19. Anni di ingiustizie
Christian
"Tu hai fatto cosa?" Rafa alza la voce di troppi decibel mentre mi pone questa domanda, ma non faccio in tempo a rispondergli che subito continua con la sua ramanzina appena iniziata. "Quella ragazza ti ama, e tu ami lei. Sei andato dall'altra parte dell'Italia per non perderla, e poi la lasci quando ha bisogno di sostegno?! Ma poi avevamo detto appena ieri pomeriggio che le saresti rimasto accanto, cosa è cambiato dal momento in cui eri a Milanello al momento in cui sei tornato a casa?"
Sospiro frustrato e mi passo la mano sul viso nervosamente. Non so cosa mi sia preso, so solo che ora sono confuso più che mai e sento già il dolore causato dalla lontananza con Nora. "Quando sono tornato qua, stava discutendo con la sua collega, se non fossi intervenuto io le si sarebbe scaraventata addosso. È questo ciò che mi ha fatto scattare e prendere la decisione di chiederle una pausa, perché davanti a me ho visto una Nora completamente diversa da quella che conosco... ho avuto paura che il peso che si porta dentro potesse cambiarla.
"E sti cazzi?" Olivier interviene nella discussione, con un'espressione che ho imparato essere tipicamente italiana, accomodandosi nel divano di casa di Rafa con in mano una bevanda energetica "Tu la ami, no? Non siamo tutti perfetti. Capisco che sei contrario alla violenza, come credo tutti qua dentro, ma non puoi chiudere con lei perché voleva dare uno schiaffo a una che sta ricattando su una questione che è evidente le faccia male da morire."
Sentirlo spiegare da lui mi fa sentire un idiota... nel momento non ho minimamente pensato questo, ho solo pensato che avrebbe potuto risolvere la questione in modo diverso che con le mani. Non mi sono messo per nulla nei suoi panni, ma il fatto è che non so come fare... non so nulla dei panni che la stanno facendo soffrire come non mai, mi viene difficile anche aiutarla, interpretarla, fare qualsiasi cosa.
"Non so cosa fare..." confesso, buttando fuori tutta l'aria dai miei polmoni "lei mi piace tanto, come non mi era mai successo probabilmente, perché con nessuna sono mai rimasto colpito così e non ho mai stretto un rapporto così stretto in così poco tempo, però ho paura. Paura di farle male, paura di non essere all'altezza... paura di soffrire io stesso."
"Non è forse questo l'amore? Fa parte del gioco, Christian. Ma se non provi, finché non ti butti a capofitto in questa relazione, che senso ha vivere? Non possiamo restare nella nostra bolla per evitare di stare male o fare male." Oli prova a farmi ragionare, mentre Rafa annuisce ad ogni sua parola come se pensasse esattamente le stesse cose "Avete il sentimento dalla vostra parte, mica è roba da poco. Devi andare a scusarti con lei, dirle con calma cosa non ti è piaciuto e cosa ti spaventa, e starle accanto, non scappare. Non risolve i tuoi problemi questo, perché come vedi sei lontano da lei e soffri comunque, lasciarsi non annulla questo. Ci sei già troppo dentro, Puli."
Ci sono già troppo dentro... non sa quanto sia vera questa sua frase. Nora mi entrata nel petto, sotto la pelle, nei miei occhi, nei miei pensieri che portano sempre il suo nome, mi è entrata nel cuore, nell'anima... e non aiuterà starle lontano per risolvere tutto. Non voglio scappare. So di aver sbagliato, e so di dover rimediare.
"Vado da lei." scatto in piedi come se fossi una molla e i due si scambiano un'occhiata divertita, mentre io li ignoro e indosso velocemente il giubbotto. "Io la amo ragazzi. La amo da morire, anche se la conosco da poco. Amo così tante cose di lei, potrei fare una lunga lista, e non sono pronto a perderla per un atteggiamento che lei ha avuto o perché ho paura."
