#tra tutte quelle promesse infrante, una rimarrà.
#tra tutte quelle promesse infrante, una rimarrà.
Il primo settembre Ade si stava concedendo il meritato riposo.
Finalmente la guerra contro Gea era finita, i morti erano tornati al loro posto (tutti o quasi...Hazel non valeva), e lui aveva appena terminato anche con le porte della morte tirando fuori l'amico di Nico, Jackson e di quella figlia di Atena.
Ora era finalmente in pace.
Persefone lo avrebbe raggiunto presto, Nico era al campo mezzosangue in infermeria con quel figlio di Apollo (menomale gli era passata la cotta per Jackson)mentre Hazel era felice al campo Giove con quel figlio di Marte(forse dovrebbe imparare i loro nomi, dopotutto li avevano salvati! Inoltre Mira avrebbe voluto saperli alla prossima partita a Poker).
Tutto andava finalmente bene.
Il dio degli inferi si accomodò sul suo trono e si lasciò riposare gli occhi, con l'intenzione di farsi un bel sonnellino.
Le braccia stanchesi appoggiarono sui braccioli.
Per allietare i suoi sogni, immaginò la sua Persefone.
I suoi morbidi capelli.
I suoi dolci occhi
la sua melodiosa voce, con quel soave tono con cui piegava le labbra. E dire
-ADE!-
il sovrano dell'oltretomba quasi cadde da suo trono e trasalì dal dolce pensiero della moglie.
Altro che soave suono! Quello era il ringhio di una creatura piena di ira!
E non era la sua amata a chiamarlo.
Immaginò che fosse lì, ma aprendo gli occhi si rese conto che davanti a lui non c'era nessuno.
La iraconda creatura era fuori dal palazzo, ma la sua voce risuonava per tutto il regno.
Un assordante silenzio riempì gli inferi, ma nessuno osò emettere un suono.
Alcuni mostri incontrarono l'ira funesta della creatura, ma scapparono immediatamente nel tartaro, convinti che lì sarebbero stati al sicuro.
La creatura era assetata di sangue e nessuno voleva essere il suo spuntino.
Le anime dei dannati non emisero un suono, tremanti che se la creatura si fosse accorta di loro, li avrebbe divorati.
I suoi tacchi che toccavano il suolo erano gli unici rumori udibili in tutto il regno.
Ade, dall'alto del suo trono, sentì un brivido lungo la schiena mentre osservava la porta aprirsi.
Era lui l'obbiettivo della furia, e ciò non lo rassicurava affatto.
Lei era già stata lì moltissime volte, ma mai da arrabbiata, mai così tanto almeno (e meno male non aveva ancora scoperto che Nico qualche mese prima era stato rapito)
-lui dov'è?- chiese con un sibilo feroce la nuova venuta.
I suoi occhi solitamente caldi e gentili erano diventati gelidi mentre le suelabbra non erano piegata nel suo solito sorriso.
-LUI DOV'È?!- urlò, vedendo che il dio non le stava rispondendo.
-Mira, non ho la minima idea di chi tu stia parlando- disse Ade, mentendole.
Un idea ce l'aveva eccome, ma dirla l'avrebbe resa ancora più intrattabile.
-COME CHI? IL MIO BAMBINO! DOV'È IL MIO BAMBINO?- continuò ad urlare, sostituendo pian piano la rabbia dalla disperazione.
Le ginocchia cedettero e Mira cadde sul pavimento.
-DOV'È IL MIO BAMBINO?! DOV'È? Lei aveva detto che sarebbe tornato per, e non oltre Agosto! E lui non è tornato! PERCHÈ NON È TORNATO!? Dimmi Ade, lui è qui? DIMMELO! DIMMELO ADE! LUI È QUI?- disse ancora la donna, mentre la disperazione le graffiava la gola dalle urla.
-il mio bambino...il mio Jason...- iniziò a sussurrare, sentendosi sempre più debole.
Dal basso del pavimento continuava a guardare Ade, in attesa.
Ogni minuto che passava era bel più angosciante del precedente.
La pelle di Mira era solitamente candida, ma quel giorno era ben più pallida, sotto gli occhi delle occhiaie scavate sul volto e i suoi capelli, solitamente ben pettinati, erano molto scompigliati.
Vedendola così, Ade sentì il suo cuore spezzarsi.
