#due pazzi semplicemente rotti.
#due pazzi semplicemente rotti.
Per rompere qualcosa, alle volte, basta veramente poco.
È per ricostruirle che ci vuole molto più tempo.
Shanw Vastia era rotto, ma anche Kate Ross era rotta.
Era qualcosa di cui Shanw non si era mai accorto, perché quando c'era lei tutta la sua attenzione era solo ed unicamente sulla sua luce e la sua allegria.
Il mondo spesso neanche esisteva, esisteva solo Kate: esistevano i suoi sorrisi, le sue risate, il suo credere unicamente nei lieti fini, la sua pazza allegria e i suoi abbracci confortanti.
Si concentrava così tanto su di lei e su come Aiden, nella sua testa, le rispondeva, che per quasi quattro anni era riuscito a non sentire ciò che il mondo diceva su di lui.
O forse lo sapeva ancora, ma non importava.
Eppure ad un certo punto l'incantesimo svanì.
Come una bolla di sapone la loro tranquillità scoppiò.
E fu solo per caso.
Kate lavorava dalle sue madri da quasi una settimana e Shanw cercava di passare il suo tempo libero a guardare Kate in cucina (principalmente perché così Aiden poteva ridere e Shanw adorava far ridere Aiden mentre passava il tempo con Kate) lui un pomeriggio uscì dalla cucina tutto sorridente.
Aiden nella sua testa stava ancora prendendo in giro Kate per come si fosse sporcata tutta e per il fatto di fare tutta quella sceneggiata per un libro.
Eppure, appena uscito, sentì di sfuggita un pezzo di conversazione tra due ragazze.
Due ragazze di cui non sapeva neanche i nomi, e non li neanche avrebbe mai saputi, che gli passarono semplicemente davanti.
–hai saputo? Quella matta di Kate Rosse lavora nella pasticceria adesso.– –sì, però quella ragazza sta sempre insieme a Shanw Vastia, e lui è pazzo. D'altronde si sa: chi va con lo zoppo impara a zoppicare.–
quel piccolo scambio fece raggelare Shanw.
Lo fece fermare all'improvviso, il sorriso congelato sul volto.
Rimase lì, fermo, anche quando le due ragazze se ne furono andate.
Improvvisamente divenne consapevole che Kate non aveva altri amici oltre a lui.
E questo probabilmente era tutta colpa sua.
"Fermati un attimo, Kate è abbastanza pazza ed estroversa da poter fare tutte le amicizie che vuole. Sono certo che non sia colpa nostra."
Lo rassicurò Aiden, ma neanche lui sembrava troppo convinto.
Da allora Shanw iniziò ad ascoltare anche le altre persone.
Improvvisamente si rese cono che c'erano tante persone che parlavano di Kate.
E molti ne parlavano perché era amica di Shanw.
E sì, in tanti le davano della matta.
Della matta per essersi avvicinata a lui, che era instabile mentalmente.
E oltre ad essere instabile era pure un mago, con dei poteri che lo rendevano ancora più pericoloso.
Tutto ciò, improvvisamente, spaventò Shanw.
E quando ci si spaventa, spesso si prendono le peggiori decisioni.
Shanw Vastia prese una delle peggiori decisioni della sua vita in quel momento: doveva allontanarsi da Kate, doveva proteggerla da lui e dalla sua reputazione e anche da lui...
Aiden, nella testa di Shanw era molto contrario a questa decisione.
...
–e poi lui le ha....Shanw ma mi stai ascoltando?– chiese Kate, fermandosi improvvisamente.
Si voltò preoccupata verso l'amico che le camminava dietro e che, effettivamente non la stava ascoltando.
Sei mesi.
Erano sei mesi che Shanw provava ad allontanarsi nel modo più indolore possibile da Kate, per lasciare che lei non venisse più contaminata dalla sua reputazione, eppure ogni volta non riusciva.
Finiva sempre attirato da lei.
Ma quel giorno doveva farlo.
Doveva dirglielo.
Non poteva rovinarle la vita, non poteva rovinarle la vita.
–senti Kate...c'è una cosa che devo dirti...– iniziò Shanw, con un groppo alla gola.
"per me continua ad essere una pessima idea" disse Aiden al gemello, ma era ben conscio che non poteva ritardare il piano di Shanw ancora (spesso e volentieri aveva preso possesso del corpo di Shanw quando l'albino aveva iniziato ad intavolare il discorso.)
" eppure eri tu quello chi diceva che Kate era matta ed era meglio allontanarsi da lei" lo riprese Shanw con malinconia.
"lo dicevo prima....prima che diventasse così importante..."
Kate, invece, sorrideva.
Sorrideva ignara mentre il sole scendeva piano piano.
Sorrideva perché aveva notato che Shanw era stato strano in quel periodo e pensava che, alla fine, le stesse semplicemente per spiegare i suoi tormenti.
