2 - UN REGALO: L'INIZIO DELLA FINE ...


I giorni seguenti non furono tanto diversi dal nostro primo incontro.

Kian non faceva che mandarmi frecciatine odiose e a volte anche strane frasi che non capivo bene dove volessero andare a parare.

Nel complesso mi stava molto sulle palle.

Così perfetto e sempre pronto a guardarmi dall'alto in basso.

L'atteggiamento di chi sa di essere il migliore e disprezza tutto e tutti ...

Il peggiore vicino di banco che potesse capitarmi!

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L'attrazione che sentivo per Keita non faceva che aumentare e farmi incazzare in modo esponenziale.

Così iniziai ad essere stronzo ... anche più del mio solito e con lui mi riusciva così bene ...

lo potevo capire da come mi guardava ... dall'odio che traspariva dai suo occhi chiari.

Quando diventavo più odioso li vedevo scurirsi come un mare in tempesta ...

Era solo colpa sua se mi sentivo così frustrato nonostante tutte le ragazze che mi scopavo ...

in quei giorni per colpa sua non avevo passato un pomeriggio senza fare sesso eppure sentivo che non mi bastava ... non era quello ciò che desideravo, non era quello ciò che il mio corpo anelava ...

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Mia sorella non perdeva occasione per venire nella nostra classe e non solo per salutare il suo caro fratellino.

Questo suo interesse per quel bellimbusto mi dava molto fastidio e non riuscivo a farmene una ragione.

Non mi ero mai interessato ai ragazzi di mia sorella, non che ne avesse avuti tanti, sempre più interessata allo studio che al sesso.

Il mio esatto opposto.

Forse temevo che Kian la prendesse in giro, era sempre circondato da ragazze adoranti e lo avevo visto spesso andarsene da scuola con una di loro, naturalmente sempre una diversa.

Non che volessi preservare la verginità di Keiko, non sapevo nemmeno se lo fosse ancora, però lui non era il ragazzo che faceva per lei.

E ancora meno per me, mi faceva proprio uscire di testa.

Tutto sommato però, nonostante fossimo vicini di banco, i nostri contatti furono molto limitati, almeno fino alla nostra prima lezione di educazione fisica ... quel giorno qualcosa non andò per il verso giusto ...

Il professore ci aveva fatto sgobbare così mi presi tutto il tempo per farmi una lunga doccia, naturalmente fui l'ultimo a terminare.

Ignaro di ciò che sarebbe successo, rientrai nello spogliatoio con solo un asciugamano in vita, sentii il suo sguardo penetrante su di me, ad essere sinceri anche gli altri osservarono curiosi i miei tatuaggi, ma il suo interesse sembrava diverso.

Cercai di ignorarlo, concentrandomi sul contenuto del mio armadietto, ma quando mi girai nuovamente per appoggiare i miei vestiti sulla panca e incontrai il suo sguardo sbottai "Che cazzo hai da guardare?"

Gli altri ragazzi vedendo la mia collera si dileguarono in fretta, non avevano voglia di ritrovarsi nel bel mezzo di una rissa, memori delle parole del professore che mi aveva definito un "delinquente".

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Quando lo vidi rientrare dalle docce ancora bagnato e con solo quel asciugamano legato in vita, sentii una strana eccitazione percorrermi, mi persi a guardare il suo fisico così invitante con quei tatuaggi che lo ornavano, desiderai percorrere ogni disegno con la lingua e scoprire dove finiva quello sul ventre ...e quel piercing al capezzolo che avrei tanto voluto mordere...

I miei pensieri nei suoi confronti si stavano facendo sempre più pericolosi ...non più guidati dalla ragione, ma dal puro desiderio ...

La sua voce arrabbiata mi riscosse dallo stato di trance che la sua vista mi aveva provocato facendomi sentire tutta la follia di quell'attrazione ... così per difendermi da ciò che mi faceva provare decisi di stuzzicarlo e fare lo stronzo, cosa che in quei giorni mi riusciva fin troppo bene con lui...

