#chiacchiere e un arrivederci mascherato da addio

#chiacchiere e un arrivederci mascherato da addio.

Far parte di Fairy Tail non era solo far parte di una grandissima famiglia.

Erano comunque una gilda di maghi, la più forte dell'intero regno di Fiore per anni e anni di fila.

Erano sempre sulla bocca di tutti, tanto che moltissima gente aveva di che commentare.

Tutti avevano sempre qualcosa da dire su di loro, da come gestivano gli incarichi fino ad arrivare come i maghi crescevano i loro figli.

La gilda in sé per sé faceva sì che le voci fossero quanto più lantane possibili dai suoi figli, facendosi scrollare di dosso sia i complimenti che gli insulti: perché a Fairy Tail si faceva tutto a modo loro e non dovevano farsi fermare o seguire quello che dicevano le altre persone.

Eppure, i maghetti più giovani non erano sordi, ed erano consci della loro reputazione, e questa cosa aveva portato non pochi problemi.

Ad Axel Dragoneel le voci su suo padre lo avevano traviato, facendogli credere di dover dimostrare di essere all'altezza delle aspettative, di essere come suo padre (considerato uno dei maghi più forti della sua generazione) e tutto quello faceva era in realtà il talento di suo padre che si faceva aventi: come se la genetica determinasse tutto, come se suo padre fosse nato forte e non si fosse spaccato la schiena come lui.

Il giovane mago biondo alle volte veniva contagiato da tutte quelle sgradevoli chiacchiere, arrivando spesso a portargli il nervosismo.

E quel nervosismo, purtroppo, spesso se lo portava fino a casa, dove suo padre finiva vittima del fastidio di suo figlio.

Axel odiava quando succedeva, perché sapeva bene che a suo padre gli si spezzava il cuore ogni volta che finiva per infuriarsi, per scaricare la frustrazione su di lui.

Perché Natsu Dragoneel non aveva mai preteso nulla da suo figlio.

Voleva solo che fosse felice, indipendentemente da cosa facesse, da che poteri avesse o da chi fosse lui.

E diavolo se invidiava Lucy per il rapporto stretto che aveva con Axel, perché lui ci provava ad avvicinarsi a suo figlio, ci provava davvero in tutti i modi, ma raramente riuscivano veramente a condividere un momento insieme... e quel che era peggio, era che entrambi si amavano tantissimo, ma Axel non riusciva quasi mai a vedere quei gesti d'amore che Natsu faceva per lui...quelle chiacchiere, quelle aspettative che Axel credeva di avere su di se, gli avevano avvelenato la mente e gli avevano distrutto la percezione che suo padre aveva di lui.

Erano dovuti andare in un'altra realtà per far rendere conto ad Axel della verità, per fargli aprire gli occhi.

In quei tre anni, quasi quattro, era migliorato molto sull'ignorare le voci della gente, eppure era così difficile non notare quei sussurri che si facevano sempre più alti ogni volta che passeggiava per una città che non fosse Magnolia.

Xavier Fernandes, invece, doveva spesso convivere con le voci su suo padre, che spesso veniva chiamato "criminale" e quando credevano che il rosso non poteva sentire, ripetevano che lui sarebbe probabilmente stato una mela marcia proprio come suo padre, perché la gente non cambia e chi è malvagio lo rimarrà per sempre.

Spesso in realtà si doveva mordere la lingua per non urlare contro tutti quegli stronzi e dire loro che suo padre era fantastico e che di certi se qualcuno aveva un problema quelli erano loro, e poi lui era Xavier Fernandes ed era lui l'artefice del suo destino, non i suoi genitori.

Ogni volta che sentiva quella acide parole, si mordeva le labbra, la lingua, si stringeva i pugni e tentava di fare un sorriso educato a quelle persone che, sfacciatamente e molto maleducatamente, lo chiamavano proprio "figlio d'un criminale", rispondeva con tono pacato e neutrale a tutte quelle accuse, prima di tirare un pugno al muro più vicino una volta rimasto solo.

Poi guardava il cellulare, scriveva a quella sua amica che ancora non lo aveva collegato a quella storia, guardava le mille foto della sua famiglia e si ricordava che gli unici che ci perdevano nel parlare così a vuoto erano solo loro.

Perché lui aveva un padre amorevole che lo avrebbe difeso fino alla fine, lui aveva una madre severa e spesso spaventosa ma anche incredibilmente gentile.

Lui aveva un fratellino che in quanto a tenerezza e bontà non era secondo a nessuno e due sorelline che raggiungevano tranquillamente Justin.

