IV. Una pioggia e due amanti

Astrid si sentì elettrizzata.

Non era mai stata baciata prima, e mai avrebbe creduto di poter essere baciata con tale desiderio, tantomeno dopo che era stato annunciato il suo fidanzamento. Eppure era successo, ed era stato splendido.

L'emozione del momento, tuttavia, presto lasciò il posto al panico.
Aveva baciato il fratello del suo promesso sposo, a pochi metri dalla cabina in cui lui si trovava. Se qualcuno fosse sceso sottocoperta, o se Nikolaj fosse uscito dalla stanza, avrebbe visto tutto...

Astrid si trovava ancora premuta contro il muro, abbracciata a Lionel.

Nonostante la sua parte più razionale le suggerisse di divincolarsi dalla sua presa, di spingerlo via, la principessa non ci riuscì. Non voleva farlo.

"Lionel, ci scopriranno..." disse, con la voce poco più che un sussurro.

Annuendo, fu il principe a staccarsi da lei, e ad aiutarla a stabilizzarsi.

"Vi prego di scusarmi...avrei dovuto trattenermi."

Si giro di lato, come se volesse evitare il suo sguardo. Astrid lo afferrò per la manica della giacca prima che potesse andarsene.

"Ve ne andate di nuovo?" sbottò.

"Non dovrei?"

La sua espressione parse quasi stupita quando lei fece cenno di no con la testa.
"Non potete fare così!" esclamò, "Mi avete appena dato il mio primo bacio, e mi vorreste abbandonare? Chi vi credete di essere?"

"Astrid-"

Lei lo fermò prima che potesse dire altro.
Prese un respiro profondo, e lo guardò negli occhi. "Quel bacio...è stato meraviglioso, Lionel. So che non dovrei dirvi queste cose, ma...non vi posso mentire, voglio che rimaniate...se anche voi volete restare."

Il principe le sorrise, quasi teneramente.
"Mi state rendendo impossibile allontanarmi da voi..." sospirò.

Lei ricambiò il suo sorriso. "Bene, perché non voglio che vi allontaniate."

Lionel fece come per baciarla di nuovo, ma Astrid lo fermò.

"Non qui" gli sussurrò, "Ci potrebbero vedere."
La principessa si guardò intorno, e vide una porta. "È la vostra cabina?"

Lionel annuì, così lei lo prese per mano e lo trascinò fino ad essa.

"Qui" annunciò.

Lui aprì la porta, soffocando una risata.
"Prima le signore, dunque."

Lionel fece un inchino giocoso, strappandole una risatina mentre entrava nella piccola cabina.

Il giovane chiuse la porta dietro di lui, e il momento dopo, Astrid si ritrovò tra le sue braccia, le labbra premute contro quelle di lui in un lungo bacio.

Fuori pioveva ancora, così Astrid si era trattenuta nella cabina di Lionel.
Erano rimasti a parlare per chissà quanto a lungo, e più lo conosceva, più la principessa non poteva fare a meno che rimanere affascinata dal giovane principe.

"Ditemi di Estelle" gli aveva chiesto, seduta sul letto accanto a lui, "Immagino abbiate delle stalle, per le vostre cavalcate e battute di caccia. Non riesco proprio a vedervici, a trottare a bordo di un mulo da fattoria."

Lionel rise.
"Non sarò certo io ad aiutarvi a immaginarlo" le rispose a tono, poi continuò. "Vedrete, i cavalli non mancano, principessa. Al vostro destriero non mancherà di certo la compagnia. Quanto alla corte, non vi potrei dire molto di più di quello che presto vedrete coi vostri stessi occhi..."
Alzò le spalle con un sorrisetto. "Spero vi piaccia l'oro, Astrid. Alla mia famiglia è sempre stato a cuore dimostrare la propria opulenza."

"Sembra che non ne siate molto entusiasta" rise lei.

"Non ho di che lamentarmi" rispose lui, "Tuttavia, alcune festività possono risultare esagerate, per i miei gusti, e temo che non avrò molte occasioni di ballare nuovamente con voi per renderle meno tediose."

"Oh..." Astrid si guardò le mani, poggiate sul grembo, "Immagino abbiate ragione."

"Su, non v'intristite" le disse Lionel, sollevandole delicatamente il viso con la mano.
I suoi occhi incontrarono quelli di lui, e il principe le sorrise. "Non potranno certo controllarci in ogni momento. Se lo vorrete, vi prometto che verrò a passare del tempo con voi."

"Vi piace così tanto la mia compagnia, dunque?"

"Credevo ve ne foste resa conto, oramai" fu la risposta del giovane nobile, "Vi trovo piuttosto intrigante, principessa, se devo dire la verità."

