III. Una nave in mare aperto

Astrid non sapeva per quanto tempo era stata al fiordo con Lionel.

Così com'erano vestiti, sarebbero potuti passare per dei cittadini qualunque, e nessuno aveva pensato di disturbarli, così erano rimasti ad ammirare il paesaggio, seduti fianco a fianco, forse troppo vicini perché fosse appropriato, ma in quel momento non importava.

Era da anni che Astrid non si sentiva così felice.

Fin da prima che i suoi genitori morissero e Magnus salisse al trono, la sua vita era stata per la maggior parte decisa da altri. Erano il re, la regina e i suoi tutori a dirle cosa fare, e lei aveva sempre dovuto obbedire. Aveva imparato a farlo, tanto che ormai non le pesava più.
O almeno così aveva creduto, fino a quel giorno. Era da quando era piccola che non faceva qualcosa di così impulsivo, di così spontaneo...Non aveva mai riso così tanto come quel giorno, stando con Lionel.

Quando le campane avevano suonato il mezzogiorno, e si erano resi conto di dover andare, le era dispiaciuto lasciare il fiordo.

Per un momento, si chiese come sarebbe stato se se ne fossero andati, solo loro due, lasciando tutto indietro. Durò solo un attimo, tuttavia. Quelli potevano essere i pensieri di una ragazza qualsiasi, ma lei era più di quello. Era la principessa di Merithia, unica erede di suo fratello, e scappare sarebbe stato da codarda. Se fosse fuggita, avrebbe condannato un intero regno, e Astrid sapeva bene di non poterlo fare.
E d'altronde, si disse, Lionel non avrebbe mai acconsentito. Quale folle rinuncerebbe a vivere in un grande e ricco castello, con servitori che si curavano di ogni suo bisogno, per una persona che aveva appena conosciuto?

Astrid non poté fare a meno di ridere a quel pensiero.

Lionel si voltò verso di lei con sguardo confuso, e pareva intento a trattenere una risata.

Forse era davvero diventata folle, pensò, ma dopotutto, non le importava. Se era così che si sentivano i folli, allora che così fosse.

Avevano cavalcato lungo la via di ritorno al castello, separandosi, non appena arrivati, per andare ognuno nelle proprie stanze a cambiarsi gli abiti per il pranzo.

Quando Astrid entrò nella sala, vide Magnus e Nikolaj già seduti al tavolo.
Di Lionel non c'era ancora traccia.

La principessa fece una riverenza, e prese il suo posto tra il fratello e il suo promesso sposo.

"Astrid" la salutò Magnus, "Stavamo giusto parlando di te."

"Sono compiaciuto che ci abbiate raggiunto, Vostra Altezza" disse Nikolaj, "Temevo avreste tardato come mio fratello."

"Perdonatemi, dovevo...scegliere un abito adatto."

Non voleva dire loro che aveva passato del tempo con Lionel. Sembravano non saperne niente, ed era meglio così. Sperava che il principe non ne facesse menzione, quando sarebbe arrivato.

Avevano già cominciato a mangiare, quando Lionel finalmente giunse nel salone da pranzo.

"Vostra Maestà, Vostra Altezza" disse, chinando il capo in segno di saluto, poi spostò la sua attenzione su Nikolaj. "Fratello" lo salutò, andando a sedersi al suo fianco.

Nikolaj a malapena gli prestò attenzione, confermando ciò che Lionel le aveva raccontato. Non sembrava esserci molto affetto fra i due principi di Estelle.

Per una frazione di secondo, lo sguardo di Astrid incrociò quello di Lionel, e i due si scambiarono un impercettibile sorriso.
Il luccichio complice negli occhi di lui la rassicurò che non avrebbe menzionato il loro incontro di quel giorno ai loro fratelli.

Astrid non parlò molto durante il pasto, limitandosi a mangiucchiare qualche fetta di carne e dare un sorso al suo vino.

Anche Lionel, d'altronde, non sembrava molto entusiasta di essere lì, mentre Nikolaj e Magnus discutevano dei preparativi per le nozze.
Le chiesero la sua opinione a riguardo, una o due volte, ma non per più di qualche dettaglio, facilmente risolvibile con qualche parola. Non le interessava neppure molto, dopotutto.
La cerimonia sarebbe certamente stata splendida—il padre di Nikolaj non avrebbe voluto altrimenti—e, se fosse stata anche in minima parte simile al ballo della giornata precedente, altrettanto tediosa.

"Stai bene?"
Magnus si era avvicinato a lei, parlando a voce bassa, affinché solo lei potesse sentirlo.

"Si..." rispose lei, "Io...sono solo nervosa, immagino."

"Vieni con me" disse lui.

Si alzò, dicendo a Nikolaj e Lionel che lui e la principessa dovevano assentarsi.
Astrid lo seguì fino al suo studio, che era stato di loro padre prima di lui.

