III. Il caffé migliore di sempre.
SBEEM!
Sbattei la porta e corsi verso il frigo mentre con una mano mi toglievo i pantaloncini e con l'altra gettavo cellulare, chiavi eccetera sul tavolo, erano le 18.20 e non c'era ancora nessuno in casa, avevo un'ora per prepararmi per quel caffé, ma poi da quando ci si prepara per un caffé?
Inciampai poco prima di raggiungere il frigorifero (addio al futuro da equilibrilista), certo, avevo i pantaloncini alle caviglie, ma dovevo per forza avere un incontro ravvicinato del terzo tipo con Ariston +++ plus? Sì, Ariston, il frigo. Avevo appena dato una testata ad un figorifero, fantastico! Lo aprii velocemente e tirai fuori dei pomodori, le sottilette e qualcosa che aveva l'aria di contenere della salsa cocktailz, dopo di che infilai tutto a caso dentro un panino e mi avviai correndo verso la mia stanza, dovevo prendere dei vestiti decenti.
Sì perchè per un caffé ci vogliono dei vestiti adatti, soprattuto se è un caffé con Robert Downey Jr.! Comunque dopo aver finito il panino non avevo ancora scelto un cacchio, così decisi di andare a farmi una doccia (almeno per togliere la sabbia che mi aveva appena sommersa, anche se non l'avrei mai tolta in un altro momento, dopo tutto era la sabbia di Robert! Vi rendete conto? Robert mi ha gettato della sabbia in faccia! Potrei mettere quella sabbia in un barattolo e custodirlo per il resto della mia vita!!), dopo dieci minuti ero fuori da quella maxi doccia-vasca-piscinainminiatura, mi asciugai e mi ritrovai al punto di partenza. Armadio. E i minuti passavano.
18.45. Niente.
18.50. Niente.
18.55. Avevo deciso. No scherzo.
19.00. MANDATEMI UN SEGNALE DIAMINE.
Sbattei le ante dell'armadio per poi riaprirle subito dopo e ripetere lo stesso passaggio circa una decina di volte, poi ad un tratto il nulla. O meglio, il tutto. Mi era piombato addosso tutto il contenuto di quell'armadio, partendo dai vestiti finendo con le coperte e i piumoni dell'inverno.
"Gran bel segnale grazie!"
Dovevo aver fatto un gran baccano perché dopo circa due secondi e mezzo Diana piombò in stanza, santa donna.
"Oddio, ho sentito un bot- Ma che... stai facendo...?" La sua faccia era come quella di chi cerca di trattenere una risata che potrebbe distruggere il muro del suono.
"No, nulla, sto studiando il tessuto dei miei vestiti... Sai..." Ed ecco che la bestia liberò il suo ruggito, scoppiò a ridere talmente forte che dovetti lanciarle una di quelle maglie addosso.
"DIANA. ASCOLTA. HO UN'URGENZA. TRA VENTI MINUTI DEVO ESSERE IN UNA CAFFETTERIA CON... UN TIPO... SI'.. UN TIPO. AIUTAMI A PRENDERE DEI VESTITI DECENTI."
"DAVVERO? Ho sempre sognato di poter aiutare qualcuno a scegliere dei vestiti! Com'è questo "tipo"? E' figo? Non è che ti sei già trovata un fidanzato ehh?"
Chi non ha mai sognato di vestire povere donzelle in difficoltà? IO.
"NO! Cioè, è brutto. Bruttissimo. ORA PRENDI DEI VESTITI, TI PREGO."
Blasfemia! Cosa avevo appena detto? Bruttissimo? Per punizione non toccherò la nutella per il mese successivo, giuro!
Comunque dopo varie moine Diana in quattro e quattr'otto tirò fuori dalla matassa un paio di jeans, una maglia bianca, una giacchetta nera "se fa freddo", roba che manco mia madre, e i miei amati anfibi, poi si precipitò sul mio comodino dove avevo lasciato le mie cianfrusaglie meglio definite come "collane/anelli" e prese una collana con un gufo per ciondolo, avete presente quel coso che andava di moda circa un millennio fa? Ecco.
Le strappai di mano il tutto e ringraziandola indossai il tutto.
Alle 19.15 ero pronta. Mi precipitai alla porta ma la cugina stratosferica mi fermò tenendomi per un braccio e trascinandomi in bagno.
"Ma come! Non ti trucchi?!"
AHAHAHAHAHHAHA. No.
"Ma quali trucchi, fammi uscire che sono in ritardo!" Ci mancava solo che mi presentavo conciata da Clown.
"Ti accompagno io dai! Fatti truccare!"
E così pochi secondi dopo avevo quei pennelli demoniaci che mi spalmavano in faccia polveri magiche.
Non so quanto tempo passò ma quando finalmente sentii urlare "finito!" corsi giù per le scale senza neanche guardarmi allo specchio trascinandomi quella maledetta dietro, giù trovai la combriccola di parenti intenti a fare cose che fanno i parenti, li salutai con un cenno e continuando a trascinare Diana per il lembo della maglia uscii fuori.
