#Sciarpe, cappelli e doppie personalità
#sciarpe,cappelli e doppie personalità.
-Shanw, apri sono la mamma!- disse un giorno Meredy alla porta della camera da letto del figlioletto di sette anni.
Eh già, proprio pochissimo tempo prima era stato il trentuno dicembre, il suo compleanno.
Il primo senza Aiden.
Per tutti gli abitanti in quella casa era stato un giorno difficile, ma mai quanto per il piccolo Shanw.
Si era segregato in camera e non aveva fatto entrare nessuno.
L'unica a cui sembrava rispondere quando si avvicinava era Victoria, ma erano solo colpetti ala porta.
Per fortuna dopo la seconda settimana dalla morte del fratello aveva smesso di ringhiare o di urlare.
Ora stava semplicemente in silenzio.
Magari colpiva la porta ogni tanto, ma niente di che.
Agli inizi Lyon ,Meredy e Victoria pensarono fosse un miglioramento, ma Chelia disse loro che a detta sua, l'unico motivo per cui Shanw aveva smesso di urlare a chiunque entrasse era solo perché non aveva più voce per farlo.
Questo a causa della poca acqua che i genitori riuscivano a fargli bere.
Erano settimane che beveva pochissimo e mangiava ancora meno.
Si era barricato incamera e non ne era ancora uscito.
al solo pensiero dei chili persi per quel digiuno, Meredy era tentata di infilargli il cibo a forza in bocca.
Peccato che con il suo bambino questa cosa non avrebbe mai funzionato.
Avevano provato di tutto e di più.
tutti i bambini erano spesso passati ma nulla.
Anzi i bambini continuavano a venire, a giorni alterni, per convincere il più piccolo almeno a mettere qualcosa sotto i denti...
pure gli adulti riuscivano a passare più o meno un giorno sì ed uno no, cercando di convincere Shanw a mangiare qualcosa, anzi circa la metà degli inganni con cui i coniugi erano riusciti a far idratare il figlio erano opera loro.
Mark, insieme a Hurley, Nelly, Celia, Sylvia e Susette, si preoccupava anche di Victoria.
La bambina, per quanto messa infinitamente meglio del fratellino, non stava bene.
Purtroppo i due genitori stavano facendo a patti non solo con il loro dolore, ma anche con quello dei figli.
La più grande aveva perso un fratello.
Lo aveva visto morire davanti a se.
Aiden era morto per salvarla.
Anche se nessuno l'aveva accusata, neanche Shanw, per Victoria questa era la verità.
Per questo si addormentava ogni sera davanti alla porta bianca chiusa della camera che era appartenuta ai fratellini.
Per questo stringeva ancora quel regalo che doveva renderlo felice.
Solo per quello.
Dall'altra parte c'era Shanw, che si dava la colpa per altri motivi.
Perché sarebbe dovuto morire anche lui.
Oppure sarebbe dovuto morire al suo posto.
Perché Aiden era più forte di Shanw.
Perché tutti preferivano Aiden.
Perché lui preferiva Aiden a se stesso.
Erano legati.
Il potere della madre che il fratello aveva ereditato, li aveva legati si dal primo giorno nel ventre della madre.
Quindi sarebbero dovuti morire insieme.
Quindi perché lui era ancora vivo?
"perché io sono ancora qui fratello mio?"
perché io volevo che tu vivessi.
Una voce si fece largo nella sua testa.
La voce del suo adorato fratello.
"Aiden?"
no, quella fata turchina dello zio Gerard, ma certo che sono io!
"sei vivo?"
no, sono solo nella tua testa.
"ma sei qui?"
certo, non mi hai lasciato altra scelta con il tuo sciopero della fame. Se vai avanti così finirai per morire di fame
" ed in quel caso potrei stare con te?"
non pensarci nemmeno...non osare, mamma e papà hanno già perso un figlio. Non possono perderne due.
"però...io ho bisogno di te Aiden, non posso diventare perfetto senza di te. Ricordi? Era il nostro sogno: diventare il duo perfetto"
me lo ricordo eccome. Ricordo anche che pure papà ambiva alla perfezione e che gli ha portato solo un mare di guai
"e la mamma"
e noi, quindi un mare quindi guai
dall'altra parte della stanza il discorso in solitaria di Shanw, pareva spaventoso alla piccola Victoria che corse a chiamare i genitori.
Subito Lyon e Meredy si misero ad origliare il figlio che parlava da solo con se stesso, credendosi Aiden.
Qui la cosa stava iniziando a sfuggire di mano ai due adulti, che decisero di chiamare immediatamente Chelia.
Quando la maga arrivò, però, si ritrovò anche lei con la porta chiusa.
Senza vedere la scena con i suoi occhi, fare una perizia risultava pressoché impossibile.
-serve un modo per far uscire Shanw-
-e come? Sono tre settimane che stiamo tentando di farci aprire, ma niente. Abbiamo provato a farlo giocare a calcio, a lasciare il cibo, a sgridarlo, ad essere gentili, ma non funziona nulla.-
-Mer, troveremo una soluzione vedrai.- - lo so Lyon, è che sono spaventata...non voglio perdere anche Shanw-
- e non lo perderemo, te lo prometto-
-io avrei un idea!- fece Victoria. -cioè?- domandarono i tre in coro
– ciao Viky! Oh ciao Zia!- fece Hurley appena entrato nella stanza.
-vieni Harley! Ho un piano per far uscire Shanw dalla sua cameretta-
pochi istanti dopo era di nuovo di fronte alla porta bianca. - ho la sciarpa di Aiden-
cinque parole.
Erano bastate cinque parole perché la porta finalmente si aprisse.
Rivelando dietro di essa uno Shanw completamente in disordine.
