13. I tag nelle foto

Io e Chris abbiamo passato la mattina a casa mia. Abbiamo fatto colazione insieme, con dei croissant appena sfornati che ha gentilmente portato lui da un bar qua vicino, dopo abbiamo provato a guardare un po' Netflix ma abbiamo presto smesso di prestargli attenzione quando lui ha iniziato a fissare me e poi ha iniziato a baciarmi e coccolarmi, fino a che si è fatta l'ora di pranzo. Il tempo quando siamo insieme passa più veloce che mai.

Sono felice di passare questa giornata con lui prima di partire, perché so quanto mi mancherà e voglio godermelo il più possibile. Infatti una smorfia nasce sul mio volto, senza che io possa controllarla, quando lo vedo indossare il giubbotto e lui, notando il mio volto, scoppia a ridere, ma senza cattiveria, con assoluta tenerezza.

"Piccola, devo andare a ritirare una cosa e poi torno da te. Giuro." si avvicina a me, che sono ancora seduta sul divano, e mi stampa un bacio a fior di labbra abbassandosi un po' "Ho pensato di portarti a cena nella pizzeria che mi piace di più qua a Milano, così da italiana mi dirai se la pizza è così buona davvero come sembra a me, dopodiché ti accompagnerò all'aeroporto, che dici?"

"Oh davvero? Pensavo di prendere il taxi... non vorrei darti fastidio." lo esamino attentamente e poi gli punto un dito contro con aria minacciosa "Allora accetto la tua proposta. Spero che tu non stia andando a prendere nessun regalo per me, perché non lo accetterò. Christian, la collana che mi hai dato prima della cena è già un regalo abbastanza grande di Natale."

Lui alza gli occhi al cielo e poi scrolla le spalle con indifferenza. "Non è un regalo per te... devo ritirare in un negozio una cosa che ho ordinato per un amico." mi schiaccia un occhiolino e poi si aggancia il giubbotto, lasciandomi una carezza sul viso subito dopo "Giuro che sarò qua prima che tu ti accorga della mia mancanza. Prenoto il ristorante per le 20, così ceniamo con calma visto che hai il volo a mezzanotte."

"Okay... fai presto, Christian." gli metto le braccia intorno al collo e lo faccio abbassare nuovamente per baciarlo dolcemente sulla bocca "Io mi farò bella per la cena."

"Sei già bella, star." si alza e mi manda un bacio volante "Appena finisco la commissione, vado al mio appartamento per prepararmi e poi vengo a prenderti. A dopo."

"A dopo, Christian." gli sorrido e dopodiché lo guardo uscire da casa mia. Anche una volta che non è più davanti a me, non riesco a levarmi dal viso questo sorriso da ebete che ho stampato sul volto. Ah... cosa mi sta facendo questo ragazzo.

*****

Christian

Esco dalla libreria delle amiche di Nora, soddisfatto per gli acquisti, sono contento che siano arrivati in tempo per darglieli prima che vada in Sardegna.
Oggi ho conosciuto anche Bianca, la seconda ragazza proprietaria del locale, e devo ammettere che anche lei è molto simpatica e alla mano.
Sia lei che Luna mi hanno riempito di domande su come ho intenzioni di dare i regali alla mia ragazza senza rischiare di essere decapitato, e questo mi ha fatto molto ridere perché mi è venuto in mente il suo volto minaccioso mentre uscivo da casa sua. Mi ha intimato di non regalarle nulla, ma è ovvio che non le ho dato retta. Le darò i libri in aeroporto, in modo tale che non possa fare altro che accettarli, soprattutto dopo la bella serata passata insieme.

"Christian?" sento una voce femminile pronunciare il mio nome e mi giro curioso, trovandomi davanti gli occhi neri di Flavia... io e lei ci siamo frequentati un po' appena sono arrivato a Milano, ci siamo conosciuti durante una serata in discoteca, ma alla fine abbiamo smesso di vederci perché nessuno dei due provava niente e la nostra breve storia era diventata già abbastanza noiosa. Ci siamo lasciati di comune accordo, anche se non stavamo proprio insieme, eravamo ancora all'inizio. "Oddio sei proprio tu, non mi aspettavo di vederti in giro a quest'ora, in mezzo a tutta questa gente."

"Ehi Flavia, sì dovevo ritirare dei regali e stavo già tornando a casa." lei sorride e si avvicina a me per baciarmi sulle guance, da quando sono in Italia ho scoperto che questo saluto è davvero molto comune, più di quanto pensassi.