Erano le 19.20 e finalmente salimmo nella Diana's machine, una macchina più colorata del cappellaio matto di Alice in Wonderland, roba che ti riconoscevano a 8 km di distanza e magari ti scambiavano per una di quelle insegne del circo.
Le dissi il nome del bar e in pochi minuti arrivammo. Ora le opzioni erano due. O Diana correva peggio di Schumacher o i Taxisti qui non sapevano neanche cosa era quel pedale chiamato Acceleratore. Decisi di non rifletterci troppo, la salutai e scesi entrando in quel fantomatico bar.
Tutti si girarono verso di me alcuni sorridendo, altri guardando sorpresi con la bocca spalancata, manco fosse entrata Miley Cyrus con la palla. Iniziai a sorridere guardando tutti e salutando gente che salutava, poi collegai che doveva esserci qualcuno alle mie spalle, avete presente quelle figure di _ _ _ _ _ (giochiamo all'impiccato (?)) che si fanno di solito, ecco.
Mi voltai e lo vidi, sbarrai gli occhi, un sorriso ebete si dipinse sulla mia faccia, vedevo gli angioletti e gli uccellini volteggiare per la stanza, quasi sentivo anche le campane. Avrete capito che colui che aveva attirato l'attenzione non era una ragazza seminuda su una palla ma bensì Robert, il mitico grande Robert Downey Jr, di fronte a me, di nuovo, e io che continuavo a guardarlo come un bimbo a cui si regalano le caramelle.
"Hey... Tutto bene? Vuoi un bicchiere d'acqua?"
"Acqua? Ah sì... Cioè no, tutto bene, grazie Signor Downey!" drizzai su me stessa come un militare.
"Signor?" Lo disse alzando le sopracciglia facendo il finto offeso "Diamine non sono mica così vecchio! Che dici di andare a sederci?"
-No, non sei vecchio, sei perfetto.- O almeno era quello che avrei voluto urlargli contro ma mi limitai a scusarmi e a seguirlo al tavolino che aveva indicato poco prima.
"Allora, non ci siamo presentati, io sono Robert, piacere di conoscerti." e tese la mano verso di me.
Davvero? Credevi sul serio che non conoscessi il tuo nome? Tra un po' so anche quanti litri di sangue hai in corpo, figurati.
"Ah, giusto, io sono Federica, piacere di conoscerla!" e gli strinsi la mano. E che mano!
"Ancora con questa formalità? Ti ho detto di darmi del tu, potrei sul serio offendermi!"
"Ha rag- Hai ragione scusa!" Diamine sembrava avessi dimenticato i miei 10 anni di studio forzato di inglese tutto d'un tratto, e quando si tolse gli occhiali da sole dalle lenti blu mostrando il più bel sorriso esistente in tutto l'emisfero credo di aver dimenticato anche l'italiano.
"Così va meglio! Allora, che dici Federica, vogliamo prenderlo questo caffé o dobbiamo aspettare che ci buttino fuori?" E detto ciò con un cenno chiamò il cameriere, che poi, nei bar dei barboni dove andavo in Italia se non alzavo io il sedere per andare al bancone e chiedere un caffé non si smuovevano neanche con un fucile puntato sulla tempia, questi sono grossi progressi.
A due secondi il cameriere fu lì con un tacquino per le ordinazioni, decisi di ordinare per prima, avevo mangiato un cacchio di panino per cena e adesso il mio stomaco reclamava qualcosa di commestibile.
"Io prendo un caffé con caramello e panna e una ciambella alla crema, grazie."
Ed ecco lo sguardo del cameriere mutare in un espressione tipo "qualiproblemitiaffliggonozia", ormai ci ero abituata, fui sorpresa da Robert che neanche ci fece caso.
"Per me lo stesso! Tranne la ciambella, quella la voglio al cioccolato."
C O S A. Robert Downey jr. che prende il mio caffé? VUOLE INTOSSICARSI O COSA.
Il cameriere si dileguò per prendere le altre ordinazioni.
"SERIOUSLY?"
"Mi è sembrato invitante!"
"Non voglio essere la responsabile della tua morte, sai quante persone ne risentirebbero?"
"Ci vuole ben altro per buttare giù Iron Man!" e ammiccò, per la seconda volta, potrei strisciare fino alla cima del monte Everest e poi raggiungere la Corea, rubare un koala e morire felice dopo quel gesto.
"Sr. Downey, signorina, ecco a voi." Grazie per il salvataggio SuperCameriere!
"Sembra sia arrivata l'ora della verità!" Si portò la tazza alla bocca, ero a metà tra l'infarto e la tachicardia, e poi quegli occhi, e quelle labbra, e... Stop.
"E' fantastico!"
"Sul serio?"
"E' appena diventato il mio caffé preferito!" Ed ecco che si leccò le labbra.
Portai la tazza in faccia per evitare scoprisse la mia passione per i semafori.
