XXIX. Una promessa d'amore eterno

E così, infine, era giunto il grande giorno...
Era senza dubbio incredibile anche solo pensarci, eppure era davvero arrivato il momento: quel giorno, Lionel e Astrid sarebbero finalmente diventati marito e moglie.

Le nozze erano state organizzate in fretta, nonostante il periodo di lutto, così da non destare sospetti riguardo alla gravidanza della giovane.
L'ormai re di Estelle aveva insistito su questo punto, così da evitare ulteriori pettegolezzi sul loro conto.
Astrid sapeva che, affrettando la cerimonia, il suo amato voleva proteggere la reputazione di lei e quella del loro figlio non ancora nato, che sarebbe stato etichettato come bastardo, se si fosse saputo che era stato generato fuori dal vincolo matrimoniale.
Col senno di poi, tuttavia, quel piano non aveva avuto esattamente l'esito desiderato, in quanto molti, sia tra il popolo che tra i nobili, avevano iniziato a parlare, speculando su quali possibili motivi potessero averli spinti a prendere la decisione di sposarsi così presto dopo la morte del precedente monarca.
Tutte quelle persone, però, non erano a conoscenza del segreto che i due sposi celavano, e che cresceva rapidamente nel ventre della principessa.
Ed era certamente meglio che rimanesse così.

Dunque, infine, era stato deciso: il matrimonio si sarebbe fatto.
In fondo, che alla gente piacesse o meno, era il sovrano a detenere il potere e a stabilire cosa era lecito, ed ora era Lionel a governare su Estelle.

Il giorno delle nozze era quindi arrivato, alla fine, e le ancelle, radunatesi intorno alla sposa, erano nel bel mezzo della loro opera: tra nastri e stoffe, aiutarono la principessa ad indossare l'abito, uno strascico bianco neve dalle maniche lunghe fino a terra, che le lasciavano le spalle scoperte. Una fascia in oro le cingeva la vita. Un altro pezzo di stoffa, che partiva all'altezza delle scapole, andava a costituire una sorta di ampio mantello, anch'esso bianco e con ricami dorati che richiamavano, nella forma, dei draghi in volo.
Le donne proseguirono, poi, intrecciandole i capelli, lasciando solo qualche riccio libero ai lati della fronte ad incorniciarle il volto. Un intricato cerchietto d'oro, su cui era incastonata una piccola pietra di rubino, le adornava la fronte.
Una volta che annunciarono di aver terminato, Astrid ammirò il proprio riflesso allo specchio, e sorrise tra sé e sé.
Aveva l'aspetto di una regina.
In fondo, pensò che fosse piuttosto appropriato. Dopo quelle nozze, dopotutto, sarebbe divenuta a tutti gli effetti la regina consorte di Estelle. Quale miglior causa per un abbigliamento tanto sfarzoso?

La sorella e la madre di Lionel erano venute a trovarla durante i preparativi.
Anna, in particolare, sorrideva eccitata, anche più di quanto era suo solito, nonostante il difficile periodo che si era trovata a vivere, ad una tale giovane età.
A detta della principessa di Estelle, lei e Lionel erano perfetti l'uno per l'altra, e sapere che suo fratello era finalmente felice rendeva anche lei felice.
Infine, la abbracciò con spontaneità, e Astrid non poté fare a meno di ricambiare il suo gesto.
Voleva bene ad Anna. L'aveva avuta in simpatia sin dall'inizio, e col tempo si era affezionata a lei sempre di più, specialmente dopo aver visto che effetto aveva sul suo fratellino.
Stava per dirle che anche lei e Magnus sarebbero stati perfetti insieme, ma il diretto interessato spuntò dalla porta proprio in quel momento.

"Astrid, è tempo di-"

Si bloccò quando vide Anna al fianco della sorella.

I due ragazzi arrossirono quando i loro sguardi si incrociarono, facendo scappare un risolino dalle labbra di Astrid, ma presto Magnus interruppe il contatto tra i loro occhi, e, come a voler dissimulare l'imbarazzo sul suo volto, si spostò una ciocca bionda dietro all'orecchio.
Si voltò verso la sorella.

"Ehm..." si schiarì la voce, come per assumere un tono più dignitoso, "andiamo?"

Astrid annuì. La cerimonia sarebbe presto cominciata, e non voleva far attendere l'uomo che amava un minuto di più.
Magnus la attendeva sull'ingresso della stanza, pronto per condurla all'altare.

"Direi che è il momento" rispose, allisciando le pieghe della gonna.

