12 - DI GELOSIE, VERITÀ E VENDETTE
Kian mi aveva trascinato via sotto gli occhi sorpresi di Aya e mi aveva scaraventato dentro il bagno più vicino.
Tutto come speravo ...
Adesso però dovevo strappargli la verità qualunque essa fosse ...
Mi allontanai da lui e lo guardai furioso "Che diavolo ti prende?"
Lui si avvicinò "Sei impazzito per caso?"
Sapevo esattamente a cosa si riferiva, ma volevo sentirmelo dire da lui "Di che parli?"
"Vai a farti scopare da Shiro!"
"E allora? Non sono cazzi tuoi!"
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Keita aveva ragione, ma non riuscivo a starmene a guardare ... accidenti!
"Non capisci proprio niente. Tu non lo conosci. A Shiro interessa solo fotterti ... preferibilmente mentre ti stai scopando sua sorella!"
Keita rise, un risata priva di ilarità "Da quale pulpito. Mi sembra sia la stessa cosa che hai fatto tu ... tralasciando la sorella..."
Colpito e affondato! Non potevo controbattere, ma non potevo nemmeno lasciarlo andare.
Dovevo convincerlo senza dirgli la verità ...
"Non puoi andare. Fine del discorso"
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Lo guardai sentendo la rabbia aumentare, non voleva proprio darmi una spiegazione ...
Però dovevo farmi vedere freddo per non fargli capire quanto desiderassi che mi fermasse
"Cosa sei uno psicopatico? Una settimana fa mi hai detto chiaramente che di me non te ne frega un cazzo e adesso mi vieni a fare la predica per un po' di sesso?"
"Non è un po' di sesso. È farsi fottere da uno che nemmeno conosci ... te ne pentirai!"
Gli risi in faccia "Che cazzo ne sai tu di me!? Quello che voglio è proprio farmi scopare! Prova a chiedere alla mia dolce sorellina cosa pensa di me, io sono un porco e un depravato, interessato solo al sesso. Quindi perché dovrei limitarmi quando so che posso godere anche con un ragazzo? Anzi dovrei ringraziarti, è grazie a te se ho ampliato i miei orizzonti ..."
Mi avvicinai a lui e a pochi centimetri gli dissi "Cos'è vuoi essere il solo ad aver fottuto il mio culo? Io non grazie! Sei solo un grandissimo figlio di puttana, egocentrico e opportunista. Io farò di tutto per dimenticare anche la più piccola sensazione che ho provato con te ...
L'hai detto tu che è stata solo una scopata senza significato, quindi non hai il diritto di intrometterti o di pretendere qualcosa. Hai già avuto anche troppo da me!"
Non ero così duro come volevo fargli credere, ero consapevole che era una bugia e che non l'avrei mai dimenticato, ma lui questo non doveva saperlo.
Sarei crollato se avessi permesso ai miei veri sentimenti di oltrepassare la maschera che mi ero creato.
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Mi faceva proprio incazzare! Non potevo permettergli di andare da Shiro ... ma cosa potevo fare?
Dovevo dirgli la verità? E dopo?
Era vero ... era solo colpa mia.
Lo avevo spinto a venire a letto con me, poi lo avevo buttato via come un oggetto di nessun valore ... non avevo nessun diritto di intromettermi ... ma non ce la facevo.
Già solo aver saputo che si scopava quelle troiette la gelosia, che prima di incontrarlo nemmeno sapevo cosa fosse, mi aveva fatto prudere le mani e rischiato più di una volta di fare saltare tutto il mio piano, ma adesso non riuscivo proprio ad accettarlo ...
non volevo, non potevo lasciare Keita nelle mani di Shiro...
Le ultime frasi di Keita mi colpirono in pieno, non tanto per le offese, quelle me le meritavo, quanto perché mi svelava il motivo che lo stava spingendo fra le braccia di quello stronzo "dimenticarmi" ...
Significava che ancora non ci era riuscito e che se andava da lui era solo colpa mia e di ciò che provava per me.
Il mio corpo si mosse da solo e in pochi secondi eliminai la distanza fra noi, catturando le sue labbra in un bacio disperato ...
Spinsi prepotentemente la mia bocca contro la sua, facendo scontrare anche i nostri denti.
Sentii una scossa attraversarmi, quanto mi era mancato, però volevo di più, leccai il labbro inferiore soffermandomi sul piercing e tirandoglielo.
Quel cerchietto fra di noi era così erotico...
Lo sentii gemere e dischiudere le labbra, ne approfittai subito per approfondire.
Invasi la sua bocca come a volerla reclamare come una mia proprietà, lo sentii lasciarsi andare e rispondere al bacio. Le nostre lingue presero a danzare.