Lui era felice quando rimaneva ad imparare la magia con suo padre, quando andava in pasticceria con sua madre, quando giocava con Justin o quando Fine e Rain gli correvano incontro dopo il suo ritorno da qualche incarico complicato.

E se lui era felice, la gente la doveva smettere di parlare, di "compatirlo" o di fingersi preoccupata per lui, suo fratello e le sue sorelle.

Jordan Greenway aveva imparato cosa voleva dire sentirsi sparlare alle spalle dopo quasi un anno a Fairy Tail.

In teoria dopo sei mesi doveva tornare a casa da sua madre, ma l'idea di lasciare Magnolia lo devastava molto di più della mancanza di casa.

Improvvisamente l'idea di tornare nel suo piccolo paesino gli era diventata soffocante, quindi sua

madre era passata a trovarlo e gli aveva detto che poteva trasferirsi da suo zio permanentemente, rivelandogli persino che nessuno veramente contava di rivederlo lì, perché tutti sapevano che lui sarebbe stato più felice in una gilda di maghi.

Quel giorno c'erano state molte lacrime e altrettanti sorrisi, ma poi era stato meglio per tutti.

Ma sei mesi dopo si rese conto di essere osservato, delle voci che gli parlavano dietro mentre camminava.

-ma perché ci guardano tutti?- chiese Jordan a Nelly, mentre erano sulla via del ritorno da una missione.

La ramata gli aveva fatto un sorriso triste, quasi rassegnato -ignorali, non stanno dicendo niente d'importante- -ma...- disse Jordan, fermandosi un attimo e captando parte delle informazioni tra quei sussurri.

-quella è Nelly Raimon...- sussurrava qualcuno -è anche più spaventosa di come avevo sentito...- sussurrava qualcun altro. -Quello però chi è? È un altro che ha abbindolato?- -non lo so....- -ma non stava sempre insieme a quel biondo? Il figlio della master di Fairy Tail?- -sì, ma io ho sentito che è scomparso e che se n'è andato proprio perché lei gli stava incollata- -poverino quel ragazzo, mi dispiace per lui.- -che poi lei non è vicina pure al cartomante?- -come minimo li illude tutti e due. Che razza di persona- disse un altra voce, facendo spalancare sempre di più gli occhi di Jordan.

-come ti ho detto, non dicono niente d'importante- disse Nelly, ben conscia di cosa dicevano di lei.

Jordan, durante quel viaggio non disse una parola, rimuginando su quello che era successo. Si rese conto quel giorno che quelle impressioni di sua cugina, che fosse una persona fredda e distaccata, erano le stesse che aveva avuto anche lui un tempo.

Ma sapeva che Nelly era molto di più, eppure di certo non pensava che quello che lui aveva pensato innocentemente per un po', fosse quello che Nelly si sentiva dire spesso e volentieri.

-non pensarci, va bene? La gente parlerà per sempre di te, alle volte bene, alle volte male. Ma sai, sono solo chiacchiere di persone che non sanno assolutamente nulla. È difficile e ci vuole tempo prima di riuscire a farsi scivolare tutto, perché è comunque frustrante. Eppure non possiamo farli smettere di parlare, possiamo solo smettere di sentirli, e quando lo fai, diventa molto più facile, te lo assicuro- disse Nelly, alla fine, prima di riprendere la strada assieme a Jordan.

Poi due mesi dopo, iniziarono a parlare anche di lui, e Jordan seguì l'esempio della cugina, smettendo di ascoltare.

Tutto questo discorso l'ho fatto perché tutti i giovani maghi, nolenti o volenti, sapevano bene cosa la gente diceva di loro, ma avevano imparato, chi in un modo, chi in un altro, a non pensarci (alle volte ci ricascavano ma col tempo erano diventate molto rare).

E questa consapevolezza determinò un importantissima scelta di una persona, facendola arrivare a maturare un idea.

-tesoro, tutto bene? Nell'ultimo periodo sembravi un po' giù di tono- disse Lucy, avvicinandosi al nipote.

-oh, zia Lucy! No, no, sto bene. È solo che ho un po' di cose nella testa- disse il ragazzo, scuotendo il capo.

-mh, ne vuoi parlare? Sai sono bravissima ad ascoltare- disse la bionda, sedendosi affianco a lui.

-...è solo che....probabilmente è stupido- disse l'altro, abbassando il capo.

