Capitolo 25

Restarono chiusi in casa di Shinichi per due giorni e due notti senza mai mettere un piede fuori di lì.

Shiho perché ovviamente si stava occupando dell'antidoto. Shinichi, invece, perché doveva aiutarla in qualche modo per finire prima e doveva anche preparare una grande quantità di caffè.

Agasa invece si stava occupando di casa sua. Infatti stava fuori con i lavoratori per indicare loro ogni minima cosa che riguardasse la ricostruzione dell'abitazione.

La sera andava anche lui a dormire da Shinichi. Ritornando all'antidoto. Esso era quasi finito, mancava solo qualche altra piccola cosa e Shinichi sarebbe tornato ad essere quello di sempre.

Nel frattempo chiamava ogni giorno Kogoro per informarsi su come stesse Ran.

Ma non c'erano mai novità. Semplicemente dormiva. Kogoro si era ripreso abbastanza bene a parte delle cicatrici sulle gambe che gli avrebbero ricordato sempre di quella brutta esperienza.

-Shinichi, vai a prenderti i vestiti. L'antidoto è pronto!-

Prese dei jeans e una felpa dal suo armadio e andò da Shiho per farsi dare la pillola di antidoto.

-Dai, che la tua bella ti aspetta-

Gli sorrise sincera e Shinichi si ricordò subito delle parole di Vermouth dentro la casa del dottore. Non aveva più affrontato quel discorso con Shiho.

-Ah, Shiho, ti volevo parlare di quello che è successo prima dell'esplosione...vedi io...-

-Shinichi, lo so. Non c'è bisogno che tu me lo dica. Io sto bene. Dimenticati di quello che provo. E adesso vai, svelto!-

Gli fece cenno di andare via con la mano quasi cacciandolo e lui ridendo andò in bagno a prendere l'antidoto.

Anche se Shinichi non l'amava, era comunque contenta di essersi innamorata di lui. Non poteva fare scelta più giusta.

Forse era l'unica cosa giusta nella sua vita. Non poteva stargli accanto come voleva ma poteva farlo da amica in qualsiasi momento lui avesse bisogno.
Shinichi tornò poco dopo col suo corpo dicendole grazie e andando subito dalla sua Ran.

Nella stanza non c'era nessuno. Sicuramente Kogoro stava riposando ed Eri era andata a prendere un caffè o ad informarsi con i dottori per Ran.

Lei era un incanto anche con il camice dell'ospedale e con il viso un po' pallido. Le si mise vicino e le diede un bacio in fronte.

Non vedeva l'ora di vederla di nuovo sorridere e di vedere i suoi occhi lilla brillare della loro meravigliosa luce.

-Shinichi! Vedo che stai bene-

Si girò trovando Eri con una tazza in mano, proprio come aveva immaginato.

-Si, me la sono cavata! Sono corso subito qui per vederla-

Si girò di nuovo verso Ran e le accarezzò il viso candido.

-È così bella-

Eri si sedé vicino al giovane detective e si mise pure lei ad osservare la figlia trovandosi pienamente d'accordo con quello che aveva detto il ragazzo.

-Già. Shinichi...-

-Si?

-Rendila felice. Quando si sveglierà, dille che la ami e ridiglielo ogni giorno perché non sarà mai stanca di sentirselo dire-

Shinichi provava un po' di imbarazzo davanti ad Eri però sapeva già quello che l'avvocato gli aveva detto.

E lui non si sarebbe mai stancato di dirle quelle due bellissime parole.

-Glielo prometto! Posso chiederle cosa dicono i medici?-

-Si sveglierà sicuramente. Solamente non si sa quanto...sai, vederla su questo lettino mi devasta. È la mia bambina dopotutto, la mia piccola stella. Però so che si sveglierà e questo mi fa sentire meglio-

Shinichi capiva benissimo cosa volesse dire Eri con quelle parole. Lui provava esattamente le stesse cose. Ma l'avrebbe aspettata per il resto della sua vita se fosse stato necessaria.

Shinichi restò lì per il resto della giornata. A fine serata disse ad Eri di andare a casa a riposare per qualche ora almeno.

