#alcune cose cambiano più lentamente altre in un battito di ciglia....
#alcune cosecambiano più lentamente altre in un battito di ciglia....ah eAfrodite odia Axel.
Caleb Stonewall aveva iniziato ad avere problemi a causa di una ragazzina che, di punto in bianco, aveva deciso di stalkerarlo.
Poteva denunciareuna ragazzina di Stalking?
Probabilmente, ma prima di poterlo fare sarebbe stato quasi sicuramente arrestato per i suoi di reati.
La cosa peggiore era che quella ragazzina sembrava sempre sapere dove sarebbe andato e dove era.
Si, non era proprio il massimo della vita, era nato e cresciuto in un ambiente non proprio facile ma a lei cosa fregava?
Era tranquillo, ok rubava ogni tanto del cibo o qualcosa per avere un po' di soldi in tasca e qualcosa nello stomaco, ma nessuno le aveva chiesto nulla men che meno lui.
Non si lamentava troppo di doversi rifugiare in posti assurdi quando pioveva o di dover dormire su qualche panchina finendo ad osservare le stelle.
Ma nessuno le aveva detto di "adottarlo" o roba del genere.
Invece lei lo stava seguendo.
Quasi ogni giorno lei si presentava da qualche parte come se lo stesse effettivamente aspettando.
Poi in una notte di febbraio lei, non si sapeva come lo avesse nuovamente trovato, gli aveva lasciato una coperta.
Lei non aveva ancora rivendicato il gesto, ma quella coperta viola doveva appartenerle visto che c'era il suo nome ricamato sopra.
"Camelia".
Così aveva scoperto, due giorni dopo lo strano gesto, che la sua Stalker violetta si chamava Camelia, ma pretendeva di essere chiamata Cammy.
-ok bambolina, ma tu non hai una vita?- chiese un pomeriggio di metà Aprile mentre quella "bambolina" mangiava un panino.
Gli aveva lasciato dei panini in più perché, a suo dire, erano avanzati.
Ma chi pensava che fosse?
Un randagio?
-oh, si che cel'ho.- disse Cammy, tra un boccone e l'altro.
-e allora perché sprechi tempo con me?- chiese Caleb guardando quella strana ragazzina.
-ma io non sto sprecando tempo- disse con convinzione Camelia
-a no?-
-no...insomma sono qui, al sole e all'aria aperta a mangiare un fantastico panino in compagnia di un mio amico...direi che non sto sprecando tempo.- disse tranquilla.
Caleb guardò la ragazzina mentre sentiva la fame farsi presente.
Prendendo un panino di quelli "avanzati", il ragazzo disse -io non sono tuo amico-.
Cammy sospirò.
Un giorno gli avrebbe fatto dire il contrario.
Perché quel panino lo stava mangiando, e la coperta alla fine l'aveva accettata.
Se voleva aiutarlo doveva farlo in modo disinteressato, e piano piano stava riuscendo a fargli cambiare idea.
-guarda che dico sul serio, noi non siamo amici. E se credi che io sia tuo amico vuol dire che davvero non sai cosa vuol dire avere amici- disse serio, masticando.
Cammy voleva chiedergli se lui lo sapesse cosa voleva dire avere amici, visto che lei di amici ne aveva.
Eccome.
Anzi, lei aveva di meglio.
Aveva una famiglia che l'amava nonostante il fatto che di solito non riuscisse a parlare o che balbettasse come Andromeda.
E lui?
Lui una famiglia non l'aveva, ovviamente.
Non una famiglia degna di questo nome.
-in realtà...- fece Cammy, per controbattere.
-oh, ti prego, ora non venirmi a dire che tu hai degli amici perché non è vero. Alla fine le persone ti tradiscono sempre. A parte su te stesso non puoi contare su nessuno e tanto meno fidarti- disse Caleb.
all'improvviso, senza che se lo aspettasse, Cammy gli tirò uno schiaffo.