Beh, non aveva torto.
Shanw la osservò in quel momento, imprimendo nei suoi ricordi quel suo sorriso, quei giochi della luce arancione del tramonto che le facevano risaltare i capelli blu.
Shanw, guarda Kate in quell'eterno attimo, si rese conto di quanto Kate fosse bella.
"ma buon giorno bell'addormentato. Te ne sei seriamente accorto ora?" lo riprese sarcastico Aiden, come se lui l'avesse sempre saputo.
Come se lui avesse sempre saputo del cuore che gli batteva forte nel petto o del sangue che gli pompava nelle guance.
–Kate....vedi io....– provò ad iniziare l'albino.
Non stava funzionando.
Per niente, perché proprio in quel momento, come colpito da una sorta d'incantesimo, si rese conto di avere una cotta per Kate.
"guarda lupetto che solo tu non lo sapevi."
–Shanw ascolta: per qualsiasi cosa io ci sono. Se c'è qualcosa che ti turba tu puoi dirmelo, adesso oppure appena ti sentirai pronto, io sarò qui ad aspettare. Non me ne vado di certo.– lo rassicurò Kate, accarezzandogli i capelli per calmarlo, come aveva fatto spesso.
Esprimere a parole quello che per Kate era così scontato, era stranamente liberatorio per lei.
Dopotutto, per la prima volta da troppi anni, Kate credeva veramente che Shanw non l'avrebbe mai lasciata indietro.
Per Shanw invece ogni parola era un pugnale che colpiva al petto.
E se da una parte era estremamente contento di quelle parole, che lo scaldavano quasi più della sciarpa che indossava, dall'altra parte si sentiva morire per ciò che stava per dirle.
–Kate credo che non dovremmo vederci più– disse tutto d'un fiato.
Non la guardò negli occhi, non ci riusciva.
Sapeva già che non sarebbe mai riuscito a guardarla nei suoi adorabili occhioni lilla.
Ma Kate rise.
–oh, andiamo Shanw, detto così sembra che ci stiamo lasciando...comunque bello scherzo, per un attimo ci ho creduto– disse giuliva lei.
Quella era la perfetta occasione per Shanw per stare zitto.
Poteva godersi la sua nuova cotta per Kate, che forse nuova non era, e continuare la sua vita com'era sempre stata.
Ovviamente però aveva preso da suo padre la capacità di auto-sabotarsi.
Quindi parlò.
–Caterina io sono serio.– disse Shanw con un filo di voce.
Kate sembrò congelarsi, i suoi occhi si spalancarono e la sua voce sembrò sparire.
Poi sussurrò anche lei –non lo avevi mai usato–.
–cosa?– chiese Shanw, guardandola sorpreso.
Grosso errore.
I suoi occhi si facevano lucidi ed il suo sorriso forzato.
Perché nonostante lui le stesse spezzando il cuore, lei tentava comunque di sorridere.
–il mio nome. Non hai mai usato il mio nome completo.–
E se la situazione non stesse già spezzando anche il cuore di Shanw, probabilmente avrebbe riso.
Kate era sempre Kate.
Con sempre un sorriso e qualcosa da dire.
Sempre con un libro in mano, sempre pronta a proteggerlo.
Per una volta voleva proteggerla lui...proteggerla da se stesso.
Proteggerla da quel casino che era.
Proteggerla da quella paura intrinseca di cui non aveva mai parlato: l'assassino di Aiden non era mia stato catturato.
Il desiderio di vendetta ed il dolore avevano invecchiato i visi di molti dei suoi compagni (di suo padre, di sua madre, di suo zio Jura, sua zia Chelia, sua zia Sherry per dirne alcuni...) eppure nonostante tutti i loro sforzi, comuni anche a tutte le gilde di Fiore, nessuno era mai stato in grado di trovare l'assassino di suo fratello.
Col tempo ci erano le loro piste si raffreddarono e cercare quel mostro era diventato una piccola ossessione "nascosta" e messa in secondo piano.
Eppure piccola, nel suo cuore, c'era sempre stata la paura che lui tornasse a prendere anche Shanw.
E se avesse preso Kate solo per arrivare a Shanw?
Più che dalla sua reputazione, Shanw doveva proteggerla da lui.
"sicuro Shanw? Non è che stai solo proteggendo te stesso?" gli domandò Aiden, con tono triste... infondo anche il suo di cuore si stava distruggendo insieme a quelli di Kate e Shanw.
Kate nel frattempo non diceva nulla.
Gli occhi ancora lucidi, ma poi sorrise con fare gentile.
–ti aspettavi lacrime? O rabbia? Beh, no. Alla fine dopotutto è colpa mia– disse Kate, dopo aver preso un respiro solenne.
Shanw si sentì gli occhi quasi uscire dalle orbite, come diavolo era arrivata traviare tutto così tanto?
