Parte 12 ✴ Epilogo
Alcuni mesi dopo...
L'osteria di Trina era molto affollata, sebbene fosse tarda notte.
C'era chi festeggiava un avvenimento gioioso, chi si disperava e chi, in silenzio, beveva per dimenticare.
Anite, Oris e Vellga lo facevano semplicemente perché erano tornati a casa dopo una missione, il che era motivo per fare diversi brindisi, come al solito.
Garlis, seduto al tavolo con loro, da qualche minuto si era perso a fissare il contenuto del proprio bicchiere, non più convinto di volerlo bere tutto.
Gli alcolici dell'osteria erano di ottima qualità, non era quello il problema, ma aveva la testa altrove.
Un po' brilla ma non ancora ubriaca, Anite gli diede una gomitata amichevole, facendolo tornare alla realtà.
Il ragazzo, notandola che gli sorrideva con fare divertito, ricambiò il sorriso senza però dire nulla.
"Sai, quando ci hai detto di te e Ariha non volevamo crederci," disse, dopo aver buttato giù un altro sorso.
"Non cominciamo con questa storia, ti prego," le chiese lui, temendo dove volesse arrivare.
"Finalmente mi decido a dirlo e tu mi vuoi zittire così? No signore!" ribatté lei, sollevando in alto il calice.
Bevve un altro sorso e, avendo ormai finito la sua bevanda, posò con enfasi il bicchiere sul tavolo.
"È stato strano all'inizio, amico," commentò Oris, che aveva ascoltato il loro discorso.
La maga lo indicò con un gesto della mano, come per sottolineare che avesse centrato il bersaglio.
Malgrado la brillantezza con cui era intervenuto, lo spadaccino era quello messo peggio del gruppo in quel momento.
"Ma quanto hai bevuto? Stanotte la tua fidanzata dovrà raccoglierti con una ciotola," gli fece notare Garlis, per sviare l'attenzione da sé.
In risposta, il compagno gli fece segno di lasciar perdere e bevve un altro po' dal suo bicchiere ancora colmo, riempito da poco.
"Quello che volevo dire, mio caro Garlis, è che adesso sei più sereno. Chi l'avrebbe mai pensato!" continuò la maga, alzando improvvisamente la voce per pronunciare l'ultima frase.
"Già," concordò il Portatore di Luce, abbassando lo sguardo sul suo boccale e inclinandolo per osservare il liquido che si spostava all'interno.
"Sereno però non significa felice," si intromise questa volta Vellga.
L'esploratore non li aveva guardati mentre aveva parlato. O meglio, la bandana verde che gli scendeva sugli occhi non permetteva di capire se lo avesse fatto, ma pareva fosse concentrato su altro. Sull'osteria stessa e sui suoi ospiti, dai più tranquilli ai più rumorosi.
"Vellga ha ragione," riprese la maga, in un tono di voce calmo e comprensivo. "Inoltre hai ricominciato a non dirci più niente. Puoi fare come vuoi, ma noi notiamo che qualcosa non va e ci preoccupiamo."
Garlis sospirò. Non pensava che gli amici se ne fossero accorti, ma andava bene così perché si era appena creata l'occasione per parlare della situazione.
"Io all'inizio ero fiducioso. Non avevo delle aspettative troppo alte e devo dire che lui è meglio del previsto, quando lo si conosce bene, però..."
"Però è Ariha."
"Sì, Anite, hai proprio ragione. Su certe cose non cambierà mai e nemmeno io lo farò. È così e basta."
"Sai Garlis, mia madre diceva sempre: la vita è troppo breve per accontentarsi di una persona sola," raccontò la maga.
Vellga sgranò gli occhi, tanto che la bandana non bastò a nascondere la sua reazione.
"È da lei che hai preso quindi?" domandò d'istinto, senza pensare.
Anite lo fulminò con lo sguardo.
"No. O forse sì, ma che importa? Il punto è che si potrebbe applicare anche a te, Garlis, sebbene la situazione sia diversa. Tu e Ariha siete immortali, io al posto vostro non ce la farei a sopportare il pensiero di stare insieme per sempre, in una relazione esclusiva. L'eternità è troppo lunga!"
