#l'anniversario


#l'anniversario.


Il cinque dicembre.

Cosa dire di quel cinque dicembre?

Possiamo dire che quella mattina il silenzio regnava in casa Vastia.

Lyon ascoltava attento quel silenzio, sperando di sentire due voci urlare e discutere.

Sperava di vedere Shanw con i palmi sulle orecchie, nell'evitare di ascoltare le discussioni tra Victoria e...

sperava di vedere le due capigliature rosa, battibeccare ancora una volta.

Però nessuno dei suoi desideri venne ascoltato.

Solo un opprimente silenzio riempiva le mura di quella casa.

Quasi gli venne voglia di spaccare la tazza da cui stava bevendo il caffè.

E probabilmente lo avrebbe fatto, se non avesse avuto Meredy che lo abbracciava da dietro.

Mentre i bambini dormivano, i due adulti si abbracciarono.

Lì, abbracciati, caddero entrambi.

Meredy si mise a singhiozzare e le lacrime di Lyon le bagnarono il capo rosato.

Si concessero alcuni momenti per sprigionare quel dolore che li stava lacerando dall'interno, da un anno.

Lo fecero insieme.

Furono la roccia l'uno dell'altra....ed insieme erano le rocce dei loro stessi figli.

Insieme sarebbero andati avanti, dopotutto era questo che si erano promessi al loro matrimonio: insieme nella buona e nella cattiva sorte, insieme nella gioia e nel dolore.

Al tempo ci credevano davvero...adesso ne erano certi.

L'avrebbero superata, col tempo.

Col tempo avrebbero esaudito l'ultimo desiderio di Aiden Vastia: essere felici.


...


-Mark, sei sicuro che non vuoi che ti aiuti con la cravatta?- chiese Mira, osservando il bambino incasinarsi con il nodo. -lascia stare Mira, ho provato a convincerlo in tutti i modi, ma ha detto che vuole farlo da solo...-la mise in guardia Kana, mentre alla gilda si rimaneva in attesa.

Elettra, Storm e Julia giocavano a rincorrersi, mentre i gemelli dormivano nel passeggino.

Erza, seduta su una panchina, stava litigando con il marito: lei voleva andare a fare una visita alla tomba di Hayden, nel giorno del primo anniversario (Meredy era comunque sua amica e voleva dare il suo supporto) mentre Gerard (che come si era capito negli anni, era quello razionale della coppia) le diceva che era meglio che ci andasse in un altro momento, visto che era all'ottavo mese e non poteva viaggiare con il bambino.

In tutto questo Xavier stava facendo dei palleggi con la palla, guardando Natan, Axel e Jude come a dire "che ci volete fare? Fanno così tutto il tempo".

Celia teneva la mano della madre, dandole tutto il suo supporto, mentre Sylvia teneva per mano Cammy che stava piangendo.

Jason nel frattempo osservava alternativamente la sorellina e gli altri due bimbi correre per tutta la gilda, e poi posava gli occhi sul portone, nella speranza di vedere i due ritardatari (Nelly e Freed).

Perché il verde e la ramata erano in ritardo?

A quanto pareva,Freed si era svegliato tardi e Nelly aveva dovuto sistemarsi nuovamente perché aveva le scarpe tutte sporche di fango inspiegabilmente ...

(a detta di Jason il motivo era che la bambina era andata a trovare Chris per essere più sicura di se in quel giorno così importante)

quando finalmente i due si presentarono alla gilda, calò il silenzio.

Nelly entrò con il suo solito passo elegante e si avviò verso Mark.

Il moretto cercava invano di allacciarsi quella maledetta cravatta, mentre lei si avvicinava.

-ma cos...? Mark! La cravatta!-

 -si, lo so, lo so...devo solo...- borbottò mentre faceva malamente il nodo.

 Nelly lo guardò come si guarda qualcuno che ci prende in giro.

 Poi prese la cravatta e sciolse il nodo, mettendosi a rifarlo.

