8 - UNA SCELTA OBBLIGATA

Mi svegliai con una tremenda erezione, non avevo idea di cosa avessi sognato di così eccitante, le immagini erano state cancellate dalla luce del sole che aveva inondato i miei occhi al momento del risveglio.

Qualunque fosse stato il motivo non potevo restare così, mi alzai di malavoglia, sarei rimasto a letto volentieri visto che era sabato e non dovevo andare a scuola.

Guardai l'orologio era già tarda mattinata e presto mia madre sarebbe venuta a chiamarmi, meglio muoversi ...

Mi chiusi in bagno, in queste occasioni ero molto contento di averne uno personale.

Mi spogliai completamente, aprii l'acqua della doccia e mi infilai sotto.

Allargai le gambe e appoggiandomi con la schiena al vetro del box presi a massaggiarmi l'erezione cercando di riportare alla mente che cosa me l'aveva procurata, alcune sensazioni del sogno piano piano riaffiorarono.

Delle mani esperte percorrevano il mio corpo e una bocca calda lambiva ogni centimetro, dal collo scendeva sempre più giù lasciando una scia bollente, fino ad arrivare al mio sesso ed avvolgerlo in quell'antro caldo.

Mi uscì un gemito al ricordo e la mia mano strinse maggiormente il mio sesso.

Con l'aumentare del piacere, sensazioni ancora più forti mi invasero e i ricordi divennero più nitidi: ero nel mio letto e stavo facendo sesso, la mia partner era di schiena, la tenevo per i fianchi, mentre la possedevo con impeto.

La sua identità mi sfuggiva, riuscivo a vedere il suo sedere sodo posizionato in alto e le mie mani che lo stringevano per avere miglior accesso, la sua schiena liscia incurvarsi ad ogni mia spinta, il viso affondato nel cuscino nascosto dai suoi capelli neri.

Ghignai ero un vero porco stavo sognando di fare sesso anale ... nessuna ragazza me lo aveva mai lasciato fare ...

Aumentai il ritmo seguendo quello del mio sogno, ero certo di conoscere quella persona ... i suoi gemiti mi sembravano familiari ...

Quando venni le immagini del sogno divennero chiare e la rivelazione di chi avessi sognato mi fece cedere le gambe ... Kian!?

Avevo sognato di scopare Kian e mi ero svegliato tremendamente eccitato e se non bastasse mi ero anche masturbato pensando a lui, inconsciamente lo sapevo che era lui fin dall'inizio.

Kian si era insediato nei miei pensieri come un virus silenzioso ... e forse era già troppo tardi per estirparlo ... ero letteralmente fottuto!

Mi lavai cercando di mandare via oltre al mio piacere anche le immagini e le sensazioni del sogno, poi mi vestii sperando di riuscire a non pensare a quello che avevo appena fatto e a quella nuova consapevolezza che mi stava attanagliando lo stomaco.

Avevo appena finito, quando mi suonò il cellulare, era un messaggio di Yusuke che mi chiedeva di andare con lui e un gruppetto della nostra classe al Karaoke.

Non che amassi quei locali, anzi tutto il contrario, ma qualunque posto era meglio che restare in casa da solo con i miei pensieri, che adesso mi facevano terribilmente paura.

Risposi con un semplice "Vengo".

Mi arrivò un nuovo messaggio con l'ora e il luogo dell'appuntamento.

In fondo poteva essere divertente conoscere meglio i miei compagni di classe, dovevo riconoscere che diversamente dal mio carattere estroverso non ero stato molto bravo a fare amicizia, tutta colpa di Kian che in quel primo lasso di tempo aveva completamente occupato le mie giornate.

Forse era il primo passo per togliermelo dalla testa... e da una parte molto più difficile da controllare ... anche se non speravo potesse essere così semplice ...

Adesso dovevo trovare il modo di occupare il tempo fino alla sera.

Il pomeriggio lo trascorsi a fare jogging al parco, avevo assolutamente bisogno di scaricare e visto che la giornata non era caldissima ne avevo approfittato.