"Penso che tu abbia ragione," confessò Garlis, senza esitazione. "Devo ammettere che ci pensavo da un po'... Se Ari, il mio Ari, fosse stato immortale, avrei condiviso volentieri tutto il tempo di Ellis con lui, ma è di Ariha che stiamo parlando. Lui non è più Ari ormai e io lo accetto. Inoltre la nostra relazione è esclusiva solo da parte mia, lui ha sempre fatto ciò che ha voluto, senza farne mistero... E non è un problema, anzi definire la nostra storia come una relazione mi sembra inappropriato," continuò, per poi sospirare.
"Inappropriato? Condividete una casa!" esclamò Oris, che miracolosamente era ancora in grado di seguire il discorso e intervenire in modo logico.
"Sì, ma non è come vivere insieme davvero. Quella casa è un punto di incontro libero da leggi e pregiudizi dove possiamo fare ciò che ci pare, con chi ci pare," precisò il Portatore, dopodiché tornò a guardare Anite che si era mantenuta silenziosa mentre lo ascoltava.
Parlarne gli stava facendo bene e non lo avrebbe ammesso, ma tutti loro si erano accorti che aveva scoperchiato il barile e non si sarebbe risparmiato, almeno per quella sera.
"Prima di conoscere davvero Ariha, io non volevo avere una relazione con nessuno. Ero intrappolato nel mio dolore e non riuscivo a cambiare... anzi, non volevo, non mi interessava. Il dolore non mi abbandonerà mai, ma adesso è diventato qualcosa di diverso. Stare con lui, in un certo senso, mi ha reso libero. Mi ha fatto capire che non devo privarmi della felicità solo perché sono immortale."
"Però Ariha non ti rende felice," sottolineò Anite.
Anche lei non voleva risparmiarsi, dato che quella era una delle rare occasioni in cui il suo amico parlava di sé.
"Già. Credo di essere pronto a cercare qualcun altro... Non ne sento una vera necessità, ma ora sono aperto alla possibilità," ammise, e il fatto di averlo detto ad alta voce per la prima volta lo fece sorridere.
Era come se avesse reso più autentica la sua intenzione, togliendo un altro lucchetto dalla sua anima che per lungo tempo non era stata libera, almeno per come si era sentito fino a quel momento.
"Ariha come la prenderà?" domandò Vellga, in un tono serio che non tradiva la sua curiosità.
"Come io ho preso le sue scappatelle di questi mesi, immagino. Con filosofia. Non ho nessun obbligo verso di lui e non dico che smetterò di vederlo, ma voglio altro. Come ha detto Anite, l'eternità è troppo lunga per trascorrerla con una persona soltanto, soprattutto se quella persona è Ariha."
La maga scoppiò a ridere all'improvviso, facendo sobbalzare loro e anche qualcun altro dei presenti, seduti ai tavoli vicini.
Quando si calmò poté asciugarsi le lacrime e rivolgere a loro gli occhi lucidi.
"Non ho detto proprio così, ma in questo modo rende di più l'idea," disse. "Garlis, non accontentarti!"
"Non lo farò. Mi aprirò alla possibilità di conoscere altre persone... e a un certo punto soffrirò, ma la mia vita è fatta di questo," si zittì e abbassò lo sguardo, ma durò solo un istante. "Ariha una volta mi ha detto che sono il punto fisso nella sua vita... Immagino che per me sia lo stesso. Questo però non significa che siamo l'unico punto, nella vita l'uno dell'altro. C'è voluto del tempo, ma finalmente l'ho capito."
Alzò lo sguardo sugli amici e notò che tutti e tre sorridevano. Persino Vellga, il che rendeva quella serata una vera rarità.
"Brindiamo a questo!" annunciò Anite, la voce carica di orgoglio.
"No, io penso che sia il caso di smetterla, abbiamo bevuto tutti abbastanza per oggi," provò a fermarli.