Dopo aver finito di mangiare/bere lasciò dei soldi sul tavolo e uscimmo fuori, ritornando in spiaggia.
"Allora, parlami di te, Federica, non sei di qui vero?"
No, guarda, ho solo storpiato 20 frasi negli ultimi 4 secondi, dici?
"Uhm.. Sì. Sono qui da circa 24 ore, una vacanza improvvisata insomma, sono italiana, Sicilia esattamente, ho 22 anni e niente di particolare..."
Non che ci sia qualcosa di interessante nella mia vita, vivo in una campagna lontana dal paese, in mezzo ai lupi e ai panda apicoltori.
"Italia, ci sono stato più volte. Oh guarda, ecco la scena del crimine!"
Sì eravamo arrivati al luogo del delitto, dove mi aveva soffocata con la sabbia.
"Si... Riguardo a prima mi dispiace di averti aggredito!"
"Non è colpa tua, sono io che da perfetto idiota ti ho gettato quintali di sabbia addosso!"
Meglio cambiare discorso. Decisamente.
"Allora.. Avete intenzione di esaminare la scena del crimine, Sherlock?"
"Chi vi dice che io non lo abbia già fatto, Irene?"
"E a quali conclusioni siete arrivato, Sherlock?"
"Cosa otterrei a rivelarle a una criminale come voi, Irene?"
"Dipende cosa volete in cambio, Sherlock."
"Magari il numero di una certa Federica essendo che non ho modo di contattarla in futuro, Irene."
E finemmo per scoppiare entrambi a ridere come due idioti.
"Si.. ahahah.. il mio numero è-" Assolo di chitarra.
PERCHE'
NO BASTA, NUOVO PROGRAMMA, ROMPERE IL CELLULARE.
[N.d.A.: Qui chiaramente parlano in italiano (?)]
-PRONTO?-
=Fede! Ti ho svegliata?=
-Secondo te vado a dormire alle dieci di sera?!-
=E allora che hai! Pare che ti ha morso un'ape!=
-Indovina con chi sono?-
=Johnny ovvio.=
-Riprova!-
=Robert ovvio=
-SI!-
=Certo Fè, ora dimmi con chi sei.=
-CON ROBERT.-
Robert nel frattempo era lì zitto zitto che osservava, mannaggia a Valentina, io a quest'ora lo avrei mangiato vivo, comunque forse aveva capito più o meno il discorso, perché si avvicinò e mi strappò letteralmente il cellulare dalla mano, mettendo il vivavoce.
=Sì e io sono con Dicaprio!=
-Hi!-
=Eh? Fede? Hi...= Più che Hi, quello era un ahi di quando sbatti contro lo spigolo di un mobile.
-Nice to meet you, I am Robert Downey Jr.!-
=WTF. FEDE MA MI PIGLI PER IL C*LO.=
-Can you repeat?-
=Oh... Nothing... Nice to meet you, I'm Valentina!=
-Well , Hello Valentina , now I have a pending coffee with Federica, see you soon!-
E staccò la chiamata.
"Dov'eravamo rimasti?". Mi guardò con la faccia più innocente di sempre.
"HAHAHAHAHHA! Sì! Il mio numero!"
"Giusto! Ecco scrivi qua." E mi tese il braccio con una penna, sul serio? Avevano inventato la carta, e poi, lui non aveva un cellulare dietro? Non facciamoci domande.
"Fatto. Direi che si è fatto tardi, che dici se torniamo alle nostre rispettive case?"
"Certo, ti accompagno, ho lasciato l'utilitaria nel retro del bar."
Fu inutile rifiutare perché dopo pochi minuti eravamo sul retro del bar, e... Alla faccia dell'utilitaria, una macchina simile non l'avrei potuta comprare neanche con i risparmi di quattordici vite. Gli indicai casa "mia" e poco dopo eravamo arrivati, ora ne ero sicura, i taxisti non conoscevano quel dannato pedale. Oppure avevo accanto un altro Schumacher.
"Bene... Allora ci sentiamo, ho passato una bella serata, ciao."
Un ghiacciolo sarebbe stato più caldo di me giuro.
"A presto Federica!"
Adesso, capisco che per voi è un gesto normalissimo, ma mi baciò una guancia.
ROBERT DOWNEY JR. AVEVA POGGIATO LE SUE SPLENDIDE LABBRA SCOLPITE DA MICHELANGELO SULLA MIA GUANCIA SCOLPITA DA UN PAGURO.
Scesi dalla macchina facendogli un'ultimo cenno prima di entrare, e una volta dentro iniziai a saltare/ballare/sbattereipiediaterrastilegiocatoridiRugby e tutte queste cose assieme.
Mi accorsi dopo che tutta la santa famiglia mi osservava manco fossi un dinosauro con la laringite. Diana mi venne incontro tutta sorridente con l'aria di chi la sa lunga.
"ALLORA?"
"TU. NON. PUOI. CAPIRE. AH."
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N.D.A.
Robert che fa cose ci accompagnerà per il resto della nostra esistenza con le sue gif... Giffose. (?)
:^)
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