Aveva gli stessi vestiti sporchi di quel giorno, era molto più bianco e pallido del solito, con grandi occhiaie scure che gli contornavano gli occhi ed i capelli erano completamente spettinati.
A tutti i presenti venne un tuffo al cuore nel vedere il bimbo così malandato.
Nella stanza alle sue spalle sembrava esserci passato un uragano, tranne che per i letti.
Quelli erano perfetti, segno che Shanw avesse dormito in terra.
Sempre che il bimbo avesse chiuso occhio, naturalmente. -d...da...davvero?- la voce del piccolo, già di per se bassa, in quel caso era rauca e sembrava graffiasse la gola del bambino ad ogni sillaba che pronunciava.
-davvero, l'avevo ritrovata e volevo regalargliela per il vostro compleanno- mentì la sorella. Shanw per un attimo parve stordirsi poi i suoi capelli sembrarono andare verso l'alto ed i suoi occhi si tinsero di giallo, andando a coprire il naturale colore Azzurro-grigio.
- bugiarda, mi avevi detto che eri andata a comprarla quella sciarpa-
-Ai...Aiden?-
-purtroppo mamma non ha esaudito bene il mio ultimo desiderio e sono ancora legato a Shanw. Adesso non è cosciente di ciò che stiamo dicendo perché è troppo debole. Scusatemi, giuro non volevo intervenire, ma questo idiota si stava lasciando morire di fame. Infatti ho preso possesso del corpo solo per farlo bere e mangiare almeno un minimo- tutti i presenti si stavano guardando stupiti, mentre il bambino, o i due bambini, rimaneva fermo.
Poi i capelli scesero e gli occhi ripresero il colore naturale. Segno che Shanw era tornato in se. -...spetta...-richiuse la porta, lasciando tutti storditi. Il bambino dalla duplice personalità riaprì la porta, mostrando un pacchetto rosso incartato molto male. Il piccolo lo tese verso la sorella chinando la testa verso il basso mentre le lacrime si lasciavano andare alla forza di gravità.
Su pacchetto c'era scritto con un pastello colorato ed una scrittura indecente:
"alla miglior sorella del mondo, Aiden e Shanw"
Victoria allungò il suo pacchetto e prese quello rosso.
Lo scartò tenendo cara persino la carta in cui era stato malamente avvolto.
Vi trovò dentro un cappello blu e bianco.
Il bambino intanto si mise la candida sciarpa, non sentendo però l'odore del fratello.
Poi il bimbo, per colpa di tutte le nottate insonne passate, crollò addormentato, mentre i genitori lo prendevano in braccio e lo mettevano nel loro letto.
Nello stesso luogo dove dormiva anche Victoria da almeno tre settimane.
-wow... è stato...strano- fece Hurley in mezzo a tutto quel non detto. In effetti era un pensiero comune. La bambina dai capelli rosa intanto piangeva silenziosa stringendo il cappello.
Glielo aveva detto...
in quei momenti lui le aveva detto di avere un regalo per lei.
Sotto al loro letto.
I due genitori si guardarono al volo e Lyon abbracciò la figlia mentre Meredy vegliava sui sogni del figlio minore.
Intanto Chelia iniziò a fare una visita al piccolo paziente ancora dormiente...
quando ebbe finito, parlò – non so quanto questa sia una buona cosa...nell'immediato se non lasciamo Aiden nel corpo di Shanw, lui potrebbe ricominciare a non mangiare e se l'idea di Shanw era, come ha detto Aiden, quella di lasciarsi morire di fame, allora ci stava riuscendo benissimo. Dall'altra parte nel lungo termine penso che Aiden finirà per consumare il fratello.-
- ed allora cosa dovremmo fare?- chiese Meredy, sussurrando tenendo però la manina del figlioletto addormentato
-... non ne ho idea.- disse la god slayer
-...potremmo non far niente per il momento. Shanw è ancora troppo piccolo e questo potrebbe aiutarlo per adesso, come hai detto te Chelia- parlò Lyon
- ma potrebbe non riuscire a passare oltre. Per lui non è sano tutto questo- fece il medico
– ma hai anche detto che si sta lasciando morire di fame... concentriamoci un attimo sul presente, e poi vorrei evitare di chiedere a Meredy distaccare il legame dei gemelli un altra volta - ribatté l'albino, sussurrando l'ultima frase.
I tre aduli si guardarono e iniziarono a parlare su cosa era meglio fare in quel momento, mentre i due bambini guardavano tristemente la scena.
Proprio in quel momento Mark e Nelly, accompagnati da Jason e da Wendy, entrarono.
Vedendo l'amico finalmente fuori dalla stanza fecero quello che doveva assomigliare vagamente ad un sorriso ed il biondo chiese spiegazioni al coetaneo, che raccontò tutto.
Mark si mise di nuovo a trattenere le lacrime, invano.
Gli occhi di Nelly si scurirono e Jason iniziò ad accarezzare le teste dei due bambini.
Così la ormai donna dai capelli blu entrò nella stanza con gli altri adulti, sperando di poter essere d'aiuto, e chiuse la porta.
...
Possiamo dire che Victoria non si tolse più il berretto bianco e azzurro.
Possiamo dire che finalmente Shanw ricominciò a mangiare e non si chiuse più nella cameretta, come un lupetto che inizia a leccarsi le ferite.
Possiamo anche dire che per quel primo momento Aiden rimase nella testa di Shanw, dopo numerose discussioni e pianti.
Possiamo dire che Shanw riprese ad essere tranquillo, perché finalmente, dopo numerosi giorni, non si sentiva più solo.
Da quel giorno, comunque tutti i bambini iniziarono a riprendersi piano piano.
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