II. Una stalla e un cavaliere
Astrid si svegliò presto la mattina, così da non imbattersi negli altri abitanti del castello.
Indossò gli stivali da cavallo, e si legò i capelli in una treccia per evitare che le finissero davanti agli occhi mentre cavalcava.
Come aveva sperato, non incrociò quasi nessuno sulla via per le stalle, se non qualche servo che si accingeva a pulire o cucinare.
Tuttavia, al contrario di quanto avesse immaginato, le stalle non erano vuote quel giorno.
Un ragazzo si trovava già lì.
Era girato di spalle, intento a nutrire uno degli animali, e non si accorse di lei.
Doveva esse lo stalliere, si disse Astrid, ma decise di non disturbarlo.
Sapeva già dove si trovava il suo cavallo, dopotutto, e non c'era bisogno che lui l'aiutasse, così, voltandosi, si avviò verso il recinto in cui era tenuto.
"Sapete, avevo sentito molto parlare dei destrieri di Merithia, eppure non mi aspettavo di avere l'occasione di vederli. Magnifici animali, non credete?"
Astrid girò la testa, credendo che qualcuno le stesse parlando, ma non vide nessuno...oltre al ragazzo della stalla, che ancora non riusciva a vedere in viso.
Eppure doveva essere a lei che si era rivolto, pensò, dato che il luogo era deserto salvo per loro due.
"Siete arrivato qui da poco?" chiese dunque, voltandosi completamente verso di lui.
Sembrava ancora impegnato con il cavallo, tuttavia, e Astrid si chiedeva se la stesse ascoltando.
"Sì, si potrebbe dire che è così."
Il ragazzo accarezzò il muso del cavallo, che fece un leggero sbuffo di apprezzamento.
"Ci sapete fare con i cavalli..." notò Astrid, "Eppure non pensò di avervi mai incontrato. Siete un nuovo stalliere?"
"No, sono il principe di Estelle" rispose lui, ridacchiando tra sé e sé.
Astrid non poté fare a meno di sorridere. "Fate in modo che il principe Nikolaj non ve lo senta ripetere. Non credo ne sarebbe entusiasta."
"Oh, fidatevi, so che non lo è."
Astrid aggrottò un sopracciglio. "Che cosa intendete dire?" chiese, confusa.
In tutta risposta, lui si voltò, appoggiando il braccio al recinto del cavallo, e fece un sorrisetto compiaciuto. "Vedo che vi ho sorpresa un'altra volta, principessa."
Astrid rimase sbalordita.
"Siete voi?!"
"In carne ed ossa" annuì il ragazzo, "Vi ringrazio ancora una volta per il ballo di ieri sera. La festa sarebbe stata tremendamente noiosa senza di voi."
"Io..."
La principessa non sapeva più che dire. Era rimasta come paralizzata, e sentiva già le guance che le diventavano rosse per l'imbarazzo.
"Non...non sapevo che il principe Nikolaj avesse un fratello."
Avrebbe voluto che il terreno la risucchiasse non appena le parole le uscirono dalla bocca. Com'era stupida, certo che lo sapeva! Era da tutta la vita che i precettori le impartivano lezioni sulle famiglie reali e i loro membri.
"Insomma...lo sapevo," si corresse impacciatamente, "ma...scusatemi, non credevo sareste venuto...non ne ero stata informata."
Cercò di fare una riverenza, seppur goffamente.
"A Nikolaj io non piaccio molto" rispose lui con una risata divertita, "Ritiene che sarei più adatto a fare lo stalliere che il principe. Posso immaginare perché non vi abbia parlato di me, anche se non posso dire di non essere un tantino deluso."
Fece una finta espressione triste, facendola ridere, poi le fece un inchino di saluto, tornando a quel suo sorrisetto divertito.
"Principe Lionel. Al vostro servizio, Vostra Altezza."
"Devo ammettere che se non foste un principe, potrete essere un ottimo giullare di corte."
"Lo prenderò per un compimento" rispose lui, unendosi alla sua risata.
"Andate a cavallo?" le chiese poi.
Astrid annuì.
"Perché non andiamo insieme, dunque?" suggerì, aprendo la porta del recinto e portandone fuori il cavallo che aveva da poco nutrito, "Vi prometto che non intendo uccidervi nella foresta, se è questo che vi preoccupa."
La principessa si lasciò sfuggire un altro risolino, coprendosi la bocca col palmo della mano.
"D'accordo, vi prendo sulla parola" accettò infine.
Andando verso la stalla dov'era tenuto il suo destriero color cannella, si voltò un attimo.
"Vado a preparare il mio cavallo" disse a Lionel, "Non andate senza di me, mi raccomando."
Si diresse verso il recinto, con l'intento di sellare il cavallo e raggiungere il ragazzo non appena avesse finito, ma presto si rese conto del rumore di passi dietro di lei.
"Mi state seguendo?" chiese, senza voltarsi per non fargli vedere il sorriso divertito che era apparso sulle sue labbra.
"Vi crea disturbo?" chiese lui in risposta, col tono allegro che pareva impregnare sempre la sua voce.
