Mood di Vita

"I nostri dubbi sono traditori, e ci fanno perdere il bene che potremmo ottenere perché abbiamo paura di tentare."

Questa frase di William Shakespeare è sempre stata il mio Mood di vita, per quanto desiderassi quell' invito sapevo già a priori che non avrei accettato.
La paura di non essere abbastanza, di deludere le aspettative, mi ha sempre trattenuta.
Mentre guardo il messaggio sul mio telefono, sento un misto di frustrazione e tristezza.
Vorrei avere il coraggio di accettare, di uscire dalla mia zona di comfort e vivere qualcosa di nuovo.
Ma la voce nella mia testa continua a ripetermi che non sono all’altezza, che non merito quella felicità.
Inoltre, con un occhio nero sarebbe difficile dare delle motivazioni credibili.
Non volevo che lui vedesse questa parte di me, la parte vulnerabile e ferita.
Così decido di mandargli un messaggio.

"Grazie per l’invito, ma non posso accettare.
La mamma mi ha insegnato a non parlare e incontrare gli sconosciuti.
Spero che tu possa capire.”

Invio il messaggio e mi sento un po’ sollevata, anche se una parte di me desidera ardentemente che le cose fossero diverse. Mi siedo sul letto, riflettendo su quanto sia difficile superare le proprie paure e insicurezze.
Forse un giorno troverò il coraggio di affrontarle, ma per ora, devo proteggere me stessa.
Ho bisogno di tempo e di pianificare la mia vita prima che l'auto sabotaggio da sola.

Ma l’orgoglioso Vincenzo non si arrende e una notifica appare sul mio profilo

“Capisco, ma non sono proprio uno sconosciuto, no?
Magari possiamo iniziare con un caffè virtuale.
Prometto di insegnarti qualche trucco sul caffè.”

Sorrido leggendo il messaggio di Vincenzo.
La tenacia è pari all' arroganza in questo ragazzo.
O forse la vita vuole darmi una briciola di serenità, ma questo lo scoprirò solo se accetto.
In fondo un caffè virtuale non è una rivoluzione ma un incentivo per rincorrere un traguardo.
Non so se raggiungerò il sole, ma per un attimo lascerò le tenebre in cui mi nascondo da sempre.
Decido di rispondere, cercando di mantenere un tono leggero ma deciso.

“Va bene, accetto il caffè virtuale. Ma sappi che non sono facile da impressionare. Vediamo se i tuoi trucchi sul caffè sono all’altezza delle mie aspettative.”

Invio il messaggio e mi sento un po’ più coraggiosa, un po' più decisa o semplicemente un po' più vicina alla donna che vorrei essere.
Forse questo è il primo scalino, ma peccato che questa scala sia la scalinata di servizio della funicolare Niesenbahn, situata vicino a Spiez, in Svizzera.
Questa è conosciuta come la più lunga al mondo composta da 11.674 gradini, e a me rimanevano  ancora un po' di pazienza.
La risposta di Vincenzo non tarda ad arrivare.

“Perfetto! Allora, quando sei disponibile per il nostro caffè virtuale? Prometto che sarà un’esperienza indimenticabile.”

Sorrido di nuovo.
La sua determinazione è contagiosa. Decido di fissare un appuntamento per il giorno successivo, nel tardo pomeriggio, quando so di avere un po’ di tempo libero e soprattutto che sono sola a casa senza rischiare di incontrare l'arrabbiatura di mio padre.
Il giorno seguente, mi preparo per il nostro caffè virtuale. Anche se è solo una videochiamata, mi prendo il tempo per sistemarmi e sentirmi a mio agio. Voglio presentarmi al meglio, non solo per lui, ma soprattutto per me stessa, inoltre quell' occhio nero sarebbe difficile da spiegare e così accuratamente lo nascondo con diversi strati di trucco.
Mentre ripasso il correttore per la decima volta mi viene in mente che la mia vita è simile a quest' occhio nero..lo sepolta sotto strati di finzione per nascondere le mie cicatrici.
Ma il tempo  inesorabilmente trascorre ed io non posso prendermi troppo tempo per pensare, tra mezz'ora lui mi chiama.
Quando finalmente ci colleghiamo,la mezz'ora più lunga della mia vita,vedo il volto sorridente di Vincenzo sullo schermo. “Ciao! È un piacere vederti,” dice con entusiasmo, e devo dire che non mi aspettavo fossi così bella "

