4. Non forzare le cose
Non faccio che ripensare alla serata di ieri con Christian, sono stata davvero bene, sono andata a dormire con il sorriso e mi sono svegliata allo stesso modo. È da appena ci siamo incontrati che spero di poterlo conoscere un po' meglio, e ieri notte ho avuto l'occasione, e lui è esattamente come immaginavo, come si presenta all'apparenza.
Durante la pausa pranzo, non volendo restare incastrata in ufficio in mezzo alle vipere, decido di uscire e andare a trovare Luna e Bianca, così per vedere due facce amiche e scambiare quattro chiacchiere senza essere guardata storta.
Appena entro nel locale, saluto dolcemente e poi mi siedo al bancone. Luna si avvicina immediatamente a me, mentre Bianca finisce di servire la coppia seduta in uno dei tavolini in fondo alla sala e poi ci raggiunge.
"Qual buon vento ti porta a quest'ora? Hai ucciso tutti nel tuo ufficio e stai cercando di avere un alibi qui?" la domanda di Bianca mi fa scoppiare a ridere e poi scuoto la testa.
"Sono tutti vivi, tranquille non vi tirerò nei guai. Avevo solo bisogno di un po' di pausa. Posso avere un the al limone?" Luna annuisce ed esaudisce immediatamente la richiesta, poi entrambe fanno il giro del bancone e si accomodano al mio fianco.
"Quei due non me la raccontano giusta... lei si guarda spesso intorno come se avesse paura di essere vista da qualcuno." Bianca commenta a bassa voce la coppia che ha servito poco fa e io, curiosa, alzo la testa per osservarla. "Scusate, ogni tanto mi faccio prendere la mano e tento di indovinare le vite delle persone che entrano qua."
Sorrido sentendo le sue parole, perché è una cosa che faccio spesso anche io. Quando magari sono sul pullman, osservo le persone e mi perdo a pensare alle loro vite, a chi li aspetta a casa, a cosa stanno pensando, è piuttosto divertente, pensavo di essere l'unica pazza a farlo.
"Vi ricordate quando ieri vi ho parlato del ragazzo che vive al piano sopra il mio?" cambio discorso, sentendo una gran voglia di raccontare della cena con Christian. Loro annuiscono, con evidente e crescente curiosità, perciò io continuo. "Ieri, quando sono tornata a casa, il portiere mi ha avvisato che mi sono arrivati dei pacchi per il trasloco, perciò li stavo portando in ascensore per portarli al mio appartamento. Lì ho incontrato il mio vicino e ha insistito per aiutarmi, dopodiché mi ha invitato a cena a casa sua, perché ha visto che non mi è ancora arrivata la cucina. È stato molto gentile e abbiamo passato una bella serata."
Le sue si guardano negli occhi per qualche attimo, come se stessero comunicando con la mente, poi è Luna quella che parla. "Questo ragazzo ti piace, non è vero? Hai gli occhi che brillano più o meno come gli occhi di Bianca quando la Ferrari vince un Gran Premio, cosa ormai molto rara."
Le sue parole mi fanno ridacchiare, mentre Bianca dà una gomitata sul fianco della sua amica, ma comunque senza riuscire a trattenere una risata.
"Non lo conosco nemmeno... non posso dire se mi piaccia o meno."
"Certe persone si sa fin da subito se sono affidabili o no, altrimenti non saresti qua. Anche noi ci conosciamo da pochissimo, ma è bastato che chiacchierassimo qualche ora per sembrare che ci conoscessimo da sempre." Bianca tenta di farmi ragionare e so che da una parte ha ragione, ma dall'altra no. È diverso istaurare un rapporto di amicizia piuttosto che un rapporto che potrebbe diventare qualcosa di più.
"Christian è carino... è dolce, premuroso, intelligente, ed è molto molto bello." lo dico sorridendo e mi maledico per questo. Ma che diavolo mi prende? "Poi dovreste sentire quando parla con il suo accento americano. Ed è così umile nonostante tutto. Non è proprio la persona che ti aspetteresti sapendo ciò che fa."
"Cioè?" Luna me lo chiede per prima, ma sono entrambe confuse. Giustamente, non ho detto loro chi è. Ma non lo vedo un dettaglio così importante. Mi piacerebbe anche se facesse qualcos'altro, non avevo nemmeno idea di cosa facesse quando i suoi occhi mi hanno colpita.
"Scusate, gioca al Milan. Mi ero scordata di dirvelo." Entrambe sussultano e scattano in piedi in simbiosi come se avessero delle punte sotto il sedere, così io le guardo scioccata, non capendo la loro reazione. "Ragazze, tutto bene?"
"Gioca al Milan? E lo dici con questa calma?" la prima a parlare è Luna "Stai uscendo con un calciatore del Milan e lo dici come se uscissi con una persona qualunque?"
"Deduco vi piaccia il calcio, ma io non lo seguo. Non sapevo manco chi fosse la prima volta che l'ho incontrato. Per me è una persona normale." faccio spallucce, mentre loro continuano a fissarmi come se fossi un'aliena.
"Hai detto che ha un accento americano... si chiama Christian... tu stai uscendo con Pulisic? Ti rendi conto che giocava al Chelsea? Tifo Chelsea fin da quando ero bambina." Bianca lo dice con gli occhi che luccicano per l'emozione, e questo mi fa sorridere. È sempre bello quando le persone parlano in questo modo entusiasta delle passioni che amano. "Tu stai uscendo con uno dei calciatori che mi ha fatto vincere la Champions League."
