#fermarsi a piangere

-bambini dobbiamo dirvi una cosa-

così Lucy Dragoneel iniziò il discorso ai bambini della gilda.

Stranamente erano tutti in silenzio, fatto assai raro ed ognuno era più

o meno vicino ai genitori.

La partita si era conclusa da un pezzo e Darren, Bobby ed Erik erano ormai tornati ognuno alla propria gilda.

Quindi come d'accordo con Nelly, gli adulti decisero di dare la notizia ai piccoli.

-che cosa zia?- chiese Jason, il quale era l'unico a non avere la più pallida idea di cosa mai si potesse dire. Era chiaro non fossero belle notizie ma aveva passato il pomeriggio a badare alla sua sorellina e non sapeva nulla di tutto quello.

-si tratta di Aiden... lui- 

- non c'è più vero?-

a fare la fatidica domanda era stato Mark.

Per quanto il moro fosse ingenuo aveva questo grande terrore.

Aveva notato che Nelly, Xavier, Axel e Jude sembravano pensierosi dopo il racconto di Darren...

quindi visto che Hayden non era stato visto... e Shanw sembrava così fuori di se...

e Victoria si era messa a piangere... voleva dire che Hayden non c'era più.

E Mark si sentiva male. Voleva rifugiarsi in un abbraccio della sua mamma... ma non poteva crollare anche lui, perché Shanw stava di sicuro peggio.

-Mark ma che dici?-chiese Sylvia che ancora non aveva fatto i conti con la tragica verità. 

- già! In più ricordati che sei stato proprio tu a dire che non poteva essere stato Shanw ad urlare perché non era nel suo carattere.- replicò Natan.

-purtroppo Mark ha ragione... Aiden non c'è più-

bastarono queste parole a far scoppiare in lacrime tutti i bimbi presenti.

Sylvia si gettò dai genitori, Cammy iniziò a dire che non era vero...che non poteva essere vero.

Axel si nascose dietro la madre per concedersi qualche lacrima. 

Anche se lui e Aiden litigavano ogni volta che si vedevano, era comunque un amico prezioso.

Natan corse dai genitori e si strinse forte alla madre, la quale era attualmente  incinta ma non era il momento giusto per rivelare una cosa del genere.

Mark invece tentava in tutti i modi di restare forte ed in piedi, mentre combatteva con le lacrime.

Purtroppo non era bravo come Nelly a reprimere i sentimenti, quindi non ci stava riuscendo molto bene.

Le gambe gli tremavano e sembravano fatte di burro.

Voleva stare tra le braccia della madre, ma non riusciva neanche a muovere un passo. 

Perciò Nelly gli si avvicinò, prendendolo per mano, come per i loro primi passi, e lo accompagno dalla madre.

Nessuno cenò, nessuno faceva a botte o confusione.

L'unica cosa che si sentiva erano i singhiozzi dei bambini che piangevano tra le braccia dei loro genitori.

Gli unici bimbi che ancora non avevano versato una lacrima erano Jude e Nelly.

Il bambino, per quanto la perdita lo avesse sconvolto, non era così turbato come gli altri, essendo quello che lo conosceva meno.

Nelly invece voleva essere forte per qualche ora, davanti ai suoi amici.

Loro meritavano un appoggio e lei avrebbe fatto il massimo per darglielo, come stava facendo Harley con Victoria.

Dopo circa mezzanotte, i singhiozzi vennero sostituiti da un silenzio tombale.

Infatti i piccoli, con le lacrime agli occhi, si erano addormentati tutti, persino Jude.

Tutti tranne Nelly che prese per mano lo zio Freed e si incamminò per andare a casa.

-...- 

-va tutto bene Nelly?- 

-si pa...voglio dire zio Freed- 

-sicura? Perché Mark e gli altri adesso non ci sono...-

 Nelly osservò l'uomo dagli occhi verde foglia e sorrise senza gioia.

In effetti neanche lei stava bene.

Aiden era anche amico suo.

Ma non voleva fermarsi a piangere... non poteva permetterselo.

Perché lei conosceva Aiden, sapeva che avrebbe voluto che poche lacrime fossero versate in suo nome.

Più che altro avrebbe voluto che qualcuno aiutasse Shanw e Victoria e i suoi genitori.

Per questo Nelly non si era fermata a piangere.

Aveva lasciato scorrere le lacrime mentre camminava mano nella mano con l'uomo che vedeva come un padre, ma che non poteva chiamare così.

Freed intanto rispettava il silenzio della nipote, ed il suo desiderio di andare avanti nel mentre.

Anche se vederla così nella penombra, gli spezzava comunque il cuore