“Ciao, Vincenzo. Grazie per l’invito,” rispondo, cercando di nascondere la mia timidezza ed ignorando il suo complimento fisico.
La conversazione inizia in modo leggero, parlando di caffè e delle nostre preferenze.
Vincenzo mi mostra come preparare un caffè perfetto, condividendo alcuni trucchi che credeva non conoscessi. Mi sento sempre più a mio agio mentre parliamo, e la mia ansia inizia a svanire.
Ma il rumore della serratura fa emergere le mie più profonde paure, quindi presa dal panico senza dare una motivazione convincente saluto velocemente e mi dileguò inventando un impegno improvviso.
La sua faccia è impassibile incredula, ma lo sarebbe ancora di più se mi vedesse picchiare in diretta, quindi non ho alternative.
Chiudo la schermata giusto in tempo per sentire mio padre che mi dice:
" Sempre vicin a stu cos Nun si bon comm' e mammt"
( Sempre vicino al tablet hai le stesse caratteristiche negative di tua madre)
Vorrei dirgli che non lo sono, ma il mio coraggio diminuisce drasticamente ripensando che in fin dei conti oggi si è limitato ad offendere, meglio non provocarlo.
Mi rifugio nella mia stanza, cercando di calmare il battito del cuore.
La conversazione con Vincenzo mi ha dato una piccola scintilla di speranza, ma la realtà della mia vita mi riporta subito alla mia condizione di prigioniera delle mie paure e delle circostanze.

La notte passa lenta e insonne.
Il pensiero di Vincenzo e del nostro caffè virtuale mi tiene sveglia.
Mi chiedo se avrà capito il motivo del mio improvviso saluto.
Spero di non averlo deluso.

Il giorno dopo, ricevo un messaggio da lui.

“Va tutto bene?
Sembravi preoccupata ieri.
Se hai bisogno di parlare, sono qui.”

Il suo messaggio mi tocca profondamente.
Non sono abituata a questo tipo di attenzione e gentilezza.
Decido di rispondere, anche se con cautela.

“Ciao Vincenzo, scusami per ieri. Ho avuto un imprevisto. Grazie per la tua comprensione.”

La sua risposta arriva quasi immediatamente.

“Nessun problema. Spero che tutto si sia risolto. Ti va di riprovare con il nostro caffè virtuale? Magari oggi pomeriggio?”

Sorrido. La sua tenacia è davvero ammirevole.
Decido di accettare, ma questa volta con una maggiore determinazione a non farmi sopraffare dalle mie paure.

“Va bene, oggi pomeriggio è perfetto.
Ma ho una richiesta”

Invio il messaggio e attendo con ansia la sua risposta. Non passa molto tempo prima che il mio telefono vibri.

“Dimmi tutto, sono qui per ascoltarti.”

Prendo un respiro profondo e decido di essere onesta, almeno in parte.

“Vorrei che questa volta la nostra chiamata fosse solo audio. Mi sentirei più a mio agio.”

Invio il messaggio e mi preparo per la sua reazione. Non voglio che pensi che non mi fidi di lui, ma non sono ancora pronta a mostrarmi completamente.

La sua risposta arriva subito.

“Va bene, nessun problema. L’importante è che tu ti senta a tuo agio. A che ora ci sentiamo?”

Sospiro di sollievo. La sua comprensione mi fa sentire un po’ più sicura.

“Alle 17 va bene?”

“Perfetto, a dopo allora!”

Il pomeriggio arriva e mi preparo per la nostra chiamata. Questa volta, senza la pressione di dover nascondere il mio occhio nero, mi sento un po’ più rilassata. Quando finalmente ci colleghiamo, sento la sua voce calda e rassicurante dall’altra parte.

“Ciao! Come stai oggi?”

“Ciao, Vincenzo. Sto bene, grazie. E tu?”

La conversazione scorre fluida. Parliamo di tutto e di niente, e mi rendo conto che, anche senza vederci, riesco a sentirmi vicina a lui. La sua voce è un balsamo per le mie paure, e per un momento, mi sento libera.

Alla fine della chiamata, mi sento sollevata e grata per aver accettato il suo invito.

“Grazie per oggi, Vincenzo. È stato davvero piacevole.”

“Grazie a te per aver accettato. Spero che possiamo farlo di nuovo presto.”

Chiudo la chiamata e mi sento un po’ più forte, un po’ più sicura di me stessa.
Il secondo scalino di quella lunga scalinata è andato..

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