Mentre ancora aveva il segno della mano sulla faccia, Caleb guardava stravolto gli occhi furenti di Cammy.
-non ti permettere Caleb. Non osare dire queste cose sulla mia famiglia o sui miei amici perché non è affatto vero. Non so cosa ti sia successo, non so cosa pensi o perché sei convinto di non poterti fidare di nessuno o perché credi che tutti vogliano qualcosa da te, ma, spoiler, le persone non sono fatte con lo stampino, e come esistono persone spregevoli che ti vogliono solo usare, esistono anche persone che ti vogliono aiutare per il puro gusto di farlo, o per empatia o perché semplicemente, ti vogliono bene. Ma per sapere che tipo di persone ci sono a questo mondo, devi conoscerle e poi potrai parlare. Quindi non puoi giudicare la mia famiglia senza neanche conoscerla. Non puoi parlare dei miei amici se non li conosci, e so che tu personalmente non li conosci. Vedi di non offendere le persone che amo così alla leggera. -disse Cammy con una nuova rabbia.
Caleb rimase insilenzio a guardarla mentre, furiosa se ne andava.
Una parte di lui era delusa che lei lo stesse realmente abbandonando alla fine.
dimostrando che alla fine non credeva veramente a tutte quelle sciocchezze che aveva appena detto.
Perché lui, nei cinque mesi da cui si conoscevano, aveva tentato di allontanarla ma lei si era sempre ripresentata.
Forse aveva finalmente toccato il fondo della sua pazienza?
Allora questo non significava che lui aveva ragione?
Che anche lei aveva finalmente ottenuto lo scopo per il quale, a dicembre, aveva iniziato a tormentarlo?
Comunque, una piccolissima parte di lui non solo era delusa e ferita, ma anche invidiosa.
Perché, forse, anche lui voleva qualcuno che lo difendesse come Cammy aveva difeso i suoi amici.
E quando due giorni dopo Cammy andò nuovamente a trovare Caleb con un sorriso gentile sulle labbra, Caleb dovette reprimere un ghigno.
Perché, anche se non l'aveva mai ammesso, era veramente felice di quella sua Stalker.
...
era finalmente arrivata la primavera e Oceanus si stava godendo il tiepido cielo di Aprile.
La creaturina aveva finalmente iniziato a smettere di piangere ogni venti minuti e a dormire di notte, così come Oceanus aveva cominciato ad abituarsi alla presenza della piccola, ancora senza nome.
-che c'è? Hai fame?- chiese Oceanus, mentre la piccola allungava le sue manine.
-mh...direi di no,visto che hai mangiato da poco...allora vuoi dormire?-
la piccina fece qualche piccolo verso, mentre le sue manine cercavano di afferrare il limone caduto davanti a se.
I capelli castano chiaro sulla sua testa sembravano brillare mentre gli occhi color miele venivano attirati dal frutto giallo.
Anna continuava adire alla draghessa di dare un nome alla bambina, ma Oceanus rimandava sempre.
Forse voleva ancora credere che la madre di quella cucciola umana potesse tornare o forse non voleva accettare quanto quella cucciola umana l'avesse cambiata...
un giorno però la scelta non sarebbe stata più rimandabile.
Finalmente la piccola cucciola senza nome aveva preso il limone e stava cercando di metterselo in bocca.
Oceanus guardò la bambina cercando di ignorare quel sentimento felice che provava.
Lei la grande regina dei draghi d'acqua era felice per una cucciola umana?
Aveva forse dimenticato che lei stessa aveva cacciato gli umani per anni prima di unirsi alla fazione di Igneel, il re dei draghi di fuoco?
No, lo sapeva benissimo.
Perché quasi poteva sentire il sapore di quegli umani della sua bocca...
si ricordava anche che gli piaceva molto, prima di smettere a causa delle continue guerre tra i draghi.
