#la fortuna sarà anche cieca ma la sfiga, che ci vede benissimo...

#la fortuna sarà anche cieca ma la sfiga, che ci vede benissimo, fa pure favoritismi.

In effetti si poteva dire che la sfortuna ricercava sempre le stesse persone: di questo Caterina Ross ne era più che convinta.

Soprattutto guardando, ancora sotto profondo shock, quel piccolo cumulo di cenere di fronte a lei.

Kate sentiva semplicemente la tristezza e l'angoscia salirgli sempre di più.

L'unico motivo per cui non era scoppiata a piangere in quel preciso istante, era la piccola piromane responsabile di tutto quel casino, che sembrava anche lei sull'orlo delle lacrime.

–mi dispiace! Mi dispiace tanto! Stai bene? Sei ferita? Oh mia Mavis, se sei ferita ti porto subito da zia Wendy, anzi, ti porto ora da zia Wendy!– farfugliò nel panico la bambina, avvicinandosi sempre di più a Kate e prendendola per il braccio, pronta a trascinarla da quella fantomatica "zia Wendy".

–aspetta un attimo!– la interruppe Kate, vedendo il panico salire sempre di più alla bambina. –oh mia Mavis, ti sto facendo male? Mi dispiace, mi dispiace tanto io....– disse la piccola, non riuscendo più a trattenere le lacrime.

–va tutto bene, sto bene piccola. Tu ti sei fatta male piuttosto?– chiese Kate, mentre la bambina dai capelli rosa scuoteva il capo in senso di dissenso: quindi no, non si era fatta male. Kate allora si mise ad asciugare le lacrime che scorrevano sul volto della bambina –e allora va bene. Era solo....non era niente di importante: l'importante è che nessuna di noi due si sia fatta male– disse Kate, ingoiando il groppo alla gola che portava anche lei sull'orlo delle lacrime.

La piccola continuò a piangere e Kate la tenne stretta a sé, facendola sfogare.

Di certo quella mattina, quando aveva proposto a Jean, stranamente a casa dal lavoro di cantante, di andare a fare quel pic-nic al parco le ultime cose che si aspettava erano quelle: il suo piccino bruciato, Jean sparita mentre andava a prendere il gelato e lei a consolare una bambina che stava per ucciderla con il fuoco.

La sfortuna doveva proprio avercela con lei, ormai era appurato.

Facciamo diversi passi indietro:

tutto era iniziato 4 mesi prima, quando, mentre Kate girava per la sua libreria preferita.

–Kate, come mai tutta sola?– chiese la signora Ishigami, la libraia, guardando la ragazza.

–oh, signora Ishigami! Oggi Shanw non c'è, è fuori città per un incarico, quindi sono qui per passare il tempo. Ho letto un libro in biblioteca e volevo comprarlo!– disse Kate, sorridendo all'anziana signora.

–immaginavo. Ah Kate, hai saputo? A quanto pare tra 4 mesi uscirà il nuovo, e primo capitolo, dello spin-off de "le avventure di Iris".– disse l'anziana, conoscendo perfettamente i gusti della bluetta.

Ecco, si poteva dire che era stata la vecchia libraia colei che aveva dato inizio a quel ciclo di eventi e che avrebbe dimostrato a Kate di essere una delle favorite della sfortuna.

A Kate le si illuminarono gli occhi quando seppe che la sua saga di romanzi preferita fin da quando era piccola, stava per ricevere una nuova saga spin-off.

E subito uscì di corsa dalla piccola libreria per correre dalle madri a supplicarle di poter comprare, mesi dopo, il libro.

Lì, iniziò la fregatura.

Per Mia non c'erano problemi ma Gwen, stanca che la figlia più giovane non avesse esperienza lavorative e non sapesse cosa fare nella sua vita, colse la palla al balzo e le disse che, se voleva quel libro, avrebbe dovuto trovarsi un lavoro e pagarselo da sola quella volta.

–ma che diavolo?! Non puoi essere seria!– aveva risposto Kate, confusa.

–oh, andiamo! Puoi provare a fare qualche lavoretto, così intanto capisci cosa ti piace fare e poi fai una piccola selezione. Così, giusto per sapere che intanto puoi provare a fare qualcosa.– disse Gwen, usando un tono più dolce.