Una volta che la porta si fu chiusa dietro di loro, Magnus parlò.
"Non sono cieco, sorella. Mi rendo conto che non sei emozionata all'idea di sposare Nikolaj." Sospirò. "Non presumo di saperne il motivo, ma sono pur sempre tuo fratello, Astrid" le disse, "Sai che non posso annullare il matrimonio, e che dovrai sposare il principe, ma...tenterò di aiutarti, se mai avessi bisogno di qualcosa."

"Lo so, Magnus."
Lei non poté fare a meno di sorridergli, seppur con un velo di tristezza.
Anche l'espressione di lui era mesta. Astrid si rese conto dal modo in cui evitava di guardarla negli occhi che lui non le aveva detto tutto ciò che aveva in mente.  
"C'è qualcos'altro che devi dirmi, fratello" gli disse allora—forse, così, le avrebbe detto che cosa lo turbava—, "Ne sono certa. Dunque, di cosa si tratta?"

Magnus intrecciò le mani dietro la schiena, annuendo quasi impercettibilmente e lasciandosi sfuggire un sospiro.
"Andrai con il principe ad Estelle" le confessò infine, "Fra meno di una settimana, Nikolaj e suo fratello ripartiranno, e tu sarai con loro sulla nave."

Astrid non riusciva quasi a crederci. Ora, il momento che aveva temuto era diventato realtà, e per quanto lei non desiderasse altro che rimanere a Merithia, nel suo castello, con Magnus, non potè fare altro che annuire, e accettare la decisione del re.

"Capisco, fratello" lo rassicurò, vedendo che il ragazzo sembrava abbattuto, "Non te ne devi fare una colpa. Entrambi abbiamo sempre saputo che non avremmo potuto scegliere a chi saremmo andati in sposi."

"Mi mancherai" le disse Magnus.

In quel momento, aveva lasciato cadere la maschera di re, ed era tornato ad essere semplicemente il suo fratellino.

Astrid lo abbracciò, stringendolo forte a sé.

"Anche tu mi mancherai, Magnus" rispose, "Prometto di scriverti, quando mi troverò lì."

Così, una settimana dopo, Astrid si ritrovò su una nave diretta ad Estelle assieme ai principi Nikolaj e Lionel.

Il più vecchio dei due si era ritirato nella sua cabina poco dopo la partenza, senza neppure degnare il fratello e la promessa sposa di un secondo sguardo.

Astrid rimase così sola con Lionel.

Il giovane si appoggiò al parapetto della nave, sorridendo.

"Siamo di nuovo io, voi, e un paesaggio stupefacente" disse, facendole cenno di avvicinarsi. Quando fu in piedi accanto a lui, le sussurrò nell'orecchio "Dovete perdonare Nikolaj, principessa. Lui ha sempre detestato il mare. Siete fortunata che sia tornato nella sua cabina. Il mal di mare non è un bello spettacolo."

Le sue labbra erano ancora curvate in un sorriso divertito, quasi canzonatorio, mentre parlava di suo fratello.

"E voi?" chiese la principessa, ricambiando il sorriso, "Spero che non abbiate intenzione di vomitarmi addosso, Vostra Altezza."

"Vi posso assicurare che non era mia intenzione" rispose Lionel. Fece un piccolo inchino, e si portò la mano di lei alle labbra, lasciando un leggero bacio sul dorso di essa.
"Invece," continuò il giovane, "posso offrirvi di fare una passeggiata sul ponte. A meno che non preferiate rimare qui ad ammirare il fiordo, naturalmente. In tal caso, comunque, non avrei di che lamentarmi."

"Deve piacervi molto la mia compagnia" scherzò la principessa, sforzandosi di trattenere un risolino.

"Non potrete biasimarmi" replicò lui, "Mi fareste davvero scegliere fra il passare del tempo con un'affascinante e intelligente donzella e il sedere sottocoperta mentre mio fratello vomita in un secchio?"

"D'accordo, d'accordo..." Astrid non poté più trattenersi, e si lasciò sfuggire una risata.
"Avete vinto" disse, appoggiandosi al parapetto accanto a Lionel, "Siete il benvenuto a rimanere. D'altronde, è la vostra nave, e mentirei se vi dicessi che mi dispiace la vostra compagnia."

"La nave di mio padre, per essere precisi" la corresse lui, "Ma sono felice di non annoiarvi, Vostra Altezza."

"Credetemi, siete l'ultima persona al mondo che potrei definire noiosa."

Lionel sorrise. "Mi lusingate, principessa."

La ragazza distolse gli occhi dalla terra, sempre più lontana, e guardò il giovane accanto a sé. "Sapete, presto vivremo sotto lo stesso tetto..." rifletté a voce alta, "Potete chiamarmi Astrid."