Lui le rivolse un sorrisetto scherzoso, "La seconda volta è quella buona, non trovi?"

La cappella del palazzo, illuminata dai raggi del sole che attraversavano le ampie finestre, era arredata di tutto punto.
Ovunque si volgesse lo sguardo, era possibile vedere tendaggi in broccato, grandi, ricchi tappeti e fiori dall'aroma dolce, che pervadeva tutta la sala.

Stando in piedi di fronte all'altare leggermente rialzato, a fianco del sacerdote che avrebbe celebrato le sue nozze, Lionel aveva una visione completa di tutto ciò, ogni decoro dorato, ogni luminosa gemma...

Ma anche l'oggetto più prezioso al mondo sarebbe impallidito, a confronto con lei.

Quando la vide entrare da quelle porte, rimase come estasiato, quasi gli fosse apparso un angelo.
Era perfetta, non c'erano altre parole con cui descriverla.

Astrid procedeva lungo la navata al braccio del fratello, il quale era venuto da Merithia non appena aveva saputo che si sarebbe tenuta la cerimonia, così da presenziarvi.
A ritmo con i loro passi, un'armoniosa musica nuziale eseguita da liuti iniziò a risuonare nella stanza, lenta e melodiosa.
Un sorriso nacque spontaneo sul volto di Lionel, senza che lui potesse trattenerlo.
Finalmente, dopo tutte le peripezie che avevano vissuto, avrebbero potuto stare insieme.
Era l'inizio di una nuova era, e si ripromise che avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere perché fosse migliore di quella precedente, perché fosse un tempo per la pace, la prosperità e l'amore.
Finalmente, la principessa giunse all'altare, prendendo il suo posto accanto a lui.
Tutti gli sguardi degli ospiti erano su di loro, ma, per Lionel, contava solo lei.
Le prese le mani tra le proprie, e lei gli rivolse un dolce sorriso, di quelli che raggiungevano anche gli occhi.
Vedendola così splendida e felice, anche il suo sorriso si allargò, e fu in quel momento che, se possibile, sentì di essersi innamorato di lei ancora più di quanto non lo fosse già.

"Sei semplicemente una visione..." disse, con a malapena un filo di voce che gli uscì dalla gola, a causa dell'emozione.

Al contempo, Astrid sussurrò "Sei incredibilmente affascinante..."

I due si scambiarono un sorriso divertito, quasi impercettibile agli occhi di coloro che li osservavano. Quel momento era intimo, solo per loro, e per nessun altro.
A Lionel piacevano quegli attimi, quelli in cui poteva scordarsi di qual era il suo ruolo e poteva essere semplicemente un ragazzo innamorato alla follia della propria promessa sposa.
E diavolo se l'amava, pensò, quando i suoi occhi incontrarono quelli di lei, azzurri e pieni di gioia.
L'amava come le onde del mare amavano la luna, e come le api amavano i fiori. L'amava più della sua stessa vita, poiché che senso avrebbe avuto la vita, se lei non ci fosse stata?
Si ripromise che non l'avrebbe mai scoperto. Non avrebbe mai permesso a nessuno di portargliela via, e avrebbe fatto tutto il possibile affinché lei, che era il suo unico amore, fosse sempre così felice al suo fianco come lo era quel giorno.

Il sacerdote iniziò il suo monologo, a cui Lionel, perdutosi negli occhi celesti di Astrid, prestò attenzione solo per metà.
Solo quando venne il momento di scambiarsi i voti, egli tornò a concentrarsi.
Anzi, per meglio dire, continuò a concentrarsi su di lei, come aveva fatto dal momento in cui aveva varcato la soglia della cappella.

La principessa gli rivolse il sorriso più bello che avesse mai visto, le sue mani legate a quelle di lui da un nastro candido, a simbolo della loro unione.

"Prendo quest'uomo come mio sposo," disse, "per amarlo ed onorarlo, in salute e in malattia, in eterno, fino al mio ultimo respiro."

Per un attimo, Lionel ricordò come si era sentito al vederla pronunciare quelle stesse parole per Nikolaj, rammentò l'impotenza che aveva provato, e il desiderio anelante e proibito che era nato nel suo cuore nel vederla vestita da sposa, immaginando come sarebbe stato se ci fosse stato lui al posto di suo fratello.
Ma quel ricordo non era altro che quello, ormai, un ricordo, e in quanto tale apparteneva al passato.
Non soffriva più, poiché alla fine aveva avuto ciò che il suo cuore tanto aveva agognato.
Ora era lì, proprio dove aveva sognato di trovarsi, e il viso gli faceva male per il continuo sorridere.
Era quella la vera felicità, pensò, come in fondo lo era ogni momento insieme ad Astrid.