-è qualcosa su cosa vuoi mangiare per pranzo o cena che ti da così pensiero?- chiese retorica la donna, guardando lo sguardo confuso del nipote.

-e allora non è stupido. E poi anche se fosse questo, se è importante per te, lo è anche per noi. Siamo una famiglia soprattutto perché possiamo darci conforto a vicenda.- disse la maga degli spiriti stellari.

-...è che...vedi...è per i miei poteri. Nell'ultimo periodo ho notato che....non sono abbastanza forti. Nel senso che non so se riuscirei a proteggere le persone che mi stanno care. Non con questo livello- disse il nipote, mentre lasciava che un sospiro sconsolato gli sfuggiva dalle labbra.

-mh...sai anche io ero la più debole del mio gruppo e anche io, a causa dei miei poteri che erano deboli al tempo persi una persona molto importante per me. Ancora oggi alle volte il suo ricordo non mi fa dormire bene- disse la bionda, facendo un sorriso triste e guardando l'orizzonte con gli occhi lucidi.

-...e non persi solo lei. Non so se i tuoi genitori te lo hanno raccontato, ma c'è stato un anno dove la nostra gilda, la nostra famiglia, si sciolse e io rimasi sola.- disse Lucy.

-eppure non mi arresi, sapevo che un giorno ci saremmo ritrovati e sapevo che dovevo diventare più forte di quanto non fossi. E così mi sono allenata e allenata. Non sono ancora forte quanto gli altri, e forse non lo sarò mai, ma questo non vuol dire che mi tirerò indietro e che non combatterò se dovesse succedere qualcosa.- disse la donna, voltandosi verso di lui.

Sorrideva con malinconia, eppure il suo ottimismo gli fece capire cosa doveva fare.

La decisione era già stata presa, forse da sempre o forse solo in quel momento, eppure era diventato tutto chiaro.

-...ma se la cosa giusta da fare è anche la più difficile?- chiese, ancora.

-beh, questo dovresti chiederlo a Natsu. Ma per favore, non fare come lui, ok? Lui se ne andò lasciandomi solo un biglietto per partire per il suo "viaggio d'allenamento di un anno"- disse Lucy, roteando gli occhi.

Come se quell'anno da sola non fosse stato uno dei peggiori periodi della sua vita.

-ma credo che prima di fare qualsiasi cosa tu ne debba parlare con qualcun altro- disse Lucy.

-hai ragione zia Lu. Grazie- disse poi, prima di alzarsi e di tornare a casa.

-di niente Natan- disse Lucy, salutandolo da lontano.

Levy l'avrebbe sbranata probabilmente, ma poi avrebbe capito.

Oppure la bluetta già sapeva cosa tormentava il primogenito, e probabilmente era per quello che le aveva chiesto di parlare con Natan.

Sì, comprese Lucy, Levy e Gajeel avevano già appreso da tempo cosa affliggeva loro figlio.

-mamma, papà, c'è una cosa di cui vorrei parlarvi- disse Natan, mentre sentiva l'ansia salirgli sempre di più.

Nella sua gola tutte le parole morivano e sentiva che nessun suono poteva uscirgli dalla sua bocca, dopo aver pronunciato quella frase.

I suoi genitori si lanciarono un'occhiata, e poi Levy gli sorrise e gli disse -certo tesoro, dicci tutto quello che ti turba-.

-ecco....io...insomma- borbottò Natan, senza sapere cosa dire effettivamente.

-A parole tue ragazzino- disse Gajeel, scompigliandogli i capelli.

Natan prese un grosso respiro -voglio diventare più forte.- disse poi, tutto d'un fiato.

Levy e Gajeel continuarono a sorridergli, invitandolo a proseguire.

-...ho parlato anche con la zia Lucy e lei mi ha raccontato di come lo zio Natsu una volta era partito per un viaggio d'allenamento, e anche tu papà l'hai fatto una volta da quello che mi hai raccontato, anche se sei partito con la mamma, ed io....io penso di volerlo fare anche io. Però lo zio ha lasciato la zia in attesa, senza dirle praticamente nulla e questo non lo voglio fare, perché non sapere praticamente nulla di voi tutti e non farvi sapere nulla sarebbe come rivivere da capo la storia di Jason- disse Natan, esprimendo nuovamente i suoi dubbi.

-beh- disse Gajeel, dopo un po' di silenzio -hai un lacrima-telefono per un motivo e poi puoi mandare delle lettere ogni volta che sei in una cittadina con un ufficio postale.-

-inoltre noi maghi abbiamo anche dei trucchetti alle volte per poter comunicare a distanza.- aggiunse Levy.

