11- CUORI SANGUINANTI
Quella notte faticai a dormire , avevo provato più sentimenti in quel giorno che in tutta la mia vita.
Mi sembrava di essere reduce da due trip opposti: un'esperienza di "picco" seguita da un terribile "bad trip".
Non ero mai stato preda delle emozioni e tutto ad un tratto sembrava non riuscissi a trovare un equilibrio.
Poi durante la notte dei dubbi si erano insinuati nella mia testa... se non fosse stato meglio lottare, parlare con Keita e affrontare tutto insieme.
Questi pensieri mi avevano fatto vacillare.
Ma poi mi ero detto che dovevo soffocare ogni sentimento, perché allontanarmi da lui sarebbe stata la sola cosa giusta da fare.
Mi svegliai non ricordandomi di essermi addormentato, mi sentivo stanco senza forze, cosa diavolo era successo?
In un attimo gli avvenimenti del giorno prima mi piombarono addosso, dire che rimasi sconcertato era un eufemismo.
I sentimenti che avevo provato mi facevano terribilmente paura.
Non avevo mai ceduto ai ricatti di mio fratello e adesso mi ritrovavo ad avere paura di cosa potesse fare a Keita ...
L'amore faceva diventare deboli e io non avevo bisogno di un sentimento tanto assurdo.
Cercai di proteggermi e negarli con tutte le mie forze ...
Per riuscire nel mio intento, per non vacillare, per non provare più quel dolore ...
il motivo non lo sapevo, l'unica cosa certa era che quella mattina tutto mi sembrava assurdo.
Il mio piano però non era cambiato di una virgola, cercavo solo di darmi mille motivazioni per riuscire a portarlo a termine.
Non potevo stare insieme a Keita perché era troppo pericoloso, troppo pericoloso ciò che mi faceva provare e io non ne avevo bisogno.
Così come certamente lui non aveva bisogno di me!
Le minacce di Dion mi avevano fatto realizzare quanto tutto ciò che ci legava fosse dannatamente una bomba atomica pronta ad esplodere ...
Visto da fuori sembravo uno psicopatico con doppia personalità.
La sera prima ero disposto a tutto per difenderlo e adesso cercavo di illudermi non me ne fregasse più niente.
Quei sentimenti così intensi mi avevano completamente invaso.
Volevo scappare e negarli per sempre perché temevo di non essere in grado di gestirli ... avevo paura di non riuscire ad allontanarmi, di cedere al potere che aveva su di me.
Però dovevo fare ciò che andava fatto!
Dovevo ritornare lo stronzo insensibile e il lato di me che Keita era riuscito a portare a galla doveva essere nuovamente riportato nelle profondità del mio animo.
Per riuscire nel mio intento e non vacillare mi stavo riempiendo la testa di tantissime bugie pronte all'uso.
Perché se solo per un attimo avessi creduto all'amore che ci legava avrei fatto di tutto per difenderlo.
**********************
Qualcosa proprio non mi tornava, forse mi ero sognato tutto?
Sembrava fossimo ritornati a qualche giorno prima ...
per qualche ragione a me sconosciuta Kian aveva ripreso ad ignorarmi e ad accettare le attenzioni delle sue fan, aveva addirittura dato appuntamento ad una ragazza nell'aula del consiglio studentesco nella pausa.
Non riuscivo a capire e stavo iniziando ad arrabbiarmi seriamente, provai a parlargli, ma senza successo.
Al suono dell'intervallo, prima che potesse scappare dalla troietta, fregandomene degli altri, lo affrontai apertamente "Brutto stronzo! Se non vuoi che mi metta a urlare qui davanti a tutti, muovi il culo e seguimi"
Lui mi guardò storto e poi mi seguì.
Lo portai nel bagno dell'aula magna per potergli anche urlare contro se mi faceva girare le palle.
Appena dentro mi guardò indifferente "Allora?"
Il suo sguardo non mi piaceva, mi morsi il piercing nervoso "Allora?! Questa mattina mi hai praticamente ignorato"
La sua espressione non cambiò di una virgola, non tradiva nessuna emozione "Ripeto e allora?"