Mi faceva veramente incazzare il potere che aveva su di me e lui neanche se ne rendeva conto...

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Kian ghignò "Te li sei fatti per sembrare più uomo?"

Rimasi per un momento sorpreso dalla sua domanda, poi la mia rabbia esplose.

Non erano fatti suoi le mie motivazione e poi che cosa voleva dire che altrimenti non sembravo un uomo?

Così gli ringhiai contro "Cosa vorresti insinuare?"

Sorrise e si avvicinò a me, io avrei voluto arretrare ma sentivo la fila di armadietti proprio contro la mia schiena.

Kian passò un dito sul bordo del mio asciugamano dove spariva il tatuaggio e fissandomi negli occhi disse "Oppure per fare colpo?"

Io mi sentivo immobilizzato dai suoi occhi famelici che sembravano potermi divorare.

Spinse in giù l'asciugamano "Quanti l'hanno visto per intero?"

I suoi occhi si abbassarono per guardare ciò che la sua mano stava scoprendo, io, ora libero dal suo sguardo, sentendo l'asciugamano allentarsi pericolosamente mi riscossi, gli diedi una spinta per allontanarlo e afferrai il pezzo di stoffa prima che scoprisse la mia intimità "Stammi lontano?"

Lui ghignò afferrò la sua roba e uscì salutandomi "A domani Kei-chan"

Lo guardai uscire ... che accidenti era successo?

Mi aveva per l'ennesima volta preso per il culo?!

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Anche questa volta avevo rischiato di perdere il controllo, quanto avrei voluto togliergli quel inutile pezzo di stoffa.

Quando mi spinse via pensai fosse meglio andarmene prima che si accorgesse dell'erezione che mi aveva causato la sua vicinanza.

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I giorni seguenti Kian mi ignorò completamente, non sapevo che significato dare alle sue azioni.

Prima mi stuzzicava per farmi incazzare, poi si comportava come se io nemmeno esistessi.

L'interesse di mia sorella per lui invece non faceva che aumentare, quel pomeriggio infatti mi costrinse ad andare con lei per comprare un regalo per quel bastardo.

Il giorno seguente sarebbe stato il suo compleanno.

Come faceva lei a saperlo, mentre io che ero il suo vicino di banco lo ignoravo?

Veramente ignoravo tutto di lui, avevo solo avuto la conferma da mia madre che lui era il figlio dell'Ambasciatore, ma niente di più.

Probabilmente il giorno del suo compleanno era di dominio pubblico a scuola soprattutto fra le ragazze.

Keiko mi portò in giro per negozi e centri commerciali per trovare il regalo giusto.

Voleva sapere da me cosa potesse piacergli, ma io non ne avevo idea, non conoscevo i suoi gusti o le sue preferenze e sinceramente neanche mi interessavano!

Alla fine, pur di ritornare a casa, la convinsi a prendere un braccialetto che piaceva a me, così se lui lo avesse rifiutato, cosa non da escludere visto il suo livello di "stronzaggine", me lo sarei intascato io e non sarebbe stato un regalo sprecato.

Era da bastardi questo mio comportamento, ma non sapevo veramente cosa consigliarle.

E poi l'idea di Kian insieme a mia sorella mi dava parecchio fastidio, non perché fossi geloso di lei, ma per la paura di ritrovarmelo a girare per casa.

Già dovevo sopportarlo a scuola figuriamoci averlo come cognato!

Mi sorella acquistò il regale e finalmente ci dirigemmo verso casa.

Ero nella mia camera, steso sul letto a chattare con i miei vecchi amici, quando sentii bussare alla porta "Kay posso?"

