33. Apri gli occhi

(SCUSATE SE HO PUBBLICATO PRIMA E POI L'HO TOLTO, MA HO CANCELLATO LA SECONDA PARTE E LA HO RISCRITTA DACCAPO. Buona lettura. A presto🤍)

Christian

Sento suonare insistentemente al campanello e metto in pausa Netflix per andare ad aprire. Non stavo aspettando nessuno, e sinceramente non avevo neanche voglia di vedere nessuno. Ho solo bisogno di stare un po' per conto mio, mettendo i pensieri in ordine.

Appena apro la porta, la figura di Olivier mi appare davanti. Ha lo sguardo preoccupato e capisco così che dev'essere senz'altro successo qualcosa, questa non è una semplice visita di cortesia. "Ciao Chris, posso entrare? Devo parlarti."

Mi sposto immediatamente dall'uscio e gli faccio segno di accomodarsi, mentre sento una strana sensazione espandersi in me. Il primo pensiero che mi viene in mente è che sia successo qualcosa a Nora, sennò perché questo tono così grave? "Ciao Oli, dimmi..." dopo aver chiuso, mi giro verso di lui che mi sta già guardando.

Lo osservo mentre strofina la mano destra nella sinistra e sospira piano. "Promettimi che non andrai fuori di testa e non farai nessuna cazzata, Chris."

È chiaro, basta questo per confermarmi che deve dirmi qualcosa che riguarda Nora. "Che è successo?"

"Prima prometti. Non dovrei essere qua, Jenny non sono certo che sarebbe d'accordo..." annuisco e poso la mano sul petto a mo di giuramento, poi lo incito a parlare facendogli un segno con la testa "Nora è venuto a casa poco fa... era stravolta, si vedeva che ha pianto per tutto il giorno. Sembrava disperata, non capivamo cosa stesse succedendo, così l'abbiamo fatta calmare un po' facendole una tisana, poi ci ha raccontato." mi si stringe il cuore a immaginarla così, mi fa male che non sia potuta venire a cercare conforto da me per colpa mia "L'hanno licenziata... pare che la sua collega le abbia fatto perdere perdere le staffe, insultandola e stuzzicandola, lei ha reagito dandole uno schiaffo ed è stata licenziata. Finge di riuscire a riprendersi, dice che troverà un altro lavoro, ma è a pezzi."

Mi passo la mano sul viso disperatamente, non riesco a crederci. Dopo tutto ciò che ho fatto è stata comunque licenziata. Rosanna non ha mai avuto intenzione di lasciarla in pace, il suo piano era portarle via sia me che il lavoro, e io come un coglione sono stato al suo triste gioco.

"Devo vederla, Oli." lui scuote immediatamente la testa in segno di negazione e mi tiene come se avesse paura che io corra via in questo esatto momento "Ho bisogno di sapere che sta bene. Mi sento colpevole... ha bisogno di aiuto, ma io non posso darglielo perché sono stato una merda colossale."

"Non avvicinarti a lei, è troppo fragile. Non è sola... ora è con Jenni e Zoe, mangiano qualcosa e la riaccompagnano a casa. Non è in sé, non fare nessun passo." trovo assurdo non potermi avvicinare alla donna che più amo al mondo per non farla stare ancora peggio, che diavolo ho combinato? Ho incasinato tutte le cose.

Annuisco, per tranquillizzarlo, facendogli capire che ho recepito il messaggio. Non voglio che si preoccupi, ma è chiaro che non starò qua in disparte mentre lei perde tutto così. Assolutamente no. "Certo, starò qua Oli... non preoccuparti." mento nel miglior modo possibile, sorridendogli appena "Ma tu fammi avere novità appena sai qualcosa, d'accordo? Non tenermi all'oscuro e sulle spine."

"Certo che sì... sono certo che le cose si sistemeranno Chris, serve solo tempo." va verso il portoncino e lo apre, girandosi verso di me un'ultima volta "Ci tiene a te, ti perdonerà."

Mi stringo nelle spalle e rilascio un profondo sospiro. "Spero che sia come dici tu... comunque io la aspetto, dovessi farlo per una vita intera."

Olivier mi sorride e annuisce, prima di salutarmi e uscire da casa mia. Per fortuna sono riuscito a nascondere il mio reale stato d'animo, sono riuscito a non fargli capire quanto fossi agitato, sono riuscito a non fargli capire che intenzioni ho.

So che da una parte ha ragione, so che Nora sarà sconvolta e io sono sicuramente l'ultima persona che vorrebbe vedere, ma so anche che sono l'unico che sa come calmarla. So che prima che rovinassi tutto ero in grado di spegnere i suoi tormenti, e voglio provare a parlarle anche adesso. Voglio capire cosa è successo a lavoro, voglio capire come sta, perché so che mentirà a tutti dicendo di stare meglio, ma non può nascondere le emozioni nei suoi occhi.