Mi sembrava di essermi perso qualcosa "Ma ti si è fuso il cervello? Ieri abbiamo scopato, anzi tu mi hai scopato, se te lo fossi dimenticato ... io no di certo, ancora mi fa male il culo!"
"Hai detto bene ieri."
Avevo un brutto presentimento e le mani iniziarono a prudermi "Cosa vorresti dire?"
Lui mi guardò freddo "Semplice ho ottenuto ciò che volevo ... adesso non mi interessi più. Non avrai per caso pensato che potessimo avere una qualche relazione? Sei un ragazzo e io non sono gay. La mia era solo curiosità e tu l'hai soddisfatta in modo egregio ..."
Non lo feci finire e gli scagliai un pugno in pieno viso con tutta la forza che avevo in corpo scaraventandolo a terra.
Lo vidi sputare sangue, ma non mi importava gli avrei voluto fare ancora più male.
"Brutto bastardo! Sei un verme schifo!"
Uscii dal bagno incazzato nero con lui e con me stesso per ciò che provavo per lui.
Non rientrai in classe, la mia rabbia era troppo evidente, dovevo trovare il modo di sfogarla.
Andai sul tetto e mandai un messaggio ad Aya "Ti aspetto sul tetto".
Ero certo sarebbe arrivata.
Mentre rimuginavo su ciò che era accaduto, la rabbia diventava sempre più forte insieme a un dolore lacerante allo stomaco.
Non ci potevo credere, mi ero lasciato scopare da un ragazzo.
Mi ero lasciato guidare dalla lussuria e da ciò che riusciva a farmi provare, e lui se ne era approfittato ... mi aveva fregato!
Se non fossi stato così idiota avrei dovuto chiedere a lui di fare il passivo, così lo avrei smascherato subito e invece mi ero fidato.
Mi aveva proprio giocato per bene!
Prima mi aveva stuzzicato aggredendomi, poi mi aveva allontanato facendomi illudere di poter scegliere e io ero caduto in trappola.
Un piano geniale.
Mi aveva fatto credere che fosse una mia scelta, ma non era mai stata una libera scelta ...
Avevo chiamato Aya perché volevo alleviare il mio orgoglio maschile ferito, sapevo che lei non mi avrebbe detto di no.
Speravo che scopando lei avrei dimenticato lui, ma sapevo che mi stavo illudendo e che era inutile, perché, anche se non lo volevo ammettere, ciò che mi faceva provare Kian era qualcosa di più profondo, qualcosa che andava ben oltre la semplice attrazione fisica ...
Però se volevo andare avanti dovevo proteggermi e negarlo con tutte le mie forze.
Avevo chiuso gli occhi per cercare di arginare quel dolore che mi stava letteralmente spaccando in due il cuore e lo stomaco, non avrei permesso alle lacrime di uscire, non avrei mai pianto per un simile bastardo, quando sentii la porta aprirsi.
Ero seduto con la schiena contro il muro, guardai Aya avvicinarsi e le sorrisi "Sei pronta a divertirti?"
Lei ricambiò il mio sorriso "Aspetto questo momento dalla prima volta che ti ho visto" e si mise a cavalcioni sulle mie gambe baciandomi con passione.
Io spensi la mente e cercai di annegare i miei pensieri fra le sue gambe ...
***********************
Lo guardai andarsene con il cuore che mi faceva male.
A chi volevo darla a bere? Tutte le stronzate che mi ero detto quella mattina erano solo una serie infinita di bugie ... era bastato il suo sguardo ferito per farle crollare ...
io ero innamorato di Kieta e questa era l'unica verità e ora lo avevo perso per sempre.
Ero stato un grande bastardo e non avevo mai sentito un dolore così sordo e lacerante davanti ai suoi occhi carichi di odio.
Avrei voluto alzarmi e corrergli dietro, abbracciarlo e dirgli che erano solo delle luride bugie, che quello che provavo per lui era assolutamente autentico e profondo, ma non potevo, dovevo proteggerlo da Dion e da me ...
Non era colpa sua se mio fratello era un idiota e se l'unico modo che conosceva per sfogare la sua frustrazione era dare la colpa a me per ogni suo fallimento.
