Un padre oscuro

L'insalata si muoveva delicata, trascinata qua e là dalle forchette delle  commensali. Aria squadrava Daphne e la vecchia, entrambe col capo chino intente ad osservare il piatto. Nessuna delle tre donne sembrava aver fame. Un silenzio impenetrabile avvolgeva tutta la stanza, come se l'Inverno avesse steso un velo sulle sedie, sul pianoforte e sui fornelli.
-Da dove venite, care?- chiese Clarissa, prima di affondare i denti nel pane bianco. Le ragazze si guardarono preoccupate. Non potevano dire che provenivano dall'Inferno altrimenti solo Dio sapeva quello che sarebbe successo.
-Dalla Sicilia. Sta in Italia.- rispose Daphne, mentendo. La demone le rivolse un'occhiata piena di ringraziamento. Avrebbe voluto abbracciarla, ma sarebbe stato troppo sospetto. La donna increspò le labbra in un sorrisetto divertito e malizioso.
-Si sente. Avete un accento che ricorda la terra della bandiera rossa, verde e bianca.- continuò Clarissa, bagnandosi la mandibola con un bicchierino di vino.  -Comunque dovrei dirvi una cosa, sopratutto alla bambina.-
Le parole risuonavano potenti e avevano toccato l'interesse delle due amiche. Si protesero in avanti, per ascoltare la donna con la massima attenzione che potevano simulare.
-Voi conoscete il cosiddetto "Demone della Radio"?- chiese Clarissa, sommessamente. Alastor! Come diamine faceva quella donna a conoscerlo?  Il cuore di Aria si fermò per l'inquietudine.  Non riusciva a muoversi, i polmoni non emettevano più ossigeno. Avrebbe voluto prendersi Daphne e volare con le sue ali. Ma non riuscì a reagire. Poté solo annuire lentamente.
-Ho percepito qualcosa nel cuore della tua amichetta.- continuò l'anziana donna, rivolgendosi alla bambina.
-Lei è nata con gli stessi poteri del demone che abbiamo sempre combattuto. E questo perchè lui è suo padre.- disse Clarissa, serenamente. Daphne balzò in piedi, sussultando. Il pallore aveva soffocato il rossore delle sue guance e la bocca era leggermente aperta. Aria scuoteva la testa incredula. Come poteva Alastor essere il padre di Daphne? Sebbene il nome del demone rosso derivasse dal greco, era ingiustificabile tale cosa, poiché Al era Americano.
-Lei è una vecchia pazza- commentò lei, cercando di simulare una risata.
-Può essere. Ma io so la storia, cara. Mia figlia Diana, conobbe quello spirito malvagio nella notte del 1931. La pioggia aveva bagnato i gigli e i ciliegi. Fulmini grossi aveva squarciato il cielo e gli animali correvano impazziti. La mia bambina stava passeggiando lungo la strada, sebbene le avessi detto di rimanere in casa. All'improvviso vide la figura di un uomo rosso in smoking. Il sorriso di quest'ultimo splendeva nell'oscurità. Appena Diana si avvicinò a quei denti aguzzi, il demone cervo le prese la vita e la violentò. Oh, le grida della mia unica figlia si diffondevano in tutta la valle. Erano così sofferenti! Volevo salvarla, ma non potevo dannarmi con quel demonio. Appena la tempesta cessò, corsi fuori e vidi Diana distesa sul prato,con il ventre gonfio. Era maledetta. Un demone aveva fatto in modo che concepisse una bambina. Esclusa dalla società, la mia Diana crebbe la piccola Daphne per ben undici anni. Tutto sembrava andare per il meglio, ma i nazisti arrivarono nella nostra città come lupi affamati. Le loro armi non solo erano assetate di sangue ebreo ma anche del sangue delle streghe. Appena scoprirono la tua amica, decisero di uccidere sia lei che sua madre.  Ma Diana si sacrificò, facendosi fucilare da un componente della SS. Sua figlia corse per tutta la strada. Bombe di ogni tipo bruciavano le case e dagli spari infuocati uscivano corpi insanguinati e gonfi. Per fortuna,  un pilota salvò la ragazzina e la portò con sè nel cielo. Raffiche di mitragliatori spacciavano le nuvole, ma l'uomo teneva duro finché, purtroppo venne ucciso da uno sparo e la piccola, per salvarsi dovette gettarsi nel vuoto. Nessuno seppe più nulla di lei. Ma ora quella bambina è ritornata e deve sconfiggere il suo stesso padre, per evitare che l'oscurità corrompa la luce.-
Le parole della vecchi erano come frecce. Avevano ferito sia Aria, sia Daphne. Nessuna lacrima osava ricamare le incavature delle loro faccie. Non osavano mozzare il fiato. La bambina salì in camera, senza dire nulla.


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top