"Ma no, di già?! Mi piacerebbe offrirti un caffè almeno, così per augurarti buon Natale." me lo chiede speranzosa, infilando le mani nelle tasche del lungo cappotto che ha addosso "Non ci mettiamo tanto, solo per scambiare quattro chiacchiere e aggiornarci un po'. Ho visto che hai portato una bella ragazza alla cena di Natale della squadra."

Sorrido appena sento fare riferimento a Nora e annuisco. "Sì, è la mia ragazza. Va bene dai, accetto un caffè veloce. Poi però devo correre perché ho prenotato un ristorante per cena e devo essere super puntuale."

"Benissimo." ribatte entusiasta e indica un caffè all'altro lato della strada "Andiamo lì, è molto riservato e non ci darà fastidio nessuno. Ricordo ancora che non ti piace stare in mezzo alla gente e dare modo di parlare di te."

"Allora, se dici così, è perfetto quel bar. Dopo di te." le faccio cenno di passare e farmi strada, e lei ringrazia, iniziando a camminare.

Mi fa piacere bere un caffè con una vecchia conoscenza. Non abbiamo nemmeno mai discusso, penso potrebbe comunque essere un rapporto amichevole e civile il nostro, semplicemente due persone mature che riescono a parlarsi senza scannarsi dopo una conoscenza non andata bene.

E poi sono così di buonumore oggi, per avere passato la mattinata con Nora, perciò niente e nessuno potrebbe scalfirmi o farmi spegnere il sorriso, posso pure concedere un caffè a Flavia.

*****

Nora

Sono quasi le 19:30 e di Christian nemmeno l'ombra. Mi sembra strano non sia ancora qua, visto che mi ha detto che avrebbe prenotato per le 20, ma continuo a chiamarlo e il telefono mi dice che non è raggiungibile. Inizio ad essere preoccupata, non è da lui fare tardi e non è da lui sparire così nel nulla... forse è sciocco, ma ho paura gli sia successo qualcosa.

Provo a richiamarlo ma anche stavolta scatta subito la voce fastidiosa e metallica della segreteria. Sbuffo rumorosamente e, nello stesso momento, mi viene in menta un'idea. Potrei guardare nei suo taggati se ci sono foto o notizie. Solitamente viene sempre postata ogni foto sua, quando viene avvistato in giro con dei fan o che.

Perciò cerco il suo profilo su Instagram e vado subito nelle foto taggate, scorrendo un po'. Trovo varie foto postate dalle sue fanpage, addirittura alcune che postano anche quelle con me alla cena, scrivendo frasi come se fossi famosa anche io... però non sembra esserci niente di oggi, pertanto continuo a scorrere un po', bloccandomi all'istante quando vedo una foto sua che lo ritrae accanto a un bar in compagnia di una ragazza con i capelli neri. Deglutisco all'istante e cerco di non trarre conclusioni affrettate, anche se la nausea che si espande a velocità della luce nel mio stomaco non mi aiuta.
Leggo la descrizione, sperando sia solo una fan, anche se sono fin troppo vicini, ma mi sento solo peggio quando leggo: 'Christian Pulisic in compagnia di una misteriosa bruna in un bar di Milano.'

Non ci posso credere... mi ha detto che andava a ritirare dei regali, e invece mi ha mentito? E non solo, sarebbe dovuto essere qua già da un pezzo e invece mi ritrovo ad aspettarlo da non so quanto, vestita di tutto punto e sentendomi una vera deficiente.
E pensare che mi ero pure preoccupata non gli fosse accaduto qualcosa, mentre lui si stava divertendo alla grande, che cretina che sono. Non ho mai provato così tanto imbarazzo per me stessa in vita mia... so che non dovrei pensare chissà cosa, ma lui ha mentito ed è in ritardo, non riesco a non pensare male. La vita non mi ha mai smentito in senso positivo, non vedo perché dovrebbe farlo proprio ora.

Sistemo le valigie accanto alla porta e faccio per chiamare un taxi, volendo recarmi in aeroporto già da ora per uscire da questo appartamento e prendere un po' d'aria, ma mi fermo di scatto quando sento suonare al campanello.

Per un attimo valuto l'idea di fingere di non essere in casa, perché è scontato sia Christian, dato che nessun altro sa dove vivo, ma sapendo che non è il gesto più maturo da fare, vado ad aprire.

Mi sento lo stomaco stringere quando i suoi occhi castani mi appaiono davanti e quando mi rendo conto che ha in mano un mazzo di girasoli, i miei fiori preferiti. Non riesco a credere che sia così bravo a mentire...

"Star, scusami... ho fatto tardi, ma se andiamo ora possiamo arrivare più o meno in orario." annuisco davanti alle sue parole e decido di dargli una possibilità per spiegare, in fondo è giusto e se lo merita.

