Clichè
-Da-dafne! Ma la finisci?-
Un minuto fa stavo per farmi questa bellissima creatura, e ora non fa altro che prendermi a cuscinate in testa!
Avrei dovuto percepire il pericolo, quando l'ho vista imbracciare il cuscino del divano.
-COME HAI POTUTO ?- chiede lei, quasi gridando -MA TI SEMBRANO SCHERZI DA FARE!-
Io ci capisco sempre meno, e non ne posso più di prendere cuscinate. Stanco, le afferro i polsi.
-Che ti prende? Che ho fatto?-
La vedo respirare profondamente, immagino stia cercando di controllarsi.
Mi avevano detto che andava dallo psichiatra, ma non immaginavo di piombare in situazioni tanto roccambolesche.
Dafne. Mi hanno detto tutto di te.
So che hai visto la tua migliore amica morire.
E so che hai avuto allucinazioni per questo.
Ma nessuno ha saputo dirmi esattamente cosa hai visto quella notte.
E, finchè non sarai tu a parlarne, io non posso importi di farlo. Sarei un'ipocrita. Nemmeno tu sai tutto di me. E, soprattutto, non sai il peggio di me.
Inspiro a fondo. Per ora, vorrei soltanto che mi spiegasse come siamo passati dal divano all'angolino dietro l'ingresso di casa sua, affianco a quello specchio in cui, immagino, si specchi ogni mattina prima di varcare la soglia.
-E hai anche il coraggio di chiedermelo?- fa, lei, premendo il tasto di chiamata sul suo cellulare. Lì per lì, mi sale il panico, perchè penso che stesse chiamando il padre per farmi cacciare via da casa sua con un magistrale calcio in culo. Poi, sento una suoneria dai miei jeans. Una suoneria che non conosco.
Insomma, non sono esattamente il tipo da rap, ecco. Sono più metal. Decisamente metal.
-Non è mio!- esclamo, quando finalmente mi ricordo il rinvenimento della mattina - L'ho trovato sul pullman stamattina, l' 1. Sulla tratta per via Brigata.
Mi aspettavo che si buttasse sul cellulare che le stavo porgendo, colpevole di chissà quale crimine, ma non è così. Mi sono ritrovato i suoi occhi di cuoio fissi sui miei; occhi seri, occhi stanchi di non so che cosa, occhi che hanno visto e forse vedono cose che nemmeno ci sono. Occhi che giudicano, occhi che ingannano.
Occhi che ingannano lei come me.
Vedo le sue labbra schiudersi appena, e -finalmente!- sbatte le palpebre!
Dafne mi crede. O, almeno, mi concede il dubbio. Ma devo almeno sapere quali sono i capi d'accusa.
Stavo per domandarle, per l'ennesima volta, delle spiegazioni, quando lei mi anticipa.
-La notte di Capodanno, qualcuno -e non sono ancora sicura che non sia stato tu - mi ha mandato questo SIMPATICO sms, in un momento in cui avrei preferito non riceverlo- . Mmh, ho la sensazione che mi stia nascondendo qualche dettaglio, ma non riesco a pensarci ora.
Leggo l'sms incriminato, e, effettivamente è inquietante. Nulla di troppo preoccupante, non credo si tratti di uno stalker; ma non credo nemmeno che avessero sbagliato numero, visto che "Mr. Rompipalle" , come è salvato in rubrica, si è rivolto chiaramente a lei, in quel messaggio.
Ma non posso fare a meno di chiedermi cosa stesse facendo, quando le è arrivato quel messaggio. So per certo che alla mia festa, degli amici di amici hanno portato anche roba pesante. L'erba ci può stare, ma non voglio acidi alle mie feste. L'ho saputo solo l'altra notte, per confessione di un mio amico..e mi sono incazzato malamente...ma, ora, di fronte a questo messaggio e alla reazione di Dafne a quel messaggio, non posso fare a meno di chiedermi se non ci sia cascata lei.
Ha già abbastanza problemi di suo, io non devo creargliene di altri.
-Non mi vuoi dire cosa stavi facendo, vero?-
La vedo deglutire, e così facendo mi cade lo sguardo su quel collo. Lei adora i miei baci sul collo, e non fa nulla per nasconderlo. Una morsa al petto: fino a pochi minuti sarebbe stata finalmente mia, e ora siamo qua a capire chi è il suo angelo custode. Una parte di me avrebbe voluto essere quell'angelo, tutto sommato.
I suoi occhi ora mi evitano. Spero che non pensi che io la possa giudicare. Sono il primo perfettamente capace di fare questa come altre cazzate. Solo, mi preoccupo per lei.
-Questo non è mio, ma posso rintracciare il proprietario- . Non aggiungo che questo non sarà minimamente facile: c'erano tipo cinquanta persone nel mio scantinato, a capodanno. Bella festa, devo dire. Ma, ora, sarà come trovare un ago in un pagliaio.
Ma i suoi occhi si illuminano, e lei mi sorride! Che figata, sono il suo eroe! Sarò il suo eroe, se prendo questo stalker dimmerda e gli do una bella lezione, come Dio (non) comanda.
Prendo il cellulare dalle sue mani, e azzardo un bacio. Ha delle labbra così sottili e delicate, non intendo andarmene di qui senza averle assaporate ancora. I miei muscoli si rilassano, quando la sento rispondere. Voglio questa ragazza, e farò qualunque cosa per averla.
La avvicino a me, mentre comincio a pensare che forse saremmo anche potuti tornare su quel comodissimo divano, quando sento qualcuno schiarirsi la voce, alle nostre spalle.
Poche volte nella vita si ha la gran sfiga di vivere un clichè.
-Dafne, non mi presenti il tuo "amico"?- fa la signora, non so dire se più divertita o incazzata.
Intuisco subito.
'E sua madre.
Addio al divano.
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