Kate arrossì.

Non c'era modo che smentisse la madre, visto che era vero: Kate all'apparenza non aveva nessun idea su cosa fare nella sua vita.

Ma la verità era un altra.

Caterina Ross aveva già un idea di cosa fare nella sua vita, eppure non riusciva neanche a pensare di dirlo alle persone che le stavano intorno.

Non aveva mai avuto problemi a parlare, la sua lingua lunga e sciolta era stata spesso motivo di fastidio e di scherno eppure quando voleva dire agli altri del suo sogno la voce spariva.

Quindi era ovvio che qualcuno si iniziasse ad interessare a cosa volesse fare.

–però andiamo! E se finissi per lavorare con qualche pazzo psicopatico? O per un maniaco? O un criminale? O un omofobo? O peggio...un buzzurro ignorante che crede che la letteratura sia lo studio dell'alfabeto?– chiese Kate, decisa sul fatto che non avrebbe fatto una cosa del genere.

Per niente.

Non si sarebbe messa a lavorare per uno sconosciuto così all'improvviso.

–tu leggi decisamente troppi libri: i datori di lavoro non sono tutti così– le rispose Gwen, chiedendosi dove la figlia avesse preso quelle idee.

–e poi scusami che dovrei fare? Consegnare i giornali? Wow che esperienze di formazione!– disse Kate, guardando male la madre.

Se solo riuscisse a dire che lei, sotto sotto un piano lo aveva.

Ma anche dicendolo chi le diceva che le sarebbe piaciuto? E se lo avessero trovato assurdo? E se avessero convenuto con lei che non ci sarebbe mai riuscita?

–intanto però potresti imparare a fare qualcosa e a scremare qualche idea. Insomma Kate non puoi vivere leggendo!– le ridisse Gwen.

–ho un idea– disse Mia, fermando Kate e Gwen –ovvero, Kate può lavorare come pasticcera da noi, e per lavorare Kate non intendo leggere mentre credi che io non ti sto guardando o mangiare i dolci, e mettersi a cucinare effettivamente i dolci, così Kate può iniziare ad avere un po' di esperienza e non deve mettersi in giro a trovare lavori inutili o datori di lavoro non acculturati. E poi Kate è un ottima pasticcera, quindi il suo aiuto mi farebbe comodo.– disse la rossa, regalando il giusto compromesso tra le due.

–...e questo è il motivo per cui non posso venire oggi Shanw– disse Kate, all'amico mentre mescolava le uova e lo zucchero.

–ti sei messa a lavorare con tua madre per un libro?– chiese Shanw, ridendo.

–ridi ridi, si vede che non vuoi nessun cornetto al cioccolato e crema.– lo riprese la ragazza, agitando la spatola sporca di tuorlo e zucchero come se fosse un arma.

In realtà toccò con la spatola la punta del naso del mago albino, che continuava a ridere.

–non volevo prenderti in giro, solo che trovo tutto questo molto da te Kate.– disse Shanw, con un sorriso sulle labbra.

–che vorresti dire?– chiese Kate, guardandolo di sottocchi. –dico solamente che alla fine, anche quando sei costretta a fare qualcosa che non vuoi lo fai comunque a modo tuo e alle tue condizioni. E non guardarmi così, è vero!– disse Shanw. –no, non è affatto vero.– disse Kate, aggiungendo il latte caldo alla miscela. –ma Mia non ti aveva detto solamente di fare dei biscotti?– chiese retorico Shanw, che era in cucina da un po' e aveva aiutato Kate, quasi per gioco, a stendere la frolla dei biscotti e a farci le formine.

–beh, sì. Ma quelli stanno cuocendo, dovrò pur far qualcosa nel mentre.– disse Kate, mettendo la nuova miscela di latte, tuorli, zucchero e farina di nuovo sul fuoco.

–eppure se ti interessasse solo il libro adesso staresti leggendo, e di certo non ti porteresti avanti con il "lavoro" facendo una crema per guarnire i biscotti.– disse candidamente Shanw.