Mi misi gli auricolari e sparai la musica "a palla", avrei preferito nuotare, ma sarei rimasto troppo solo con la mia mente ...

In vasca, il silenzio che mi circondava, avvolto dall'elemento che prediligevo, non sempre era un bene, soprattutto quando i miei pensieri mi facevano così paura ...

Quando rientrai a casa passai il resto del pomeriggio al computer con i miei vecchi amici, soprattutto con Jason, che consideravo come un fratello. Era stato molto difficile dovermi separare da lui.

A Jason stranamente non dissi niente del mio tormento, gli avevo sempre raccontato tutto e non riuscivo a capire perché non gli avessi mai parlato di Kian.

Forse temevo la sua opinione, lui mi conosceva da sempre e se mi avesse detto che, secondo lui, provavo qualcosa di forte per Kian non avrei potuto ignorarlo.

L'appuntamento con i miei compagni era fissato per le 20,00 e io per una volta mi sarei presentato in orario, perché non riuscivo più a restare in casa e soprattutto nella mia camera, che fin troppe volte mi aveva visto in compagnia del mio demone personale.

Mi ero vestito in modo molto semplice, pantaloni corti sopra il ginocchio e maglietta aderente, mi ero anche legato i capelli in alto e modestamente facevo la mia "porca figura".

Presi la macchina e mi diressi al locale.

Salutai tutti i presenti utilizzando i loro nomi o dei nomignoli, qualcuno mi guardò storto e alcune ragazze arrossirono, ma a me non importava, la trovavo una cosa assurda dovermi rivolgere a loro chiamandoli per cognome o con degli onorifici.

Eravamo compagni di classe mica dirigenti d'azienda! E poi per me sarebbe stato impossibile ricordarmi tutti quei cognomi astrusi.

Dopo aver mangiato e bevuto l'atmosfera era euforica e mi stavo divertendo senza pensare ad altro.

Yusuke e Hikaru, i ragazzi con cui avevo legato di più, mi costrinsero anche a cantare insieme a loro.

Era la prima volta da quando ero arrivato in Giappone che passavo una serata così allegra.

Quando arrivò il momento di salutarci, una ragazza, Yumiko, mi chiese se potevo accompagnarla a casa, sapevo già che significato dare alla sua richiesta, per tutta la sera mi era rimasta incollata addosso, beccandomi le occhiatacce di Takeichi che chiaramente aveva un debole per lei.

Non avevo un buon motivo e nemmeno una valida scusa per rifiutare così acconsentii.

Arrivati sotto casa sua decisi di fare il cavaliere, scesi dalla macchina e dopo aver fatto il giro, le aprii lo sportello.

Lei uscì e mi sorrise appoggiandosi all'auto, abbassò gli occhi, ci trovavamo uno di fronte all'altra, "È stato bello conoscerti meglio ... in classe sei sempre impegnato ..."

Io sorrisi e concordai "Sì, è stato bello ... mi sono divertito anch'io"

Lei sembrò prendere coraggio "Scusa se te lo chiedo ... hai la ragazza o qualcuna che ti interessa?"

Io risposi senza pensarci minimamente "No, non ancora ..."

Appena però finii di pronunciare quelle parole, l'immagine di Kian invase la mia mente e mi fece sentire come se avessi mentito ... che assurdità!

Yumiko sorrise "Tu mi piaci molto".

Per cercare di cancellare quei pensieri eliminai la distanza fra noi schiacciandola contro la macchina, le alzai il viso e la baciai, sembrava non aspettare altro, perché rispose immediatamente aggrappandosi alla mia maglietta.

Io invece non sentii niente, anzi mi irritai, perché non riuscivo a provare l'eccitazione che mi suscitavano i baci di Kian?

Mi strusciai maggiormente contro di lei per aumentare il contatto, la sentii fremere, ma la cosa mi lasciò indifferente, lei voleva me, ma io non era lei che volevo!

Era così terribilmente sbagliato!

Certo se avessimo continuato non sarei rimasto indifferente, era una bella ragazza con le curve nei punti giusti, e non avrei avuto problemi a scoparla, ero pur sempre un ragazzo di 18 anni con gli ormoni impazziti ... ma mi rendevo conto che non sarebbe stata la stessa cosa ...