–sai Shanw, stare insieme a te è stato fantastico, sei stato l'amico miglio che potessi mai sognare di meritare...eri così fantastico, che innamorarmi di te è stata una delle cose più facili della mia vita. Ma va bene così, non voglio essere egoista e trattenerti più di quanto abbia già fatto: capisco che per te devo essere stata pesante in tutti questi anni. Avrei dovuto andarmene prima, dopotutto se ne vanno sempre tutti....avrei dovuto andarmene io, così che non fossi costretto tu a dire addio. Ma stare al tuo fianco mi piaceva troppo per pensare effettivamente, al fatto che, prima o poi, avresti dovuto lasciarmi indietro...ma va bene, ho capito. Infondo è vero che sono un peso inutile, lo so già. – gli disse Kate, con fare pacato.
Shanw si sentì come se gli avessero levato la terra sotto i piedi.
–non è assolutamente quello che intendevo...Kate tu non sei un peso tu... –
–e cosa importa ora? Dopotutto te ne stai andando anche tu.– lo interruppe Kate.
–importa invece! E tanto anche!– disse Shanw, nel panico.
Improvvisamente, per la seconda volta in quel poco tempo, si rese conto di un altro importante dettaglio di Kate che, scioccamente, non aveva mai notato: Kate non aveva stima per se stessa.
Kate viveva nell'errata convinzione che tutti l'avrebbero lasciata indietro.
E lui che faceva? Esattamente quello.
Continuava a ripetersi che lo aveva fatto per lei, per proteggerla.
Kate se ne andò silenziosamente come il sole e Shanw fece la stessa cosa.
Tornò a casa, prese un foglio di carta e iniziò a scrivere.
"Caro Jason,
avrei davvero bisogno del tuo consiglio.
Ho bisogno del grillo parlante, perché penso di aver fatto una cavolata..."
...
i problemi di autostima di Kate iniziarono in un giorno preciso: nella festa di Halloween di quasi dieci anni prima.
Il giorno del suo 5° compleanno.
Era vestita da streghetta mentre Genevieve (il soprannome Jean veniva da Mia, e loro ancora non la conoscevano) era vestita da diavoletta.
Kate aveva passato le ore eccitatissima a girare e a far roteare il suo vestito arancione e nero, guardando incuriosita la gonna che girava e girava con lei.
–mamma, papà tra quanto arriva?– chiese Genevieve, mentre si sistemava le corna rosse e si lisciava il vestito.
Gwen aveva guardato le figlie sorridendo. –papà dovrebbe arrivare tra una decina di minuti. E poi andrete a fare il giro delle case.– –E poi si mangia la torta?– aveva chiesto Kate, smettendo di girare.
Gwen aveva sorriso sempre di più, estasiata dalla gioia della figlia minore.
–ma certo cara, poi mangeremo tutt'insieme la torta– –e scarteremo i regali!– aveva detto invece Genevieve.
Kate aveva fatto una smorfia –io scarterò i miei regali! I tuoi arriveranno al tuo di compleanno–.
Poi le due sorelle avevano iniziato a litigare su chi dovesse scartare i regali.
Gwen aveva sorriso mentre scuoteva il capo: le sue figlie erano sempre le solite.
Tra i battibecchi erano passati ben venti minuti, ma ancora del padre delle due bambine nessuna traccia.
Nessuna delle tre era preoccupata però, poteva essere tranquillamente in ritardo.
–Genevieve mi leggi il libro?–aveva chiesto Kate, indicando il libro "le avventure di Iris" che le era stato appena regalato (era l'unico regalo che aveva aperto quella mattina).
La sorella aveva annuito e le due si erano sedute davanti alla porta d'ingresso, mentre leggevano.
I venti minuti divennero quaranta, i quaranta divennero ottanta.
Le due bambine rimasero davanti alla porta in attesa del padre.
Ma lui non venne mai.
Quella mattina, mentre Gwen era uscita con le bambine, l'uomo aveva preso le sue cose e poi aveva raggiunto la sua amante prima di scappare.
Senza pensare a ciò che aveva lasciato indietro, ciò che pensava di non essere in grado di gestire (nonostante tutto, lui in realtà non era pronto per Genevieve e Caterina).
Quando Kate e Genevieve realizzarono che loro padre se n'era andato, Kate realizzò che era colpa sua.
Dopotutto se n'era andato il giorno del suo di compleanno.
Angolo Autrice.
beh....
ciao!
Shanw ha appena fatto una cavolata, in buona fede certo, ma una cavolata.
per una volta che Aiden aveva ragione!
comunque siamo quasi arrivati alla fine, anzi essere finalmente a questo punto mi sta lasciando in confusione.
giuro che il prossimo capitolo sarà molto più allegro.
nel frattempo vi saluto e vi lascio un grosso bacio.
ciao ciao!
Matilda.
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