Astrid non poté fare a meno di arrossire.
L'espressione sul volto del principe di Estelle era completamente trasparente, non sembrava neppur voler nascondere la verità della sua affermazione.
È una parte di lei era lusingata da ciò, sebbene la sua parte più razionale non potesse fare a meno di trovare quella sensazione completamente folle, terribilmente rischiosa e assolutamente inappropriata.
Una risata le sfuggì dalle labbra.

"Che cosa mi avete fatto, Lionel?" chiese, "Potrei quasi sospettare che mi abbiate lanciato un sortilegio."

"Potreste biasimarmi, se l'avessi fatto?" rispose lui, accarezzandole la guancia, "Voi mi avete stregato fin dalla prima volta che vi ho parlato."

Astrid non poté che arrossire, lasciandosi andare a un piccolo sorriso.

"Rammentate la sera del ballo dell'incoronazione di vostro fratello?" le domandò.
Quando lei annuì, lui sorrise. "Vi confesso una cosa, Astrid...Quella è stata forse l'unica volta in cui ho provato gelosia nei confronti di Nikolaj."

"Per quale motivo?" gli chiese lei in tutta risposta.

Ridacchiando, lui scosse la testa, e le lanciò un'occhiata profonda. "Credevo l'aveste capito."

Per un momento, la principessa rimase confusa, poi, tutto ad un tratto, capì a che cosa si stesse riferendo.
Sgranò gli occhi, e con la voce emise un suono di sorpresa.

"Dite davvero?"

Lui annuì.
"Non appena vi ho conosciuta, ho invidiato mio fratello per la sua fortuna" le disse, "Fra le dame che ho conosciuto—e fidatevi, ce ne sono state diverse—nessuna mi ha mai colpito quanto voi."

Astrid ridacchiò. "Siete sicuro di non stare dicendo queste cose per sedurmi, Lionel?"

"Vi dispiacerebbe?" replicò il principe, facendole un altro dei suoi affascinanti sorrisi, "Non credo siate molto affezionata a Nikolaj, dopotutto, dato che mi avete chiesto di baciarvi. Se io fossi in lui, d'altronde, non vi avrei lasciata sola con me, quindi forse la colpa è sua."

"Non credo che a Nikolaj importi molto di me" ammise Astrid, "Oltre al mio titolo, naturalmente. Avrei dovuto immaginarlo, ma ecco...in fondo, ho sempre sperato che qualcuno mi avrebbe amata per come sono, e non per la mia corona."
Sospirò, facendo un mezzo sorriso. "Penserete che sia una stupida..."

"No, non lo penso affatto" le rispose lui, sorprendendola. "Una ragazza come voi merita quantomeno il rispetto del suo sposo."

"Temo di non meritarlo più, da Nikolaj..." Astrid fece una risatina velata di malinconia, "L'ho tradito prima ancora di sposarlo."

"La scelta è vostra, principessa" le rispose Lionel, "Se desiderate che io mi faccia da parte, lo farò, per quanto potrei aver bisogno che siate voi a darmi una spinta...non so se riuscirei ad andarmene di mia volontà." 

Il principe le stava dando una scelta.
Poteva scegliere di dimenticare quella seppur breve storia ed essere la fedele moglie di Nikolaj, oppure poteva dire a Lionel di rimanere, poteva baciarlo ancora, e vedere come andava a finire.

Fu questione di un attimo perché si rendesse conto che c'era solo una scelta possibile, e quella decisione l'aveva già presa, nel momento esatto in cui aveva chiesto a Lionel di baciarla.
Non avrebbe più potuto essere felice in un matrimonio di convenienza, dopo aver provato il calore e la passione di un bacio d'amore.

"Non posso..." gli rispose infine, premendo le labbra contro le sue, "Non posso mandarvi via."

In tutta risposta, Lionel ricambiò il suo bacio, rendendolo ancora più intenso.
"Sapete..." sospirò, "speravo che avreste detto così...Sono piuttosto curioso di conoscervi meglio, principessa."

Astrid ridacchiò, le guance arrossate.
"E...che cosa proponete, principe?" chiese, con la voce a malapena un sussurro.

"Vi propongo di continuare a vederci, anche una volta approdati ad Estelle" ripose lui, "Che altra scelta ho, se voi non mi dissuadete?"

"Siete davvero difficile da rifiutare..."

"Ne sono lieto" replicò lui, sorridendole con fare compiaciuto, "Sarebbe stato difficile mantenere la promessa di starvi lontano."

Quando la tempesta si fu calmata, Astrid e Lionel ritornarono sul ponte della nave.
Non sarebbe stato saggio indugiare a lungo nelle stanze di lui, dunque lasciarono la cabina poco dopo che le acque erano tornate tranquille, per timore che a qualcuno venissero dei sospetti. 