"Sia ringraziato il cielo, l'ha capito. Già non sopportavo più sentirti e vederti depresso." Rafa si prende gioco di me mentre mi dà una spintarella per farmi uscire da casa sua "E ora vai, sparisci. Torna qua solo se hai necessità di vita o di morte, sennò non ti apro la porta."
Scoppio a ridere e ringrazio entrambi prima di uscire dall'appartamento del portoghese e correre velocemente alla mia auto.
In un momento mi sento nuovamente pieno di vita, come se stessi per esplodere dalla vitalità che c'è in me e vorrebbe fuoriuscire, e questo solo perché so che sto andando da lei, perché so che sto per vederla.
Sono proprio un cretino ad essermi obbligato ad allontanarla, un cretino masochista a quanto pare, visto che tenerla distante mi stava soffocando il cuore, ma ora so che devo rimediare per tornare a stare bene.
*****
Nora
Chiudo la telefonata e mi porto i capelli all'indietro, mentre cerco di sistemare le mie idee. Sono stata al telefono con Valentina per quasi due ore, dopo che mi sono ripresa dalla discussione-rottura con Chris... lei c'è stata per me durante quasi tutto il periodo nero, perciò non potevo che parlare con lei di tutta la situazione che si è venuta a creare con Christian e con la mia collega per colpa di quella storia.
Lei mi ha sostenuto per anni, è stata la madre che non ho mai avuto, sa bene quanto sia stato difficile per me reagire, affrontare ogni cosa, essere forte, ma soprattutto quanto mi sia costato andare via per riniziare a vivere, per avere una vita nuova e decente.
Mi fido molto dei suoi consigli e di ciò che pensa, perciò le ho chiesto aiuto. Anche se è consapevole quanto mi faccia paura anche la sola idea, mi ha detto che secondo il suo parere dovrei raccontare tutta la storia all'americano. Pensa che dovrebbe sapere ogni cosa, per aiutarlo a capirmi meglio e per dimostrargli quanto mi fido di lui.
So che ha ragione... Chris non sa ciò che è successo, se non a grandi linee, perciò immagino quanto debba essere difficile per lui trovarsi in mezzo a un uragano che ti sballotta da tutte le parti senza capire nulla. Nonostante sappia solo ciò che Rosanna gli ha detto, non mi ha giudicato, e questo mi fa ben sperare. Spero che una volta che saprà tutto, non pensi che tutto questo sia troppo e ci perderemo così per sempre. Sono davvero innamorata, mi devasterebbe perderlo...
Apro l'appartamento e faccio per uscire, ma mi blocco quando vedo Christian davanti a me. Ha la mano vicina al citofono e così capisco che ho aperto prima che suonasse. Mi fa sorridere che abbiamo pensato di andare l'uno dall'altra nello stesso momento.
"Nora..." Mi sorride e le sue fossette sulle guance si formano all'istante "volevo parlarti, stavi uscendo?"
Scuoto immediatamente la testa, forse con fin troppo vigore, poi mi sposto dall'uscio e gli faccio segno di accomodarsi con un cenno della mano. "In realtà stavo venendo da te... perciò entra pure." Mi ringrazia e fa ciò che gli ho detto, cercando di mascherare la meraviglia e la curiosità del perché stessi andando da lui, mentre io chiudo il portoncino e poi gli presto la mia attenzione nuovamente. "Puoi sederti se ti va."