-ma cos...Nelly! Cela faccio da solo!- 

-MARK ALBERONA! Non metto in dubbio che tu ci possa riuscire da solo, ma adesso non ce la fai, quindi smetti di fare il bambino e fatti aiutare! Non dici sempre che siamo tutti una squadra? Che se il singolo ha bisogno di una mano, il gruppo deve aiutare? Beh oggi dobbiamo aiutare Shanw e Victoria...ma non potremo farlo se arriviamo in ritardo perché tu, testone, hai voluto allacciarti male la cravatta. Quindi ti fai aiutare o no?-

-....scusa....- borbottò il piccolo a voce bassa mentre Nelly sospirando disse che non c'erano problemi.

Intanto tutti i bambini non staccavano gli occhi dalla scena, insieme a Kana, Mira e Jason.

-...ma non era Nelly quella arrivata in ritardo?- chiese la maga bruna all'amica albina,

-futili dettagli.... dimmi che stai pensando quello che sto pensando io?-

 -.mamma...avrò Mark come genero....- sospirò Jason 

-eh? Cosa?Oh, andiamo, sono solo bambini! Non vi pare di correre un po' troppo? Hanno otto anni!-

 -va bene, allora riparliamone tra sei o sette anni!-fece furba la master.

Peccato che il suo presentimento per le ship non si fosse mai sbagliato.



...

-Ax...papà bua?-chiese Julia alla fratellone indicando il padre sulla schiena della madre. 

Axel scosse il capo -no July, papà starà meglio....-

già...suo padre sarebbe stato meglio....

lui per la prossima mezzora no.

Doveva essere forte... forte per quel salmone affumicato.

Forte per quel lupetto che era uno dei suoi migliori amici....

doveva essere coraggioso per questo.

-Ax, papà gomita.- fece Julia, facendogli voltare la testa.

Vedendo il padre vomitare, alzò gli occhi al cielo.

-tranquilla Julia, desso andiamo dallo zio Sting, ok?- poi volò la testa, cercando il biondo master di Sabertooth, con scarsi risultati.

Ecco, ora avrebbe rischiato di perdersi in una stazione ferroviaria.

Il biondino vide Mark,Jude, Natan, Nelly, Jason e tutti gli altri.

Beh... le stelle erano a suo favore...forse aveva una possibilità di essere forte per quell'idiota.


...


qualcuno bussò tre volte alla sua porta.

Lei stava con le ginocchia attaccate al petto.

Un anno.

Esattamente un anno prima lei aveva litigato per l'ultima volta con il suo fratellino Hayden.

Esattamente un anno prima lei e Aiden stavano urlando come due dannati.

Esattamente un anno prima le loro urla avevano costretto Shanw a tapparsi le orecchie con i palmi delle mani.

Esattamente un anno prima lei aveva passato delle ore alla ricerca id un regalo per il suo fratellino.

Esattamente un anno prima lei aveva comprato la sciarpa che Shanw portava al collo.

Era già passato un anno dal giorno in cui Aiden si era buttato a salvarla.

Era già passato un anno dal loro addio.

Un anno da quando Shanw era impazzito.

Poco meno di un anno da quando Shanw le aveva dato quel cappello che portava.

Un anno doloroso.

E se quello era solo il primo anno...

come avrebbe fatto a sopportare quel dolore per una vita intera?

Ancora qualcuno continuava a bussare.

Quando finalmente Victoria alzò la testa, indossò un tenue sorriso e si avviò ad aprire la porta.

Fuori dall'uscio, l'ultima persona che si sarebbe mai aspettata.

Mirajane Deryar.

In effetti non se lo aspettava..... Mirajane non era in rapporti così stretti con i suoi genitori... era vero che giocava spesso con il figlio Jason.... ma da qui a venire in camera sua, c'era un bel po' di stacco.

-posso entrare?-chiese gentile la donna, prima che Victoria si spostasse, lasciandola passare.

L'albina si mise in ginocchioni davanti alla bambina, dopo aver accostato la porta.

-ti stai chiedendo come farai a andare avanti con questo dolore per una vita intera, vero?-

la piccola, stordita com'era, annuì.

A che serviva mentire?

-lo immaginavo.- disse la donna ridacchiando.

 Poi riprese un sorriso dolce e confortevole; -sai ci sono passata anch'io. Per tre anni ho creduto che la mia sorellina fosse morta.- Victoria spalancò gli occhi, perché quella storia non la conosceva.