Sospesi la mia conversazione "Entra pure"

Keiko entrò e si fermò in piedi davanti al mio letto, iniziò a torturarsi le mani "Ho un grosso favore da chiederti"

La guardai sospettoso, non finiva mai bene per me quando iniziava così, una volta mi aveva convinto a vestirmi da ragazza e prendere il suo posto per andare ad un appuntamento, con un ragazzo che aveva conosciuto su internet, lei aveva l'influenza e non voleva sembrasse una scusa per scaricarlo.

Inutile dire che l'ho scaricato io mollandogli un cartone in pieno viso quando ha tentato di baciarmi toccandomi il culo.

Così un po' timoroso le dissi di proseguire "Se non implica uccidere qualcuno ..."

Lei cercò di trattenere una risata ricordandosi l'episodio, poi tirò fuori il pacchettino "Glielo potresti consegnare tu? Ho messo un bigliettino con il mio numero ... così se mi vuole chiamare ... se glielo dai tu è più facile che lo accetti visto che siete amici."

Amici? Cercai di trattenere una risata, Keiko doveva essersi fatta uno dei suoi soliti viaggi ...

lei era diventata molto amica con la sua vicina di banco e probabilmente era convinta che per me fosse lo stesso ...

il suo mondo era così semplice ...

Comunque non credevo proprio fosse come pensava lei, anzi probabilmente l'esatto opposto... se il regalo glielo avessi consegnavo io ero certo che non lo avrebbe accettato ...

Ci pensai un attimo, forse per me era la soluzione migliore, dopo un suo rifiuto Keiko avrebbe smesso di girargli attorno e io avrei scampato il pericolo "Kian-cognato" ...

Così dissi sicuro "D'accordo"

Lei mi saltò letteralmente al collo e stampandomi un bacio sulla guancia mi mise il pacchettino fra le mani "Sei il miglior fratello del mondo".

Dopo che fu uscita misi il regalo nello zaino e ritornai alla mia occupazione, ignaro che quel piccolo pacchettino blu sarebbe stato la mia rovina.

Il giorno dopo non ero più tanto convinto della mia decisione, ma non potevo tirarmi indietro, Keiko era tesissima e non faceva che ripetermi che mi avrebbe ripagato il favore e che gli avrei potuto chiedere qualunque cosa.

Chissà se valeva anche la richiesta di non interessarsi più a quello stronzo ...

Quando entrai in classe Kian era già al suo posto ed era come sempre circondato da ragazze, una gli era addirittura seduta in braccio.

Quando mi videro, due di loro mi salutarono felici e si concentrarono su di me, io ricambia il saluto e mi girai per vedere di che umore fosse quella mattina il mio compagno, non potei non notare i diversi pacchetti sul suo banco.

La mia intenzione era quella di dargli il regalo di Keiko appena arrivato in classe così da togliermi il pensiero, ma adesso per qualche oscuro motivo non volevo fosse uno dei tanti. Così decisi di aspettare la pausa.

Quando arrivò il professore, le ragazze ci salutarono, prima di andarsene una mora molto carina di nome Aya mi scrisse il suo numero sulla mano e mi disse "Oggi i miei non ci sono" facendomi l'occhiolino.

Vidi gli occhi di Kian stringersi e guardarmi male.

Forse gli rodeva che gli potessi rubare l'attenzione di qualche ragazza ...

peggio per lui ...

sicuramente Aya non era la donna della mia vita, ma potevo farci un pensierino anche solo per indispettirlo.

Mi passai le mani fra i capelli portandomeli all'indietro che immancabilmente continuavano a finirmi sul viso ignorando il suo sguardo.

Lo sentii sibilare tra i denti "Fuck you" mentre fissava il professore. Quella dolce parolina era sicuramente rivolta a me.

Feci finta di non aver sentito e imprecai mentalmente per il mio destino crudele, dovevo consegnare un regalo a quel fottuto bastardo, ma ormai avevo promesso e non potevo tirarmi indietro.

Appena suonò la campanella dell'intervallo afferrai Kian per un braccio e lo trascinai fuori dall'aula prima che fosse circondato dalle sue ammiratrici arrapate.