Però, quando spostava gli occhi sulla cucciola umana quel sapore che un tempo le era piaciuto così tanto, lo trovava disgustoso.
Ignara di tutti quei pensieri, la bambina continuava a ciucciare con la sua boccuccia il limone.
Ad un certo punto però si mise a piangere.
-e adesso che hai?-chiese Oceanus, guardandola.
La vide gettare il limone e urlare mostrando che nella sua bocca, senza che Oceanus sene accorgesse, era puntato un dente.
E nella scorza del limone vi era un piccolo buchino da cui l'acido succo usciva.
-ah, ho capito...hai morso il limone con il tuo primo dente....- disse Oceanus con tono allegro.
La cucciola umana continuava a piangere, probabilmente per il sapore del succo di limone e per il dolore del dente che stava spuntando.
Gli occhietti color ambra brillavano così tanto che sembravano oro.
Oceanus sgranò gli occhi.
Un altro strano pensiero le era venuto in mente. Che fosse il momento?
Mentre la piccola ancora piangeva, la draghessa la prese con la coda e si mise a cullarla facendola pian piano calmare.
Mentre la piccola si metteva il pollice in bocca e chiudeva gli occhioni, Oceanus si rese conto che era esattamente il momento.
-Goldie... ti chiamerai Goldie Lemmon...- disse come se fosse un sussurro.
E dopo aver dato un nome a quella bambina che aveva preso con sé "temporaneamente",Oceanus accettò che la sua convivenza con Goldie non era più solo temporanea...
...
il giorno in cui la vita di Axel Dragoneel cambiò radicalmente iniziò in un modo normalissimo.
Venne svegliato dal pianto ininterrotto di Igneel.
Che fortuna.
Effettivamente il biondo pensò che Xavier avesse avuto una grande idea nell'andare in missione con l'arrivo delle sorelline in casa.
Chissà se poteva farlo anche lui...
poi il mago del fuoco si rese conto che se l'avesse fatto Julia avrebbe rischiato di attentare, inconsapevolmente, alla vita del fratellino.
Di nuovo.
E la prima volta che era successo anche lui si era beccato una sgridata, anzi due: una da suo padre e una da sua madre.
E persino il loro vicino sapeva che quando era Natsu Dragoneel a sgridare i suoi figli, allora voleva dire che ciò che era successo era decisamente grave.
Dopotutto, nonostante il mito comune che il rosato fosse un idiota, quando c'erano di mezzo cose importanti , come la sua famiglia (sia il suo nucleo familiare che Fairy Tail), l'uomo riusciva a spiccare per acume e a diventare molto responsabile assumendo persino una forma autoritaria(e in quei casi non ce n'era per nessuno).
Per fortuna solitamente era Lucy a sgridare i bambini e Natsu a fare il quinto bambino di casa (il quarto era Happy).
Comunque Axel si svegliò quella mattina pensando che prima o poi Julia avrebbe avuto la brillante idea di soffocare Igneel con il cuscino, e probabilmente i suoi timpani e il suo sonno le avrebbero dato il pieno supporto.
Alla fine soffocò uno sbadiglio e si alzò dal letto.
Arrivato in cucina si ritrovò davanti sua madre intenta ad allattare suo fratello e suo padre a cucinare.
Pessima idea?
Assolutamente.
Avrebbe fatto qualcosa per poter mangiare qualcosa di non carbonizzato?
Assolutamente...o almeno lo avrebbe fatto se metà dei suoi neuroni fossero stati sintonizzati con il suo cervello.
Perché, a quanto pareva da quello che aveva scoperto la notte precedente, fare i compiti durante la notte perché rimandati per tutta la settimana, era una pessima idea, specialmente se in una casa con un bambino piccolo.
Quindi Axel si sedette e per poco non fece cadere la sua faccia sui pancake che suo padre gli aveva dato.
Altro mito da sfatare: di tanto in tanto Natsu Dragoneel riusciva a cucinare e a non fare disastri culinari degni di Nelly.