Non era colpa sua se questo era il mio modo di amarlo ...
Mi sentivo stordito e senza forze come se tutto avesse perso senso. La forza che avevo quella mattina era stata spazzata via dai suoi occhi ...
Dopo un tempo che mi parve infinito, mi alzai e andai in classe fregandomene altamente se una ragazza di cui non ricordavo nemmeno il nome mi stesse aspettando.
Keita non era presente e non si fece vedere per tutta la mattina.
Non potevo dargli torto sicuramente non aveva voglia di incontrarmi.
Alla fine delle lezioni andai subito da Keiko dovevo parlare con lei per chiudere la questione definitivamente.
La trovai ancora in classe che stava raccogliendo le sue cose.
Quando mi vide fu colta da un forte imbarazzo e mi seguì come un condannato a morte.
La portai nella solita aula sotto gli occhi di tutti, sicuramente il giorno dopo la voce sarebbe corsa per l'intera scuola.
"Devo parlarti"
Lei abbassò lo sguardo e fece cenno di sì con la testa.
"So che hai chiamato Dion e gli hai raccontato di avermi visto insieme a tuo fratello. Non so che viaggio ti sei fatta, ma tra me e Keita non c'è assolutamente niente."
"Vi ho visto baciarvi"
Io risi "E allora? E' stato solo un gioco, solo curiosità, uno sfizio che volevo togliermi."
Mi sentivo sollevato aveva visto solo quello ...
"Anche baciare me è stato un gioco?"
"Mi dispiace se ti sei illusa, ma io non sono mai stato serio con nessuna e non inizierò adesso ..."
Lei non rispose forse temeva di scoppiare a piangere
"Quindi ti pregherei di tenertelo per te, altrimenti non farai altro che rovinare la vita di tuo fratello per qualcosa che non esiste"
Senza aggiungere altro me ne andai.
********************
Nonostante tutti i miei sforzi non riuscivo a togliermi quel bastardo dalla testa, non riuscivo a frenare la mia rabbia e la mia frustrazione, così per evitare di scaraventarmi addosso a lui e di massacrarlo di botte davanti a tutti, decisi di evitarlo ad ogni costo.
Non ero mai stato bravo a tenere a freno le mie emozioni e con lui ancora meno.
Così ogni mattina arrivavo a scuola con Keiko, fingevo di dirigermi in classe per poi rifugiarmi sul tetto.
Oltre ad Aya anche Nami e Saori erano venute a "tenermi compagnia", della mia classe solo Yusuke e Hikaru sapevano cosa facevo invece di andare a lezione.
Hikaru spesso mi raggiungeva e fumavamo insieme una canna, non era una cosa che facevo solitamente, ma in quel momento tutto quello che riusciva a non farmi pensare era ben accetto.
Probabilmente se qualcuno me lo avesse proposto avrei fatto anche di peggio ... tanto cosa c'era di peggio che dare il proprio culo vergine a un bastardo che voleva solo "provare"?
Non volevo nemmeno prendere in considerazione che in realtà gli avevo donato qualcosa di molto più prezioso ... il mio cuore.
Anche se il dolore lacerante che sentivo e che non si voleva placare era lì a ricordarmelo in ogni momento ...
**********************
Dal nostro diverbio Keita non era più venuto a scuola, il ricordo del suo sguardo mi faceva molto più male del suo pugno.
Avevo cercato di illudermi stesse poco bene, ma quando sua sorella Keiko era venuta a cercarlo avevo capito perfettamente che l'unico motivo per cui non veniva in classe era evitarmi.
Il mio umore, già pessimo, peggiorò ulteriormente quando sentì Yusuke e Hikaru parlare di lui e delle ragazze che lo raggiungevano sul tetto.
Quell'idiota si era creato il suo bordello a scuola!
Sentivo la rabbia e la gelosia spingere per uscire, ma non potevo fare niente, ero stato io a rifiutarlo, ad allontanarlo da me e non avevo alcun diritto di intromettermi.
