Una Vera Madre

Lo psicologo era a casa di sua madre, Luisa, e aveva appena finito di gustarsi le sue lasagne, quando il telefono squillò. Sapete già chi era.

<Pronto? Astolfo? Astolfo Raimondo?>

<Le ho già detto di non chiamarmi per nome!>

<Chi è, la tua fidanzata?> chiese la mamma dello psicologo.

<No, no, solo una paziente. Mi spiega perché mi ha chiamato?>

<Nessun motivo in particolare, è solo che mi annoiavo e...>

Luisa gli fece l'occhiolino.
<Non vedi che le piaci?>

<Macchè mamma, quella ha occhi solo per i suoi gatti>

<Carciofino! Scendi da lì, da bravo>

<Ma...non l'ha neanche guardato, come si è accorta che era...quel gatto lì>

<Non nota anche lei la differenza fra il suo "miao" e il "miao" di Aristotele?>

<Aristotele?>

<Gino, aspetta un attimo e la mamma ti da la pappa, okey?>

<Di nuovo, non l'ha nemmeno guardato...>

<Perché, lei non riconosce la voce delle persone che conosce? Lo stesso vale per i gatti>

<Il ragionamento in sè ha senso.
Tanto per sapere, quanti gatti ha al momento?>

<Hmm direi trenta, ma la prossima settimana arrivano Kiki e Lulù>

Lo psicologo sbuffò.
<Le avevo detto chiaramente di non prendere altri gatti, altrimenti non si curerà mai!>

<Curarmi da cosa? Oh Misciù caro, sei tornato da lavoro? Che bravo che sei, un grosso topo cacciato da te! Pucci, pucci->

<UN GROSSO TOPO!? Signora, lei ha idea di quanto sia pericoloso un ratto? Può trasmetterle malattie e...>

La signora mise giù la chiamata.

<Che brava madre, ci tiene tanto ai suoi figli eh?> disse Luisa.

<Ma non a sé stessa...> rispose lui esasperato.




[Spillatrice_pazza non sapevo bene come elaborare la tua idea, spero che ti sia piaciuto comunque]

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top