La sua amica era disperata.
-Ade dimmelo, ti supplico...lui dov'è? Lui aveva promesso di tornare in tempo per il compleanno di Elettra, per vedere Damon camminare e parlare...dov'è il mio Jason? Il mio bambino rispetta sempre le promesse...e se non lo fa è solo perché lui...perché lui...- continuò Mira, sentendole lacrime uscire sempre più copiose.
-Ade lui è qui? Dimmelo....LUI È QUI?- chiese ancora Mira, guardandolo con i suoi occhioni azzurri.
-no Mira. Lui non è qui- disse alla fine Ade, sperando di alleviare un minimo la sua sofferenza.
Mira non sorrise, non ne aveva la forza, ma le lacrime si attenuarono leggermente a quella notizia, suo figlio non era morto...
Jordan era Magnolia da poco più di un mese quando a pranzo, Nelly fece un annuncio a lui e a Freed.
-parto. Ho avuto il permesso della Master. Non starò via molto, solo qualche giorno. Ma mi sembrava giusto dirlo- disse la Ramata, mentre mangiava i piselli.
-cosa?- chiese incredulo Freed.
-ho detto che parto, tra due ore. Jordan mi passi il sale?- chiese Nelly, indicando il condimento che stava a sinistra del cugino.
-certo, Nels.- disse Jordan, guardando però lo zio.
Aveva la sensazione che presto sarebbe successo un disastro.
-tra due ore? Ma dico Nelly! Avvertire prima?- fece Freed, guardando negli occhi la nipote.
E quella da dove era uscita?
-grazie Jordan. Si, tra due ore. Ti ho avvisato appena ho deciso, ovvero adesso. Ma come ti ho detto sarà solo di pochi giorni, massimo tre o quattro...forse cinque.- disse Nelly con freddezza.
-Nelly ma ti senti? Come puoi scegliere a caso di partire! Come tuo tutore mi rifiuto di farti andare- disse Freed, sfidando in una gara di sguardi.
Peccato che nessuno avesse mai vinto in una gara di sguardi contro Nelly.
-allora rinchiudimi in camera, ma sai che scapperò da lì, l'ho fatto per anni e tu non te ne sei mai accorto. Io partirò che tu lo voglia o no, se vuoi mettermi in punizione potrai farlo quando saràò tornata .- disse sicura Nelly.
Nel frattempo Jordan era in mezzo ai due, guardandoli come se fosse una partita di tennis.
Alla fine a cedere fu, com'era prevedibile, Freed.
-e sentiamo, dove vorresti andare?- chiese il verde.
-prima a Horgeon, e poi su Tenru.- spiegò annoiata Nelly.
Freed sentì un brivido.
Aveva un idea del perché sua nipote volesse andare lì.
-hem...dov'è Tenru?- chiese Jordan, tanto per fare conversazione.
Si sentiva a disagio, molto, ma se Nelly partiva avrebbe dovuto sapere dove andava, no?
-Tenru è l'isola sacra della nostra gilda. Solitamente quando un mago fa un viaggio molto lungo fa una sosta lì per chiedere la "protezione" della prima master è più che altro una cosa simbolica e un segno di rispetto e di conoscenza delle nostre origini.- spiegò Nelly.
-ah...ma scusa tu non avevi detto di voler fare un viaggio corto?- chiese Jordan, trovando una discrepanza tra quello che la cugina gli aveva detto.
-oh, ma io farò un viaggio corto, per ora. Ho visto che ti stai legando con Xav, avete in programma di fare qualcosa oggi?- chiese Nelly, e con quella domanda mise fine alla conversazione sul suo viaggio.
-beh, si...ha detto di volermi portare con sé durante un incarico.- disse Jordan, timidamente.
-è fantastico! Ti divertirai vedrai- disse Freed, sorridendo.
Nelly fece un sorriso appena accentuato, ma anche lei lo incoraggiò.
E il resto del pranzo venne utilizzato per parlare del primo incarico di Jordan.
-dunque partiamo?-chiese Mark, guardando Nelly all'uscita della gilda.
-io parto. Tu non so cosa voglia fare- disse svogliata Nelly, sorpassandolo.
Poi gli avrebbe chiesto scusa per il suo comportamento, ma aveva altre priorità.