Poco dopo, anche Nikolaj uscì all'aria aperta.

Il suo viso aveva assunto un colorito pallido. Astrid non trovò altra spiegazione se non che doveva essere stato male. Dopotutto, Lionel le aveva detto che il fratello non era un amante della navigazione, e la pioggia doveva aver solo peggiorato il tutto.

La principessa non poté fare a meno di sentirsi un po' in colpa, avendo baciato il minore dei due mentre il maggiore, suo promesso sposo, se ne stava chiuso nella sua cabina a rigettare la sua intera colazione in un secchio.

Non durò a lungo, tuttavia, dopo che alla domanda di lei "Vi sentite bene, Vostra Altezza?" il principe ereditario aveva riposto con uno sbuffo, prima di voltarsi e allontanarsi.

"Accade spesso, non prendetela troppo a male" la rassicurò Lionel, in piedi dietro di lei.
Lo sentì inclinarsi in avanti, finché le sue labbra non sfiorarono il suo orecchio.
Ridendo sotto i baffi, il principe le sussurrò "Sapete...sto iniziando a credere che a Nikolaj non piaccia quasi nessuno. Temo di non essere poi così speciale, dopotutto." 

"Non preoccupatevi, Vostra Altezza" Astrid fece attenzione a non usare il suo nome, avendo visto uno dei membri dell'equipaggio che si era avvicinato per fare un nodo ad una corda.
Si scostò dalla sua presa prima che l'uomo potesse notare la loro vicinanza, e si voltò, in modo da trovarsi faccia a faccia con Lionel. "Se non a vostro fratello, a qualcuno dovrete pur piacere."

"Mi consolate" rispose lui, ammiccando. Poi, a voce più bassa, mormorò  "Che cosa farei mai senza di voi, principessa?"

Astrid lo spinse via leggermente, costringendosi a trattenere una risata.
"Vostro fratello ha ragione, principe" disse, "Siete davvero un ottimo buffone."

"Credo vi stiate confondendo" la corresse lui, "Quello me l'avete detto voi."

"Dunque, ora ho la conferma di ciò che avevo pensato."

Astrid dovette sforzarsi per mantenere un'espressione impassibile, e il sorrisetto divertito di Lionel non aiutava. Neppure quando lei gli lanciò un'occhiataccia il principe smise di ridersela sotto i baffi.

La principessa decise di non prestargli attenzione, così si girò a guardare l'orizzonte.
Erano in completo mare aperto, senza alcuna terra in vista, e i gabbiani volavano in cielo, di tanto in tanto tuffandosi tra le acque, per poi ritornare in aria con dei pesciolini nel becco.

Doveva essere bello, volare, pensò. Non c'erano barriere, in cielo, e neppure regole e costrizioni, né persone che potessero dire agli uccelli cosa fare.

"Che cosa guardate, Astrid?"

Non ebbe bisogno di voltarsi per rendersi conto che Lionel si era messo in piedi accanto a lei.

"La libertà" gli disse. Sentiva che avrebbe capito, forse perché lui era un po' come lei, un'anima che voleva di più dalla vita di ciò che gli era stato imposto.
"Non desiderate mai...fuggire via? Volare in alto, come i gabbiani, e non tornare più a terra?"

"Sapete, forse non potremo mai volare via..." disse lui, "ma non vuol dire che non possiamo trovare la libertà. Guardate la vastità del mare, e immaginate tutto ciò che c'è sopra e sotto di noi...Infondo, siamo minuscoli a confronto con l'immensità del mondo. Forse non siamo poi così importanti, per quanto le nostre famiglie possano averci fatto credere il contrario, e se anche non seguissimo alla lettera tutto ciò che ci viene imposto, che cosa potrebbe mai succedere? I mari e i fiumi avrebbero ancora le loro acque, pullulate di pesci. Il sole sorgerebbe comunque in cielo, e così le stelle e la luna brillerebbero ogni notte. Dunque, che male farebbe al mondo la nostra libertà? Io credo che potremmo essere liberi, se lo volessimo. Voi che ne pensate?"

Le parole di Lionel avevano fatto affiorare un sorriso sul viso di Astrid.
"Mi piacerebbe molto" disse, "Ma...temo che potrebbe non essere così semplice. Non vi sentite come se vi stessero sempre osservando, pronti a giudicare ogni vostra mossa?"

"In tal caso, dovremo trovare un luogo in cui nessuno ci guardi" suggerì il principe, sorridendole, "Per vostra fortuna, nessuno entra nelle stanze della famiglia reale senza permesso."
Si piegò di lato, verso di lei, avvicinando le labbra al suo orecchio.
"Per vostra fortuna," sussurrò, "e, se posso permettermi, anche per la mia."

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