"Figurati, Christian... come mai sei in ritardo? È successo qualcosa?"

Arriccia le labbra e, nonostante sembri pensarci un po' su, scuote la testa in segno di negazione, facendomi provare una fitta all'altezza del cuore. Non posso crederci. "C'era un po' traffico, forse perché tutti sono fuori per comprare gli ultimi regali di Natale, e poi sai come è in queste situazioni. Comunque appena mi sono liberato sono venuto a prepararmi ed eccomi qua."

"Certo..." rispondo quasi con aria distratta "Penso che dovremmo rinviare la cena, Christian." mi allontano dalla porta e lui entra nel mio appartamento, seguendomi.

"Come? Perché? Stai male?" mi giro nuovamente verso di lui quando lo sento fare diverse domande e mi chiedo automaticamente come faccia a fingere così bene un interesse che è evidente non prova. "Nora cosa sta succedendo? Sei pallida... sembra che tu abbia visto un fantasma. Nemmeno mi guardi quasi quasi."

"Me lo chiedi? Christian, ho visto le tue foto con la ragazza mora... non serve a niente che mi menti, okay? Se volevi uscire e andare da un'altra, bastava che lo dicessi. Non sei obbligato a stare con me, in fin dei conti ci conosciamo appena."

Lui strabuzza gli occhi e posa i fiori sul tavolo, prima di tornare davanti a me. "Ma che vai a pensare Nora? Non ti farei mai una cosa simile. Possiamo parlarne?"

"Ora vuoi parlarne?" glielo chiedo stizzita, mentre una risata amara abbandona le mie labbra "Ti ho chiesto apposta se fosse successo qualcosa che ti ha fatto fare tardi, ma hai inventato una scusa, perciò penso che ci siamo già detti tutto."

"Aspetta... stai traendo conclusioni affrettate, non te l'ho detto solo perché è stata una cosa da niente e non volevo farti allarmare in alcun modo. Per piacere... ho organizzato una serata da passare con te prima della tua partenza, non sprechiamo gli ultimi istanti insieme." me lo chiede quasi supplicandomi, mentre io scuoto la testa. Ho sofferto troppo, mi sono fidata troppo delle persone sbagliate... ora non riesco a credergli, soprattutto perché mi ha mentito.

"Ti ho dato la possibilità di spiegarmi... mi hai mentito, perciò va bene così." glielo ripeto, stringendo i pugni per non mostrargli le mani che tremano "È meglio che tu vada a casa, o che porti qualcun'altra alla cena per non sprecare l'ordinazione... io andrò da sola in aeroporto." glielo comunico con la voce che si spezza, impedendo alle mie lacrime di scendere, non voglio piangere davanti a lui. Odio farmi vedere così davanti agli altri.

"Non riesco a credere che pensi che abbia un'altra... come ti viene in mente?"

"Incolpa solo te per questo." forse sono troppo dura, ma le parole mi escono fuori dalla bocca come se niente fosse. "Vattene, Christian."

"Stai solo scappando... hai paura e scappi invece di provare a fidarti di me. Mi dispiace se ti hanno fatto male in passato, ma io non sono come gli altri, non sono chi ti ha ferito." Abbasso lo sguardo e indietreggia fino al portoncino "Mi dispiace davvero che tu pensi questo di me, perché allora non hai capito nulla... pensavo di averti dimostrato la persona che sono, pensavo che piano piano stessi imparando a conoscermi, ma forse mi sbagliavo. Buone vacanze, Nora."

Mi lancia un'ultima occhiata, mostrandomi i suoi occhi feriti, e poi esce da casa mia, senza aggiungere altre parole, e chiudendosi la porta alle spalle.

Istintivamente mi porto una mano alla bocca, cercando di soffocare un singhiozzo e non riuscendo più a trattenere le lacrime. Mi sento ferita, mi sento una sciocca, non so cosa pensare... perché mi ha mentito e perché sembra così maledettamente sincero allo stesso tempo? Tutto questo non ha senso. Tutto questo mi confonde.

Ma devo ricordarmi che chi vuole giocare con te si mostrerà sempre per qualcuno che non è... perciò non posso fidarmi solo perché si mostra ferito. Anche se i suoi occhi sembravano così sinceri.

Pensavo davvero di aver trovato una connessione speciale con lui... ma mi sono sbagliata, eccome se mi sono sbagliata.

Mi servirà proprio questo periodo breve lontano da lui... mi servirà per pensare e per capire cosa fare del nostro rapporto che al momento non so più come definire.

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