3 Capitolo Punizioni e cortile



All'ora di cena in sala mensa si ritrovo il ragazzino che aveva salvato in quel pomeriggio e lui appena la vide scappo lanciando il suo vassoio facendo un versetto stridulo. Anna alzò gli occhi al cielo, scosse la testa per lo stupore, quel ragazzino era veramente strano, sarebbe stato meglio starli lontano, e col cavolo che l'avrebbe aiutato di nuovo, pensando ciò si avvio al solito tavolo per la cena.

Lì seduta c'era Ambra che stava parlando animatamente di Anthony e di quanto lo trovasse timido e impacciato in modo tenero, appena vide Anna subito cerco di farla partecipare alla conversazione ma lei rispondeva solo con dei: mmh, si, certo. Non aveva per niente voglia di parlare anche perché le aspettava una punizione a breve, mentre mangiava l'ultimo boccone del suo pollo con patate, senti il tavolo azzittirsi e guardare tutte verso di lei, ingoio il pezzo di patate che aveva in bocca alzo il sopracciglio come al suo solito, senti l'aria muoversi alla sua sinistra e qualcuno sedersi sulla sedia vuota, si girò lentamente e vide quegli occhi neri pece conosciuti nel pomeriggio.

Lui la guardava sempre sorridendo, lei prese un sorso d'acqua con la sua compostezza e poi tornò a guardarlo.

Sarebbero potuti andare avanti per ore a guardarsi ma Diego capì che non fosse il caso quindi parlò per primo, "Se hai finito di mangiare andiamo via insieme" disse con fare accomodante.

"Si ho finito, possiamo andare."

"Dove andate?" chiese Ambra sconvolta

"Ah mi sono beccata una punizione e per causalità mi sono portata a fondo anche lui non volendo." Disse in maniera leggera come se la cosa non fosse importante.

"Oh, non ci avevi detto nulla!" disse un'atra compagna tale Jessica.

Anna si domandava come mai avrebbe dovuto dire della sua punizione, non riguardava loro, quindi le guardò perplessa.

"Dai andiamo o quella vipera si accanirà su di noi!" dicendo ciò Diego la prese per il braccio e la trascinò via.

"Ci racconti quando torni!!!" urlò Ambra dal tavolo facendo voltare molte facce, la maggior parte erano di ragazze del secondo e terzo anno che guardavano lui sognanti e lei con occhi inviperiti, e giustamente Anna non ci fece per nulla caso, annuendo alla compagna mentre veniva trascinata via dal ragazzo.

A quanto pare Diego era parecchio popolare a scuola per via dei suoi scherzi ai bulli e per tutte le punizioni accumulate, piaceva a tutte le ragazze del secondo e terzo anno e anche ad alcune più grandi di lui, questo perché appariva molto come il tipo bello e dannato dato le sue punizioni, l'orecchino all'orecchio e i capelli neri più lunghi del solito legati in un codino.

Se qualche professore di Hogwarts avesse visto quel ragazzo, l'avrebbero sicuramento accumulato a Sirius Black. Ma loro non erano a Hogwarts e nessuno di loro sapeva chi fosse Sirius e tra l'atro lui tralasciando l'aspetto aveva poche caratteristiche di Sirius. Diego era un ragazzo normale che si divertiva a fare scherzi e stare con il suo gruppo, aveva 13 anni e sinceramente non pensava minimamente alle ragazze come un qualunque ragazzo di quella età a parte il suo cugino Kevin, quello alto che Anna aveva rinominato nella sua testa il ragazzo montagna.

E così Anna si avviò tenuta sempre per il polso da Diego verso l'ufficio della vicepreside.

Arrivati davanti la porta Diego lasciò il polso di lei e bussò tranquillamente con la sua migliore espressione spavalda.

Anna si era fermata a guardare il suo polso accaldato per via della stretta di lui, e non capiva realmente perché la gente si prendesse tutta quella confidenza con lei, e se potesse farlo a sua volta, era un mese che stava in quella scuola e ancora si sentiva un pesce fuor d'acqua per via dell'educazione avuta. La vice preside disse di entrare e Diego le punzecchio il braccio con un dito per farla ritornare alla realtà con un sorriso timido e imbarazzato per niente uniforme a quella Black si avviò prima di lui all'interno dell'ufficio.

La preside disse che avrebbero dovuto mettere l'archivio dei compiti in classe degli anni passati in ordine di anno e di nome per studente e che sarebbero stati in punizione fino al venerdì seguente compreso il weekend.