Fu tutto inutile, i tre sollevarono i boccali, li fecero cozzare tra loro e li portarono alla bocca prima che Garlis potesse intercettarli per impedirlo.
Si misero a ridere tutti e quattro, spensierati.
"Forza, adesso torniamo a casa, vi accompagno," insistesse Garlis, e questa volta riuscì a convincerli.
Tra un lamento e l'altro, gli amici si alzarono e lo seguirono all'esterno del locale.
"Sapete, ho parlato con Rowan l'altro giorno," disse Oris, strascicando le parole.
"Chi?" chiese la maga, con fare confuso.
"Non fare la finta tonta! Quello che ti ha dato buca per l'occultista! Ecco, lui ha lasciato l'esercito, è un avventuriero adesso, e si frequentano ancora, fuori dai confini."
"Ma pensa, che storia d'amore avvincente..." commentò Anite senza fingere interesse.
"Ti piaceva davvero?" le chiese Vellga, poco convinto.
"No, da lui ho già avuto quello che volevo," sbuffò.
"E perché non ci hai mai provato con Vellga?" continuò Oris, guadagnandosi un'occhiataccia dal diretto interessato.
L'esploratore non glielo aveva mai chiesto apertamente né intendeva farlo, ma non faceva mistero del fatto che ci avesse fatto caso e ne fosse indispettito.
"Oris, non è carino parlarne con lui presente!" ribatté Anite dandogli uno schiaffetto sulla spalla sinistra, la più vicina a lei.
"Nemmeno farlo alle sue spalle lo sarebbe," precisò il Portatore, divertito dal loro discorso.
"Non l'ho mai fatto perché non è il mio tipo," disse la maga, come se niente fosse. "Un po' come Garlis. Senza offesa eh."
"E a me non lo dici?" domandò Vellga, ma venne ignorato dalla ragazza che si limitò a rivolgergli un sorriso furbo.
Una volta arrivati a casa, Garlis li salutò perché aveva appuntamento con Ariha.
Sotto il cielo terso e carico di stelle, il Portatore si incamminò verso i confini, li varcò e raggiunse la dimora che condivideva con il Viss, nelle terre neutrali.
Aprì la porta e lo trovò ad aspettarlo in salotto, con la luce di un'unica candela a illuminare la stanza.
"Ciao," gli disse, per spezzare il silenzio.
"Ehi," rispose Ariha, serio in viso. "Eri a bere con quei tre?"
"Colpevole. Anche tu sei tornato oggi da una missione, non hai festeggiato?" domandò, entrando in casa e mettendosi a sedere poco distante da lui.
"No, non ero in buona compagnia. Sai come sono i Viss, pochi si salvano... Ma non siamo ai livelli di voi Reyn, di voi non se ne salva nessuno," continuò, beffardo.
"Grazie, gentilissimo come sempre."
"Non devi offenderti," sottolineò Ariha, ridacchiando. "Vieni qui..."
Portò le mani dietro la sua schiena e lo coinvolse in un bacio profondo che Garlis ricambiò, ma con meno enfasi del solito.
"Che c'è, sei stanco?" gli domandò quindi il Portatore di Oscurità, scocciato.
"No, ma voglio parlarti un attimo. Non so se voi Viss cercate le stesse cose in una... relazione, quindi non so se potrai capirmi fino in fondo, ma io non sono felice."
"In che senso?" chiese, aggrottando le sopracciglia.
Dal tono di voce che aveva usato era chiaro che avesse capito, voleva semplicemente che lo ripetesse e si spiegasse.
"Non fare così, sai cosa intendo. Sei tu che mi hai fatto capire che non sono felice e che voglio esserlo," precisò.
"Non diventa più bello solo perché l'hai detto in un modo diverso," gli fece notare Ariha, quindi sospirò.
Garlis si prese un attimo di silenzio per trovare le parole giuste prima di continuare.
"Tu sei sempre uscito anche con altre persone, per tutto questo tempo. Questa è una cosa che io non ho mai fatto, da quando sono diventato Portatore... non ci riuscivo. Volevo qualcosa che non potevo avere."