Aver baciato Yumiko non aveva allontanato Kian dai miei pensieri, al contrario, mi aveva dato la conferma che era lui che volevo ... bastava un suo tocco, un suo bacio per farmi eccitare terribilmente, sembravo un ragazzino alle sue prime esperienze ... mi venne quasi da ridere ... se non ci fosse stato da piangere ...

Quando ci staccammo Yumuko aveva gli occhi lucidi e mi disse ancora ansante "Mi dispiace in casa ci sono i miei ..." stava per aggiungere qualcos'altro, ma io preferii interromperla "Non preoccuparti. Sono stato bene."

Le diedi un altro piccolo bacio a stampo per salutarla.

Feci il giro della macchina e prima di salire le dissi "Ci vediamo a scuola"

Lei sorrise "Ok", mi sembrò un po' delusa, forse sperava che le dicessi qualcosa di più, dopotutto lei mi aveva confessato di piacerle.

Esitò un momento ferma sull'ingresso prima di scomparire in casa.

Io ripartii con una solo certezza: dovevo parlare assolutamente con Kian.

La domenica la passai in camera fingendo di studiare, perché in realtà non riuscivo a non pensare a come avrei dovuto comportarmi il giorno dopo, cosa avrei dovuto dire e soprattutto cosa avrei voluto fare ...

Kian era stato fin troppo chiaro, lui mi avrebbe lasciato perdere a meno che non fossi stato io a fare la prima mossa. Se lo volevo dovevo ammetterlo ...

Io lo volevo? Era questo che mi tormentava.

Era chiaro che mi eccitava e che lo desideravo, però da lì ad andare da lui e chiedergli di fare concretamente qualcosa ce ne passava ...

Inoltre, cosa ancora più importante, cosa volevo effettivamente fare?

Fare sesso con un ragazzo non era come farlo con una ragazza.

Io in quel campo non avevo nessuna esperienza, non mi ero mai nemmeno interessato, fino ad ora lo consideravo impossibile.

Una cosa però la sapevo, fra due ragazzi non era così naturale, i ruoli non erano già decisi, uno dei due doveva lasciarsi sottomettere ...e io ero disposto a farlo?

Se davo retta al mio sogno, ero io a volerlo possedere e anche in quel caso non sarebbe stato uguale a scopare una ragazza ...

Comunque ero certo, conoscendo Kian, non avrebbe mai accettato di fare il passivo ... a lui piaceva dominare.

Erano tutti dubbi che non mi permettevano di trovare una soluzione.

Il lunedì mattina arrivò troppo in fretta, non avevo preso alcuna decisione.

Entrai in classe ancora preda dei miei pensieri.

Ricambia il saluto di Yumiko che tutta eccitata riprese a parlare con le sue amiche, forse stava raccontando loro del nostro bacio.

Ad un tratto mi resi conto che c'era qualcosa di diverso, il banco di Kian era circondato da ragazze, mi avvicinai piano, ma fui richiamato da Yusuke.

"Mi sa che dovrai aspettare per sederti"

"Cos'è successo?"

Yusuke alzò le spalle "Niente, si torna alla normalità"

Lo guardai perplesso "In che senso?"

"Si è sparsa la notizia che Kian ha mollato la ragazza ... "

Sembrò colto da una illuminazione "Oh ... è vero! Keiko è tua sorella ... quindi questo lo sai già"

Sapevo della rottura non perché era mia sorella ... ma lasciai stare "Sì e allora?" tagliai corto.

"Allora sono ritornate tutte alla carica per essere la prescelta della giornata"

Sentii una forte rabbia assalirmi, quello stronzo non aveva perso tempo ... per lui un buco valeva l'altro ... mi lasciai sfuggire un "Bastardo" fra i denti che Yusuke collegò al fatto che avesse lasciato Keiko, infatti si affrettò a rassicurarmi "Lascia stare ... meglio perderlo che trovarlo ... per tua sorella è stato un bene che sia finita..."