Gli dissi solo "Devo parlarti vieni con me"

Lui rimase sorpreso, ma mi seguì senza protestare.

Volevo essere certo che nessuno mi vedesse, qualcuno avrebbe potuto fraintendere il mio gesto.

Percorsi tutta la scuola per condurlo nel bagno dell'aula magna certo di non trovarci nessuno, visto che quel area della scuola veniva usata solo per le assemblee ed era lontana dalle aule regolari.

Lo spinsi dentro e dopo aver controllato di essere soli chiusi la porta a chiave.

Lui incrociò le braccia al petto e mi guardò divertito in attesa di una spiegazione per il mio folle comportamento.

I suoi occhi mi scrutavano e io per qualche strana ragione non riuscivo a formulare niente di sensato, così presi il regalo che avevo infilato dentro la camicia e glielo diedi.

Vidi i suoi occhi spalancarsi, fece cadere le braccia lungo i fianchi e dopo un attimo di indecisione prese il pacchettino.

Con voce incerta chiese "E' per me?"

La sua voce tradiva un'emozione che non capivo, perché tutta quella sorpresa?

Era tutta la mattina che riceveva regali.

Mi costrinsi a non cercare di capirlo e dissi solo "Oggi non è il tuo compleanno?" Poi mi resi conto di non avergli fatto ancora gli auguri così aggiunsi "Auguri"

Lui sorrise dolce, un sorriso che non gli avevo mai visto e si avvicinò al mio viso "Non pensavo ti interessasse"

Per qualche strano motivo quella vicinanza era troppo per me, non riuscivo a ragionare e a muovermi, ero inchiodato dai suoi occhi, sentii il suo dito sfiorarmi il labbro inferiore, questo gesto così delicato e intimo mi riscosse, mi allontanai e la consapevolezza che avesse frainteso mi spaventò a morte, quasi urlai "Non capire male. Il regalo è da parte di mia sorella. È lei che sa del tuo compleanno, non certo io. A me non potrebbe fregare di meno!"

Vidi la sua espressione mutare, farsi dura, e per un momento i suoi occhi velarsi di dolore e diventare incredibilmente tristi.

Ma fu un attimo perché la tristezza fu subito sostituta da una rabbia che non capii.

Mi afferrò per il collo e mi fece sbattere contro il muro.

La sorpresa e la botta mi tolsero il respiro, riuscii a rantolare "Che cazzo fai ..."

Kian si avvicinò al mio viso "E tu da bravo fratellino consegni il regalo per lei ... come siamo premurosi ... desideri così tanto che diventi il ragazzo di tua sorella? Sai potrei farci un pensierino, in fondo siete così simili ... sarebbe come scopare te."

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Avevo provato in tutti modi ad ignorare Keita, volevo che la forte attrazione che sentivo per lui si affievolisse e mi lasciasse respirare, ma quando lo vedevo circondato da quelle zoccole non potevo fare a meno di sentirmi irritato.

Quando Keita mi aveva trascinato via ero rimasto molto sorpreso ...

Poi il mondo si era fermato ... avevo davvero creduto che il regalo fosse da parte sua e il mio cuore aveva perso un battito per l'emozione, che idiota come avevo potuto sperare ...

Quando avevo saputo la verità mi ero sentito un vero cretino e avevo sfogato la mia rabbia su di lui.

Keita voleva che io diventassi il ragazzo di sua sorella?

Questa idea mi fece vedere rosso, avrei voluto prenderlo a pugni e invece quello che feci fu tutto l'opposto e stupì anche me.

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Io non ci stavo capendo niente e la sua mano sul collo iniziava a farmi male, cercai di liberarmi, ma inutilmente.

Mi schiacciò con il suo corpo e facendo risalire la mano fino al mento mi disse a pochissimi centimetri dalle mie labbra "Visto che il pacchettino non era tuo, mi prendo il mio regalo."