Tutto il mio essere mi gridava che Keita era mio e di nessun altro!
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Il bacio mi lasciò spiazzato.
Non me lo aspettavo, senza neanche rendermene conto risposi e mi lascia condurre ... quanto mi erano mancati i suoi baci ...
Però questa non era una spiegazione e io volevo una dannata spiegazione!
Mi aggrappai a questo pensiero per riuscire ad interrompere il bacio.
Lo allontanai urlandogli contro "Che cazzo significa?! Non puoi sempre fare ciò che vuoi stronzo!"
Lui sorrise furbo "Lo volevi anche tu ... non negare"
Sentii la rabbia ritornare prepotente, voleva solo giocare con me, "Vaffanculo!"
Feci per uscire, ma Kain mi afferrò per un braccio.
Il suo sorriso era scomparso, il suo sguardo era combattuto "No aspetta"
Ne avevo abbastanza "Se vuoi che rimanga ... basta stronzate! Dimmi la verità!"
Kian sospirò "Sarebbe meglio non vederci più ... come ti ho già detto..."
Decisi di mettere tutte le carte sul tavolo "Per colpa di tuo fratello?"
Kian sgranò gli occhi sorpreso "Come ..."
"Keiko mi ha detto tutto ..."
Vidi un lampo di rabbia attraversare i suoi occhi "Le avevo detto chiaramente ..."
Lo interruppi con voce decisa, non mi sarei fatto intimorire adesso che ero ad un passo da ciò che volevo "Voglio la verità. Se è stato solo uno sfizio, perché adesso sei qui? Per me non lo è stato purtroppo, ed è per questo che farò di tutto per dimenticarti, anche se dovesse significare scoparmi e farmi scopare da tutta la scuola..."
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Mi guardò negli occhi facendo cadere ogni mia resistenza, mi arresi di fronte a quel blu così intenso da farmi desiderare di affogare in esso.
Non potevo più mentire, non ce la facevo.
Ero stanco di lottare contro ciò che veramente volevo.
Keita riusciva ad entrarmi dentro e scuotermi dal profondo ... non potevo perderlo ... non potevo permettergli di rovinarsi con le sue mani ... era un vero idiota e io lo ero ancora di più!
"Hai vinto. Hai ragione, ho deciso di troncare la nostra relazione, perché mio fratello sta cercando di ottenere le prove da sbattere in faccia a mio padre e a tutta la scuola. Io so difendermi, ma questa cosa non colpirà solo me ..."
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Ero furioso, avevo voglia di picchiarlo, lo spinsi con forza contro il muro e gli urlai contro "Sei un imbecille! Così hai creduto fosse meglio darmi una coltellata?! Potevi farlo veramente avrebbe fatto meno male! Grazie mille!"
Non riuscivo a fermare le mie parole "Io ti ho donato tutto e tu mi hai fatto credere che non valessi niente per te! Mi sono sentito trattato come una puttana!"
Sospirai cercando di calmarmi e non pensare al dolore che avevo sentito in quei giorni "Dovevi dirmelo! Dovevi lasciarmi la possibilità di scegliere. Sei il solito bastardo egoista che decide per gli altri ..."
Mi interruppe "Sei un irresponsabile, non avresti mai scelto usando la testa ... la tua decisione di oggi lo dimostra in pieno. Sei un perfetto idiota"
Lo guardai male "Ehi stronzo, solo io ho il diritto di infamarti."
Lui sorrise finalmente, come se, dopo tanto tempo, si fosse tolto un peso che non gli permetteva di respirare "Va bene ti lascerò decidere ... cosa vuoi fare?"
Io ricambia il sorriso, avevo ottenuto ciò che volevo Kian era nuovamente mio, "Tutto ... basterà stare attenti ..."
"Non conosci Dion è un vero bastardo e farà di tutto per avere le sue prove"
"Più di te? Che bella famiglia..."
"Idiota sono serio."
"Anch'io! Se ci scopre ..." alzai le spalle "ci penseremo quando succederà"
Kian scosse la testa e rise, forse aveva capito che era inutile parlare, così disse con una strana luce negli occhi "Allora da dove inizia questo "tutto"?"
Sapevo esattamente da dove iniziare "Adesso dovrai farti perdonare e io so già come"
Kian mi rivolse il suo sguardo da predatore "Calma gattino, ricordati che fra i due sono io quello che detta le regole"
E questo chi l'aveva deciso? Dovevamo fare un bel discorsino anche sui rispettivi ruoli, ma preferii lasciar perdere e concentrarmi sull'immediato "Non oggi ... ti costerà caro il tuo comportamento ... ho avuto tempo per pensare alla mia vendetta..."