Aveva perfettamente ragione, quelle parole però le sentivo rivolte più a me che a lei ...

Appena suonò la campanella le ragazze si dileguarono e io potei andare al mio posto, non vedevo l'ora ci fosse la rotazione dei banchi così da non dover più sedermi vicino a lui.

Tutti i ragionamenti del giorno prima non mi avevano portato da nessuna parte, ero nuovamente a combattere fra il desiderio di averlo e le ragioni per allontanarlo.

Per tutta la mattina non ci degnammo di un solo sguardo, io ero incavolato con lui perché era un bastardo, con me stesso perché lo desideravo e con il destino che me lo aveva fatto incontrare.

**********

Quella mattina ero ancora furioso con me stesso, avevo passato un fine settimana a rimuginare su tutto quello che era successo, temevo di aver sbagliato tutto, di essermi illuso.

Credevo che Keita sentisse qualcosa per me e invece si era solo preoccupato per sua sorella e niente di più. Io ero l'unico ad essere intrappolato in questi sentimenti assurdi ed ingombranti!

L'unico a desiderarlo fino a sentire un dolore fisico ... l'unico a volere qualcosa di più!

Neanche il tempo di arrivare in classe che fui circondato, come avevo immaginato la notizia della rottura con Keiko aveva già fatto il giro della scuola e le ragazze erano tornate alla carica.

Decisi di fruttare la situazione a mio favore, avrei giocato la mia ultima carta, se non si smuoveva nemmeno questa volta, avrei rinunciato a lui definitivamente.

Sì perché a ruoli invertiti io non avrei resistito vedendolo andare via con una ragazza ...

******************

Quando suonò l'intervallo vidi una ragazza affacciarsi alla nostra porta, fare un sorriso nella direzione di Kian e attendere speranzosa.

Il mio vicino di banco si alzò e le andò incontro e poi entrambi se ne andarono.

Yusuke si rivolse a me "Cosa ti dicevo? L'aula del consiglio studentesco è nuovamente occupata ..."

Sentii la rabbia assalirmi, senza pensarci mi alzai dal banco prima dell'arrivo di Aya e delle sue amiche e uscii dall'aula dicendo a Yusuke "Vado in bagno"

Lui mi fece un cenno affermativo "Io invece vado al bar. Vuoi qualcosa?"

"Una coca grazie" e poi corsi via.

L'aula del consiglio studentesco ... sapevo esattamente dove si trovava, era la stessa in cui il bastardo mi aveva condotto giorni prima.

Arrivato davanti alla porta entrai senza nemmeno bussare, trovai Kian appoggiato alla scrivania e la ragazza inginocchiata davanti a lui intenta a slacciargli i pantaloni.

Avrei voluto staccargliela di dosso e dare un pugno in faccia a lui, ma mi limitai a rendere palese la mia presenza "Interrompo qualcosa?"

Kian mi guardò con il ghigno pericoloso di chi sa di aver vinto, mentre la ragazza si rialzava rossa in viso cercando di riallacciarsi la camicia, disse "Se non lo capisci da solo sei proprio un idiota"

Io mi rivolsi alla ragazza "Mi dispiace averti interrotto, ma devo parlare a questo stronzo. Tu nel frattempo puoi andare a prenderti un gelato al bar così intanto succhi quello"

Ero stato un bastardo, lo sapevo, però volevo togliermela dai piedi.

Kian scoppiò in una sonora risata, mentre lei mi guardò a bocca spalancata per poi andarsene urlandomi "Stronzo"

Avevo guadagnato una nemica giurata, ma non me ne poteva fregare di meno.

La guardai andarsene per essere certo che non cambiasse idea, poi mi girai nuovamente verso Kian che non sembrava intenzionato a darsi una sistemata, dopo alcuni istanti lo sentii dire "Allora? Non ho tempo da perdere ..."

Digrignai i denti e mi avvicinai a lui "Sei un bastardo!"

"Perché di grazia? Non sto tradendo nessuno ..."

Cercai una scusa plausibile "Hai lasciato Keiko solo da due giorni..."