"Per quante ore al giorno?" chiese Anna aspettandosi il peggio, quella punizione era proprio ingiusta alla fine Michele si era salvato, ok, che gli erano rimasti i capelli verdi ma l'effetto sarebbe svanito nel giro di una settimana, nessuno sapeva il controincantesimo anche perché Anna aveva studiato quella fattura da uno dei suoi libri d'incantesimi inglese.

" Verrò io a dirvi quando è ora di smettere, ora andate o rimarrete lì fino a domani mattina, tanto non ci sono lezioni, è tutto preparato nella stanza degli archivi." Disse e poi chiamò "Tippy!" con un pop l'elfo apparve "mi dica padrona", "Accompagna questi due ragazzi nella stanza dell'archivio" disse e tornando alla sua pergamena.

L'elfo si inchinò e accompagno i due ragazzi, appena fatto il suo lavoro spari con un pop salutandoli allegramente.

"Quella vipera! Dai mettiamoci a lavoro o quella veramente ci fa stare fino a quando non fa l'alba!" dicendo così prese la prima scatola di fogli e incominciò a frugarci dentro, anche la ragazzina fece lo stesso.

Passarono l'inizio della punizione in silenzio, lei non sapeva di cosa parlare. Lui era nervoso per qualche strano motivo che lei non comprendeva.

Dopo circa un'ora di silenzio finalmente lui disse qualcosa "Domenica vieni con noi in cortile e ci insegni quell'incantesimo?"

"Come?" si era abituata talmente tanto al silenzio che era saltata alla domanda.

"L'incantesimo, hai detto a Kevin che ce l'avresti insegnato" disse con ovvietà lui.

"Ah, il nome di quella montagna che hai come amico è Kevin?" chiese lei, era un passo avanti sapeva finalmente 2 nomi su 5 era un buon risultato.

"Si il suo nome è Kevin, ed è mio cugino, ah! giusto nessuno di loro si è presentato, i due gemelli sono Paolo e Vincenzo, il rosso è Nicola e si prima che me lo domandi gira sempre con la fotocamera gli piace immortalare i momenti, allora l'incantesimo domenica ti va bene?" richiese come nulla fosse.

"Si, va bene ve lo insegno ma dovrei insegnarvi anche la controfattura perché se no i capelli rimangono di quel coloro per un bel po', quel bullo sarà una zucchina per una settimana ancora." Disse tranquillamente, a quanto pare con lui era semplice fare conversazione no come con le altre persone.

"Perfetto! Hai detto zucchina ahahah si da domani dirò a tutti di chiamarlo capitan zucchina!" incominciò a ridere, la sua risata portava allegria, sembrava finalmente che il nervoso che aveva avuto fino a qualche minuto fà fosse del tutto scomparso

"Ma dove l'hai imparato?"

"Da un libro d'incantesimi inglese, a giugno ho avuto già la mia bacchetta e quindi ho passato l'estate ad esercitarmi."

"Inglese? Tu parli inglese? E su chi ti sei esercitata?" incomincio a bombardarla di domande

"Si parlo inglese, e io sono inglese sono arrivata in Italia con i miei zii quando avevo 3 anni, ed era un drago di Peluche quello su cui mi sono esercitata, tranquillo non ha più i capelli verdi"

"Buono per il drago, ti prego però non fare la controfattura su Michele lascialo ancora così"

"Non avevo nessuna intenzione di farlo dato che l'ha passata liscia questa tortura la meritava lui e quel marmocchio che ho deciso di salvare."

"Hai ragione, però ti ho visto in difficoltà perché non hai usato la controfattura quando i capelli gli stavano mangiando la testa?" chiese lui dubbioso

"Perché il draghetto non urlava e non soffocava, non pensavo potesse succedere!" disse lei con ovvietà "Non volevo ucciderlo!"

"Ah. Capito bhe meno male che stavo io allora!" sorrise un po' di più e le tiro una ciocca di capelli, lei lo guardò strano, irrigidendosi.

"Non potevo farlo? Ti ha dato fastidio" disse lui distaccandosi un momento

"Ehm, non lo so, io non sono abituata a questo modo di fare, infatti anche quando il tuo amico si è avvicinato e mi ha chiamata scricciolo" Fece una smorfia di disgusto "non sapevo come comportarmi, sono stata cresciuta dai miei zii e loro amano le distanze e non ho mai conosciuto nessuno a parte i loro colleghi di lavoro e Anthony." Non sapeva perché gli stava dicendo tutte quelle cose, ma si sentiva un'imbranata a non sapersi comportare come le altre persone, ma con lui sembrava semplice parlare.

"Ah, quindi non sai neanche cosa voglia dire un abbraccio?"

"Direi proprio di no, però ho una bella stretta di mano, Anthony penso la odia gli stritolo la mano" disse meno imbarazzata e più malandrina.