Kian mi afferrò per un braccio e mi portò contro di sé, poi fece correre le sue mani lungo la mia schiena, arrivato al mio sedere lo strinse forte per far aderire i nostri bacini "Pensi che io non l'abbia fatto, sapendo che te la spassavi con quelle troiette?"
Allacciai le braccia al suo collo strusciandomi su di lui sentendo le nostre erezioni risvegliarsi "È solo colpa tua"
Vidi i suoi bellissimi occhi neri accendersi di desiderio "Ho un'idea. Tu adesso rientri in classe, io devo fare una telefonata poi ti raggiungo"
Lo guardai offeso "Che idea del cazzo! Io non voglio rientrare in classe. Io ti voglio scopare. Forse pensi che così ti potrai salvare? E no mio caro, oggi non mi sfuggirai"
Infilai una gamba fra le sue per stuzzicare maggiormente il suo sesso, sorrisi vedendolo mordersi il labbro.
"Se proprio ti devo concedere il mio culo ... non lo farò certo in un lurido bagno senza neanche un lubrificante. Adesso per una volta chiudi il becco e fai come ti dico"
Sbuffai e mi staccai da lui "Sei un dittatore lasciatelo dire. Si può sapere cosa devi fare?"
"Fidati non te ne pentirai"
Non ne ero convinto, ma feci come mi aveva detto.
Prima di rientrare attesi il cambio dell'ora mancavano solo pochi minuti, nel frattempo mandai un messaggio ad Aya per comunicarle il mio cambio di programma.
Non ne fu molto contenta, anche perché non le diedi molte spiegazioni, un semplice impegno dell'ultimo momento.
Era la seconda volta che mandavo Shiro in bianco, chissà come l'avrebbe presa ... non che me ne importasse.
Appena rientrai Hikaru e Yusuke mi chiesero se andasse tutto bene, li rassicurai e presi posto.
Dopo alcuni minuti rientrò anche Kian, però non volle svelarmi niente.
Al suono della campanella mi passò un bigliettino, poi si dileguò.
Non ci stavo capendo niente, che accidenti aveva in mente?
Capii tutto appena lessi ciò che mi aveva scritto: era l'indirizzo di un hotel e le indicazioni per raggiungerlo, il numero di una camera e delle istruzioni "Vieni direttamente all'ultimo piano con l'ascensore centrale senza fermarti alla reception"
Sentii un brivido di eccitazione percorrermi la schiena.
Aveva preso una camera per noi.
Mi passai la lingua sulle labbra, decisamente un bel modo per farsi perdonare, forse potevo portargli un regalino anch'io.
Arrivato davanti al luogo indicatomi, rimasi senza parole, non era uno squallido "love hotel", ma un lussuoso "5 stelle".
Entrai e seguii le sue istruzioni fin davanti alla porta della camera.
Bussai e ciò che mi apparve davanti per poco non mi fece venire un colpo: Kian nudo e bagnato con solo un misero asciugamano in vita.
Era bellissimo e sexy, una scossa di desiderio si portò via la mia capacità di parlare.
Mi sembrava fosse passato un secolo da quando avevo potuto ammirare il suo corpo, era come se la mia mente volesse registrare ogni dettaglio di quella visione.
Rimasi lì sulla porta a guardarlo finché Kian non mi afferrò per un braccio tirandomi dentro, me la chiuse alla spalle e mi spinse contro di essa.
"Voglio fare ben altro che rimanere sulla porta ... anche se mi piace vederti sbavare per me."
Mi sentii andare a fuoco per essere stato beccato a fissarlo con la bava alla bocca "Ti sembra il modo di presentarti?"
Ghignò "Hai gradito ... mi pare"
"Chiunque avrebbe gradito ... e se non fossi stato io"
Lui si spinse maggiormente contro di me "Non avrei fatto questo" e mi baciò.
Risposi immediatamente al suo bacio e portai le mie mani alla sua schiena nuda.
Sentivo i suoi muscoli fremere al mio tocco, anche lui era impaziente quanto me ...
Il bacio divenne subito famelico, divorava la mia bocca con urgenza spingendosi contro di me, facendomi sentire il suo desiderio non diverso dal mio.
Kian lasciò la mia bocca per scendere al mio collo, mentre con le mani mi spogliava prepotentemente della camicia facendomi saltare anche qualche bottone.
Poi scese più in basso e dopo avermi slacciato i pantaloni prese a massaggiare la mia erezione da sopra la stoffa, io volevo di più così senza tante cerimonie mi spoglia completamente.