-io vengo con te. -disse tranquillo il moro, seguendola con il suo zaino in spalla.
-non sei obbligato a venire con me. E poi ho deciso all'ultimo non sai nemmeno dove voglio andare- disse la rossa.
-chiariamo subito le cose: fosse per me, ti seguirei ovunque, anche se non sapessi veramente dove vuoi andare e poi lo so dove vuoi andare: a Tanru a cercare indizi su Jason. Nelly ti conosco. Era prevedibile che saresti andata appena superato il tempo massimo, ti ho sentita chiedere il permesso alla master settimane fa, magari avrai deciso dipartire oggi all'ultimo, ma sapevo saresti andata. Quindi vengo, fine della storia- disse Mark.
-...sei testardo-disse lei, mentre lo guardava con la cosa dell'occhio.
-per forza! Devo essere più testardo di te per essere tuo amico e per sopravvivere in questa famiglia- disse sorridendo Mark, prendendole la mano.
Nelly cercò di nascondere un sorriso, ma Mark lo vide benissimo e si sentì molto orgoglioso.
Finalmente, da più un mese, era riuscito a far sorridere Nelly.
-Xavier avrei una domanda.- chiese Jordan, mentre lui e il rosso camminavano per le vie di una città.
Di sicuro il rosso gli aveva detto che città era, ma Jordan era troppo occupato a guardare tutto intorno a lui.
-dimmi pure Jojo-disse Xavier.
-Jojo?- chiese stranito Jordan.
-è un soprannome. Mi sembrava carino....però mi fa strano chiamarti così...Jo forse è meglio- disse sovrappensiero Xavier, pensando che chiamarlo Jojo gli faceva pensare a Jordan dell'altra realtà... chissà se lui e Xavier Foster si erano messi insieme...lui sperava di sì.
.-Jo va bene....comunque volevo sapere se sapevi come mai Nelly voleva andare a Tanru- chiese il verde.
Sentendo quell'informazione, Xavier si fermò e si voltò a guardare Jordan.
-Nelly è andata a Tanru?- chiese di rimando il giovane Fernandez.
-beh, sì...o almeno questo era il suo piano- disse Jordan, confuso.
-quando? Quando è partita?- chiese ancora Xavier.
-credo un oretta fa...ma perché?-
-accidenti! Magari eravamo ancora in tempo ad unirci a lei...a beh, non importa. Chiamo Mark e sento se lui lo sapeva...ma credo che lui se lo aspettasse-disse Xavier, senza dare spiegazioni al verde, tirando fuori il lacrima-telefono.
Dopo alcuni squilli, il moro diede risposta
-hey Mark sonoio...si lo so che hai il mio numero salvato e che non devo dirlo quando ti chiamo....perché volevo dirlo almeno una volta....si, no comunque dove sei? .....ah...con Nelly?....come sta?...davvero? È grandioso!...sì si...va bene, allora divertitevi e fateci sapere. Ah e salutaci quella tiranna!...sì sì, ciao- disse poi Xavier, riattaccando.
-Mark ti saluta. A quanto pare si immaginava che Nelly sarebbe partita e l'ha seguita prima che andasse da sola. Per quanto riguarda la tua domanda, sono certo che Nelly stia cercando Jason- disse Xavier, sospirando.
Anche a lui mancava da morire, come a tutti del resto.
-quel vostro compagno che doveva tornare l'altro giorno, giusto?- chiese Jordan.
Il nome Jason sembrava aleggiare sempre nell'aria di agosto, ma nessuno ne parlava apertamente.
E chi lo faceva, si adombrava un po'.
-sì...lui. Doveva tornare entro la fine di Agosto, ma non è tornato. Onestamente siamo tutti preoccupati.- disse Xavier, con tono stanco.
-che tipo è?-chiese Jordan, pentendosi subito della domanda.
Xavier sembrò lontano mentre ci pensava.
-lui è...incredibile! È fantastico! Possiamo sempre contare su di lui, sempre, e fa dei dolci buonissimi! Io adoro la sua torta alle fragole, ma anche la sua red velvet è spettacolare! Poi è sempre gentile e responsabile. È come avere un fratello maggiore: spesso con Justin, mio fratello, mi comporto come si comportava Jason con noi! È un po' pazzo, perché pensa a moltissimo alle coppie e al romanticismo, ma la sua priorità solitamente è aiutare gli altri. È coraggioso, forte ed è un mago incredibile. È il miglior fratello che si possa desiderare.....e ci manca. A tutti.- disse Xavier, sospirando.