Lui incominciò a ridere "Chi è questo Anthony?"

"Figlio di un collega di mio zio è tutto pomposo con la puzza sotto il naso, è del primo anno, Ambra ha una cotta per lui, e Ambra è quella che a urlato al tavolo"

"Capito, e a te sta antipatico, quindi non hai mai avuto amici? O qualcuno con cui giocare? E Ambra è del primo anno come te? Si possono avere cotte al primo anno? Non siete piccole." Così lui continuò con la raffica di domande.

"Se siamo tanto piccole a 11 anni perché parli con me? E poi quante domande che fai! Ho notato che le persone si prendono sempre molta confidenza, sarà normale per voi ma per me no! Comunque non ho mai avuto amici." Si era un po' innervosita per il piccola, anche se lo era rispetto a lui

"Parlo con te perché qui ci sei solo tu, e poi sei stata fenomenale per la fattura, si faccio molte domande mi stai simpatica!"

"Ok, va bene."

Continuarono a parlare ancora per un po' lui le disse di come si era conosciuto con il suo gruppo e di alcuni scherzi che avevano fatto e le punizioni che avevano subito in quegli anni. Anna incominciò finalmente ad aprirsi un po' di più e a fare domande e a ridere per ciò che lui diceva a mezzanotte Tippy riapparse con un pop dicendo che la punizione era finita. Lui l'accompagno al dormitorio salutandola un po' a distanza aveva capito che era meglio limitari il contatto dato che lei non era abituata, anche lei saluto ed andò a dormire.

Svegliata un po' più tardi del solito Anna, si fece una doccia e si recò in biblioteca, per iniziare le ricerche su Hogwarts dato che faceva i compiti volta per volta e quindi era in pari. Finalmente dopo i primi weekend in cui gironzolava per gli scaffali trovò il libro adatto a lei, Storia e Magia di Hogwarts, quindi, decise di prenderlo in prestito, firmo il modulo mise il libro nello zaino e si diresse a pranzo data l'ora.

Appena seduta al tavolo Ambra, Jessica e Ilenia incominciarono a bombardarla di domande sulla punizione e su Diego, quindi fece un sospiro e iniziò a raccontare, non ne aveva avuto modo la sera prima dato che era rientrata fin troppo tardi e aveva trovato tutte le sue compagne a dormire.

Racconto di come fosse finita in castigo e dei capelli assassini che aveva creato a Michele che gironzolava per la mensa e veniva chiamato Capitan zucchina, a quanto pareva Diego e i suoi amici avevano fatto un buon lavoro di passa parola e tutti lo chiamavano così. Non soddisfatte del racconto le sue compagne, che forse doveva definire amiche, ma che ancora non riusciva dato le sue lacune nei rapporti sociali, incominciarono a parlare di Diego e della sua popolarità, Anna incuriosita seguiva i pettegolezzi a quanto pareva tutte le ragazzine dei primi anni avevano una cotta per lui e anche le sue compagne incominciarono a cinguettare di come lui fosse bello, "Non siamo troppo piccole per parlare di ragazzi e avere delle cotte? Dai abbiamo 11 anni!" esclamò Anna rendendosi conto di aver detto la stessa frase di Diego che tanto le aveva dato fastidio ma che era comunque veritiera, lei non sapeva fare amicizia figurarsi fidanzarsi con uno, e poi l unico riferimento reale di coppia erano i suoi zii e questo la faceva rabbrividire, sapeva altro dai libri che aveva letto, ma quelle erano storie pressoché inventate. "Beh si forse siamo piccole, non dobbiamo fidanzarci, stiamo dicendo che è bello!" disse Jessica sulla difensiva "Si bello e impossibile!" aggiunse Ilenia con un tono sognante nella voce. Continuarono a ciarlare ancora un po', Anna stanca di quelle chiacchiere che trovava visibilmente inutili si congedo con le amiche e si avviò verso il cortile per leggere il librone che si portava dietro. Dopo parecchie ore trascorse lì, il cortile, si riempì di ragazzi di tutte l' età, lei non ci fece caso e rimase sdraiata in pancia sotto a leggere il librone. Il tempo passava e lei continuava a leggere e ogni tanto a prendere appunti su un blocco, non molto lontano da lei c'era il gruppo di ragazzi che aveva conosciuto il giorno prima e che facevano una qualche strana gara, Diego l'aveva notata subito ma non aveva detto niente agli altri per evitare i loro commenti sulla ragazzina di 11 anni troppo e dire troppo piccola per lui, ma per cui già provava una grande tenerezza. Dopo la gara, Kevin esclamò "Ehi ma quella non è la scricciola" "Si è lei! Che libro enorme!" disse il primo gemello "Più grande di lei" concluse il secondo gemello "Dai andiamo da lei!" Kevin proprio non resisteva a far danni, Nicola guardò Diego con far indagatorio aspettandosi la sua risposta "Non vedete che è impegnata lasciatela stare!" "è perché abbiamo fatto battute su te e lei? Dai promettiamo di non farle più, anche perché è la prima volta che noto che sei infastidito per qualcosa" Nicola continuava a guardarlo sperando di poter capire di più, e in quel momento un gatto si fiondò sulla schiena di lei come ad attaccarla "Ha bisogno di aiuto andiamo!" esclamò Kevin vedendo il gatto "Aspetta!" lo fermò Diego, il gatto mise il muso nei capelli della piccola lei mise la mano per acchiapparlo si giro pancia su, alzò la schiena e guardò il gatto con fare inquisitorio gli diede un buffetto su muso lui la mordicchio, e se lo mise sulle gambe accarezzandoli il folto pelo il gatto incominciò a fare le fusa, non contento di solo le coccole incominciò a muovere la zampetta per richiamarla, lei si tolse la bacchetta dai capelli che fluttuarono nell'aria come al solito risplendendo al sole e incominciò a far uscire un nastro da essa che il gatto cercò di acchiappare. I ragazzi la osservavano, Diego sempre più intenerito da quella ragazzetta disse "Visto è suo, non è in pericolo, e poi è solo un gatto dove l'hai visto il pericolo non so! ", nel frattempo Nicola si era avvicinato un po' a lei senza farsi notare per poterla fotografare, soddisfatto dei suoi scatti tornò dagli amici i due gemelli iniziarono a saltellare urlando " Vedere, vedere!!" si erano accordi di Nicola e che fosse fuggito per immortalare il momento, Diego che ancora guardava la ragazza, distolse lo sguardo guardo i gemelli e poi Nicola e il suo ghigno e rise di gusto, felice che lui avesse immortalato quel momento. Ormai aveva deciso Anna sarebbe stata la sua protetta, la sua sorellina da proteggere, le avrebbe fatto capire cosa significasse essere abbracciati.

