capitolo 2

sono arrivato dopo non so quanto tempo.

pensate che da roma sono partito per l'america.

di tempo ce n'è.

intravedo mio padre che subito corre da me abbracciandomi ma io non ricambio.

-oh ciao bryan com'è stato il viaggio?- chiede mio padre

digito sul cellulare  un semplice "apposto" per poi incominciare a camminare

-bryan dall'altra parte- mi informa mio padre trattenendo una risata.

io non ci vedo niente di divertente, ho solo sbagliato direzione niente di che.

-allora bryan io ancora sono un coach di basket e ho due aiutanti una femmina ed un maschio. spero vivamente che ti apri con loro.-

ohohoho si certo resta convinto.

-vieni qui siamo con la macchina-
mi informa mio padre aprendo una macchina tutta nera abbastanza bella.

dopo che mio padre ha messo la valigia nel bagagliaio mi fa accomodare nella macchina e subito partiamo.

-bryan io voglio che tu ti rilassa per questi mesi. non voglio che pensi a ashl..-
subito lo interrompo con la mano facendo un segno di negazione per poi digitare qualcosa nel mio telefono.

-non voglio che la nomini. non voglio sentire il suo nome!- parla al posto mio la voce metallica

-scusami non volevo. comunque. non voglio che tu pensi a lei. voglio che tu ti rilassi e ti diverti-

si, sembra facile. dopo la sua morte niente mi rende felice. e da molto tempo che non rido.

non so più nemmeno  cosa significhi essere felice.

lei era il mio sorriso. e da quando lei non c'è più anche il mio sorriso se n'è andato.

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