Così mi prendo il telefono e le chiavi dell'appartamento, per poi scendere al piano dove vive lei. Mi siedo nei gradini e decido di aspettarla qua, così appena rientra potremmo parlare e non potrà scappare o evitarmi.

Ho bisogno di sapere tutto... non la vedo da troppi giorni, e non riesco ad accettare che viva da sola tutto questo.

*****

Nora

Devo dire che la cena fuori con Zoe e Jenny mi ha aiutato, o forse è merito del vino bianco che ho bevuto e mi ha reso la testa un po' più leggera. Insomma, il dolore non è svanito, ma il peso delle responsabilità ora sembra lontano e sembra un problema non mio, ci penserà la Nora di domani, quella di oggi ne ha avuto abbastanza di problemi.

Salgo le scale del mio palazzo e sussulto quando arrivo all'ultimo gradino, che mi porta al mio piano, vedendo Christian seduto. Schiarisco la gola, visto che ha gli occhi chiusi, e lui li apre di scatto, posandoli su di me.

"Nora, sei tornata?! Scusa, ti stavo aspettando e mi sono appisolato." fingo di non sentire quella fastidiosa fitta al petto solo perché lui mi è davanti e indico le sue gambe sul gradino che impediscono di farmi passare.

"Potresti spostarti?" glielo chiedo freddamente, cercando di mostrarmi indifferente alla sua presenza "Sono molto stanca, è stata una lunga giornata."

Lui si alza in piedi, ma invece di andarsene come dovrebbe, scende nel gradino in cui sono io e mi osserva attentamente. I suoi occhi nocciola mi guardano come se non mi vedessero da una vita e io mi devo trattenere dal mettermi a urlare e piangere. È troppo vicino e sento troppo la sua mancanza, non dovrebbe essere qua.

"Nora ho saputo di quello che è successo a lavoro... mi dispiace tantissimo." sgrano gli occhi meravigliata e mi viene in mente una sola persona che può averglielo spifferato. Olivier, domani mi sente. "So che non avrai nessuna voglia di vedermi, e ti capisco, ma avevo bisogno di vederti, di vedere come stai, e di dirti che troverai di meglio. Sei una giornalista di talento, non ti serviva quel lavoro. Eri sprecata lì in mezzo alle serpi."

"Una delle quali ti stavi per portare a letto?" chiedo tagliente, mentre lui mette su un'espressione ferita. Mio Dio, ho bevuto troppo e sono esausta di tutto, non è un bel mix. "Comunque hai ragione su una cosa, sei l'ultima persona che vorrei vedere al momento."

Lui abbassa la testa per qualche secondo, ma comunque non molla la presa su di me. "Dimmi solo che non lascerai perdere il sogno di diventare una giornalista per colpa di quella stronza e di tutta questa storia." riprende a guardarmi e mi accarezza il viso "Dimmi che crederai sempre di essere brava, perché tu eccelli in quello che fai e non puoi gettare la spugna così."

Le sue dita accarezzano piano la mia pelle, facendomi sentire i brividi e quasi bruciandomi. Era da poco meno di una settimana che non sentivo il suo tocco su di me ed è chiaro che ne ero in astinenza. E so che sono delusa e arrabbiata con lui, so che mi ha ferita, ma sono troppo provata e brilla per ragionare lucidamente e cacciarlo.

"Non sono affari tuoi, che ti frega in fin dei conti? Mi hai spezzato il cuore, non dovrebbe importarti di come sto, di come decido di condurre la mia vita. Voglio solo che tu te ne vada." sento le lacrime salire ai miei occhi mentre lo dico, perché la mia mente e il mio cuore non si mettono d'accordo e non pensano la stessa cosa? Mio Dio.

"Non se prima non mi fai questa promessa."

"Non sei nessuno perché io debba prometterti qualcosa, non ti devo niente." alzo la voce, cercando di contenermi ma con scarsi risultati, sono completamente andata. Questo succede quando non si regge l'alcool. "Vuoi ridere un po'? Lei mi ha detto che te la sei scopata e dovevi vedere come rideva, mi ha fatto immaginare cose orrende, e io ora dovrei farmi consolare da te?"

"Come?" sembra sbalordito mentre realizza ciò che ho detto "Non è successo niente di tutto questo. Ho sbagliato, è vero, ma non ho fatto nulla di più di ciò che hai visto. Quella vuole solo ferirti." so che ciò che dice è la verità, e mi dà fastidio credergli nonostante tutto. Prende la mia mano tra le sue e me la tiene stretta, facendomi scendere una lacrima automaticamente. Perché ha dovuto rovinare tutto? Lui era così importante, e avevo così maledettamente bisogno della sua presenza nella mia vita, come farò ora ad andare avanti? Mi ha lasciato un vuoto che non so come colmare.

