Amo la Terra
Vent'anni! Sono passati vent'anni da quando io mi sono salvata su questo magnifico Pianeta Terra. Siamo in pochi ancora qui, mentre in molti tra cui anche i miei familiari sono rimasti là.
Adesso dove abito, è un mondo brutto ma io amo starci, gli altri quelli del Pianeta Saturn, si sono dimenticati di noi, persino i miei parenti si sono scordati di noi.
La mia amata Terra, è stata bombardata con missili, carri armati e bombe atomiche da un signore chiamato Tempson, è riuscito a costruirsi un esercito e per vent'anni ha messo terrore tra la gente. Ha fatto in modo che non ci fosse da mangiare, poter lavorare; il problema è che molti di noi, siamo riusciti a resistere a tutto ciò e abbiamo creato una congrega contro il re dei re.
Gli altri invece hanno avuto paura, si legge terrore e odio per questo Pianeta. Hanno deciso, di costruire delle navicelle a partono per un altro luogo per vivere lontano da qui e farsi una nuova vita.
Potevo scappare pure io ma non l'ho fatto, sono rimasto qui perché volevo sconfiggere e far ritornare loro i miei amati. Quando però, ho visto che la situazione non migliorava e che anzi le guerre si susseguivano, ho pensato veramente di scappare pure io.
Ho preso una navicella che è rimasta lì per parecchio tempo, ci sono salito sopra ho messo le coordinate e sono partito verso l'ignoto. Settimane di viaggio e finalmente arrivo alla meta. Appena scendo, rimango sbalordito in modo negativo. I miei compaesani, hanno costruito un fac-simile della mia amata Terra.
Dopo tanti anni, ancora pensano che questa sia la loro amata casa. Ci rimango male quando vedo strutture in cemento, alberi finti, un sole che non scalda ma che anzi fa freddo; sono sconcertato di vedere bambini che corrono su un prato verde artificiale, quando da me, è tutto vero nonostante ora persiste ancora la guerra, è reale, magico e amo tutto ciò che mi è familiare.
Dall'odore dell'asfalto quando passeggio, dal cielo grigio delle causate dalle bombe; dal rumore del vento, ai pochi animali che sono riusciti a rimanete in vita. Qui invece non c'è profumo, non c'è vita e né amore. Non c'è calore umano. Qui tutti sembrano dei robot che si comandano fra di loro, sono freddi, spaesati e si sono dimenticati di chi sono e da dove provengono.
-Io devo stare qui? Devo vivere e morire qui come fanno loro? Anche io mi dimenticherò della mia Terra come hanno fatto loro?- Mi domando mentre li vedo camminare. Saturn, li ha cambiati, trasformati, ma in una cosa sono rimasti uguali: non hanno imparato a vivere civilmente.
Buttano la carta per terra, imbrattano i muri, esiste il bullismo contro i più deboli insomma, l'uomo ha cambiato Pianeta, ma non le abitudini, come si dice il lupo perde il pelo ma non il vizio. -Ma io voglio tutto ciò?- Continuo a pormi questa domanda mentre cammino per queste strade a me sconosciute. Guardo la gente, la osservo e sembrano alieni, sembra come se qualcuno avesse lanciato un potente incantesimo su di loro per farli perdere la memoria, ma io voglio ricordare, amare, proteggere i miei sani principi. Cammino per Saturn arrabbiato, irato e scontroso. Cerco i miei amici di sempre trovandoli. Mi avvicino a loro, cerco di parlare di dire qualche cosa per farli cambiare idea e per aiutarli a farli tornare sul nostro Pianeta: la Terra. Poi però lo guardo per bene: sono più giovani di me, sono felici se così si può dire. Mi salutano ma non mi riconoscono, non sanno chi sono e ne da dove provengo. Ma che volevo fare, quei miei amici ormai loro si sono abituati a stare qui, amano Saturn.
A differenza di me, io ho un capo, mentre loro non hanno niente. Vivono senza regole, in poche parole stanno allo stato brado. Un tempo, anche noi della Terra abbiamo avuto delle difficoltà, non avevamo un capo ed eravamo selvaggi.
Poi è arrivato Tempson, all'inizio era bravo, dolce e sembrava che volesse darci davvero una mano per risollevarci dalle fatiche e dal degrado. Poi però, lui come ho spiegato sopra, ha creato un esercito di robot e ha iniziato a distruggerla, a rovinarcela e noi comuni essere umani, siamo caduti in basso.
Io sono rimasto con pochi fidati e gli altri sono scappati via. Ecco perché dico, che loro non imparano dagli errori. Ora saranno così, ma poi? Beh, si faranno guerra, si odieranno e saranno costretti a scappare nuovamente e andare da un'altra parte; non io.
No, io ripartirò e me ne andrò via da questo inferno. Odio la falsità di questa gente, detesto questi sorrisi stupidi e odiosi. Questo Saturn non ha nulla a che vedere con quello che io amo con tutto me stesso.
Prima però di partire, voglio parlare con mia sorella quella persona che mi ha sempre capito e amato. Chiudo gli occhi e faccio un respiro e mi dirigo sotto casa sua.
Quella dimora è di cemento, si è costruito qualcosa che per me è sbagliato e sa di osceno. Eccola è lei, con cautela le tocco una spalla, Annin, si volta e mi guarda stranita. Non sa chi sono o meglio non se lo ricorda affatto.
Sono afflitto, ma ci provo lo stesso. "Annin! Sono tuo fratello! Provengo dalla Terra! Ho fatto un lungo viaggio per vederti e poter parlare con te!" Le dico sperando che mi capisca. "Non so chi sei! Lasciami stare. Poi non conosco quel posto! O meglio ne ho sentito parlare ma non lo possiamo nominare! Nessuno ne parla! Vattene! La Terra come la chiami tu, per noi è distrutta solo questo noi ricordiamo e poi il nulla." Mi dice per poi andarsene via.
L'ho persa per sempre. Ma io non voglio vivere qui, non mi va di morire a Saturn. Io sono il predestinato, perché io salverò il mio Pianeta e porterò con me anche questi abitanti e con questa convinzione, riparto alla volta della Terra.
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