4. Marta


Anno 1995

Per Brook e Chloe era una fantastica idea organizzare una festala settimana prima degli esami. Anzi, per loro una festa era sempre una fantastica idea. 

Erano due gemelle identiche solo nell'aspetto: entrambebionde, con un paio di occhi chiari e una statura longilinea. Laprima amava gli abiti alla moda, i lucidalabbra alla ciliegia edera perennemente a dieta. La seconda adorava i vestiti extra large, i fast food e i romanzi rosa. Da embrioni avevano condivisola placenta, da adolescenti condividevano la passione per il canto. Ah, giusto, e anche per le feste. 

«Per favore, per favore, per favore», ripeté Brook nel mioorecchio come una mosca fastidiosa. 

«Ho detto no!» Mi coprii la faccia con un cuscino, speravo milasciasse dormire un altro po'. Non che fossi una dormigliona,ma quella mattina avevo voglia di crogiolarmi a letto. 

«Ma perché no? Cosa ti costa?» 

Sbuffai, le scaraventai addosso il cuscino e mi diressi in bagno. 

Brook mi si inchiodò davanti e strillò: «Non puoi non esserci!È pur sempre casa tua!» 

«Sì che posso, invece!» Poi mi voltai verso la sua gemella,era imbronciata. «Smettila di guardarmi in quel modo. Non miconvincerai nemmeno tu». Sospirai appoggiata allo stipite dellaporta. «Il discorso è chiuso».

«Ma non devi andarci per forza a letto. Non di nuovo, almeno. Se stai con lui...», si intestardì Brook. 

«Ci presenterà i suoi amici», continuò Chloe arrossendo. 

Risi incredula. «Non avete bisogno di me. Andate da loroe...» 

«Quelli non ci filano. Abbiamo bisogno di una spinta», insistette Brook avvicinandosi, «della tua spinta». 

«È fuori discussione», replicai secca e mi chiusi in bagno.Rimasi un po' così, spalle contro la porta e occhi chiusi. Le due,lì fuori, si zittirono all'istante. 

Se avessi saputo che bastava così poco, mi sarei rifugiata inbagno molto prima, pensai divertita. Non volevo accontentare laloro richiesta, non era da me. Avrei preferito non partecipare aquella festa, piuttosto che subirmi un tipo noioso e pieno di sé.Solo l'alcol mi avrebbe aiutata a sopportarlo, ma non avevo voglia né di ubriacarmi né di fare baldoria. Sarà che forse mi mancava casa mia, le richieste di mio padre di suonargli qualcosa...Mi mancava il profumo di biscotti e pane caldo della domenicamattina. Quella sensazione lì, confortante e sicura. Dopotuttoera da Natale che non rientravo.

Quando uscii dal bagno, Brook e Chloe se n'erano andate epotei prepararmi in tranquillità. Per il momento ero sola, Helenenon era ancora rientrata ma lo avrebbe fatto a breve, così decisidi recarmi in biblioteca per studiare. 

Come al solito la sala era gremita di studenti, teste concentrate sui libri e spalle leggermente curve. Sbuffai, rafforzai contro ilpetto la presa sui due libri che mi ero portata e camminai verso iltavolo in fondo, vicino alla finestra. Era occupato da due ragazziseduti l'uno di fronte all'altro. Sperai, man mano che mi avvicinavo a loro, di non imbattermi in due chiacchieroni, o ancorpeggio in due "guardoni". Non sopportavo chi fissava la gente. 

Appena mi sedetti, solo il ragazzo con gli occhiali alzò la testa. Non riuscii a capire se la sua fosse più un'occhiata infastidita o di apprezzamento, perché aprii subito il mio libro e iniziai a studiare. Qualche minuto dopo, il ragazzo alla mia destra, quellodi cui avevo visto solo la schiena, indietreggiò di scatto con lasedia. Nell'aula taciturna echeggiò un rumore sordo e tutte leteste si sollevarono a fissarlo. In quel momento mi decisi a farloanche io e lo riconobbi: era lui, il ragazzo talentuoso.

La sera del concerto, chissà per quale motivo, era scappatosenza nemmeno presentarsi e io lo avevo guardato andar via conancora la mano sospesa a mezz'aria. Mi ero sentita una sciocca,lo ammetto, ma nonostante tutto lo salutai. 

«Ciao», gli dissi con un sorriso. Non rispose, si alzò e lasciòdi corsa la biblioteca. 

Sono per caso un fantasma? O magari un virus da cui scappare?  Volevo solo scambiare due chiacchiere, ma sembrava checercasse di evitarmi. Guardai stranita il ragazzo di fronte a me,stavo per chiedergli che problemi avesse il suo amico, poi mivenne un'idea migliore.


Vi piace il capitolo? Cosa ne pensate di Brook e Chloe? 

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