-...dovevi volergli molto bene.- disse Jordan, guardando il ragazzino.
-ovvio. Lui è Jason, come si può non sentire la sua mancanza?...beh, ovvio, tu non lo conosci...ma quando lo conoscerai lo adorerai, vedrai.- disse Xavier cercando di sorridere.
Di certo Jason stava bene.
Doveva stare bene.
Perché, come diceva Jason quella era "l'unica opzione accettabile"
giusto?
Dopo circa un giorno di viaggio tra il treno e la barca, Nelly e Mark approdarono su Tenru.
-bene, ci siamo. Adesso dobbiamo solo cercare la tomba della master e scoprire se Jason è stato qui!- disse Nelly, iniziando a guardarsi intorno.
-hem, Nelly....come scopriamo se Jason è stato qui?- chiese Mark, seguendola
-da tracce umane. Negli ultimi nove mesi Jason è stato l'unico a fare un viaggio lungo, ergo l'unico che probabilmente è passato di qua- disse Nelly, incamminandosi.
-giusto...ma poi come potremmo scoprire dove è andato?- chiese ancora Mark, seguendola compagna.
-NON LO SO, VABENE?! Non posso sapere tutto! Fino ad ora questa è l'unica traccia che abbiamo!- disse, e a tratti urlò, Nelly isterica.
-hey...va bene....lo troveremo, vedrai- disse Mark, prendendola per le spalle.
-come fai a dirlo? siamo realisti Mark, da quando lo conosciamo ha mai infranto una promessa?-
-beh, no, ma...-disse Mark.
-e allora se lui fosse...-
-non pensarlo neanche, ok Nelly? Dobbiamo fidarci di lui, dobbiamo credere che lui stia bene.- disse Mark, costringendola a guardarlo negli occhi.
Gli occhi di Nelly sembravano sul punto di piangere, lei era spaventata, invece Mark era sicuro.
-...come fai a crederlo?- chiese Nelly, sussurrando.
-beh, essere pessimisti mi costa molte più energie rispetto ad essere ottimisti. E così posso usare queste energie per aiutare te.- disse Mark, sorridendo.
-hai ragione....dobbiamo trovare Jason, non pensare a ciò che potrebbe o non potrebbe essergli successo.- disse Nelly, come rianimata da una nuova energia.
I due si avvicinarono alla lapide di pietra dove era inciso il simbolo di Fairy Tail.
-è questa! L'abbiamo trovata!- disse Nelly, guardando Mark.
-sì è vero, l'avete trovata- disse una nuova voce.
Sopra la pietra, ci stava seduta una ragazzina dai lunghissimi riccioli biondi e dagli occhi verdi.
Aveva più o meno la loro età, e gli sorrideva.
Dopo lo spavento iniziale, i due maghi la guardarono meglio.
La riconobbero subito, dall'altro come potevano non farlo?
Avevano sentito troppo storie su di lei per non saper chi fosse.
-Prima...è un onore conoscerla- disse con rispetto Nelly.
-l'onore è mio Nelly, Mark. Sono felice di conoscere altri membri della mia famiglia!- disse la prima Master, dondolando le gambe sulla sua stessa lapide commemorativa.
-Master Mavis, vorremo sapere una cosa.- iniziò Mark, guardando il fantasma.
-si, so cosa volete sapere, io infatti sono qui proprio per dirvelo: non lo troverete qui, né da nessun altra parte.- disse malinconica, guardando l'orizzonte.
-vuole dire che...lui è...?- disse Nelly, sentendo le ginocchia molli.
Rimaneva in piedi solo a causa del suo orgoglio, ma anche quello stava cedendo.
-oh, non temere Nelly, Jason è vivo.- disse Mavis, sorridendo.
Mark lasciò andare il respiro che non si era reso conto di trattenere.
-solo...non è ancora il momento che Jason torni. Lui tornerà, e vi prometto che io stessa lo porterò a metà strada quando arriverà il tempo. Ma per ora, Jason rimarrà dov'è. Ha ancora molte cose da fare- terminò Mavis, guardando dolcemente i due ragazzini.
Nelly non ce la fece più e cadde.