-...davvero? Mi lascereste partire davvero?- chiese Natan, guardando speranzoso i genitori.

-allora ragazzino, anche noi abbiamo avuto, e abbiamo tutt'ora, la nostra buona dose di avventure e se tu ne vuoi vivere alcune tutte tue, chi siamo noi per tapparti le ali?- chiese retorico Gajeel.

-in più è ammirevole che tu ce ne abbia parlato. Natan ci mancherai tanto, ovviamente, ma è la tua vita e noi ti sosterremo qualunque decisione tu voglia prendere. Ormai sei abbastanza grande da capire e da voler intraprendere un viaggio tutto tuo. Vivrai tante situazioni, molte alle quali sarai preparato e altre no, incontrerai tante persone e vedrai tanti posti differenti ma, l'unica cosa che ti chiediamo è di non dimenticare mai i principi di Fairy Tail.- disse Levy, seria.

-non lo farò mamma, te lo prometto- disse Natan, altrettanto serio.

-inoltre potrai mantenerti prendendo incarichi con cui puoi andare in giro ovunque. Basterà chiedere alla master di mandarti incarichi del genere, dopotutto non è la prima volta che accade una cosa del genere.- disse Gajeel, abbracciando il figlio di lato.

Natan abbracciò i genitori, grato del supporto dimostrato.

Era anche per loro che quel viaggio era necessario.

La porta si spalancò improvvisamente e due gemellini di nostra conoscenza, più un Lily strapazzato tra le mani di Ivy, si buttarono in lacrime in mezzo all'abbraccio.

-ma, Natan non puoi andartene.- disse Ivy mentre Metallicana annuiva.

-già! Che succede se fai la fine di Jason?- chiese Metallicana mentre Ivy annuiva (sì, lo facevano spesso di copiarsi a vicenda).

-piano, piano. Io starò bene, vi chiamerò tutte le volte che posso, lo prometto- disse Natan, abbassandosi al livello dei gemelli.

-lo aveva promesso anche Jason!- urlarono in coro i due, facendo sussultare Gajeel e Lily.

-sì, ma proprio perché sa che vi può spaventare farà ancora più attenzione- disse calma Levy, entrando nella conversazione.

-ascoltate bambini, solo perché qualcosa fa paura o è andata male una volta, non vuol dire che dobbiamo scappare o smettere di provare a capire. Provarci una seconda volta magari può aprire nuove opportunità- disse Levy, accarezzando i capelli dei figli minori sotto lo sguardo curioso del primogenito.

-sì, ma tu come fai ad esserne certa?- chiese Metallicana.

-perché è il potere delle mamme sapere tutto?- domandò retorica Ivy, prevedendo la classica risposta della madre per certe domande.

-no- disse dolcemente Levy, attirando su di sé la confusione dei tre figli.

-no, è perché una volta anche io ho fatto qualcosa che mi spaventava tanto. Avevo già avuto una brutta esperienza e volevo solamente scappare lontano, ripromettendomi di non avere mai a che fare con quella cosa che trovavo brutta. Poi, per forza di cose, ho dovuto smettere di scappare e anche se quella cosa mi faceva paura, l'affrontai e provai a capirla. E sapete una cosa? Non potrei essere più contenta:perché il dolore e la paura di quella brutta esperienza, mi ha portato una gioia trenta volte maggiore.- disse Levy, con un tenero sorriso in volto.

-davvero? E perché?- chiesero in coro i gemelli.

-perché affrontando quella cosa spaventosa ho conosciuto vostro padre- disse lei, guardando il marito.

-e cos'era la cosa spaventosa?- chiese Metallicana, mentre Ivy in sottofondo continuava a chiedere "cosa?".

-beh, quella è una storia per un altro giorno, quando sarete più grandi.- disse Levy, ridacchiando.

-ma Natan è grande, quindi lui la sa?- chiese Ivy, mentre Metallicana protestava.

-no, Natan non la saprà fino a quando non avrà vent'anni- disse Gajeel.

Per quella sere, nessuno più parlò del viaggio di Natan, ma il giorno dopo e per tutta la settimana successiva fu l'argomento più chiacchierato di tutta la gilda.

E se ne parlò fino al momento della partenza di Natan.

Il sole scendeva lento, mentre nel porto di Harijon un viavai di persone che urlavano.

Una folla di persone era raggruppata lì, in attesa, riempiendo di abbracci e di raccomandazioni un giovane maghetto dai capelli turchini.