-immagino che questa storia non ti sia stata raccontata: beh, vorrà dire che provvederò a farlo io. Tutto iniziò alla morte dei miei genitori, ed io diventai la roccaforte dei miei fratellini. Erano entrambi più piccoli di me ed un giorno trovai un demone in una chiesa. Stava facendo cose brutte ed io cercai di fermarlo, subendo un take over...quando il villaggio dove abitavamo lo venne a sapere, ci cacciarono lanciandoci ogni genere di oggetti. Fummo odiati e costretti a scappare da ogni luogo in cui ci fermavamo, ed era tutto per colpa mia...quando poi , un giorno, arrivammo a Fairy Tail...lì non fummo odiati e ci diedero una casa, ma io non ero tranquilla e decisi di lasciare lì i miei fratelli. Loro si meritavano un luogo dove vivere tranquilli, io invece ero un mostro... invece i miei fratelli impararono la magia solo per potermi stare accanto, e così decisi di restare.

Passarono diversi anni, quando un giorno io, Elfman e Lisanna andammo in missione. Era una missione relativamente semplice...ma non tutto andò come nei piani. Te la faccio breve: Elfman divenne un mostro e Lis, nel tentativo di fargli ritrovare la ragione, venne scaraventata contro un muro di roccia. Un secondo prima era davanti a me proteggendomi, un secondo dopo non c'era più. Trovammo il suo corpo poco più in là e lei mi disse quelle che credevo fossero le sue ultime parole. Poi scomparve. Passai tre anni ad osservare la sua tomba, a cercare di non darmi la colpa per ciò che era successo...furono i tre anni peggiori della mia vita. Ma avrebbero potuto essere tranquillamente il resto dei miei giorni: fu un semplice miracolo che Lis finì in un altro mondo. Miracoli a parte, ti posso assicurare che ti capisco perfettamente.-

ci furono momenti di silenzio, prima che Viky trovasse la forza per fare la domanda che la tormentava:- finirà mai di fare male? Un giorno mi sveglierò senza soffrire? Senza sentire quel peso nel cuore quando guardo Shanw?-

Mira la guardò con occhi compassionevoli ed il sorriso si spense. -no. Non finirà mai. Semplicemente imparerai a vivere con quel dolore. È una bugia il fatto che al tuo risveglio, un giorno, non ci penserai più. In verità andrà in un altro modo: imparerai a vivere senza di lui e, nei giorni più belli ti chiederai come sarebbe stato...ma sai quando ti renderai conto che sei finalmente riuscita ad andare avanti? Il giorno in cui quelle fantasie della tua vita con lui doreranno poche. Ma è giusto così. È giusto ricordarselo e per una sorella maggiore è essenziale. Ciò che non è giusto è che tu metta in pausa la tua vita per il suo dolore. Lui di certo non vorrebbe che tu cadessi nella disperazione per il suo ricordo: per lui e per tutti quelli che ti rimangono devi essere coraggiosa, devi avere il coraggio di sorridere. Io, quando Lis fu data per morta, iniziai ad essere più gentile e premurosa verso quelle persone che mi erano state accanto. Volevo tanto mettere in pausa la mia vita, fermarmi a piangere per il resto dei miei giorni. Ma lei non avrebbe voluto. Ho scelto di usare il mio dolore per creare qualcosa di buono. Puoi farlo anche tu, oppure puoi scegliere di rimanere in questo stato per sempre. Puoi prenderti un giorno per scaricare tutto il dolore che accumuli in un anno, confidando e facendoti aiutare dalle persone che ti amano e che vogliono starti vicine, oppure puoi chiuderti in una bolla, ignorando tutto e tutti. Io non sono qui per dirti cosa devi fare e soprattutto puoi prenderti tutto il tempo che ti serve...ma ricordati che hai ancora un fratello, che ha bisogno di te. E prenderti cura di qualcuno è una buona cura contro il dolore, te lo assicuro.- e sorrise di nuovo, in maniera gentile.

In quel momento Victoria la guardò negli occhi per alcuni secondi.

Poi alla rosata gli occhi si riempirono di lacrime e si gettò tra le braccia della donna.

Mentre la piccola singhiozzava, l'adulta le accarezzava i capelli e le sussurrava parole di conforto con fare materno.

Le parole che lei aveva voluto sentire durante quel periodo buio della sua vita.