Mark si accovacciò con lei e le tenne una mano.
l''altra la ramatala usò per prendere a pungi la terra.
Non sarebbe servito a niente, ma la rabbia e la tristezza l'avevano sopraffatta.
Non era giusto.
Non era giusto!
Voleva urlare, ma l'unica cosa che riusciva a fare era sussurrare.
Voleva essere forte, ma riuscì solo a piangere mentre Mark, tenendole ancora la mano, l'abbracciò.
E in quell'abbraccio Nelly pianse finché non ebbe più lacrime.
A Mavis vedere quella scena costò tanto, sentiva il suo cuore spezzarsi mentre si perdeva nei ricordi.
Anni prima, esattamente nello stesso punto dove Nelly piangeva, Jason una volta le aveva chiesto un favore.
Era successo sette anni prima, nel primo giorno di luglio, il decimo compleanno di Jason, e i coniugi Dreyar avevano portato il figlio sull'isola diTenru come regalo.
Il piccolo Jason amava la storia della prima Master e di come il suo trisnonno ne era stato amico, quindi fu entusiasta di venire sull'isola dove tutto era iniziato.
Mavis era passata a controllare, vedendo il piccolo avvicinarsi alla sua tomba commemorativa.
-salve prima- aveva sussurrato Jason.
-è un piacere conoscerla, io sono Jason- disse il biondo, facendo ridere Mavis.
Sapeva benissimo chi era, vegliava su di lui dalla sua nascita.
-io l'ammiro tanto, ma vorrei chiederle un favore.- disse Jason, avvicinandosi ancora di più alla lapide di pietra.
Un favore? La curiosità di Mavis si accentuò, e si avvicinò sempre di più al bambino.
-nella nostra famiglia, prima, c'è una regola: "ovunque tu sarai, per quanto distante potrai essere io sarò sempre con te e saprò sempre dovetrovarti"...ma se un giorno mi dovessi perdere e la mia famiglia non riuscisse a vedermi? Prima, non è che potrebbe portarmi a metà strada se un giorno mi perdessi?- chiese il piccolo, facendo sorridere Mavis.
Adesso che Jason si era perso, lei doveva rispettare la promessa fatta.
Appena Jason sarebbe stato pronto a tornare a casa, Mavis lo avrebbe portato a metà strada.
Due giorni dopo, quando Mark e Nelly tornarono alla gilda, tutti vennero a sapere del destino di Jason.
Hurley scosse il capo, salutò e poi se ne andò.
Purtroppo se lo aspettava.
Elettra urlò che lei non avrebbe mai più festeggiato il suo compleanno fin quando Jason non sarebbe tornato, anche se per farlo avrebbe dovuto aspettare trent'anni!
Mira pianse tra le braccia di Luxus, e lui bevve parecchio quel giorno.
Tutti furono arrabbiati o tristi in qualche modo, e stava per scatenarsi il caos fin quando Natsu non intervenne.
-ragazzi, Jason tornerà! L'ha detto Mavis! Cos'è questa poca fiducia nei suoi confronti? È un nostro compagno e un ragazzo fantastico e noi dobbiamo fidarci di lui. Sarebbe molto deluso se ci vedesse perdere in questo modo.- disse il rosato, attirando l'attenzione della gilda.
-per quanto mi costi ammetterlo, Fiammella ha ragione. Jason tornerà. Non sappiamo quando, ma lo farà. E quel giorno lo accoglieremo come si deve. Per allora continueremo a fare come abbiamo fatto fino ad ora: ci fideremo di lui- disse Gray.
Probabilmente ciò che fece effetto su tutti non fu il discorso o il fatto che Natsu avesse ragione (Eterius Natsu Dragoneel aveva ragione! Che era? Il giorno dei miracoli parte due?)
ma per il fatto ancora più incredibile che Natsu e Gray fossero d'accordo!
E se loro due potevano essere d'accordo su qualcosa, allora loro potevano fidarsi di Jason e aspettarlo con il sorriso sulle labbra.
Angolo Autrice
due capitoli in un giorno?
beh, che posso dire. mi sono impegnata....e avevo una gran voglia di pubblicarlo
C'è una sola cosa che mi sento di dirvi, oltre al salutarvi tutti con un bacione,:
JASON DREYAR TORNERÀ
Matilda
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