Kian aveva smesso di baciarmi per guardarmi e godersi la mia impazienza.
Sentivo già la mente in poltiglia quando un pensiero riuscì a riemergere da quella lussuria che mi stava consumando, non dovevo essere io a dirigere i giochi questa volta?
Cercai di formulare la frase in modo sensato, prima che riprendesse da dove si era interrotto e addio lucidità "Oggi sarò io a scoparti devi farti perdonare"
Kian ghignò, appoggiò le mani ai lati della mia testa e si avvicinò al mio orecchio "Prima dovrai farmi passare l'incazzatura"
Non capivo "Cosa?"
"Avevi deciso di farti fottere da Shiro. Non posso fartela passare liscia ... solo il pensiero mi fa infuriare. Per non parlare del bordello che hai allestito sul tetto ..."
"È tutta colpa tua! Bastardo non cambiare le carte in tavola."
"Potevi stare a casa a strafogarti di gelato invece che di sesso"
Mi scappò una risata "Preferisco la lussuria alla gola"
Kian si leccò le labbra "Lust in persona è qui per accontentati"
Si tolse l'asciugamano che aveva in vita e si allontanò senza aggiungere altro, non ci pensai un attimo e lo seguì attratto dalla promessa di condurmi nel suo regno.
Entrammo nel bagno e la prima cosa che notai fu l'enorme vasca in stile giapponese incastonata nel pavimento già piena d'acqua e bagnoschiuma profumato.
Kian entrò e si sedette con la schiena contro il bordo, l'acqua gli arrivava a coprirgli il petto, lo osservai per un momento pensando a quanto fosse bello e poi lo seguii.
Mi immersi anch'io e mi avvicinai, mi fermai in ginocchio a pochi centimetri da lui.
Senza preavviso Kian mi afferrò per un braccio e mi portò su di sé, io allargai le gambe e mi mise a cavalcioni sulle sue.
"Voglio lavarti via anche il più piccolo ricordo di quelle troie" e si tuffò sulle mie labbra.
Prese a baciarmi con passione invadendo con possessività la mia bocca.
Strinsi forte i suoi capelli fra le mie mani e presi a strusciarmi su di lui gemendo per quel contatto che anelavo da giorni.
Appena ci staccammo, mi baciò e mi morse il collo, poi portò entrambe le mani sotto il mio sedere iniziando a sfiorare la mia apertura.
"Te le sei scopate in questa posizione?"
Non riuscì a rispondere, perché il primo dito era entrato dentro di me in modo deciso togliendomi il fiato. L'acqua aveva facilitato quella violazione.
"Allora? Chi?"
Piegò il dito colpendomi la prostata, mi uscì un "Cazzo!"
Mi stava facendo eccitare da fare schifo anche se ancora non mi aveva toccato il sesso, significava forse che il mio corpo desiderava così tanto farsi possedere da lui?
Portai le mie mani ad artigliargli la schiena.
Le dita diventarono subito due "Rispondi ..."
Io boccheggiai, avevo ormai la mente annebbiata e lui voleva che ripensassi a qualcosa che non fosse lui?
Volevo toccarmi per darmi sollievo, portai una mano fra di noi, ma Kian me la bloccò dietro la schiena, poi mi strinse maggiormente contro di sé facendomi strusciare su di lui strappandomi un gemito per quella frizione, sentivo il mio sesso congestionato stretto contro il suo addome duro.
"Rispondi se vuoi venire ..."
Continuava a muovere le dita facendomi impazzire di desiderio, volevo qualcosa di più, così decisi di accontentarlo.
"Sì ... mi sembra Aya e Saori." In quei giorni non mi fregava niente chi fosse la persona con cui facevo sesso, tanto la mia mente mi ricordava solo che non era lui.
Kian ringhiò e mi morse una spalla, tolse le dita, poi afferrando il suo sesso lo posizionò alla mia entrata e sollevandomi leggermente, senza tante cerimonie, mi penetrò strappandomi un grido di dolore.
Non era stato come la prima volta, oggi la delicatezza l'aveva proprio lasciata a casa. Non credevo, potesse essere così geloso.
Mi sentivo spaccato in due e contemporaneamente riempito fino in fondo.
Portai le mani alle sue spalle per sorreggermi.
Mi afferrò con entrambe le mani i glutei per uscire quasi completamente e riaffondare in modo deciso.
Lo fece un paio di volte andando a colpire il punto magico e il dolore fu presto sostituito dal piacere.
Volevo gode e avere di più "Scopami come si deve ... bastardo" feci forza sulle gambe e presi a impalarmi da solo aumentando il ritmo.
