Una lettera per te.

20 Marzo 2016

La ragazza si chiuse in bagno e appoggiò il telefono sul mobiletto in legno scuro, attaccò la cassa al telefono, mise la lettera vicino al telefono e la cassa.

La ragazza si avviò verso la vasca e apri l'acqua è la mise leggermente più calda.

Iniziò a spogliarsi e rimase in pantaloni lunghi e una canotta nera che mostrava la sua pelle cadaverica.

Quando la vasca era piena, la ragazza si avvicinò allo specchio, sopra il lavandino, e prese le sue uniche amiche.

Le lamette.

Mi avvicinò al suo telefono è aprì la sua playlist e schiaccio "Say Something.", la sua canzone preferita.

Si avviò verso la vasca piena e di immense dentro.

Fece un respiro profondo e appoggiò l'oggetto freddo sul suo avambraccio, fece pressione e tirò una linea su tutto il suo avambraccio.

Fece lo stesso gesto sul l'altro braccio e appoggiò la lametta sul bordo della vasca.

Si fece scivolare sempre, prese un respiro profondo e infine sussurrò le sue ultime parole per poi andare sott'acqua.

"Addio mamma."



La madre chiamò varie volte la figlia, ma senza risposta.

Andò a cercarla in camera sua ma nessuno traccia di sua figlia.

Si diresse verso il bagno e quando trovò dell'acqua che fuoriusciva dalla porta, la spalancò immediatamente ma trovandosi una scena che la fece cadere sulle sue ginocchia.

La madre iniziò ad urlare disperata è il marito corse subito dalla moglie trovando la figlia di sua moglie, morta.

Il compagno della madre resto immobile a quella scena, invece la moglie si alzò, sempre piangendo, e so avvicinò alla sua tanto amata figlia.

Guardo verso la direzione in cui c'era la musica e noto un foglio ripiegato, la madre si avvicinò e prese tra le mani il foglio ripiegato.

Apri il foglio e iniziò a leggerla.

Cara mamma,
so che adesso mi odierai, so che adesso sei in lacrime, ti disperi.
Ma ti prego, leggi questa lettera fino alla fine. Vorrei raccontarti una storia, la mia storia.
Iniziamo dall'inizio, primo anno di liceo.
Mi hanno sempre dato della strana, ad ogni persona a cui mi avvicinavo, quella persona si allontanava subito.
Per tre mesi andai avanti con le prese in giro, dicendomi che ero grassa, un aborto e varie cose. Dopo le prese in giro si sono spinti più in là, hanno iniziato a picchiarmi, a riuscire che a volte mi ritrovavo in infermeria.
Iniziai a vestirmi con taglie più grandi delle mie, cercando di nascondere quel brutto corpo che avevo, cercando di nascondere la mia pelle bianca cadavere piena di lividi e tagli.
Quella ragazzina indifesa che aveva paura di tutto, incideva dei tagli sulla sua pelle.
Si mamma, ero un'autolesionista.
Avevo iniziato il 20 Marzo 2014.
Il giorno peggiore di tutta mia vita.
Quelle mani che vagavano sul mio corpo nudo, i suoi gemiti di piacere, le mie urla che pian piano smisero di essere sentite.
Avevo aspettato che smettesse, nella mia testa chiedevo aiuto ma il mio corpo non reagiva.
Lo lasciato prendere l'unica cosa che avevo. L'aveva presa così facilmente, nessuno che li era andato contro, io gli è l'avevo lasciata prendere senza che li dicessi qualcosa, mi ero arresa.
Pensavo che mentre il mio sangue usciva da me, uscivano anche i miei problemi. Mi sentivo bene, non mi sentivo in colpa.
Starai pensando "Perché non me l'hai detto? Avremo risolto insieme."
Ma io non c'è l'avrei fatta a vedere il tuo corpo scosso dai tuoi singhiozzi, i tuoi occhi azzurri circondati di rosso e gonfi per colpa delle tue lacrime, non avrei mai potuto vederti soffrire per me.
Non c'è l'avrei fatta a reggere a tutto quello, quindi mi sono chiusa sempre più in me.
Scusa.
Scusa se sono stata una pessima figlia, scusa se adesso sei in lacrime per colpa mia.
Non sei una cattiva mamma, sei la migliore. Sono io che non sono stata abbastanza forte a dirti la verità.
Non sei una cattiva mamma se non hai visto tua figlia cadere nella depressione sotto il tuo sguardo vigile, non è colpa tua, sono io che facevo finta di stare bene e tu mi credevi.
Scusa se questo foglio è bagnato dalle mie lacrime, ma so che anche le tue saranno atterrate qua sopra.
Ma non piangere mamma, sto bene.
Starò bene, sarò in un posto sicuro. Con la nonna, la persona che mi terra in compagnia in questi anni che ti aspetterò.
Ti voglio un mondo di bene, non scordarlo mai.
Tua, Chantal.

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