Astrid non poté a meno di farsi sfuggire un risolino, e scosse la testa, continuando a camminare.
Lionel si appoggiò al muretto vicino al recinto mentre lei lo apriva, facendone uscire la sua cavalcatura.
Tentò di metterle la sella, ma per quanto ci provasse, non riusciva ad allacciarla in modo che stesse ferma al suo posto.
Si lasciò sfuggire un grugnito infastidito, e, nonostante avesse sperato il contrario, Lionel lo udì.
"Sapete, potrei aiutarvi a sellarlo più velocemente" suggerì, "Sempre che voi non preferiate farlo da sola."
"Ecco..." Astrid non era certa che fosse appropriato, immaginando già la prossimità alla quale si sarebbero trovati, ma d'altro canto, la prospettiva non le dispiaceva del tutto.
Solo per questa volta, si ripromise, prima di annuire. "D'accordo, fatemi vedere."
Alla sua risposta, il principe si avvicinò, mettendosi dietro di lei e prendendole le mani con le sue.
"Vedete, non è poi così complicato" le disse, guidandola nei movimenti, finché la sella non fu perfettamente legata al dorso del cavallo.
Astrid annuì, facendo segno che aveva capito, mentre con la mente ringraziava il cielo che lui non potesse vederla in viso, dato che si sentiva le guance in fiamme.
"Dovremmo andare" si riscosse infine, allontanandosi da Lionel, "Prima che venga l'ora del pranzo, intendo."
"Non vorrei certo farvi perdere un pasto" replicò lui, "Anche se passare più tempo qui con voi non mi dispiacerebbe, in verità."
Si diresse verso il proprio cavallo mentre Astrid montava sul suo, accarezzando la sua criniera color del miele.
Il cavallo nitrì, muovendo la testa verso il principe e il suo destriero, nero come i suoi capelli.
"Sta' zitto..." sbuffò Astrid, poi diede di speroni. "Andiamo!"
Sfrecciò davanti a Lionel, che però non ci mise molto a riprendersi.
"Ehi, non è leale!" le gridò dietro.
Lei rise, immaginando che anche lui non poteva star facendo diversamente, e gli gridò in risposta. "Venite a prendermi, dunque, se ne siete capace!"
I cavalli corsero giù per l'altura su cui si ergeva il castello, fino ai fiordi che vi si trovavano dietro, percorrendo tutta la lunghezza della spiaggia fino a dove l'acqua interrompeva il lido.
Astrid arrivo prima, raggiunta pochi secondi dopo da Lionel, che saltò a terra con un sorriso.
"Bella corsa" disse, porgendole la mano per aiutarla a scendere da cavallo.
"Deluso di aver perso, Vostra Altezza?"
"Non molto" rispose lui, rivolgendole un sorrisetto, "Mi darete la rivincita, un giorno o l'altro."
"Sembrate sicuro, per un uomo che ha appena perso" lo provocò lei.
"Aspettate solo di arrivare ad Estelle, principessa" replicò lui, senza smettere di sorridere, "Lí, sarò io ad essere in vantaggio."
Alla menzione del suo trasferimento, Astrid non poté fare a meno di intristirsi.
Sapeva che avrebbe dovuto andarsene dalla sua casa, un giorno, eppure non aveva ancora realizzato quanto quel futuro fosse diventato vicino. Presto sarebbe partita, e si sarebbe sposata con un uomo il cui solo sguardo le faceva venire foglia di allontanarsi da lui.
"Scusatemi, non intendevo farvi preoccupare."
La voce di Lionel la riportò alla realtà.
Astrid si sentì stupida. Per un momento, aveva dimenticato di essere ancora con lui sulla spiaggia del fiordo, e si era lasciata trascinare dai suoi pensieri.
"No, perdonatemi voi...Sto bene."
Il principe non sembrava del tutto convinto, ma non insistette.
"Sono felice di avervi conosciuto." Le era venuto spontaneo dirlo, non ci aveva neppure pensato, ma sentì le guance arrossire non appena ebbe pronunciato quella frase.
Astrid era sempre più imbarazzata, ma Lionel d'altro canto sembrò compiaciuto dalle sue parole.
"Lo sono anche io," le rispose, facendola arrossire ancora di più di quanto già non lo fosse, "Siete stata una piacevole compagnia. Se solo non foste promessa a mio fratello..."
Si fermò prima di terminare la frase.
Astrid si chiedeva che cosa avesse voluto dire, ma si trattenne, temendo di dire qualcosa di sbagliato. Invece, andò a sedersi su una roccia in riva all'acqua.
"Vi mancherà qui?"
Lionel era venuto a sedersi accanto a lei, e guardava l'orizzonte, dove il mare e il cielo sembravano diventare un tutt'uno.
La principessa annuì. "Non posso negarlo...ma sono felice di poter vedere il vostro regno. Sono certa che dev'essere meraviglioso."
"Estelle non è male" disse lui, spostando lo sguardo su di lei, "Ma sapete, c'è qualcosa di affascinante in questo luogo."
Gli occhi azzurri di Astrid si persero nel brillante blu di quelli di Lionel, e la ragazza sorrise.
"Avete ragione...È davvero mozzafiato."
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