Kate, in quanto ragazza di quasi quindici anni matura ed intelligente quale era, gli fece una linguaccia.

–ora scusami Kate, ma devo andare altrimenti Vicky mi uccide. Però domani voglio quel cornetto!– disse Shanw, uscendo prima di ricedere un qualche libro di ricette in testa.

Forse era stato un po' cattivo a prendere in giro Kate, Aiden nella sua testa non aveva resistito al suggerirgli tutte le battute che poteva farle, però non aveva resistito: e poi l'aveva fatta ridere, quindi doveva andare bene.

Kate, d'altra parte sorrise di gusto mentre le guance erano stranamente rosse.

A quel maghetto da strapazzo col cavolo che avrebbe portato un cornetto, se lo ripromise anche quando, qualche ora dopo, notò che le era avanzata un po' di crema.

Ovviamente la mattina dopo, quando consegnò quel sacchetto di carta a Shanw, s'inventò trenta scuse diverse, ma alla fine il sorriso di Shanw era esattamente il motivo per cui l'aveva fatto.

Kate, tra le giornate in pasticceria, le serate a leggere e i momenti di svago appresso a Shanw, si rese conto che Shanw, proprio in quel periodo sembrava allontanarsi.

E non era dicembre.

Kate non era stupida, sapeva bene che Shanw aveva qualcosa che lo tormentava ma di cui non aveva mai parlato con lei in quei quasi quattro anni in cui si conoscevano.

E non era nemmeno sorda, quindi sapevano che circolavano voci su Shanw, ma la bluetta semplicemente ignorava ogni voce che sentiva e che non le era stata rivelata direttamente dall'albino: dopotutto in quanto amica di Shanw solo lui aveva il diritto di rivelarle i suoi segreti quando e come preferiva.

Lei faceva solo quello in cui era particolarmente brava: gli rimaneva accanto senza fare domande fino a quando lui glielo avrebbe permesso.

Eppure in quei giorni Kate riusciva a vedere un tormento maggiore negli occhi di Shanw, nei suoi sorrisi sempre più forzati e nei suoi sguardi che non la guardavano più di tanto per troppo tempo.

Kate continuava a fingere di non notarlo, blaterando delle prime cose a caso e tentando di tenere l'attenzione di Shanw distraendola da qualsiasi altra cosa.

Soprattutto distraendo Shanw da quelle voci a sussurro che sentivano mentre camminavano.

Quelli forse erano i primi segnali di madame la sfiga.

–SHANW È DOMANI!– urlò eccitata Kate, alle dieci di sera di un giovedì sera. –hem...domani cosa?– chiese Shanw, massaggiandosi l'orecchio dove Kate aveva appena urlato. –Domani esce il libro! Non posso credere che tu te ne sia dimenticato– disse, offesa la ragazza, incrociando le braccia sotto al petto.

–ah, la tua ultima ossessione. Giusto– disse Shanw, sorridendole con affetto. –già! E finalmente, dopo quattro mesi di sforzi ho abbastanza soldi per comprare quel libro. E pure per rifornirmi di diversi libri a dire il vero. Ma comunque la mia priorità per ora è quel libro. Allora, vieni con me a comprarlo?– chiese Kate, guardando l'amico. –certo, quando?– chiese Shanw. –domani mattina. A dire il vero ho chiesto alla signora Ishigami di tenermene una copia, quindi non ho bisogno di fare la fila per ore già da stasera. Però devo passarlo a prendere domani. E poi visto che viene mia sorella in città pensavo che fosse una buona occasione per fartela conoscere.– disse Kate, elencando i programmi per il giorno dopo.

Shanw continuò a sorridere, già pronto ad accettare, poi però si rese conto presto di avere già un impegno proprio per il giorno dopo.

–Kate scusa, ma domani vengono a trovarci dei parenti, o meglio degli amici di famiglia quindi non posso venire.– disse Shanw, dispiaciuto. –oh...va bene. Nessun problema tranquillo. Poi te lo faccio vedere allora dopodomani– disse Kate, sorridendogli al meglio che poteva.

Shanw si sarebbe sentito in colpa nel sentire che lei ci teneva all'idea di andare insieme, e l'ultima cosa che Kate voleva era che Shanw si sentisse in colpa per questo.