Kian gemette "Prendilo tutto", poi portò una mano al mio sesso ormai al limite e prese a segarmi a ritmo con il mio movimento.
Stavo perdendo lucidità e i miei movimenti si stavano facendo più urgenti.
Le scosse di piacere date dal suo membro che mi scopava senza tregua, la sua mano sul mio sesso che mi segava e la sua bocca sulla mia che mi impediva di respirare, tutto stava portandomi velocemente all'orgasmo.
Ma ad un tratto Kian bloccò i miei movimenti e stringendo la mia erezione alla base mi negò il piacere ormai imminente, gli ringhiai "Kian".
"Non essere impaziente..." Mi fece allacciare le gambe alla sua vita e le braccia al suo collo, poi si alzò in piedi issandomi con lui.
Mi spinse con la schiena contro la parete "E così?"
Non risposi e lui rientrò con una forte spinta che mi fece boccheggiare e si fermò "Allora?"
Il mio sesso ero congestionato e lui non voleva farmi venire, come potevo ragionare? Risposi "Cosa?"
Mi morse il collo "Te le sei scopate in questa posizione?"
Uscì e rientrò facendomi sbattere contro la parete per la foga.
"Che cazzo ... Sì Nami sei contento!? Fammi venire ... sto impazzendo"
Kian sorrise "Ti scoperò finché non ti sarai dimenticato anche come si chiamano quelle troie"
Avrei voluto rispondergli che già le avevo dimenticate, che tutto quello che volevo era lui, ma le parole vennero sostituite da forti gemiti e urla di piacere, quando Kian riprese a fottermi con forza, schiacciandomi contro la parete, mentre io mi reggevo al suo collo, con le gambe allacciate ai suoi fianchi.
Il piacere intenso dato dalle sue spinte potenti mi stava facendo girare la testa, il mio sesso strusciava contro il suo addome duro e dopo poco venni con un urlo liberatorio senza che dovessi toccarmi.
Qualche attimo dopo sentii anche Kian riversarsi in me, mentre i suoi denti affondavano nello spazio tra il collo e la clavicola.
Ero troppo preso dall'orgasmo per preoccuparmi dei segni che sicuramente aveva lasciato sul mio corpo.
Senza abbandonarmi, mi trascinò nuovamente in acqua e restammo così abbracciati a riprendere fiato.
Io avevo la testa appoggiata alla sua spalla e lui indietro contro il bordo della vasca.
Dopo un tempo che non riuscii a valutare se lungo o corto interruppi il silenzio "Sei un bastardo ... mi hai fregato"
"Non puoi lamentarti hai goduto ... lo hanno sentito anche i vicini."
Io alzai la testa e lo fissai indignato, sapevo di essere stato rumoroso, ma avevo goduto e non ero bravo a trattenermi, "Non uscirai da questa stanza finché non avrò avuto la mia vendetta"
Lui rise "Non mi sembra una gran minaccia detta da uno che ha ancora il mio cazzo su per il culo"
Mi alzai di scatto e con una serie di insulti alcuni anche molto fantasiosi mi infilai nel box doccia.
Ancora ghignando soddisfatto Kian si lavò e poi si diresse in camera.
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Era stato tutto perfetto.
Keita era perfetto e finalmente era mio.
Non avevo resistito a lasciargli le redini, ero troppo geloso per fargliela passare liscia.
Lo so era colpa mia se si era comportato così e non avevo il diritto di criticarlo, ma poteva sfogarsi in un altro modo.
Solo il pensiero di quelle ragazze che godevano mente lui le scopava mi faceva vedere rosso ... e non volevo nemmeno pensare a quanto lui avesse goduto altrimenti avrei perso il controllo ...
Keita mi faceva perdere completamente la testa!
Volevo che si dimenticasse di loro, che pensasse solo a me!
Come avevo potuto anche solo immaginare di poter fare a meno di lui, del suo corpo, del sesso con lui e di quello che solo lui mi faceva provare ...
Questa volta non ero stato delicato come la prima volta, mi ero lasciato guidare da tutti i sentimenti che provavo per lui, amore, passione, desiderio e gelosia, un mix esplosivo per il mio autocontrollo.
Sorrisi guardando tutti i segni rossi che avevo lasciato sul suo corpo, avevo ancora tutta la sera e la notte per completare la mia opera e far capire a tutti che Keita era mio.
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Lo guardai uscire mentre mi facevo cullare dall'acqua calda.
Piano piano ritornai cosciente del mio corpo e di tutti i segni che mi aveva lasciato, sentivo chiaramente la schiena farmi male e i vari punti che aveva morso bruciare.
Mi sarei vendicato poteva starne certo!
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