1.

Un suono fastidioso uscì dall'apparecchio sul suo comodino per diffondersi in tutta la stanza.

Liam mugugnò. Non aveva proprio voglia di alzarsi, se non fosse per quel fastidioso BIP che continuava a infilarsi nelle sue orecchie.

Si sporse dal letto e non senza un po' di fatica riuscì ad allungarsi abbastanza per porre fine a quel fastidioso e inutile suono.

Si lasciò cadere di peso sul letto e sbuffò.

"Un cane sarebbe più piacevole come sveglia" pensò.

Le tapparelle ancora chiuse permettevano solo a pochi raggi di luce di filtrare nella sua cameretta.
Ne seguì la scia con lo sguardo come faceva di solito quando non aveva voglia di muoversi.
Uno portava sulle sue ciabatte, un altro sulla sua cartella e l'altro ancora sulla maniglia della porta.
«Oh maddai!»

Sbuffò di nuovo prima di trascinarsi giù da quel letto.
Aprì la finestra per far prendere aria alla stanza, ignorando i brividi che gli si formavano sulla pelle per il freddo, e anche dietro il collo dato che era andato a tagliarsi i capelli il giorno prima.
Filò in bagno, si fece una doccia veloce, si vestì e uscì di casa con la cartella in spalla.

Di bello c'era che aveva il bar proprio sotto casa sua ed era uno dei migliori della città, perciò 'colazione assicurata ogni mattina'.

Chiedeva sempre una modifica ai prodotti e Deaton, il barista, non gliel'aveva mai negato.

Era anche il capo di quel bar. Liam sapeva che era laureato, in qualche branca che aveva a che fare con roba di dottori o psicologia o corpo umano. Non l'aveva mai capito ma lo trovava sempre pronto alle sue domande. Spesso passava di lì e dava una mano in cambio di un dolce, o a volte una piccola paga, altre volte restava dopo la colazione nei giorni in cui non c'era scuola. Gli piaceva parlare di cose 'scientifiche', per modo dire, con lui. Soprattutto della sua più grande passione. I sogni.
Inoltre lo trovava un'ottima compagnia, anche perché spesso c'era un ragazzo di nome Scott che lavorava per lui e lo aiutava. A Liam stava simpatico e ci aveva fatto amicizia.

Quella mattina ordinò una ciambella ripiena di Nutella e panna e ricoperta di cioccolato. Una Delle sue preferite.
La mangiò strada facendo. Di solito nel tempo in cui andava aveva sempre molto tempo per pensare. La scuola non era esattamente vicina e lui non aveva la patente perché non gli interessava molto imparare a guidare. E poi odiava i mezzi pubblici, non li avrebbe mai presi, così doveva farsi ogni giorno 40 minuti di camminata.

Mentre camminava qualcosa gli tornò in mente. Un'immagine. Però non riusciva a visualizzarla. Sapeva di cosa si trattava. Un sogno. Gli era appena tornato in mente di aver sognato, anche se non riusciva a ricordare cosa.
Gli capitava molto spesso di alzarsi la mattina già avendo dimenticato di aver sognato, però poi, nei 40 minuti di camminata verso scuola, a volte gli tornava in mente.

Quanto avrebbe voluto rivederli come se fossero film. Era un'idea assurda la sua però spesso ci pensava. E se esistesse una macchina in grado di riprendere i sogni come una macchina fotografica per poi riprodurli?

Molto spesso aveva tempo in cui non faceva niente, e allora pensava. Troppe volte pensava a idee assurde come questa, e le nascondeva nel suo subconscio. Avrebbe voluto renderle reali ma non sapeva neanche fare, così lasciava perdere.

Finalmente arrivò a scuola quella mattina, pronto, beh magari non troppo, ad iniziare una nuova settimana. Purtroppo non riuscì a incontrare i suoi amici perché era tardi e probabilmente erano già a lezione. Andò a lezione di storia, entrando 10 minuti in ritardo. Allora il professore iniziò a rimproverarlo e a lamentarsi, cosa che durò per ben 20 minuti. Chiaramente la classe era contenta.
Quando finì questa lezione Liam andò all'armadietto dove c'era già Mason, il suo migliore amico, ad aspettarlo.

«Ehy» «Ciao, Liam! Sei arrivato in ritardo vero?» disse ridendo. «Già-ammise-troppo tempo sui videogiochi ieri sera. Ora abbiamo lezione di scienze vero?» «Ehm...si ma, io esco prima» «Cosa?! Perché?!» «Scusa Liam ma mi sento male. Ci vedremo oggi pomeriggio, sono solo venuto ad avvisarti» «Ok, ciao»

Liam si diresse verso l'aula di scienze, consapevole di doversi subire una noiosissima lezione che poi avrebbe recuperato da Deaton, certamente più simpatico del suo professore.

«Liam,visto che di solito non capisci mai niente Delle mie lezioni, approfitteresti del fatto che manca un tuo compagno di classe per venire qui davanti?! Tranquillo, sono sicuro che il tuo compagno di banco non ne soffrirà, anche perché è assente anche lui»
Liam fece come gli era stato detto.
Si ritrovò vicino ad un ragazzo che onestamente non credeva di aver mai visto prima.
«Bene ragazzi. Oggi parleremo di onde. La base Delle nostre percezioni. Sapete che gli oggetti non fanno davvero rumore? Emanano solo delle onde che noi percepiamo sottoforma di suoni...»
Quella lezione aveva completamente catturato Liam, e l'idea della stessa mattinata cominciò a battere colpi nel suo cervello.
«Noto che sei molto interessato a queste lezioni» ma i suoi pensieri furono interrotti dal ragazzo accanto.
«Cosa vuoi?» «Io?! Niente. Mi sto solo annoiando» «Beh, io no. Quindi perché non provi a farti un po' di fatti tuoi.» «Va bene, va bene. Che amicone»
Finita la lezione Liam aveva mooolto di cui parlare con Deaton. Stava davvero pensando che un'idea come quella potesse diventare realtà?

Poi, d'improvviso, andò a sbattere contro qualcosa. Anzi, qualcuno.
«Mi stai seguendo per caso?» «Vuoi scherzare? Tu sei dietro di me e TU hai sbattuto contro di me» «Non ti ho mai visto da queste parti» «Già, e probabilmente non mi vedrai più. Vogliono trasferirmi» «Ah beh, chissà che hai combinato» «Se vuoi puoi provare» Liam lo guardò male.

«Ehi, Raeken! Abbiamo un conto in sospeso prima che tu te ne vada» «Oh, cazzo!» il ragazzo camminò velocemente verso di lui e lo sbatté al muro dal collo e iniziò a picchiarlo. L'altro provò a difendersi ma non aveva molte possibilità contro uno alto due metri e mezzo e con quei muscoli.
Liam avrebbe chiesto cosa gli avesse fatto ma...non gli sembrava un buon momento.
Dopo un po', però, lo vide a terra, immobile. Allora iniziò davvero a preoccuparsi.
«Senti, non pensi di stare esagerando? Magari potresti lasciarlo andare ora» «E tu chi sei? Il fratellino?» «No. E tantomeno mi importa di lui però dovresti smetterla adesso» «Va bene. Però la mia mano ha voglia di un ultimo colpo. Potrei darlo a te» Liam non fece in tempo a controbattere che l'aveva già colpito e stava andando via. «Figlio di puttana»
Si rialzò e andò a recuperare il ragazzo per portarlo in infermeria.
«Come hai detto che ti chiami?»
«T-Theo» «Bene, vaffanculo Theo Raeken»

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