Lionel pronunciò i propri voti all'unisono con quelli di lei.
"Prendo questa donna come mia sposa, per amarla ed onorarla, in salute e in malattia, in eterno, fino al mio ultimo respiro."

Infine, il sacerdote disse le parole finali: "Per il potere conferitomi da Börljn e dalla Corona, io vi dichiaro marito e moglie, da quest'oggi fino alla fine dei vostri giorni. Che questo amore sia suggellato con un bacio."

E così, con quel breve ma intenso sfiorarsi delle loro labbra, il loro amore fu ufficializzato, e la cerimonia di matrimonio volse al termine.
Ma, per la loro storia, non era che l'inizio.

Lionel e Astrid si voltarono verso gli invitati, mano nella mano, mente questi li acclamavano a suon di "Lunga vita al re!", "Lunga vita alla regina!" e "Viva gli sposi!"
I due si scambiarono un sorriso.
Sì, pensò Lionel, ammirando la donna che gli stava accanto, era l'inizio della cosa migliore che gli sarebbe mai potuta capitare.

Gli invitati ballavano alla musica vivace dei liuti, bevevano e mangiavano ai tavoli del banchetto e scherzavano fra loro.
C'erano proprio tutti, nobili e dignitari provenienti da ogni parte del Continente Settentrionale.
Astrid aveva danzato con Magnus, e con i suoi cugini Victar e Leopold, aveva chiacchierato con la zia Lisne e la cugina Ellyn, e aveva finalmente conosciuto i vecchi amici di Lionel, fra cui il suo migliore amico—oltre a lei, aveva specificato il re con un sorrisetto—Sir Kasen.

Persino dall'esterno del castello si udivano provenire le risate e i canti dei cittadini.
Era come se l'intero regno fosse in festa.
L'allegria era nell'aria, insomma, e così anche nel cuore degli sposi.

Tra le braccia di Lionel, Astrid danzava, spensierata come non lo era stata da tempo.
La fece volteggiare su se stessa, e poi i loro sguardi tornarono ad incontrarsi, sorridenti.
In quell'attimo durante il quale si perse a guardarlo, lui le rubò un bacio, con l'espressione compiaciuta di chi era consapevole di poter fare tutto ciò che voleva.
E ora, a tutti gli effetti, poteva. Ora lei era sua moglie, e lui era suo marito, erano il re e la regina, e potevano permettersi ogni gesto d'affetto che prima d'allora avevano dovuto scambiarsi in segreto.
Astrid sorrise a quel pensiero, e ricambiò il bacio, sfiorando le labbra di Lionel con le proprie.

"Ehi, non crederai di liberarti di me così rapidamente" si lamentò, mettendo sù un finto broncio, che presto fu sostituito da un sorrisetto divertito, "Questa sera ti bacerò come si deve."

"Lo immaginavo," ammiccò lei in risposta, "ma dovrai aspettare, Maestà."

La divertiva quel suo leggero sbuffo quando lo chiamava così, per dispetto, e il modo in cui alzava gli occhi al cielo, senza mai perdere quel suo bellissimo, luminoso sorriso che la faceva sciogliere come neve al sole.
E, ancora di più, la divertiva il fatto che, nel farsi i dispetti, Lionel non era il tipo da dargliela vinta facilmente.

"Ebbene," le disse infatti, con un sorrisetto sulle labbra, "se la mia regina vuole giocare, allora giochiamo."
Si avvicinò al suo orecchio, e le sussurrò "Sai, potrei dichiarare la festa finita anche in questo preciso istante, e portarti nelle nostre stanze...potremmo fare tutto ciò che vogliamo, completamente indisturbati."

Le diede un bacetto sulla guancia, e poi tornò a guardarla mentre continuavano a danzare a ritmo della musica, con quella sua espressione innocente, come se non avesse appena detto tutto ciò che aveva detto, e per giunta in pubblico.
Astrid arrossì, e rise al contempo.
Se qualcuno si fosse avvicinato abbastanza, avrebbe anche potuto sentirli, ma era proprio quello il gioco di Lionel, e, proprio come lei aveva ipotizzato, non si sarebbe arreso facilmente.

Il pezzo finì, al che lui si inchinò, e lei fece una riverenza.

"Allora, ho già vinto?" la punzecchiò, mentre tornavano al tavolo, "O devo proseguire?"