"Non importa più... ho perso te e ho perso il lavoro."

"So che mi odi, ma permettimi di stare con te finché ti calmi." quasi mi prega, mentre io scuoto la testa. Che senso avrebbe? Lui non fa più parte della mia vita e ormai sarà così per sempre. "Sei devastata... non pensare che non mi accorga. Ti ho amata veramente, ti conosco bene, so come fai quando stai male. Per me non sei un peso, voglio davvero aiutarti."

"Mi conosci così bene che non ci hai pensato due volte a fare la cosa che sapevi che mi avrebbe spezzato il cuore." lo ripeto quasi come un disco rotto, stanca e confusa da tutto. Questa maledetta giornata sembra infinita, e lui si è dovuto presentare da me per ricordarmi anche da ubriaca quanto sto male senza lui.

"D'accordo... non ti assillerò più, se avrai bisogno sai dove trovarmi." mi lascia un piccolo bacio sulla fronte e fa per andare via, ma stavolta sono io che lo fermo. Senza nemmeno pensare, faccio intrecciare le nostre dita, andando in netto contrasto con tutto quello che ho detto fino ad ora. Non so perché lo faccio, forse per paura di restare sola con i miei pensieri, forse per l'espressione triste sul suo viso, forse perché come una povera deficiente sono innamorata più che mai di colui che mi ha distrutta con uno schiocco di dita.

"Aspetta... possiamo berci un the. Però solo qualche minuto..." cerca di nascondere un sorriso che gli si increspa automaticamente sulle labbra e io non commento oltre. Mollo la sua mano e mi avvicino alla mia porta, infilando la chiave nella toppa e aprendo subito dopo. "Entra..." non pensavo lo avrei mai più invitato in casa mia, devo dire che l'alcool fa davvero brutti scherzi.

Lui timidamente si accomoda nel mio appartamento e io sto a guardarlo prima di chiudere la porta alle mie spalle. È incredibile come non sembra per niente fuori posto nel mio soggiorno, come se fosse nato per stare con me nel mio mondo. Ah Christian... perché hai dovuto rovinare tutto?

Si siede sul divano e io faccio per andare in cucina a fare il the, ma lui richiama la mia attenzione e mi chiede di sedermi accanto, così faccio come mi ha chiesto. "Abbiamo tempo prima di bere qualcosa... dimmi prima cosa è successo stamattina."

Respiro profondamente prima di iniziare a parlare. Santo cielo, mi viene così difficile buttare fuori ciò che sento, soprattutto con qualcuno che ha tradito completamente la mia fiducia, ma ho bisogno di sfogarmi, perciò inizio a parlare. "Rosanna ha iniziato a ridere di me... era soddisfatta di vedermi stare visibilmente male. Poi ha iniziato a dire che se mi avevi tradito e io ti avevo lasciato è perché è ovvio che sono consapevole di non essere abbastanza. Poi ha tirato fuori la storia di mia madre, ha detto che tutti mi abbandonano. E mi sentivo così arrabbiata. Ce l'avevo con te, con lei, con il mondo... così l'ho schiaffeggiata. La caporedattrice mi ha vista e ha creduto a Rosanna che ha iniziato a piangere per finta, inventando che sono io ad averle rubato il pezzo e dicendo che la stavo minacciando. Così velocemente mi sono buttata al fuoco da sola e ho perso il lavoro per cui mi ero fatta in quattro."

"Star..." usa il solito nomignolo e questo mi fa tremare anche l'anima. "Non meritavi di vivere una cosa del genere, ma prima ero serio. Penso davvero che tu abbia un gran talento, non ci metterai nulla a trovare un altro giornale che ti assuma."

"Tu credi? Penso che se chiederanno referenze a Stella io sarò spacciata... tu prenderesti nel tuo giornale qualcuno che ha rubato un pezzo e aggredito una collega? Non penso..." è ancora una volta sono stata accusata di una cosa che non ho fatto. Dio, sembra un circolo vizioso dal quale non posso uscire, uno schema che si ripete in loop.

"Te lo giuro... accadrà. Se non è domani, sarà dopodomani, ma l'importante è che tu non ti arrenda mai, sei nata per brillare." scoppio a piangere sentendo le sue parole, pensando a quanto mi avrebbe fatto bene correre da lui stamattina, ma non posso più farlo perché lui non è più mio e non può aiutarmi sempre in questo modo. Averlo così vicino mi fa solo male, mi torna in mente tutto ciò che abbiamo vissuto.