"Ehm... fingerò di sapere di cosa tu stia parlando. Comunque non usciamo insieme, viviamo solo vicini, e lui mi ha invitato gentilmente a cena perché non ho la possibilità di cucinare." minimizzo tutto, non volendo darmi false speranze, anche se comunque ho davvero apprezzato il suo aiuto di ieri. È stato davvero dolcissimo...
"I ragazzi non invitano a cena le ragazze che conoscono appena solo per gentilezza. Sono certa che tu l'abbia colpito esattamente come lui ha colpito te." le parole di Luna sembrano maledettamente sincere, perciò la osservo mentre si riaccomoda. "Dovresti stare attenta ai segnali che ti manda, sono certa che presto noterai alcune dettagli che ti faranno capire che gli piaci."
"Tu dici?" sono leggermente scettica, insomma, davvero si può provare così tanto interesse per qualcuno incontrato qualche volta in ascensore?
"Sì , lei dice, ed ha ragione." Bianca si intromette, attirando l'attenzione "Sono d'accordo. E tu non ti farai scappare l'occasione di provare a stare con un ragazzo che ti piace, non te lo permetteremo."
"Ehi rallenta, parli già di stare con lui, abbiamo cenato solamente insieme, non mi ha chiesto mica di sposarlo." muovo la mano come a dire di andarci piano, scuotendo la testa come se le sue parole fossero assurde. "Proverò a captare dei segnali... ma non mi farò illusioni. Vedremo ciò che sarà, non forzerò le cose."
Loro annuiscono, evidentemente soddisfatte per ora, e io mi perdo a pensare alla cena di ieri notte, chiedendomi se ci siano stati già dei segnali che possano farmi capire che la sua non è stata solo un'azione fatta per gentilezza... ma tutto ciò che ricordo è che sono stata bene come non mi accadeva da tempo e che lui è davvero un bravo ragazzo, come quelli che si vedono solo ed esclusivamente nei libri. Quasi un principe azzurro...
*****
Christian
"Chris, posso andare a suonare a casa sua? Fingo che mi sono perso e che cercavo casa tua. Così la conosco e con una scusa la porto qua." Rafael alza le sopracciglia in modo malizioso, tentando di convincermi, mentre io scuoto la testa bocciando la sua idea ridicola.
"Prima di tutto, non mi sembra normale andare a suonare dalle persone con delle scuse così ridicole, non voglio costruire qualcosa con lei sulle basi di bugie idiote. Secondo perché dovresti portarla qua?"
"Perché sono passati giorni da quando avete cenato insieme e non vi siete più visti, forse è il caso di dare una scossa a questa storia, anche perché sono stufo di sentirti lamentare e farti domande sul perché." sbuffa e si lascia cadere nel divano di casa mia, rubandomi alcuni popcorn dalla ciotola che ho in mano "Ti piace, perché non lo ammetti e vai da lei? Avanti non riesco a credere che non vuoi fare un passo!"
"Non voglio forzare le cose."
"E quindi? Aspetti che conosca un altro perché vuoi che sia sempre il destino a farvi incontrare? Chris, il destino già vi ha fatto conoscere, ti ha fatto in modo di vederla varie volte in ascensore e ha fatto in modo che la invitassi a cena, non può fare mica tutto lui."
So che da una parte Rafael ha ragione, ma dall'altra mi chiedo se sia giusto che io faccia qualcos'altro. Lei non si è più fatta sentire dopo la cena, magari non è stata bene con me come credevo. In fin dei conti nemmeno ci conosciamo, non mi deve niente.
"Dai basta, sei venuto qua solo per assillarmi? Giochiamo alla play." glielo chiedo, cercando di farlo smettere e fargli cambiare discorso, ma lui mi ignora. Lo osservo mentre si alza e guarda fuori dalla vetrata per qualche secondo, quasi perso nei suoi pensieri. "Cosa è questo silenzio? Mi fa paura, penso che tu stia escogitando qualcosa."
"No, sto solo pensando a cosa ti blocchi. Sei Christian Pulisic, potresti avere molte donne... però non riesci a fare un passo con lei."
Abbasso lo sguardo per qualche secondo, posando la ciotola sul tavolino davanti a me e passandomi, in seguito, le mani sul viso. "Perché lei sembra diversa, mi ha colpito dal primo istante, e non voglio rovinare le cose. Lei non è come tutte, devi vederla quando sorride, o quando chiacchiera e si perde in mille discorsi." sorrido senza riuscire a trattenermi, riposando lo sguardo sul mio amico "Voglio che sia tutto perfetto e romantico, non che sia un qualcosa di affrettato."
"Chiederle di uscire ancora a cena con te, non è affrettare le cose."
"Voglio aspettare, vedere se anche lei è interessata." davvero desidero che lo sia, la serata con lei ha accentuato quello che sento dalla prima volta che l'ho incontrata in ascensore, per questo voglio sia speciale.
"Ho capito che non cambierai idea." alza le mani in segno di resa e poi ritorna vicino a me per rubarmi i popcorn "Va bene, giochiamo a FIFA, ho proprio voglia di stracciarti."
Scoppio a ridere e gli passo il secondo joystick, pronto alla sfida, anche se l'immagine del volto di Nora non abbandona la mia mente e mi fa sorridere come un cretino di tanto in tanto, mentre alcuni episodi della cena mi rimbombano in mente... mi sa che sono già a un punto di non ritorno.
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