–Davvero, mi dispiace– –nessun problema, davvero– disse Kate.

Secondo messaggio da madame sfiga per informarla di essere la sua prediletta.

Poi tutto divenne sempre più strano.

Il giorno dopo prese il libro che tanto aveva bramato e Jean passò almeno due ore ad tentare di attirare la sua attenzione, ma la giovane non si staccò dalle pagine del libro appena preso.

–va bene, vado a prendere dei gelati. Arrivo tra poco– disse Jean ad un certo punto, interrompendo la lettura della sorella.

–sì sì va bene– disse Kate, senza sapere che quei pochi attimi di distrazione l'avrebbero portata all'irreparabile.

Stava leggendo tranquilla, finché una voce sconosciuta non urlò –ATTENTA!–.

Accadde tutto così in fretta che neanche se ne accorse.

Un minuto prima si stava stiracchiando mentre aveva posato il libro, un minuto dopo il suo libro era in cenere e davanti a lei una bambina che la guardava terrorizzata.

Ed eccoci nella parte presente.

–davvero, mi dispiace tanto.– disse la bambina, dopo qualche minuto. –JULIA!– urlò una voce maschile, avvicinandosi.

Era un altro bambino, della stessa età della rosata ed era....senza maglietta?

–STORM! RIMETTITI LA MAGLIETTA!– disse la bambina, smettendo di piangere.

Il bambino, Storm, roteò gli occhi e si voltò verso Kate.

–scusi tanto signorina. Io e Julia stavamo litigando e per sbaglio l'abbiamo coinvolta. Ci dispiace molto. È ferita? Dobbiamo chiamare la zia Wendy?– –no, no. Come ho detto non è successo niente, io non mi sono fatta male e voi nemmeno. Spero.– disse Kate, tranquillizzando i due bambini.

–sì, ma ho distrutto il suo libro– disse tristemente Julia. –beh, sì. Ma come ho detto era solo un libro.– –ci dispiace tanto. Non volevamo. Julia non è cattiva, è solo sbadata. Che libro era?– chiese Storm, prendendo per mano l'amica e scusandosi nuovamente.

Nonostante non fosse stato lui a dare fuoco al libro, era comunque in parte anche colpa sua visto che lui stava litigando con Julia.

–oh, tranquilli, non c'è bisogno di...– disse Kate, scuotendo la testa. –JULIA, STORM!– li chiamarono un altra voce mentre altre due figure si avvicinarono.

E adesso chi c'era?!

–Ax! Jude!– disse Storm, mentre Julia si nascondeva sempre di più dietro a Storm.

A raggiungere i due bambini, due ragazzi su per giù dell'età di Kate.

Il primo era biondo, abbronzato e con due occhi color cioccolata, l'altro ragazzo invece aveva dei rasta castano chiaro e due occhi rossi.

–Ax, Jude, io e Julia abbiamo per sbaglio distrutto il libro di questa ragazza.– spiegò Storm. –Storm!– lo rimproverò il ragazzo con i rasta mentre anche il biondo incrociava le braccia al petto.

–ma che vi è saltato in mente! Un conto è quando siamo a casa, ma qui dovete stare attenti! Qualcuno si poteva fare male– disse il biondo, guardando i due bambini.

Il ragazzo con i rasta fece un sospiro. –perdona i nostri fratelli, stai bene? Hai bisogno di...–

–sto bene, sia Julia che Storm si sono entrambi offerti di portarmi da una certa "Wendy"– disse Kate, sorridendo ai due ragazzi. –e ho già perdonato entrambi, perché si sono scusati a sufficienza. Come ho già detto l'importante è che nessuno si sia fatto male– aggiunse.

–sì, ma comunque hanno sbagliato. Che tipo di libro le hanno distrutto?– chiese il biondo, guardandola. –come ho detto non c'è bisogno...– disse Kate, considerando il fatto che forse, dopo quella sventura poteva andare a comprarlo con Shanw come concordato.

Sempre se non fossero finite le copie.

–no invece. È il minimo. Signorina io ho fatto il danno e vorrei rimediare. Per favore– disse Julia, avvicinandosi.