E senza aggiungere altro fece combaciare le nostre labbra in un bacio rabbioso, io chiusi i denti per non farlo entrare e cercai nuovamente di togliermelo di dosso , ma lui si spinse ancora di più contro di me e con una mano mi chiuse il naso.

Dischiusi le labbra il cerca d'aria e lui ne approfittò per infilarci la lingua.

Il bacio divenne bagnato e altamente erotico, invase la mia bocca e come trovò la mia lingua iniziò a giocarci, a mordere ed a succhiare.

Il bacio mi sembrò interminabile e che mi stesse togliendo tutte le forze e con esse la capacità di ragionare.

Quando si staccò io scivolai a terra terrorizzato dalla reazione del mio corpo, mi ero eccitato.

Mi guardò dall'alto e mostrandomi il pacchettino che aveva recuperato dal pavimento disse "Ringrazia Keiko ... vedrò di esaudire il tuo desiderio e poi verrò a ritirare il compenso"

Lo guardai uscire dal bagno non capendo ancora che accidenti fosse successo.

Perché si era arrabbiato?

Perché mi aveva baciato?

E poi quell'ultima frase che cosa significava ...

Ma la cosa che più mi aveva sconvolto era stata la reazione del mio corpo al bacio di Kian.

Va bene che era la prima volta che venivo baciato da un ragazzo e che mi ritrovassi a essere dominato, ma avrebbe dovuto farmi schifo o al massimo lasciarmi indifferente e invece mi aveva eccitato. Mi ero eccitato per un bacio di Kian ... porca troia!

Non esisteva una ragione valida per giustificare una cosa del genere.

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La sensazione che provai fu incredibile, quel solo bacio riuscì a farmi eccitare, con nessuna era mai successo.

Un'idea folle si impossessò di me, adesso sapevo cosa fare per vendicarmi, Keita non mi voleva?

Bene, lo avrei ricattato, gli avrei rivolto contro la sua idea di farmi diventare il ragazzo di sua sorella.

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Dovevo cacciare il suo ricordo dalla mia mente il più in fretta possibile, magari potevo chiamare Aya, la ragazza che quella mattina mi aveva lasciato il suo numero.

Mi alzai e mi lavai il viso cercando di ritrovare lucidità.

Il suono della campanella mi riportò alla realtà, dovevo rientrare in classe e ritrovarmi quel bastardo a meno di un metro...

Mi sentii andare a fuoco al ricordo di cosa era appena successo. Mi passai le mani bagnate fra i capelli, dovevo calmarmi.

Rientrai in classe con passo lento e strascicato, fortunatamente il professore non era ancora arrivato e con mia grande sorpresa anche Kian non era ancora al suo posto.

Dopo pochi minuti eccolo arrivare, si avvicinò e prima di sedersi mi rivolse uno strano sorriso, io distolsi subito lo sguardo, non ero ancora pronto a fare finta di niente.

In quel momento sentii il telefono vibrare, lo estrassi senza farmi vedere dal professore che nel frattempo aveva preso posto dietro la cattedra.

Il messaggio era di Keiko "Grazie mille! Sei il miglior fratello del mondo! Kian mi ha chiesto di uscire. Mi ha detto che è merito tuo. <3 <3 <3"

Rilessi il messaggio due volte per essere sicuro di aver compreso bene tutto.

Avvertivo uno strano peso sullo stomaco e non ne capivo il motivo, forse mi sentivo in colpa perché aveva detto che era "merito" mio ...

era colpa mia se mia sorella era caduta nella rete di quel bastardo!

Per le restanti ore della giornata cercai di ignorarlo e concentrarmi sulle lezioni, ma con scarsi risultati.

Fortunatamente anche lui evitò di parlarmi.

All'uscita da scuola vidi Keiko ferma al cancello, stavo per avvicinarmi, ma Kian mi precedette, il sorriso che si scambiarono fu una vera pugnalata al cuore.

Li vidi prendersi per mano e andarsene insieme.