Le sue dita accarezzano piano il mio viso e mi asciugano le lacrime, mentre io singhiozzo. Mi lascio andare in un pianto disperato proprio davanti all'ultima persona che vorrei mi vedesse così. "Okay... ora smetto di piangere. Tu dovresti andare Christian..." lascio la frase così in sospeso per aria, mentre lui mi fissa come se non avesse sentito niente di ciò che ho detto.

Continua a raccogliere le mie lacrime e poi afferra il mio viso, tenendomi ferma. I suoi occhi scuri fissano i miei e io, stupidamente, mi ci perdo dentro. Quanto è bello in questo momento, e quanto mi fa male che questo sia solo un breve momento di illusione?! Tra poco tutto tornerà alla normalità, perché io non potrò mai perdonare ciò che mi ha fatto.

"Scusami per quello che sto per fare." mi sorride debolmente e, senza che io abbia il tempo di realizzare, le sue labbra si posano sulle mie. Mi bacia dolcemente ma con urgenza, come se avesse avuto maledettamente bisogno di questo bacio ma allo stesso tempo volesse dimostrarmi la sua vicinanza. Per qualche attimo resto come pietrificata, non aspettandomi questo gesto, ma poi ricambio d'istinto, il mio corpo sembra quasi non ne possa fare a meno.

Le sue mani si posano sui miei fianchi e delicatamente mi fa sdraiare sul divano, facendo poi lo stesso e sistemandosi in mezzo alle mie gambe. La sua bocca bacia ancora le mie labbra poi scende alla mandibola e infine al mio collo. Io sento i brividi su tutto il mio corpo e gemo senza trattenermi. Incastro le mani nei suoi capelli e lui mi leva la maglia, lasciando così libero spazio per continuare a baciare ogni centimetro della mia pelle.

"Ti amo, star. Non ho mai smesso di desiderarti e amarti in questi giorni, nemmeno per un secondo." per tutta risposta lo bacio ancora, non rispondendo alle sue parole, mentre inizio anche io a spogliarlo e lui continua con me.

Cerco di cacciare via quel dolore dal petto, il pensiero di lui che fa queste stesse cose con Rosanna mi fa venire la nausea, perciò mi concentro solamente sul piacere fisico.

Quando siamo completamente nudi, io gli accarezzo le orecchie e poi le spalle, guardandolo dritto negli occhi. Sento esplodere nel petto lo stesso sentimento di tutte le volte precedenti che l'abbiamo fatto, anche se non vorrei assolutamente che fosse così.

Mi fa inarcare leggermente la schiena per potermi dare un bacio sulle labbra e poi affonda in me capendo che sono pronta. Mi aggrappo alle sue spalle e passo le unghie sulla sua pelle, mentre mi abituo alla sua presenza, ma praticamente subito allargo le cosce e inizio a muovermi facendogli capire di essere pronta.

Le sue spinte sono prima lente e dolci, ma appena gli chiedo di aumentare il ritmo inizia ad andare più veloce. I nostri corpi coincidono ancora alla perfezione come l'ultima volta, nonostante come siano messe le cose tra noi al momento, nonostante si sia spezzata ogni cosa.

Disconnetto la mente da tutto, chiudendo gli occhi, e cerco di concentrarmi solo sull'atto e sulle sue mani che vagano su tutto il mio corpo, accarezzandomi prima i seni, poi i fianchi. Brividi... è quello che sento e mi spaventa, è possibile provare ancora così tanti sentimenti dentro per chi ti ha fatto a pezzi?

"Nora guardami... per favore." mugugno qualcosa a causa dell'affanno e dell'eccitazione ma continuo a tenere le palpebre chiuse "Guardami, non mi piace che ti estranei così."

Sbuffo mentalmente e lo accontento, riposando lo sguardo su di lui, perché non voglio che interrompa tutto. Solo Dio sa quanto mi costi questo gesto, mi fa male da morire vederlo davanti a me, mi fa venire in mente solo ciò che siamo stati e non saremo più. Perché lui ha cancellato un bellissimo amore come il nostro? Perché l'ha fatto?

I nostri gemiti riempiono la stanza, così come i miei pensieri che fanno fin troppo rumore. Vorrei solo che questo fosse come una settimana fa, prima che scoprissi tutto, ma non lo è. Non ha lo stesso sapore, la stessa intensità, lo stesso coinvolgimento... è puro e bellissimo piacere fisico, ma di amore e sentimenti non se ne sente nemmeno un profumo lontano, forse perché sto cercando di soffocarli dentro me, forse perché mi ha fatto troppo male e sono bloccata, o chissà perché.

Comunque mi lascio andare, lascio che il mio corpo sia completamente suo, lascio che mi porti in alto, dove il godimento è la cosa più importante e intensa che si possa provare, sperando che il ricordo di questa scena domani, quando sarò sobria e sarò tornata in me, non mi faccia troppo male.

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