(anche se la maga di scrittura d'ombra era ancora considerata imbattibile nei disastri in cucina).
Quello era dunque uno di quei giorni dove il Dragon slayer era riuscito a fare una colazione per i propri figli ancora troppo addormentati per cadere nei pregiudizi e aspettare che a cucinare fosse la loro madre.
Axel, dopo essere miracolosamente riuscito a mangiare, vestirsi e lavarsi, si diresse verso la gilda e partì insieme a Mark e Jude per un incarico scelto la sera prima, pochi istanti prima che Mark ricordasse che la settimana successiva era compleanno di Nelly e dopo che Jude aveva ricordato loro che avrebbero potuto consegnare gli ultimi compiti ad Anna sulla strada di andata (il motivo per cui Axel aveva pensato ai compiti).
Alla fine finalmente avevano completato la missione, fatto tre docce a testa perché erano tornati più che lerci, e Axel era tornato a casa.
Erano ormai le 10:30di sera quando qualcosa di luminoso comparve nella culla del piccolo Igneel.
Axel aveva ancora i capelli leggermente bagnati e si era appena messo il pigiama ma subito fece comparire una fiamma dal palmo della sua mano.
Si avvicinò di scatto verso i fratellino vedendo che il piccolo teneva in mano una chiave argentata con uno strano simbolo rosa.
Pochi instanti dopo, come evocata, apparve l'ultima persona che pensava di vedere.
-A...Andro?- chiese titubante, vedendo l'amica comparire a caso in casa sua.
Anche se sua madre lo aveva avvisato del vizio degli spiriti stellari di comparire a caso, Axel rimase comunque sorpreso nel vederla.
-ciao Ax...- lo salutò Andromeda, anche lei abbastanza confusa.
-co...cosa ci fai qui?- chiese Ax, combattendo contro il rossore che stava cercando di distinguersi sulle sue guance.
-sono...credo diessere stata chiamata.- disse Andromeda, con un tono di vocein solitamente alto per lei (ovvero il tono di voce normalmente utilizzato dal resto degli esseri viventi).
Già dal tono delle parole, Axel capì che era successo qualcosa di strano.
Poi anche le stesse parole erano insolite.
Chiamata?
E come?
Lei era uno spirito stellare senza chiave.
Poi Axel guardò nuovamente la mano del fratellino.
Igneel teneva con se una chiave d'argento.
A differenza di quella mattina i neuroni di Axel funzionavano quella sera e riuscì a fare due più due.
-oh, quindi adesso hai una chiave.- disse quasi tristemente Axel.
Se Andromeda aveva una chiave, voleva dire che era destinata ad avere un mago o una maga, e non era certo di poter continuare a passare il tempo con lei una volta al servizio di qualcuno.
-direi di sì...e a quanto pare anche qualcuno con qui stipulare un contratto...-disse Andromeda, guardando il bambino nella culla appena svegliatosi.
-cosa? Vuoi stipulare un contratto con Igneel?- chiese stupito il biondo.
Proprio non capiva perché Andromeda volesse stipulare un contratto con un bambino che non sapeva né camminare né parlare.
Solo perché era un mago degli spiriti stellari?
-e...esatto....v...vedi..io-disse la ragazzina, tornando a balbettare e a parlare a bassa voce.
Axel si rese improvvisamente conto che sentendola parlare in modo "normale" si era tranquillizzato....
Andromeda parlava in quel modo solo in casi seri....
la rosata prese un gran respiro e guardò negli occhi Axel.
C'era una strana luce negli occhi verdi di Andromeda.
Una luce determinata.
Un fuoco relativamente pericoloso.
-...sapevi che Capricorn è stato lo spirito stellare di tua nonna?- chiese Andromeda.
Nessun balbettio, nessun sussurro.
Un tono serio e deciso.
