Un Sogno Sulle Punte
Mani sulla sbarra, collo del piede teso, i nastri attorno alle caviglie, paura, gioia, energia, solennità, risata, desiderio. Prendo un respiro, l'ultimo respiro che avrei preso prima di salire per la prima volta. E poi, piano piano, i miei piedi si staccano da terra. Il tempo si ferma, e così anche la musica. Avevo aspettato da tutta la vita quel momento, un unico momento che avrei ricordato per sempre. Spingo il tallone e arrivo in mezza punta. Perdo qualche battito. E poi, finalmente, salgo in punta. Rimango lì, con l'anima al cielo. Sto volando, pensai, sto volando. E dopo qualche secondo, tutto riprese vita. Non volevo parlare, volevo restare lì in eterno, nonostante il dolore, nonostante la musica, nonostante tutto. Così avrei vissuto la mia vita, decisi. In punta di piedi. Non pensai a fare delle foto, a scrivere su mille stati diversi quello che avevo fatto. Pensavo solo che ce l'avevo fatta, a realizzare un sogno, a volare. E in quel momento, nulla mi avrebbe fatto scendere. Non volevo saltare di gioia, non volevo esultare, non volevo correre, non volevo ballare. Eppure ero felice, felice come credo di non essere mai stata. Lì in silenzio, un attimo che dura in eternità. Scendo e ci riprovo ancora, e ancora, e ancora, e penso che farei solo quello per sempre. Inizia a fare parte di me e vorrei che null'altro facesse parte di me, solo la danza e volare, volare, volare. Ho vinto la scommessa con la vita, la paura di non essere abbastanza brava, ed ho la certezza di poter toccare il cielo con un dito. Ci sono riuscita. Rido dentro, rido come non ho mai riso prima di allora, ce l'ho fatta, urlo in me, ci sono riuscita! Non mi aspettavo quella sensazione, non l'avevo mai provata prima. Ma non mi importava. C'eravamo solo io, le mie punte, e il cielo.
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