Kogoro era stato dimesso quella sera anche se doveva restare per qualche settimana sulla sedia a rotelle. Il dottore Agasa fece il favore di venire a dare una mano ad Eri per portare Kogoro fino a casa.

Nei giorni seguenti Shinichi non si spostò mai da quella stanza. Restava lì giorno e notte. Usciva solamente per andare alle macchinette a prendere un caffè oppure qualcosa da mangiare.

Eri gli diceva di andare anche lui a riposare ma non aveva affatto intenzione di alzarsi dalla sedia su cui vegliava la sua piccola.

Finché, dopo la quinta notte passata lì, Shiho gli fece una bella strigliata e lo costrinse ad andare a casa almeno per qualche ora.

-Resteremo noi a tenerla d'occhio. Adesso vai, dai!

Gli disse Shiho autoritaria. Salutò la sua Ran con un bacio in fronte ed andò a casa. Agasa lo accompagnò ed Eri restò lì con la scienziata.

I dottori andarono a controllare Ran un paio di volte ma non c'erano novità. Eri tornò a casa per qualche ora per occuparsi di Kogoro.

Erano ormai le nove e mezza e Shiho si sentiva già stanca dopo una giornata passata lì. Non capiva come ci fosse riuscito Shinichi per tutto quel tempo.

Eri era tornata e si trovava lì accanto. E poi, per la felicità di tutti, Ran aprì gli occhi e iniziò a guardarsi intorno. Eri si alzò subito e le strinse la mano.

Shiho andò subito a chiamare un dottore che arrivò immediatamente per controllarla.

-Mamma, Shinichi?-

Fu la prima cosa che uscì dalla sua bocca appena si svegliò. Shiho la guardava sorpresa. Non pensava che sarebbe stata la prima cosa che avrebbe detto.

-È solo un caso che non sia qui. Ti ha vegliato giorno e notte senza mai lasciarti da sola-

Ran sorrise quando seppe delle cure di Shinichi. I dottori finirono di visitarla e le dissero che tutti era apposto e che era sana come un pesce. Non doveva fare nessun tipo di riabilitazione perché era completamente in forma.

Si alzò dal lettino di fretta girandosi intorno a cercare i suoi vestiti.

-Ran, dove vai?-

-Da Shinichi!-

-Smettila adesso non puoi uscire perché....-

-Ran!!-

Si sentì urlare il suo nome dal corridoio e dalla porta della stanza spuntò Shinichi con tutti i capelli scompigliati.

Shiho l'aveva chiamato per avvertirlo che Ran si era svegliata e lui si era alzato da letto per correre subito da lei.

Si fermò davanti l'ingresso a sorriderle sempre in quel modo così sexy. Lei si alzò e corse da lui avvolgendogli le braccia al collo e affondando nel suo petto.

Lui le diede un bacio in fronte e poi poggiò il mento sulla sua testa. Erano finalmente insieme. Lei sorrideva e lui arrivava in paradiso.

Il resto non contava. Eri li guardava sorridente e Shiho preferì uscire. Loro non si sarebbero mai separati.

Shinichi le prese il viso con entrambe le mani e le baciò le labbra come ormai non faceva da tanto tempo.

A Ran venne raccontato tutto quello che era successo mentre era in coma e lei ringraziava il cielo se il suo Shin era ancora vivo accanto a lei.

Lasciarono i due ragazzi da soli perché avevano tanto da dirsi.

-Shinichi, non è stata colpa tua. Non è vero che mi hai messo di lato pensando solo a te stesso. E adesso che sono tornata ti devo assillare...ti amo Shinichi-

Tutte le parole che il giovane detective le aveva detto, la karateka le aveva sentite. Sapeva di averlo avuto vicino tutto quel tempo.

-Ti va di assilarmi per tutta la vita?-

-Kudo, mi stai chiedendo quello che penso?-

Disse Ran in tono ironico. Quando Shinichi annuì quasi non le lacrimavano gli occhi. Gli fece un sorriso enorme e gli disse che lo avrebbe assillato per il resto della loro vita e anche di più.

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