Una ninannana amara
Aria e Daphne correvano speditamente per i marciapiedi del Pentagramma. La brezza nauseante diffondeva l'olezzo sporco di liquori scadenti e droghe fuori moda. I demoni si intrisecavano come dei rovi e le ragazze cercavano di superare la folla. Per fortuna erano scappate, altrimenti se sarebbero rimaste nella casa di Pentious, sarebbero state uccise dalla ragazza bionda. Erano state fortunate. Ma, ora, dovevano ritornare all'hotel. Aria lo realizzava. Ogni volta, vedeva la sua piccola amica camminare lentamente. Il suo sguardo diventava sempre più distante. La sua mano diafana stava per lasciare quella piumata della demone cigno. Aria, preocupata, trascinò la bambina in un angolo della città. Quest'ultimo era circondato da siringhe che potevano essere state usate da altri mostri per farsi. Alle pareti sporche erano appese locandine rappresentanti pornoattori. Le ragazze si sedettero per terra, per riposare. Di certo, il muro impolverato, era confortante per Aria eppure sapeva che in quel momento sarebbe stato prezioso sapere come stesse Daphne. Dopotutto, era sua compito proteggerla. La ragazza gettò uno sguardo sulla piccola, la quale teneva gli occhi bassi e accarezzava un libro impolverato. La avvolse con un braccio, per permettere alla ragazzina di posare il capo sulla sua spalla.
-Sei stanca?- mormorò Aria, maternamente. In quel momento avrebbe voluto che Daphne fosse sua sorella. La bambina osservò l'amica.
-Un po'.- ammise dolcemente. Un raggio di luna illuminava i suoi occhi profondi quanto una caverna. Aria non disse nulla, per un poco.
-Che libro è?- chiese incuriosita, indicando col mento il volume rinchiuso nelle ginocchia della piccola.
-"Qualcuno volò sul nido del cuculo", credo. - rispose Daphne, mentre con le dita, passava in rassegna le pagine ingiallite dal tempo.
-E dove l'hai trovato?- incalzò Aria, con autorevolezza.
-Qui, in questo posto.- disse la bambina candidamente. La ragazza, per un istante, aveva temuto che Daphne avesse rubato, ma la piccola sembrava fin troppo pura per farlo. All'improvviso, la bimba cinse le gambe con le braccia sottili.
-Sai chi era quel signore tutto rosso e sorridente?- chiese lei innocentemente.
-È Alastor. "Il demone della radio".- rispose Aria, melancolicamente. Ora ripensava al tradimento che Al aveva fatto. Forse era dalla parte della giovane mafiosa per aumentare la sua celebrità. Da un lato si rammaricava per lei, temendo che il demone, stancandosi di lei, l'avrebbe abbandonata. Dall'altro si autocommiserava, poiché, nonostante il sorriso sinistro, sperava che Alastor avesse principi solidi sulla vera amicizia. Ora si pentiva amaramente di averlo conosciuto.
-Sai, ho sognato una notte una voce di donna dirmi: "Stai attenta al demone della radio. La sua malvagità ha contaminato anime innocenti." Pensavo che fosse un uomo nero creato dalla fantasia degli zingari, ma ora che l'ho visto credo che sia più spaventoso di un qualsiasi baubau.- spiegò la piccola, sempre candidamente. Aria tacque, ripensando alle parole dell'amica. Una voce di donna aveva avvertito la bambina. Forse era un'altra indizio sul passato di Daphne, ma non volle dirlo.
-Vorrei poter imparare la magia, così potrei sconfiggere il "demone della radio".- sentenziò la ragazzina, sognante. Aria ridacchiò divertita. Di certo non sarebbe stato facile.
-Adesso andiamo a dormire. Domani avremo un'altra giornata impegnativa.- disse la ragazza. La bambina annuì e sì sdraiò sul terreno duro.
-Mi canteresti qualcosa?- chiese dolcemente. Aria ci pensò per un attimo. Non conosceva nessuna ninnananna, ma ricordava che nel convento aveva sentito una strana melodia. Era straziante ma dolce. Sembrava un dolce amaro, ma che nel fondo aveva qualcosa che lo addolciva. La ragazza la canticchiò lentamente, come per recuperare ogni nota dimenticata. La notte, intanto si faceva più scura e un venticello gelido sferzava il viso della demone. Ma non importava. L'importante era proteggere e accudire la sua Daphne. Pian piano, Aria chiuse gli occhi e scivolò nel sonno.
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