"Nelle nostre stanze ci andremo più tardi, Lionel" replicò lei, rivolgendogli un sorrisetto, "Non vorrai perderti i festeggiamenti, tutto questo cibo, e..." fece un cenno con la testa verso la sala da ballo, dove, nel mentre, le coppie avevano ripreso a danzare, "i nostri fratelli che tentano di corteggiarsi."

Dal loro posto al tavolo del banchetto, Lionel diede uno sguardo verso Magnus e Anna, intenti a conversare in un angolo del salone, vicino al grande portone che dava sul balcone.
Chiacchieravano e ridevamo insieme, cosa che raramente Astrid aveva visto fare al fratello con qualcuno che non fosse della famiglia.

"Potrebbe esserci un altro matrimonio alle porte, non trovi?" suggerì, voltandosi verso Lionel.

"Forse, tra dieci anni glielo concederò" stabilì il suo sposo, portandosi una coppa di vino alle labbra.

Sorrise sotto i baffi mentre beveva, segno che scherzava, anche se era chiaro che fosse comunque protettivo della sua sorellina.
Certo, non che avesse tutti i torti. Anna aveva solo tredici anni, in fondo, era decisamente troppo giovane per sposarsi.
Tuttavia, un giorno, in futuro...Astrid poteva immaginarli insieme.
La solare Anna completava alla perfezione l'usualmente riservato Magnus.
Come a comprovare questo suo pensiero, Astrid notò che non aveva mai visto il fratello tanto felice come quando era con la principessa di Estelle, specialmente da quando erano morti i loro genitori, né mai l'aveva visto aprirsi tanto a qualcuno, avere un amico, una persona fuori dalla famiglia con cui parlasse e ridesse liberamente.

Alla reazione di Lionel, la ragazza rise. "Non dovresti preoccuparti per lei, sai? Magnus la tratterebbe bene, come tu fai con me."

"Sì, credo tu abbia ragione..." annuì Lionel, "E poi, Anna sa essere davvero convincente, quando vuole qualcosa. Se ha deciso che tuo fratello le piace, non mi sorprende che lui si sia invaghito di lei."
"Ma," aggiunse, "dovranno comunque aspettare qualche anno, se vorranno sposarsi."
Tutto ad un tratto, strabuzzò gli occhi.
"Ehi, aspetta...mi hai distratto, non è vero?" esclamò, tentando—e fallendo—di trattenere una risata, "Mi hai fatto parlare dei nostri fratelli, perché sapevi che avrei smesso di infastidirti."

Astrid gli rispose solo con un sorrisetto, fiera di essere riuscita nel suo intento.

"Tu mi farai diventare pazzo, prima o poi..." sospirò, e il suo sguardo le sorrise, "E sai, a me non importerà, perché ti amo troppo per resisterti. E poi, sono già pazzo di te. Il che mi ricorda...ho una cosa per te. Potremmo dire che si tratta di un dono di nozze."

Affondò la mano nella tasca dei pantaloni, e un attimo dopo ne estrasse una scatolina.
La aprì, rivelando un anello.
Astrid si lasciò sfuggire un'esclamazione di stupore.
L'elaborata banda dorata ricordava il corpo di un drago, con ampie ali che avvolgevano il dito, e una gemma carminia, di forma ovale, che faceva da schiena alla figura.
Il suo sguardo passò dal gioiello all'uomo, che le sorrise, felice.

"Non credevo che l'anello di famiglia sarebbe stato molto appropriato, visto ciò che rappresenta per noi" le spiegò, "Ma che marito sarei, se non donassi nulla alla mia amata sposa? Così, ho pensato di farne fare uno nuovo, per un nuovo inizio."
Le prese la mano tra le sue, in una presa dolce e calda, che la faceva sentire a casa. "Posso?"

Astrid annuì, con un enorme sorriso in volto che non accennava ad andarsene.
Non se lo era aspettata, tantomeno dopo tutto ciò che già Lionel aveva dovuto fare, sia per governare il regno che per organizzare delle nozze.
Eppure, il suo amato l'aveva sorpresa ancora una volta.
Le infilò l'anello al dito, e poi si portò la sua mano alle labbra, baciandone dolcemente il dorso.

La guardò negli occhi, blu contro blu, e, con un impercettibile sorriso, rivolto solo a lei, mormorò "Mia regina."

Lei si avvicinò per baciarlo.

Con le labbra che sfioravano quelle di lui, giocherellando con la spilla dorata che teneva chiuso il suo mantello color cremisi, rispose in un sussurro "Mio re."

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top