Lui sembrò arrabbiarsi "Ma fammi il piacere ... non è per questo che sei qui. Non sono un idiota, ma se insisti puoi anche toglierti dai coglioni ... come hai detto tu, l'ho lasciata... quindi non sono più cazzi tuoi"

Io strinsi i pugno, non volevo andarmene, non volevo che tornasse da quella ragazza, le parole uscirono da sole "Avevi detto di desiderarmi ... non sembra proprio!"

Lui si rilassò e sorrise "Avevo anche detto che ti sarei stato lontano, a meno che tu non avessi ammesso di volermi"

Detto questo mi afferrò per un braccio e mi trascinò più vicino a lui.

Sentivo il calore del suo corpo, il suo respiro ... avevo voglia di annullare anche i pochi centimetri che ci separavano, fissai i suoi bellissimi occhi che sembravano ardere di un fuoco nero inestinguibile "E ... se lo facessi ..."

Non finii la frase che mi ritrovai le sue labbra a divorare vogliose le mie, le dischiusi subito e andai incontro alla sua lingua.

Mugugnai nel bacio, quanto lo avevo desiderato in quei pochi giorni che ne avevo dovuto fare a meno.

Portai le mani fra i suoi capelli, mentre le sue percorrevano vogliose la mia schiena fino a soffermarsi sul mio sedere per attirarmi maggiormente a sé.

Sentii chiaramente la sua erezione e anche la mia stava reagendo a quel bacio così tremendamente erotico.

Quando ci staccammo lui mi guardò sorridendo "Pensi di salvarti con un bacio? Mi hai fatto aspettare troppo ... credevo di impazzire per riuscire a starti lontano ..."

Quella frase mi fece correre mille brividi lungo la schiena ... Kian mi desiderava e anche per lui era stato difficile starmi lontano.

Qualcosa si accese in me, un forte desiderio di sentirlo gridare il mio nome, di averlo in mio potere.

Quando ero con lui niente aveva più senso, né il luogo in cui eravamo, né chi eravamo ... scompariva la scuola, perdeva importanza il fatto di essere due ragazzi ... eravamo solo io e lui e il nostro desiderio reciproco ... in quel momento non mi interessava dove tutto questo ci avrebbe portato.

Mi avvicinai al suo orecchio "Sono molto meglio di lei" e presi a baciare e leccare il suo collo sentendolo sospirare.

Gli slacciai la camicia e scesi a mordergli un capezzolo strappandogli un gemito, mi infilò le mani fra i capelli e lo sentii spingermi la testa verso il basso in una chiara richiesta.

Sorrisi e decisi di accontentarlo, gli abbassai i pantaloni e prima di togliergli anche i boxer percorsi con la lingua la sua lunghezza attraverso la stoffa, poi per torturarlo un po' gli feci un succhiotto nell'interno coscia.

Kian in risposta ringhiò "Muoviti".

Sorrisi per la sua impazienza ... non era da lui.

Mi sentii potente, ero io ad avere quell'effetto devastante sul suo autocontrollo.

Gli abbassai anche i boxer e tenendo il suo sesso nel pugno gli passai la lingua sulla punta con movimenti circolari e poi mi allontanai di nuovo, sorrisi sadico "Chiedimelo"

"Piccolo bastardo ... perché dovrei chiedertelo?"

"Perché io non sono come quelle troiette che ti fai ogni giorno ... se vuoi godere devi chiedermelo altrimenti me ne vado ..."

Mentre stavo per fargli la pompa, mi ero ricordato che la ragazza che avevo interrotto stava per fare la stessa identica cosa, perciò avevo sentito forte il desiderio di fargli capire che con me sarebbe stato diverso, volevo che se ne rendesse conto prima di spingermi oltre.

Io non sarei mai stato una ragazzina innamorata ai suoi piedi, il rapporto, se lo voleva, doveva essere paritario e soprattutto volevo che avesse ben chiaro che sarebbe stato con un ragazzo come lui, non con un "sostituto".

Io non ero una ragazza, né fisicamente né caratterialmente, e non mi sarei mai comportato come tale.