A dire il vero potrei spiegarvi cosa si dissero tutti quanti, le lacrime e gli abbracci che i maghi diedero a Natan, potrei spiegarvi quel timore che viveva nei cuori di tutti i presenti: che quello fosse un addio.

Potrei dirvi delle promesse fatte, che persino il principe Raru (che aveva trovato un modo per venire a salutare l'amico) fece al turchino.

Ma non lo farò, non adesso perché non è il momento giusto e perché no, quello non era affatto un addio.

Natan Redfox ebbe una grande avventura in giro per il mondo di Heartland di cui io, un giorno a tempo debito, vi racconterò solo un pezzettino o due sparsi qua e là.

la mattina dopo la partenza di Natan, Mark si svegliò di pessimo umore.

Sì, capitava anche a lui, raramente ma capitava.

Prima di tutto si sentiva tutto indolenzito, questo perché si era addormentato seduto sul suo letto con la schiena al muro anziché sdraiato, poi perché uno dei suoi più cari amici era partito chissà dove.

Ed era infastidito: come poteva il mondo andare avanti ugualmente con Natan che era partito?

E lui che doveva fare? Continuare a vivere normalmente? Seguirlo? Doveva tentare di fermarlo prima? Cosa doveva fare?

E mentre la sua mente era piena di quei pensieri che lo tormentavano, poteva sentire quel fastidioso prurito che lo aveva tormentato durante il suo sonno.

Fu quando Mark si voltò, infastidito, che si rese conto che il motivo per cui il suo naso prudeva era una ciocca di capelli ramati.

Ciocca attaccata ad una testa di capelli ramati che gli dormiva sulla spalla.

-sì, ha dormito qui ed è rimasta qui per tutto il tempo.- disse Kana, entrando nella stanza e leggendo la confusione negli occhi di suoi figlio.

-ieri sembravi in un altro mondo, perciò ha pensato di rimanerti vicina finché non ti fossi svegliato.- continuò la donna, indicando con la testa le mani unite dei due ragazzini.

-ti ha anche messo una coperta addosso quando ti sei addormentato su di lei- finì, sorridendogli.

Mark non disse nulla, perché venne colpito da alcune rivelazioni.

Nelly si era sentita proprio in quel modo dopo che Jason era partito per quello lei gli era rimasta accanto.

Lei sapeva.

Mark Alberona si sentì scaldato e infinitamente più tranquillo perché nonostante tutto, tutti i cambiamenti, Nelly Raimon gli sarebbe rimasta accanto nei momenti peggiori.

Non doveva per forza rispondere a tutte quelle domande in quel momento, poteva scoprirle piano piano, tenendosi per mano a Nelly. 

-penso però che tu la debba svegliare, sai? Si prenderà il torcicollo altrimenti- disse Kana, prima di uscire dalla stanza.

Prevalentemente era perché non voleva essere colei che doveva svegliare Nelly, era sempre una pessima idea.


Nelly Raimon stava avendo una pessima giornata e l'unica cosa che la poteva confortare era un incarico che stava aspettando da un mese.

Si massaggiò il collo mentre guardava la tabella degli incarichi, cercando una richiesta specifica.

Eppure quel maledetto foglio non si trovava da nessuna parte.

Sempre più nervosa, la ragazza si avviò verso la master, pronta a chiedere informazioni.

La dolce Mira, le rispose prontamente che sì, c'era stato quell'incarico, ma proprio quella mattina un altro mago lo aveva preso.

E non l'avesse mai detto: apriti cielo e che la prima master abbia in gloria lo sfortunato che aveva fatto infuriare Nelly.

L'ordine cosmico dell'universo si ruppe di nuovo e Freed fu pronto a chiamare un'esorcista, nuovamente, quando la nipote urlò il nome di quel poveretto per cui tutti ebbero uno sbalzo di pietà.


Intanto Jude Fullbaster, mentre si avviava dalla cliente dell'incarico di quella mattina, ignorava il fatto che la sua famiglia gli stesse organizzando il funerale, perché nemmeno Mark sarebbe riuscito a salvarlo dopo quello.


Angolo Autrice.

allora, via torce e forconi, Natan tornerà e avremo presto sue notizie, promesso. 

invece non posso promettervi la sopravvivenza di Jude. 

Ma Mark farà il possibile per salvare il suo amico dalla furia omicida di Nelly. 

Ce la farà? Non ce la farà? e cos'era l'incarico della discordia? 
Tutto questo nel prossimo capitolo.

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