La sera arrivò e con essa anche la punizione, come il giorno prima Diego andò al tavolo di Anna per prelevarla e andare dalla vicepreside per avvisarla che stavano per incominciare il secondo giorno di punizione. Entrati nella stanza si misero all'opera.

"Secondo te questi compiti in classe sono gli stessi che daranno a noi?" chiese Anna dubbiosa

"Dubito, secondo me gli cambiano ogni anno" le rispose Diego ma il dubbio incominciava a venire anche a lui

"Mah, perché se così fosse avremo trovato il Santo Graal!" rispose la piccola

"Beh direi che controllare non costa nulla, posso vedere se qualche compito del secondo anno, mi è familiare"

" Ottimo!"

"Aspetta, se è così però andremo contro le regole"

"Beh è colpa della vipera se ci troviamo qui, lei ci ha messo a disposizione il tutto"

" Si ma se i compiti sono giusti che facciamo gli rubiamo?"

"Certo che no! Incantesimo copiante su un quaderno e il gioco è fatto! " esclamò Anna convinta di saperne una più del diavolo

Diego era completamente basito e meravigliato allo stesso tempo

"Sei sicura di avere 11 anni?"

"Si sicurissima, a proposito della mia età ora tutte le mie compagne hanno una cotta per te! È loro pensano sia normale a 11 anni!" esclamò lei con convinzione

Lui alzò gli occhi e la guardò intensamente "Anche tu?" "Io non so cosa è un amico, figurati se capisco cosa sia una cotta, sono brava in tante cose ma ho molto da imparare sui rapporti umani, lo so questo!" disse a mo' di spiegazione. Lui si riprese dallo sguardo suadente che aveva appena fatto alla piccola, e si ricordò del fatto che avesse 11 anni, e no non poteva fare lo scemo con lei, troppo piccola per lui, malidi i suoi amici che gli mettevano in testa idee strane riprese il controllo di se stesso incominciò a guardarla e percepì un po' di nervosismo in lei. Quindi con il suo migliore sorriso le tirò una guancia dicendo "Giusto, controllavo solo, non ti innervosire però! " lei l'ho guardò stralunata, fece spallucce e torno a lavoro

"Ti ha dato fastidio?"

"Non lo so, penso lo capirò andando avanti, non capisco se devo fare anche io lo stesso" era molto dubbiosa, lui rise si avvicinò con la guancia a lei, "Dai prova!"

Lei gli tiro una guancia arricciò il naso si allontanò" è stato strano" e dicendo così tornò di nuovo sui fogli lui rise di gusto lei lo ignorò e tornarono a lavoro. 

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