"Ari," disse per lui il Viss, avendo capito che il suo discorso stava andando a parare lì.
"Esatto, ma non è più così. Grazie a te ho fatto pace con la sua scomparsa... e mi piace quello che abbiamo, non sto dicendo di non volerti vedere più."
"Ma ti vuoi innamorare e con me non ci stai riuscendo," intervenne ancora Ariha, in tono piatto, trovando le parole per lui.
"Sì... Non avrei saputo dirlo meglio," rispose Garlis, dopo un attimo di esitazione e sorpresa. "Io e te siamo immortali e poi, pur facendo parte di due fazioni in guerra, non siamo più nemici. Avremo sempre un buon motivo per vederci. Siamo stati sposati anche se in un'altra vita, e quel legame non si spezza... però voglio tornare a essere felice, e questo non mi basta."
Ariha gli si avvicinò di nuovo e gli lasciò un bacio sul collo, seguito poi da un altro.
"Anche a me piace ciò che abbiamo e non tornerò a odiarti, malgrado tu sia uno sporco Reyn," gli diede un altro bacio. "Io però vado a letto con altre persone, e allo stesso modo tu puoi stare con qualcun altro..."
"Stai cercando di convincermi a cambiare idea?" domandò Garlis, confuso dai suoi baci.
Raramente lo aveva visto in un atteggiamento così... dolce.
"No, solo a restare per la notte," confessò il Viss, interrompendo la sua opera per rivolgergli un sorriso beffardo. "Dopotutto, sappiamo entrambi che non riuscirai mai a liberarti di me."
"Restare stasera era già in programma..." ammise il Portatore di Luce, avvicinandosi per baciarlo a sua volta.
Ariha aveva qualcosa che gli piaceva molto, anche se non lo avrebbe ammesso mai ad alta voce.
Inoltre il suo corpo era lo stesso di Ari, sebbene fosse cambiato. Gli sarebbe sempre piaciuto, ma non si sarebbe accontentato di questo.
Tutti gli anni che aveva vissuto senza il suo Ari erano stati una tortura, che si era intensificata quando aveva fatto la conoscenza di Ariha. Negli ultimi mesi, però, tutto era cambiato.
Garlis era riuscito ad affrontare i demoni del suo passato, a risolvere tutto ciò che lo aveva tormentato, e adesso era un uomo libero, pronto a ricominciare.
Voleva tornare a essere felice, davvero felice, e non si sarebbe accontentato. Si sarebbe preso la sua felicità e ne avrebbe fatto tesoro, sarebbe tornato a vivere a pieno.
Tutto questo, senza estromettere nessuna persona importante dalla sua vita... perché anche gli amici avrebbero fatto parte della sua felicità.
Certo, sarebbe stato difficile considerare Ariha solo come un amico... Anzi, sarebbe stata dura considerarlo persino un amico, dato il suo pessimo carattere.
Comunque a Garlis non importava, perché era senza dubbio una persona importante e a differenza di molti altri, che lo volesse o meno, ci sarebbe stato sempre, in quanto immortale come lui.
Anche senza tenere in considerazione il loro passato, cosa impossibile da fare ma su cui aveva già provato a riflettere, Garlis teneva davvero alla serenità che finalmente aveva ritrovato, anche grazie ad Ariha. Era stato il primo passo per ritrovare se stesso e ora niente lo avrebbe fermato, non più.
Una parte di lui era morta con Ari diverse decine di anni prima, sebbene in realtà fosse immortale.
Adesso, finalmente, Garlis Glitz aveva ricominciato a vivere.
-FINE-
Note di quella che scrive
Immagino che nessuno si aspettava questo finale... ma sì. Spero non mi odierete xD Visto com'erano complicate le cose tra loro due, non mi sono sentita di fare altrimenti.
Non abbiate fretta di mettere via questa storia, perché ho preparato un capitolo extra. Dopotutto, i protagonisti hanno l'eternità davanti... chissà che qualcosa non possa cambiare, col tempo.
Intanto aspetto di sentire il vostro parere sulla storia finora, mi farebbe molto piacere.
A presto. xx
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top