Kian mi afferrò per i capelli e mi fece alzare, mi baciò con prepotenza e passione mordendomi il labbro inferiore, trasmettendomi il suo forte desiderio.

Quando mi lasciò mi disse "Non potrei mai sbagliarmi ... solo tu sai farmi eccitare così ... assumiti le tue responsabilità"

Il desiderio mi stava infiammando le vene, ma cercai di sembrare calmo "Non è proprio chiedere ... ma per questa volta mi accontento"

Afferrai nuovamente il suo sesso con la mano passando il pollice sulla punta, poi presi a muoverla piano, vidi Kian chiudere gli occhi per godersi quel massaggio.

Gli leccai il collo e lo succhiai poi gli dissi "Ti farò urlare ..."

Lui sorrise "Non ci riuscirai ..."

Ghignai "È una sfida?"

Poi aggiunsi "Io sono come te ..." alludendo al fatto di essere anch'io un ragazzo e di sapere esattamente cosa ci dava più piacere, perché lo avevo provato sulla mia pelle, cosa che una ragazza non avrebbe mai potuto fare ...

Mi inginocchia nuovamente davanti a lui, però prima di dargli piacere alzai lo sguardo per incontrare i suo bellissimi occhi neri carichi di desiderio.

Continuando a tenere il suo sesso alla base, passai la lingua su tutta la lunghezza soffermandomi sulla punta.

Sentii le mani di Kian scostarmi i capelli dal viso, non voleva perdersi la visione di ciò che stavo facendo, poi li tirò per incitarmi a prenderlo in bocca.

Feci come voleva, accolsi nella mia cavità orale tutto quello che riuscivo, iniziando poi a muovermi lento, succhiando e stuzzicandolo con la lingua.

Kian emise un forte gemito quando con una mano presi a massaggiargli i testicoli.

Sentivo i suoi occhi neri su di me e le sue mani spingere per farmi aumentare il ritmo.

Presi a muovermi più veloce sentendo il suo sesso ingrossarsi e tutto il suo corpo tendersi.

Mi mancava il respiro e dovetti reprimere dei conati quando lui prese a muovere il bacino andando a sbattere contro il retro della mia gola.

Non volevo smettere, volevo sentirlo venire per me.

A Kian uscì un grido "Dio! Keita!"

Si spinse nuovamente con il bacino contro la mia bocca e con le mani mi bloccò la testa, sentì il suo seme invadermi prepotente la gola.

Cercai di ingoiare per evitare di strozzarmi, quando mi lasciò sputai il residuo a terra.

Quel bastardo non solo non mi aveva avvisato, ma mi aveva anche impedito di spostarmi. Probabilmente non lo avrei fatto, ma almeno poteva lasciarmi la scelta ...

certo non poteva diventare dolce o gentile da un momento all'altro.

Me l'ero scelto io "stronzo e bastardo" e adesso me lo tenevo.

Anche se scelto non era la parola giusta ... era stata una scelta obbligata!

Sibilai solo "Stronzo"

***********

Era stato un orgasmo potente.

Mi aggrappai maggiormente al tavolo che avevo dietro, per non cadere.

Sentivo le gambe cedere e il respiro non voleva saperne di ritornare regolare.

Era stata la migliore pompa della mia vita ed era stato un ragazzo a farmela.

No, non un ragazzo qualsiasi ... Keita.

Anche solo guardarlo mentre prendeva in bocca il mio sesso era stato qualcosa di estremamente eccitante capace di stordirmi.

E poi ... cazzo! Ci sapeva fare!

Aveva ragione lui, sapeva esattamente cosa mi dava più piacere.

Alla fine ero stato un bastardo, ma avevo completamente perso la testa e la voglia di venirgli in gola era stata troppo grande da reprimere.

Volevo marchiarlo come mio.

Con lui diventavo terribilmente geloso e possessivo, aggettivi che non avrei mai pensato di associare alla mia personalità.

Assurdo! Avevo anche gridato, non mi era mai successo prima e di sesso ne avevo fatto tanto.

Keita aveva vinto la nostra piccola sfida e io non potevo esserne più felice.