********************************
Ero nella mia camera a rimuginare sul fatto che presto il preside avrebbe chiamato i miei genitori per avvertirli delle mie assenze e soprattutto su cosa avrei raccontato loro, finora mi ero salvato perché mio padre era a Londra per affari e mia madre era molto impegnata fino a tardi per la visita del Ministro degli Esteri Usa, altrimenti avrebbero notato lo stato pietoso in cui rientravo da scuola, quando sentii bussare e un attimo dopo vidi Keiko sulla porta tutta titubante.
"Kay scusa ho bisogno di parlarti"
Le feci cenno di entrare, forse aveva saputo che non andava a scuola, così cercai di anticiparla, non avevo voglia di spiegarle niente, visto che avrei dovuto raccontarle di me e di Kian.
"Se è della scuola ... perdi il tuo tempo ... non ho nessuna voglia di parlarne"
Keiko scosse la testa "No, non è di quello ... anche se penso sia collegato"
"Cosa vorresti dire?"
Avvertii una strana sensazione di fastidio, cosa sapeva Keiko?
La vidi farsi coraggio e prendere un bel respiro "Un po' di giorni fa sono ritornata a casa prima da scuola, perché le attività del club di tennis erano state sospese. Arrivata qui ho creduto non ci fosse nessuno, poi però ho sentito delle voci provenire dalla tua camera ... ho sentito delle frasi strane ... lo so non avrei dovuto ..."
Il fastidio si trasformò in panico mentre Keiko continuava il suo racconto "Ma non ho resistito, ho aperto un po' la porta senza far rumore e ho visto tu e Kian sul letto che vi baciavate"
Io ero pietrificato, non riuscivo a dire niente, lei interpretò il mio silenzio come rabbia così si affretto ad aggiungere "Kian mi ha detto che è stato solo un gioco, che un bacio non è niente"
Fui invaso da sensazioni differenti, sollievo perché temevo avesse visto molto di più e delusione per le parole di Kian.
Cercai di restare calmo e fingermi indifferente "Non era niente, esatto. Solo uno stupido gioco, una scommessa, spinti dalla curiosità di provare. Quindi non dirlo a nessuno e chiudiamola qui"
Keiko abbassò la voce "Il problema è questo ..."
"Cioè?"
"Ero talmente sconvolta che, non so perché, ho chiamato Dion, il fratello di Kian. Lui ha detto che ne avrebbe parlato con suo padre. Ho capito che lo odia e che vuole usare questa cosa contro di lui.
Io non voglio fare del male a Kian e nemmeno a te, ma non riesco a perdonarvi per ciò che avete fatto. Lo so hai detto che è stato solo un gioco, ma io non riesco a crederci e mi sento tradita e presa in giro. Kian ti guarda in un modo che con me non ha mai fatto ... mi dispiace di non essermene accorta prima."
Io non sapevo cosa dire, ero sconvolto non solo Keiko ci aveva visto, ma lo aveva raccontato anche al fratello di Kian.
Un piccolo dubbio iniziò a insinuarsi nella mia mente: e se Kian avesse cercato di allontanarmi a causa di suo fratello?
Come avrei potuto provarlo?
Un'idea mi balenò in testa ricordandomi la festa di compleanno di Aya e della gelosia di Kian di fronte a Shiro ...
Se gli importava ancora qualcosa era l'unico modo per provarlo ...
Guardai Keiko cercando di mantenere sotto controllo i miei pensieri "Kian ti ha già detto tutto."
Keiko sgranò gli occhi davanti alla mia voce fredda, era la prima volta che le parlavo così "Per la miseria Keita! Sei mio fratello! Ho il diritto di sapere qualcosa di più ..."
Che cosa potevo dirle? Che non era stato solo un bacio? Che era iniziato molto prima? Che Kian stava con lei, ma in verità ero io a farlo godere?
No, non potevo. Così decisi di essere stronzo per troncare il discorso.