Strinsi forte le mani per impedirmi di andare lì e urlare a mia sorella che quello era solo un bastardo, che lo faceva per infastidire me, che quella mattina mi aveva baciato...

No, non potevo ... e poi ero certo che se ne sarebbe resa conto da sola... non era una stupida

Così con ancora quel peso sullo stomaco me ne andai a casa.

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Per ripicca verso quel piccolo stronzo decisi di uscire con sua sorella gemella.

Keiko non era male, ma niente se paragonata all'interesse che provavo per lui.

Quel pomeriggio ci fermammo a prendere qualcosa in un bar in centro per parlare e conoscerci meglio.

Non capii una parola dei suoi discorsi perché per tutto il tempo non riuscii a non pensare a lui.

Mi odiavo per questa folle attrazione, ero certo che mi avrebbe portato solo alla rovina.

Forse però potevo utilizzare Kieko come valvola di sfogo ... lo sapevo che era da stronzi, ma quello che sentivo mi faceva proprio "incazzare"...

Provai a baciarla concentrandomi sulla somiglianza, lei rispose con gioia, la sentivo tremare dall'emozione, invece io non avvertii niente di particolare.

Erano simili, ma lei non era lui e non mi fece provare alcun desiderio ...

Mi maledii nuovamente ... sarebbe stato tutto più facile se fossi stato attratto da lei, era molto bella ed era chiaramente cotta di me, ma soprattutto era una ragazza ... era normale essere attratti dal sesso opposto e invece non era così ...non potevo più illudermi ...

Era Keita che volevo, ma lui non sembrava minimante attratto da me ...

ma soprattutto era un ragazzo e la cosa era molto più complicata e distruttiva ...

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Era ormai tardo pomeriggio quando sentii Keiko rientrare.

Ero nella mia camera, steso sul letto cercando di studiare, ma in pochi minuti fui raggiunto da mia sorella. Era raggiante.

Si buttò sul mio letto vicino a me e osservò il mio libro.

Io finsi disinteresse, mentre in realtà morivo dalla voglia di sapere com'era andata.

"È stato un pomeriggio fantastico. Siamo andati a bere qualcosa in un bar in centro e poi a fare una passeggiata al parco. Mi ha chiesto di essere la sua ragazza e mi ha baciato. È stato indescrivibile ... sapessi come bacia bene ..."

Mi uscì mezzo ringhio al ricordo del bacio che aveva dato a me.

Keiko interpretandolo male sorrise "Sicuramente tu baci meglio" e mi diede un pizzicotto "Però non ti offendi se non voglio provare"

Feci una smorfia di disgusto all'idea di baciare mia sorella "Non dirlo nemmeno per sogno sarebbe troppo strano"

"Volevo ringraziarti... è tutto merito tuo se adesso sto con un ragazzo fantastico. Non pensavo che dopo Brian avrei trovato nuovamente l'amore. Sono proprio felice"

Oddio cosa avevo fatto?!

La speranza però non era perduta provai a metterle la pulce nell'orecchio "Sei sicura che lui sia il ragazzo giusto? Magari sotto sotto è stronzo e bastardo"

Keiko sorrise "Non ti facevo così protettivo fratellino. Stai tranquillo Kian è un ragazzo meraviglioso. Non ha neanche cercato di toccarmi. Mi ha solo dato un tenero bacio."

Quello che aveva dato a me non era stato per niente tenero.

Cacciai quel pensiero e dissi "Non chiamarmi fratellino! Sono molto più alto di te!"

E ritornai a leggere il mio libro.

Keiko sorrise divertita davanti alla mia espressione offesa, mi scompigliò i capelli e prima di andarsene mi disse "Sarai sempre il primo nel mio cuore"

Appena fu uscita dalla mia stanza imprecai e scaraventai il libro contro la parete "Cazzo!" poi mi misi le cuffie nelle orecchie e sparai la musica a tutto volume, sperando di distrarmi e non pensare all'incazzatura che mi stava montando.



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