–ma...– disse Kate, quando una sesta persona si avvicinò al quintetto. –ragazzi si può sapere cosa...Kate?– –Shanw?–

di tutte le persone, ovviamente Shanw.

–ma scusa non eri dalla tua famiglia?– chiese subito Kate. –beh, sì. Tu invece non eri con tua sorella?– –beh, sì ma Jean è andata a prendere dei gelati.– spiegò Kate –comunque è strano vederti così. Davo per scontato che appena avresti avuto il tuo prezioso libro tra le mani non saresti stata capace neanche di alzare la testa per giorni– scherzò l'albino, sorridendo all'amica. –oh ecco... non l'ho preso alla fine– mentì Kate, arrossendo. –come no? Ma scusami sono mesi che non fai altro che parlare di quel libro! Inoltre ieri eri così eccitata– commentò confuso Shanw.

Julia e Storm divennero sempre più pallidi e si nascosero dietro ai fratelli.

Kate abbassò la testa, borbottando a proposito di una coda interminabile e una Jean che non aveva voglia di farla.

Shanw non credette nemmeno ad una parola, ma quando vide la cenere sulla coperta, capì immediatamente cosa fosse successo.

–hem, Julia, Storm è successo qualcosa al libro di Kate?– chiese Shanw, guardando i due bambini.

–sì. Stavamo litigando e per sbaglio....– disse Julia, abbassando lo sguardo. –ma non è successo niente. Nessuno si è fatto male quindi...– disse Kate, difendendo la bambina.

–beh però come minimo Julia e Storm dovrebbero farti avere un altra copia.– disse Shanw. –cosa?– –è quello che stavamo dicendo anche noi!– disse Storm, facendo sorridere il ragazzo con i rasta.

–bene, a questo punto direi che il nostro compito è finito Jude– disse il biondo, guardando il ragazzo con i rasta. –oh, giusto. Kate loro sono Jude, il fratello maggiore di Storm, e Axel, il fratello di Julia. Ragazzi lei è la mia amica Kate, quella a cui avete appena bruciato lo spin off de "le avventure di Iris"– presentò Shanw, mentre Julia si fece subito ben più vivace. –davvero?– chiese eccitata.

–beh...sì. Ma ripeto non è un grosso proble...– Kate non riuscì a finire la frase che Julia la prese per un braccio e si mise a trascinarla via. –Julia non trascinarla così!– la riprese Storm, inseguendola.

–allora, "amica" eh? È per caso quell'amica per cui hai una cotta pazzesca secondo Vicky?– chiese Axel, guardando le guance di Shanw imporporasi.

–ma che...AX!– –su su Ax, non prendiamo in giro il lupetto.– disse Jude, ridacchiando. –grazie Jude, e poi non mi piace Kate– –certo...e Julia non le ha appena bruciato il suo libro– disse Axel, roteando gli occhi.

Shanw scappò dai due ragazzi e andò verso gli adulti.

Voleva di certo vedere Julia presentare Kate a sua madre, la scrittrice preferita di Kate.

La parte più assurda venne quando Shanw conobbe Jean, la famosa sorella di Kate, che a quanto pareva era amica di Xavier.

Un pic-nic abbastanza assurdo, se lo chiedete alle due sorelle Ross.

ANGOLO AUTRICE

Ebbene, intanto buon 2022! 

no, non ce l'ho fatta a finire la storia per quest'anno. 

però, per farmi perdonare, questo capitoletto. 

Kate e Jean hanno appena conosciuto tutti, Kate ha conosciuto la sua scrittrice preferita (Shanw ha ammesso che in realtà voleva presentare lui Lucy a Kate, ma a quanto pare prima non c'era stata occasione) 

in compenso Julia e Storm hanno fatto danno, Kate ha un sogno segreto che non ha a che fare con la pasticceria e Shanw è parecchio pensieroso. 

cosa succederà dopo lo scoprirete nei prossimi capitoli. 

ancora auguri e un bacione, 

Maty 





*NESSUN LIBRO E' STATO MALTRATTATO PER SCRIVERE QUESTO CAPITOLO, RISPETTATE I LIBRI. SEMPRE*


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