Anche se era più grande di lei quando Lisanna fu data per morta, capiva perfettamente la piccola Vastia.

-solo...solo per oggi....domani inizierò ad andare avanti...ma oggi...oggi starò così- mugugnò la bambina tra un singhiozzo e l'altro. Mira annuì e continuò a cullarla, aspettando paziente che essa si potesse sentire meglio.

Quello che né Mira, né Victoria potevano sapere, era che qualcun altro aveva ascoltato tutto il loro discorso.

E quel qualcuno era proprio Jason, che non conosceva l'infanzia travagliata della madre.

Sapeva solo che quando aveva la sua età era una vera combina guai, ma tutto quel retroscena gli era ignaro.

Fu allora che si rese conto che ancora una volta sua madre gli aveva insegnato il coraggio.

Da quel giorno se qualcuno avesse chiesto a Jason chi era la persona più coraggiosa che conoscesse, avrebbe decisamente risposto, senza esitare, sua madre.

Perché sua madre aveva dimostrato di possedere tutti i tipi di coraggio che aveva avuto modo di conoscere.



....


dovresti lasciarmi andare...

-eh perché?-

è passato un anno dalla mia morte... non posso rimanere per sempre...

-ancora un altro giorno Den... ti prego, solo un altro giorno...-

lo hai detto anche tre mesi fa...

-ma perché questa soluzione dovrebbe essere un problema?-

perché sono morto.

-appunto! Tu sei morto...sei morto e mi hai lasciato solo.-

non sei solo idiota!

-non sono solo perché ci sei tu con me!-

e mamma? E papà?E Viky? Ed il porcospino? Mark? Hurley? Fragolina? La fata turchina jr? La perfettina? La cowgirl? Quella troppo timida per parlare? Il pivello? Il grillo parlante biondo? Il ragazzino scalmanato? Quello che gli sta dietro solo perché sono cugini? In più adesso ci sono anche il pinguino e la sua sorellina! Sotto quale aspetto saresti solo?*

-sai benissimo che intendo. Voglio loro un mondo di bene...ma....-

ma cosa? Quale sarebbe la differenza?

-ma sa tu sei una parte di me! Io senza di te sono perso! Io sono solo parte di uno, una macchina che non funziona! Io non potrei essere perfetto, come sognavamo...ricordi?-

beh...si. Mi ricordo e ricordo che ci allenavamo per avere un intesa perfetta...di diventare un duo perfetto...

-e se lo fossimo davvero? Ora possiamo! Ma tu non devi lasciarmi solo!-

sai che stai mentendo, vero?


Shanw guardò ancora un po' lo specchio, sentendosi preso in fallo.

Non era mai stato bravo a dire bugie, specialmente ad Aiden... ma non voleva rimanere solo.

Il rapporto con Aiden era come l'aria che respirava.

Non poteva farne ameno.

Non era ancora pronto per lasciarlo andare.

Non era pronto...perché non era ancora abbastanza forte per accettare di  essere senza di lui.

Non era abbastanza forte per dirgli addio, senza provare un nuovo odio per se stesso.

Se gli avesse detto addio in quel momento avrebbe iniziato ad odiarsi fino al midollo.

Ad odiarsi per il suo aspetto, per essere ancora vivo, a differenza sua.

Il fatto che lui fosse lì, rendeva queste sensazioni sopportabili.

Le reprimeva....ma un giorno...

un giorno, il giorno del loro addio, tutto ciò che stava reprimendo sarebbe straripato.

E Shanw aveva paura di questi sentimenti.

Aveva paura di farcii conti... di affrontarli.

Infondo non era abbastanza forte.

A differenza di Aiden, che li avrebbe benissimo sopportati senza bisogno di attaccarsi a quel riflesso distorto del fratello.

Aiden non avrebbe fatto preoccupare tutti con dialoghi in solitaria e con crisi d'identità se a morire fosse stato Shanw.

Tra i due era decisamente Shanw quello che avrebbe creato una ferita meno profonda di quella nata dalla morte del gemello.

L'albino comunque non rispose al fratello che vedeva nel riflesso dello specchio.

Iniziò a lavarsi i denti ed a scappare dalla dolorosa verità, portandosi appresso tutti quei malsani pensieri, mentre Aiden, dallo specchio, sembrava guardarlo addolorato.

