Tassilandia

«Papà?»

«Si?»

«Mi racconti una storia?»

«Certo amore, volentieri. C'era una volta un principe azzurro che...»

«Papà, era un maschio?»

«Sì, amore mio.»

«Ma, papà! Non si dice.»

«Cosa?»

«Che era maschio. Magari lui non voleva esserlo.»

«Ah... allora dirò che era un essere principesco e che viveva in un castello insieme alla mamma e al papà: la regina e il re di Tassilandia.»

«Papa?»

«Sì, dimmi amore mio.»

«Ma non devi usare mamma e papà è discriminante.»

«Ah...sì, certo. Ehm...allora dirò che viveva con genitore uno e genitore due che governavano insieme, alla pari, nonostante i due diversi numeri, il regno di Fantasticandia. Quindi, l'essere principesco un giorno venne a sapere che una bellissima principessa era rinchiusa e decise di partire per liberarla.»

«Papà spiegare che era bella è come fare body-shaming e se fosse stata brutta? Non la salvava? E poi sei sessista, sempre le donne in difficoltà?»

«Ah no! Certo, che no... allora dirò che un giorno l'essere venne a sapere che uno sfortunato altro essere era rinchiuso in una torre altissima e buia e...»

«Papà, come illuminava la torre?»

«Con le candele, credo.»

«Quindi surriscaldava il pianeta? E dove buttava la cera e i fiammiferi?»

«Dalla finestra della torre.»

«Quindi non faceva la differenziata?»

«Forse bruciava i cerini completamente e con la cera chiudeva i buchi della torre per non far entrare il freddo.»

«Buona idea e con cosa riscaldava? Aveva il camino ad alta efficienza? Perché altrimenti non poteva accenderlo.»

«Amore mio, forse a quei tempi non c'era il buco nell'ozono.»

«Sì, hai ragione papà.»

«Allora, stavo raccontando... la torre era sorvegliata da un drago feroce e cattivo.»

«Come fai a dire che era cattivo? Tutti gli animali sono buoni. Anzi, siamo noi i cattivi che li disturbiamo nel loro habitat.»

«Hai ragione amore mio. Facciamo che era un drago buono, ma che non voleva stare solo e quindi aveva imprigionato un essere sfortunato.»

«Ma papà, quindi non lo pagava per fargli compagnia tutto il giorno?»

«No.»

«Allora era davvero cattivo! Era uno sfruttatore che non rispettava i suoi diritti umani.»

«Sì, uff... esatto! Era proprio così e passava molto tempo nella torre e...»

«Quindi metteva la mascherina ffp2, giusto? Non quella chirurgica. Come i professori, perché lui usciva fuori e magari incontrava altri draghi, e poi avranno aperto le finestre della torre quando stavano insieme.»

«Sì, sì, avranno fatto così e stavano insieme, ma a distanza.»

«Come ci ripetono a educazione civica. Altrimenti il drago l'avrebbero segnalato alla responsabile Covid e chiuso nello stanzino!»

«Sì, certo amore. Comunque, stavo raccontando come l'essere principesco partì per uccidere il drago mascherato e liberare l'essere imprigionato nella torre...»

«Ma papà, se ti sentisse un animalista! Uccidere è cosa da mostri e anche inutile: non si mangia la carne di drago. Bleah! Mica è una cavalletta!»

«No, certo che no. Quindi... l'essere principesco partì per indurlo con una predica ad arrendersi. Un po' come fece San Francesco con il lupo.»

«Papà, ma questa è una favola cattolica? A scuola dicono che dei Santi non si deve parlare neanche nell'ora di religione, perché la nostra scuola è laica e le religioni fanno litigare.»

«No, no, era per dire una cosa della tradizione del nostro territorio.»

«Ma papà, mi stai confondendo! Quale tradizione? Quale territorio? Noi dobbiamo essere cosmopoliti. Non si può parlare di cose che chi non è nato qui non può capire. C'è l'integrazione!»

«Sai amore la verità? Sono diventato vecchio, non so più raccontare le favole moderne.»

«Papà grazie perché ci hai provato. Speravo che una favola mi distraesse un poco dai problemi della società. Sono così stressata... mi sembra di crescere troppo in fretta.»

«Amore mio... come ti capisco...»

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