-...no?- disse Axel sorpreso.
Cosa centrava con il fatto che Andromeda volesse stipulare un contratto con Igneel?
-e sapevi che anche i miei genitori sono stati al servizio di tua nonna?- chiese ancora Andromeda.
-no, non sapevo neanche questo- disse Axel sempre più confuso.
-e sai cosa vuol dire?- chiese ancora Andromeda.
-che gli zii sono incredibilmente più vecchi di quanto pensassi?- scherzò Axel.
-esatto- disse Andromeda.
-esatto?- chiese Axel
-sì, esatto....quello che sto cercando di dirti è che...noi spiriti stellari siamo immortali! Possiamo vivere per secoli e secoli. Che io sappia ci sonostati solo due spiriti stellari che sono "morti", e uno di questi è resuscitato!....quello che sto cercando di dirti è che tu potrai vivere per altri novanta anni, se sei fortunato, ed io sarò ancora viva con chissà quale aspetto perché presto la mia crescita si interromperà! Potrebbe succedere oggi, domani o tra dieci anni ma ad un certo punto non crescerò più e manterrò quell'aspetto per il resto dell'eternità!- disse Andromeda mentre gli occhi le si facevano lucidi.
Ad Axel stava per scoppiare la testa.
Fino a quel momento il fatto che lei fosse uno spirito stellare non aveva mai avuto una grande rilevanza: lei era Andromeda e abitava in un'altra dimensione.
Fine.
Ed invece adesso lei lo stava mettendo davanti ad una verità scomoda: lei era immortale, lui no.
Qualcuno lassù, probabilmente quella che i tizi dell'altra realtà avevano chiamato Afrodite, lo odiava parecchio.
-quindi....tu sei...una persona importantissima per me, anzi tutta Fairy Tail è importante per me...il mio tempo con voi è limitato perciò ho deciso che...che non posso lasciare che la mia timidezza non mi permetta di godermi il mio tempo con t...voi. E per rimanerti ancora più accanto prometto di vegliare su Igneel fino alla fine.- disse Andromeda ricacciando indietro le lacrime.
Ne aveva versate già tante prima di arrivare lì.
Aveva deciso di godersi il tempo con l'altra parte della sua famiglia e per farlo doveva assolutamente tirare fuori il coraggio da leoni ereditato da suo padre.
Continuare a piangere non avrebbe cambiato nulla ma fare il suo primo contratto con Igneel e vegliare su di lui avrebbe potuto darle più tempo insieme al ragazzo che le piaceva...
anche se lui doveva assolutamente innamorarsi di qualcuno che non fosse lei.
Una che potesse rimanergli accanto fino alla fine mentre lei sarebbe stata la sua buona stella a vegliare su lui e la loro famiglia.
E mentre Andromeda faceva il contratto con Igneel prendendolo in collo e facendo sì che un suo dito fosse tenuto nella mano del bimbo biondo, Axel Atlas Dragoneel si rese conto che quella Afrodite doveva odiarlo davvero tanto.
Perché in quel momento, tra il battito di ciglia nel vedere quell'immagine Axel sirese conto che la sua compagna, la "persona giusta", la sua "anima gemella" era proprio quello spirito stellare immortale che gli stava di fronte.
E menomale che doveva essere solo una cotta pre-adolescenziale.
Angolo Autrice.
ebbene, sono in ritardo ma questo capitolo mi ha portato via più tempo del previsto.
ebbene, Axel si è reso conto che qualche altra cosa ha ereditato da suo padre, oltre alla magia del fuoco, ovvero la capacità di sapere chi sia la sua anima gemella.
e a lui è toccato qualcuno che non potrà avere.
forse è vero che Afrodite lo odia.
purtroppo la dea dell'amore non rilascia dichiarazioni a riguardo.
bene, lasciando i drammi di Axel, un altro drago conoscerà presto la sua anima gemella.
quindi alla prossima,
Matilda
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