Probabilmente se fosse stato Shanw a morire Aiden avrebbe regino in modo molto peggiore a quello del bambino albino.





...


Sylvia si sentiva scema.

Si sentiva tanto scema.

Era lì per dare il suo sostegno agli amici e per salutare Aiden, eppure alla bambina stava pensando ad una precisa scena.

E quando ci pensava arrossiva, da brava scema.

Era in un cimitero, eppure il suo cervello si era fermato alla scena di quella mattina.

Provò a picchiettarsi la fronte, per sintonizzare la sua mente alla situazione di quel momento.

Perché?

Perché il suo cervello non riusciva a pensare ad altro?

Per quale stupido motivo?

-Sylvy, che succede?- ed eccolo lì, come invocato, Erik gli era comparso difronte e la stava guardando curioso.

Sentendo i suoi occhi neri come il carbone su di lei, si sentì avvampare...

Santa Mavis, perché non c'era una buca per farla sprofondare?

Perché l'universo è sadico avrebbe detto qualcuno e lei gli avrebbe dato ragione

-mh, allora?-

-lascia stare Erik, è stupido!- 

- non credo che sia stupido se lo pensi tu- disse il moro, con tutta l'innocenza del mondo.

Si sentì avvampare ancora di più.

Ma mentirgli non avrebbe portato a nulla...

 -la...la cravatta- balbettò sussurrandola bambina

-che centra la cravatta?- chiese stupito Erik 

-hem...ecco...Nelly oggi ha legato la cravatta di Mark ed io...io ho pensato che sarebbe stato bello legare la tua...- borbottò sempre più rossa.

-hem? Tutto qui?-chiese il piccolo, mentre Sylvia arrossiva sempre di più 

-te lo avevo detto che era una sciocchezza ed io sono scema a pensarlo ora....ma che fai?- fece la piccola, vedendolo prendersi la cravatta nera

-non vedi? Mi slego la cravatta così te potrai legarmela come  volevi.- spiegò il piccolo Cheney. -ma...Erik... è una sciocchezza-

-senti Sylvia siamo in un cimitero, a trovare la tomba di un nostro amico perché l'anno scorso è morto. Se posso farti sorridere per qualche minuto mentre mi leghi la cravatta allora lo faccio. Perché fa male a tutti essere qui. Fa male a te e fa male a me. Quindi meglio essere felici per qualche minuto, prima di metterci a piangere come fontane, perché è questo che succederà oggi, lo so io e lo sai tu....visto? Sylvia ho la cravatta sciolta, me la allacceresti?-disse allora il moretto, guardandola negli occhi marroni come la cioccolata.

Sylvia sorrise felice mentre rossa allacciava la cravatta del moro.

Finita l'operazione entrambi sorridevano, poi si avvicinarono a tutti gli altri davanti alla tomba di Hayden.

Lì, davanti al nome scritto sulla pietra, i sorrisi si sciolsero e le lacrime fuggirono dagli occhi.

Mentre Mark e Nelly si tenevano per mano restando in equilibrio.

Erik e Sylvia si abbracciarono, per sentirsi l'uno accanto all'altra.

Ognuno reagì in un modo diverso a quel dolore che li stava lacerando.

L'unico che non versò neanche una lacrima fu Shanw.

Ma fu solo perché, anche se era già passato un anno, ancora non aveva accettato fino in fondo che Aiden lo avesse lasciato solo.

Dopotutto Den era lì con lui, ancora per un giorno.















*Piccolo chiarimento, quando Aiden dice questo parla di:


Ed il porcospino? Mark? Hurley? Fragolina? La fata turchina jr? La perfettina? La cowgirl? Quella troppo timida per parlare? Il pivello? Il grillo parlante biondo? Il ragazzino scalmanato? Quello che gli sta dietro solo perché sono cugini? In più adesso ci sono anche il pinguino e la sua sorellina! Sotto quale aspetto saresti solo?= Axel, Mark,Hurley, Xavier, Natan, Nelly, Sylvia, Camelia, Darren, Jason, Erik, Bobby e poi si parla di Jude e Celia..

comunque per farmi perdonare della settimana di assenza, ecco a voi un altro capitolo in una sola giornata.

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