"Sì certo..." sembra quasi in imbarazzo e questo mi fa stringere il cuore. Eravamo passati oltre questa fase, non mi piace che siamo tornati indietro. "Cosa volevi dirmi? Se non ti dispiace vorrei iniziare io però, perché tutto questo mi sta uccidendo..." Mi siedo vicino a lui, ma lasciandogli il suo spazio, e poi annuisco, incitandolo a parlare. "Voglio scusarmi, Nora. Ho sbagliato a reagire come ho reagito, ma il fatto è che ho avuto paura. Non voglio farti male, non voglio fare nulla che possa danneggiarti di più... e poi ti ho visto reagire in quel modo e ho capito che ti porti dentro tanta oscurità, ma per questo non voglio lasciarti sola. Anzi voglio illuminare con te quel buio, voglio aiutarti a stare meglio. Voglio stare con te. Non voglio giudicare le tue reazioni, voglio capirne il motivo e provare a farti stare meglio per non farti provare mai più ciò che ora invece provi. Scusami Nora, davvero... ho esagerato. Non so come reagire a volte, perché sento qualcosa di enorme per te, che inoltre mai ho provato, e questo un po' mi spaventa..." Mi parla velocemente, muovendo le mani, giocherellando con le maniche del maglioncino nero che ha addosso, e guardandomi intensamente negli occhi, cosa che mi dimostra totalmente la sua sincerità.
"Avevi ragione, Chris... so che non dovevo avere l'istinto di avventarmi, ci ho lavorato su questo aspetto, ma ho ancora tanta strada da fare." ho così tante cose da risolvere, ma sto seguendo un percorso psicologico e sono migliorata tanto, continuerò a farlo, non mi arrendo. "Però mi fa troppo male quella storia, e mi fa ancora più male che venga usata contro di me. È arrivato per questo il momento che te ne parli."
I suoi occhi si addolciscono ancora più del solito, poi si avvicina a me e mi posa una mano sul viso. Sento il suo respiro che sa di menta schiantarsi sulle mie labbra e anniento la distanza regalandogli un piccolo bacio, cosa che quasi mi fa rinascere. Mi mancava già maledettamente, nonostante non siano passate nemmeno 24 ore dalla nostra discussione.
"Se vuoi farlo, ti ascolto, ma non sentirti obbligata. Potrai parlarmene quando vuoi, io comunque sono qua." Il suo pollice si muove in maniera sistematica sulla mia guancia, facendomi rilassare i muscoli. Bastano delle parole da parte sua e delle carezze per farmi calmare, ha un potere non indifferente.
"Lo so, ed è per questo che so che è giusto dirtelo. Mi fido di te." gli prendo le mani tra le mie e, dopo aver preso un respiro profondo, inizio a raccontare. "Mio padre è una guardia giurata, tempo fa faceva da guardia del corpo a un uomo molto facoltoso. È stato al suo fianco per più di vent'anni, ma non era mai regolare negli stipendi e, inoltre, rubava soldi dalla busta paga di mio padre, dicendo che li versava a una banca a cui avevamo chiesto un prestito, invece se li teneva lui. Quando mio padre ha scoperto questo, che lo incasinava con la banca senza aver fatto nulla, ha deciso di mandargli una lettera con l'avvocato, il suo capo non l'ha presa molto bene. Dopo un mese circa da questo fatto, durante l'azienda di quest'uomo facoltoso è scoppiato un incendio... mio padre era in servizio, e io e il resto della mia famiglia vivevamo all'interno della stessa azienda. Ricordo come era agitato mio padre quando vide le fiamme, continuava a ripetere che era stato fatto per lui, per fargliela pagare... perché aveva già visto fare quella scena ad altri dipendenti. Insomma, avevano già appiccato incendi negli anni precedenti per incolpare operai a cui dovevano dei soldi, in modo da licenziarli senza dovere loro un euro e nello stesso momento si prendevano l'assicurazione.
Mio padre immediatamente è stato richiamato per negligenza e lui ha presentato le dimissioni per giusta causa, appunto perché gli dovevano tanti stipendi. Siamo andati a vivere da un'altra parte, per qualche mese è stata durissima, papà non aveva lavoro, trovarne un altro era più che difficile, ma ce l'abbiamo fatta. Non immagini quanto sono stata fiera quando l'ho visto indossare la divisa della vigilanza in cui ancora tutt'ora lavora, sembrava la fine di un incubo, invece era solo l'inizio. Nello stesso mese io e mio padre siamo stati indagati per aver appiccato l'incendio, dai Carabinieri che erano amici del ex datore di lavoro di papà..." Mi fermo un attimo cercando di riprendere fiato e per questo Chris ne approfitta per farmi una domanda.
