlerò con la dirigenza e ti farò sapere giorno e data esatta, ma comunque dovrebbe essere questa settimana, perché sono alla ricerca proprio ora e hanno fretta di assumere." sento il cuore tamburellare veloce contro la gabbia toracica mentre Giroud parla, mamma mia... sono così emozionata. Tornare a scrivere dopo settimane, è come tornare parzialmente a respirare.
"Grazie... davvero. Io non so come sdebitarmi." la voce mi si rompe, mentre osservo la coppia davanti a me, con il cuore sommerso di bene per loro. "Siete due persone speciali."
Jenni mi stringe la mano e mi regala un sorriso quasi materno, lo stesso che mi ha riservato alla cena di Natale del Milan, quando ancora non conoscevo nessuno e mi sentivo un po' spaesata. "Meriti questo e altro Nora. Devi tornare a brillare come tu sai fare, perché sei una stella e non ti puoi spegnere." trasalisco appena sentendo le sue parole, perché automaticamente il mio maledetto pensiero va a Christian... a come anche lui mi ha detto queste cose, al soprannome che mi ha dato... ma fa così male anche solo questo ricordo, che chiudo tutto nel cassetto che mi è proibito aprire.
Mi sforzo di tornare a sorridere, per non far allarmare i due, e perché non sarebbe giusto rovinare l'atmosfera con la malinconia e quel maledetto dolore familiare. Mi hanno appena dato una bellissima notizia, hanno appena fatto un bellissimo gesto per me, e posso solo mostrarmi felice e grata.
In fin dei conti, oltre la sofferenza che sempre e da sempre mi accompagna, forse qualcosa di buono c'è anche per me.
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