"Non ho niente da aggiungere tranne che non sai quante cose ho fatto e sperimentato in fatto di sesso. Quindi, la prossima volta, se non vuoi ritrovarti ad assistere a qualcosa di molto più sconvolgente evita di ficcanasare nella mia camera ... ma se proprio vuoi essere informata sulla vita sessuale di tuo fratello, ti posso dire che ogni giorno vado sul tetto della scuola a scoparmi Aya, Nami e Saori e non necessariamente singolarmente. Inoltre domani andrò a casa di Aya a fare una cosa a tre con suo fratello Shiro ... se vuoi puoi unirti a noi così forse impari qualcosa"
Vidi Keiko sbiancare e dopo aver detto "che schifo... sei un porco e un depravato" se ne andò dalla mia camera.
Adesso non mi rimaneva che mettere in pratica quello che avevo detto e farlo sapere a Kian.
Non avevo niente da perdere ...
Se lui provava a fermarmi i miei dubbi si sarebbero rivelati esatti e lo avrei costretto a raccontarmi tutto, se invece era stato veramente solo un gioco, Kian non sarebbe più stato l'unico a possedermi, in un modo o nell'altro avrei fatto qualcosa per cambiare questa situazione, visto che tutto quello che avevo provato finora non mi aveva aiutato a cancellare Kian dalla mia mente.
Sicuramente non avrei avuto problemi ad organizzare l'incontro visto che era stata Aya stessa a propormelo il giorno prima.
Arrivato a scuola andai sul tetto, non avevo ancora voglia di incontrare Kian.
Trovai Hikaru e Yusuke ad aspettarmi.
"Ehi Kay anche oggi niente scuola?"
Loro non sapevano il motivo per il quale, ormai da più di una settimana, mi rifugiavo lassù. Avevano provato a chiedermelo, io mi ero limitato a dire che avevo bisogno di una piccola pausa e che a New York ogni tanto lo facevo.
Non era proprio la verità, ma nemmeno una bugia.
Alle superiori la somiglianza con mia sorella iniziò ad essere un problema, i professori non facevano che farmi notare quanto lei fosse brava e che dovevo sforzarmi di essere come lei anche nel comportamento e nel rendimento scolastico.
La reazione che ottennero fu l'esatto contrario, decisi che dovevo fare di tutto per essere il più possibile diverso, la sua nemesi.
Iniziai a saltare le lezioni, a fumare e altro, non mi facevo problemi se mi beccavano, anzi era proprio quello il mio intento.
I miei genitori vennero chiamati a scuola diverse volte e io immancabilmente finivo in punizione.
Finché un giorno io e il mio migliore amico Jason non facemmo quel primo tatuaggio ... fu una rivelazione, quel dolore per rendersi unici ... potevo essere diverso da Keiko senza autodistruggermi.
I miei genitori accettarono i miei tatuaggi e i miei piercing a patto che fossi ritornato a scuola e fossi riuscito a non farmi bocciare. Alla fine mi salvai per il rotto della cuffia.
Adesso ci ero sotto di nuovo per colpa di quel bastardo ... se i miei lo avessero saputo questa volta sarei stato in guai seri ...
Ma in fondo cosa mi importava?
Se davvero ero stato solo un capriccio per Kian, quel pomeriggio mi sarei autoinflitto una punizione molto peggiore di qualunque avessero potuto darmi i miei genitori.
Avrei toccato il fondo e dopo non mi sarebbe importato più di niente.
Preferivo dare il colpo di grazia a me stesso con le mie mani piuttosto che lasciarmi dissanguare dalla pugnalata inflittomi da Kian.
Ormai l'avevo capito, Kian era riuscito nel suo gioco, era riuscito a farmi dipendere da lui, non sapevo se era amore o cosa, ma io anelavo la sua vicinanza, desideravo il suo corpo, nonostante quello che mi aveva fatto e questo non riuscivo ad accettarlo...
"Kay ci sei?"
La voce di Yusuke mi riportò alla realtà.
Feci un sorriso tirato "Oggi verrò a fare un giro in classe ..."
Hikaru mi passò la canna che stava fumando "Allora fatti un tiro così riuscirai a reggere quella spaccacazzi di matematica"
Mi sedetti vicino a lui e presi ciò che mi passava, forse con la mente un po' annebbiata sarei riuscito meglio a sopportare la vicinanza di Kian senza dare di matto.
*******************
Rimasi molto stupito quando vidi entrare in classe Keita insieme a Yusuke e a Hikaru, stavano ridendo e la cosa mi diede molto fastidio.