"Quanti anni avevi?"
"Diciotto quando è scoppiato l'incendio, appena 19 quando sono stata indagata. Lì la mia vita è cambiata... perché sono stata buttata in mezzo a qualcosa molto più grande di me, che sicuramente non ero pronta a gestire. Ho visto persone allontanarsi da me, persone che non avrei mai pensato, ho visto gente credere che potessimo davvero essere responsabili, e altri fregarsene della verità perché non volevano mettersi contro l'uomo facoltoso e la sua potente famiglia. Questa storia è andata avanti per anni... tra avvocati, udienze... posso dirti che mi sono stati rubati 7 anni... finché sono stata assolta per non aver commesso il fatto, ma non è finita così, perché allora mio padre è stato condannato." ed è qui che comincio a piangere come una bambina, ma evito di guardare Chris che mi stringe però più forte le mani "È caduto il mondo di tutti noi. Dopo anni di ingiustizie avevamo subito la cosa peggiore... non riuscivo ad essere felice per la mia assoluzione, non se lui era stato condannato da innocente. Avevo così tanta rabbia dentro, così tanta delusione, così tanto sconforto... abbiamo affrontato l'appello, ancora altre udienze, tempo e salute mentale spese... ma alla fine ne siamo usciti. All'inizio era difficile anche da credere, dopo così tanti anni bloccati non sai come tornare a vivere. Per anni non potevo lavorare senza essere scartata per ciò che stavo vivendo, perché nessuno vuole assumere una che è imputata per aver appiccato un incendio, ed è anche per questo che sono scappata qua a Milano, volevo riniziare a vivere dove nessuno sa chi sono, dove quella storia non mi perseguita... ed è per questo motivo che sono impazzita con Rosanna, non posso sopportare di rivivere tutto ciò. Non posso sopportare di perdere il lavoro che amo per colpa di questo, ho già perso troppe cose."
"Piccola..." mi fa alzare il viso mettendomi un dito sotto il mento e ci vedo dentro tantissime emozioni diverse, ma nemmeno una lascia presagire che scapperà a gambe levate "Non posso sopportare che tu sia stata così male per colpa delle ingiustizie, per colpa di un mondo corrotto e malato. Avrei voluto conoscerti prima per poterti stare accanto anche durante tutto questo inferno, ma sappi che ci sono adesso e non permetterò che quella stronza ti faccia ancora male e riporti questa storia a galla. Hai già subito troppo, e non lo meritavi, non accadrà ancora. Te lo giuro su tutto ciò che di caro ho."
Le sue parole mi scaldano dentro e sciolgono il nodo che avevo per colpa dell'ansia. Lui non andrà via, lui vuole proteggermi, lui non è come chi si è allontanato da me per egoismo. Lui è qua che mi guarda con gli occhi colmi di amore e vuole aiutarmi a venirne fuori e a non stare ancora male.
"Non immagini quanto ti amo, Christian." lo sussurro tra le lacrime che scendono copiose sul mio viso e poi lo bacio più e più volte sulle labbra. "Sei l'angelo che mi è stato mandato per tutto ciò che ho passato, ne sono certa."
"Ti amo anche io, star. E sei tu l'angelo della mia vita... quella che è rimasta pura e dolce nonostante il male che le è stato fatto. Non dimenticare questo, e non dimenticare quanto vali." mi ribacia sulle labbra dopo avermi detto questo, asciugandomi le lacrime nello stesso momento. Io ricambio il suo bacio, accarezzandogli prima le braccia e poi i capelli.
Cerco di trasmettergli tutto l'amore che sento dentro, la gratitudine per le sue parole e per la sua vicinanza. Mi godo le belle sensazioni che mi stanno investendo, lasciando scivolare l'ansia e il dolore per un attimo. Con Christian riesco a respirare senza pensare al male, con Christian mi sento rinascere.
Forse è davvero arrivato il momento della mia felicità.
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