Il principe annuì, e si protese in avanti col viso, avvicinandosi pericolosamente a lei, tanto da farla arrossire.
"In questo caso, Astrid, vi prego di chiamarmi Lionel" le rispose, fissandola dritto negli occhi con quelle sue pupille blu come il mare d'inverno, e profonde come esso, pure.

Astrid avrebbe potuto perdersi in quegli occhi, per quanto tentasse di dirsi che non era giusto, e forse l'avrebbe fatto, se la nave di colpo non avesse barcollato, facendole perdere l'equilibrio e facendola finire tra le braccia del principe.

"Attenta, Astrid, avreste potuto cadere in mare" la ammonì lui scherzosamente, mentre la aiutava a rimettersi in piedi.

"In tal caso devo ringraziare voi, per avermi salvata" replicò la principessa, sorridendogli.
Avvicinò il viso al suo, e posò le labbra sulla sua guancia, dandogli un bacetto leggero.
"Grazie, Lionel."

Lui ricambiò il sorriso. "Ringraziatemi evitando di scivolare oltre il parapetto" suggerì.
Poi, avvicinò le labbra all'orecchio di lei, e parlò piano, in modo che solo Astrid potesse sentire. "Se volevate baciarmi," sussurrò, "dovevate solo chiederlo."
La ragazza si sentì il viso andare in fiamme, e la voce le si bloccò in gola.
Lionel scoppiò in una fragorosa risata. "Non preoccupatevi, non vi chiederei mai di farlo. Nikolaj sarà pure noioso, pieno di sé e troppo ambizioso per il suo bene, ma è pur sempre mio fratello."

"Dunque...non mi bacereste, se ve lo chiedessi?"

Astrid si sentiva stupida, ancor di più immaginando il rossore che doveva esserci sulle sue guance, ma si vide costretta ad ammettere a se stessa che una parte di lei era rimasta delusa dopo le ultime parole di Lionel.

Voleva essere baciata da lui?
No. Sì. Forse...Neppure lei sapeva bene che cosa voleva, abituata com'era al seguire per filo e per segno le istruzioni datele.

Lionel piegò la testa di lato, facendo un sorriso sghembo che le strappò una risatina.

Che fosse affascinante, non c'era dubbio, perché lo era. Forse anche più del fratello maggiore, con quella sua espressione di perenne allegria.

"Voi vorreste che lo facessi, Astrid?" le chiese, diminuendo la distanza tra i loro volti.
Le loro labbra quasi si sfioravano.
"Vorreste che vi baciassi?"

Avrebbe potuto muoversi un pelino più avanti, un movimento quasi impercettibile, e avrebbe provato la sensazione delle labbra di Lionel sulle sue.
Era come in bilico, chiedendosi se avrebbe dovuto, e si chiedeva se qualcosa, qualsiasi cosa, non potesse darle un segno.

Poi, una voce esclamò "Vostra Altezza, arrivano le piogge!"

Lionel si allontanò di scatto, guardandosi intorno con lo sguardo di un uomo che si è appena svegliato da un sogno.

Il momento si spezzò.

"Venite" disse il principe ad Astrid, porgendole il braccio, "Vi porto sottocoperta, sarete più al sicuro lì."

"Lionel..."

Astrid era confusa, e addirittura un pelino curiosa.
Voleva parlare di ciò che era successo—o meglio, che sarebbe potuto succedere se non fossero stati interrotti—, ma lui scosse la testa.

"Perdonatemi" le disse, "A breve sarete la moglie di mio fratello, non avrei dovuto comportarmi a tal modo. Non fa bene né a me, né tantomeno a voi, e mi scuso se vi ho turbata."

"Non mi avete turbata!" esclamò lei con foga, lasciandosi trasportare da quello che sentiva di dover dire, prima ancora di sapere dove sarebbe finita. "Sapete, penso di potermi fidare di voi, Lionel, dunque vi parlerò con chiarezza. Ammetto che mi avete leggermente stupita, prima, ma più parlate, più mi fate venire voglia di baciarvi e di farvi smettere di blaterare! Dunque, se siete d'-"

Prima che potesse terminare la frase, si sentì spingere contro il legno della paratia della nave, con le labbra di Lionel che premevano contro le sue.

Fu un bacio appassionato, come quelli di cui si leggeva nelle canzoni e nei poemi d'amore tra le dame e i cavalieri, un bacio pieno di desiderio, un bacio segreto, da amanti.

Era proprio così, dopotutto...

Mentre si baciavano, Astrid non poté fare a meno di sorridere.
Sentiva le gambe afflosciarsi, e se non ci fosse stato il principe a sorreggerla, forse sarebbe rovinata a terra come una bambola di pezza.
Il suo cuore batteva veloce, ed era certa che il suo viso fosse in fiamme.

Quando, alla fine, si separarono, Lionel prese un respiro, e poi ridacchiò. "Chi era che doveva smetterla di blaterare, principessa?"

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