Era una settimana che non lo vedevo, ma mi sembrava fosse passato molto più tempo, mi sembrava dimagrito e particolarmente su di giri.
Restava comunque bellissimo e il desiderio di abbracciarlo e dirgli la verità mi lacerava.
Aveva cambiato anche il suo piercing, prima un semplice pallino adesso un cerchietto che ornava il suo labbro carnoso.
Quanto avrei voluto sentire la sensazione di quel piccolo metallo premuto fra le nostre labbra.
Non so quante volte avevo preso il cellulare in mano animato dal desiderio irrefrenabile di dirgli ciò che provavo realmente.
Lo volevo, volevo sentire nuovamente il suo corpo sotto di me, le sue labbra sulle mie e sentirlo gridare il mio nome, ma non potevo.
Dion mi stava tenendo d'occhio in cerca di prove, ero anche certo che avesse sbirciato nel mio telefonino in cerca di sms compromettenti o di prove di appuntamenti. Era un vero idiota!
Però a causa di quell'idiota avevo allontanato l'unica persona che era riuscita a farmi provare qualcosa.
Quando Keita si sedette vicino a me senza nemmeno degnarmi di uno sguardo mi sentii morire, forse era riuscito a dimenticarmi ...
******************
Mi dovetti impegnare molto per ignorare Kian e il battito impazzito del mio cuore alla sua vicinanza dopo una settimana ...
Perché aveva questo potere su di me? Dovevo dare un taglio a tutto questo ...
La professoressa notò la mia presenza "Keita Anderson, finalmente è nuovamente tra noi"
Cercai di ignorare Kian e concentrarmi su di lei.
Potevo benissimo mentire, lo sapevo che in quei pochi giorni ero dimagrito, il dolore insopportabile allo stomaco non mi dava tregua e non riuscivo a mangiare.
Feci una faccia contrita e parlai "Mi dispiace, ma un virus bastardo mi aveva contaminato. Mi ci sono voluti un po' di giorni e una cura adeguata per togliermelo di dosso e tornare sano. Adesso sto bene anche se devo continuare la mia terapia"
"Mi dispiace. Infatti ti vedo dimagrito"
Io sorrisi e dissi sottovoce in modo da farmi sentire solo da Kian "Il sesso consuma molte energie"
Notai Kian stringere le mani.
Era arrivato il momento di attuare il mio piano.
Passai le restanti ore prima dell'intervallo ad ignorare Kian e a sonnecchiare, quella canna a stomaco vuoto mi aveva proprio steso.
Al suono della pausa restai al mio posto, sapevo che Aya mi avrebbe raggiunto, le avevo mandato un messaggio dicendole dov'ero.
Infatti eccola ...
attesi che si sedette sul mio banco e che si allungasse a baciarmi sotto gli occhi di Kian, volevo tutta la sua attenzione.
Quando ci staccammo le dissi "Oggi vengo a casa tua."
Aya sorrise contenta "Sono felice ... come ti avevo detto i miei sono fuori fino a domani... ci sarà anche Shiro"
Io le sorrisi "Bene in tre ci divertiremo di più"
*************************
Così io sarei stato un virus? Beh me lo meritavo ...
Non c'era bisogno che me lo ribadisse sapevo bene cosa aveva fatto in quei giorni ... le voci circolavano a scuola ...
Cercai di cacciare indietro quel senso di gelosia che mi stava opprimendo vedendo quella troietta baciarlo, non avevo nessun diritto di intromettermi , ma quando sentii pronunciare il nome di Shiro tutti i miei buoni propositi se ne andarono a "puttana".
Mi alzai di scatto e afferrando Keita per un braccio lo trascinai fuori sotto gli occhi stupiti dei nostri compagni... pensavano sicuramente all'ennesima lite fra me e Keita, anche se i ruoli si erano invertiti, normalmente era lui quello che scattava e io quello impassibile.
Non potevo stare a guardare che quel idiota facesse un'enorme cazzata...
**************************
Ghignai interiormente, era esattamente ciò che volevo ottenere ...
era arrivato il momento della verità ...
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top