**************

Mi pulii la bocca con il dorso della mano e mi alzai, poi lo guardai negli occhi, era così eccitante stravolto dall'orgasmo che io gli avevo procurato, un particolare mi fece sorridere soddisfatto "Ho vinto. Hai urlato il mio nome. Adesso dovrai chiamarmi Kay"

Lui mi rivolse uno sguardo furbo mentre si risistemava i pantaloni "Ok, mantengo la parola, anche se mi piace di più il tuo vero nome, ma sono certo che presto mi pregherai di chiamarti nuovamente Keita."

La campanella mi riscosse dai miei pensieri. "Dobbiamo andare" dissi, ma poi vedendo lo sguardo divertito di Kian su di me, mi resi conto che si notava in modo inequivocabile la mia tremenda erezione, così dissi "Tu vai avanti, io devo andare in bagno".

Lo oltrepassai, ma non feci in tempo ad uscire che mi sentii spinto contro il muro e il corpo di Kian appoggiato alla mia schiena che mi imprigionava fra lui e la parete.

Imprecai non era la prima volta che mi ritrovavo bloccato da lui "Porca puttana Kian! Tu e la tua mania di intrappolarmi"

Lui rise "Non c'è bisogno di andare in bagno"

Si scostò un po' e portò entrambe le mani alla mia camicia per togliermela.

Io cercai di protestare "Cosa fai?"

Kian parlò a pochi centimetri dal mio orecchio "Non vorrai sporcartela?"

E senza aspettare una risposta mi infilò una mano nei pantaloni iniziando a massaggiare la mia erezione.

Io boccheggiai per la sorpresa e mi appoggiai con le mani al muro, era molto meglio farsi fare una sega da lui che provvedere da solo.

Con l'altra mano mi slacciò i pantaloni liberando il mio sesso da quella costrizione.

Prese a mordermi il collo aumentando il ritmo, poi mi infilò due dita in bocca "Succhia" disse.

Feci come mi aveva detto ripensando a quello che avevo fatto pochi minuti prima, sentendo l'eccitazione scorrere prepotente verso il basso.

Dopo poco venni nella sua mano e sul mio stomaco, mi appoggiai al muro mentre le sue dita lasciavano la mia bocca permettendomi di riprendere fiato.

Sentii Kian spingersi ancora di più contro di me e passare la mano sporca sul mio petto ... sibilai nuovamente "Stronzo!" stava diventando il nome con cui lo chiamavo più spesso.

Lo sentii ghignare "Felice di averti dato una mano".

Poi se ne andò salutandomi "Ci vediamo in classe".

Dovevo darmi una bella ripulita prima di poter ritornare in classe.

Mi diressi al bagno più vicino, fortunatamente non incontrai nessuno altrimenti avrei dovuto spiegare perché giravo senza camicia e con lo stomaco e il petto imbrattato di sperma.

Quando arrivai finalmente in aula mi beccai una bella strigliata da parte del professore, mentre Yusuke mi sorrise e mi passò la lattina di coca che mi aveva comprato, ricambia il sorriso grato, ne avevo veramente bisogno, il sapore di Kain era intossicante per la mia lucidità mentale e non voleva saperne di andarsene ...

Vidi Kian già seduto al suo banco non degnarmi nemmeno di uno sguardo, sbuffai come avevo fatto a rimanere incastrato con un bastardo del genere era ancora un mistero ...

Decisi di stuzzicarlo, sapevo che faceva solo finta di non guardarmi, così passai la lingua sulle labbra prima di bere dalla lattina.

Una goccia sfuggì dal mio controllo e mi scese lungo il mento, la afferrai con un dito e poi me lo portai in bocca, vedendolo mordersi il labbro inferire ghignai, se voleva giocare non aveva che da chiedere ...

**************

Vedendolo bere non riuscii a non pensare che poco prima aveva inghiottito bena altro ...

Quel bastardo voleva proprio attentare al mio autocontrollo... se poi finiva sbattuto sul banco davanti a tutti non poteva lamentarsi ...

Sorrisi ci sarebbe stato da divertirsi ...

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