capitolo ventuno
FABIEN
Sbadigliò, mentre versava il caffé nella piccola tazza e rimase in ascolto dei rumori che provenivano dalla casa, poggiandosi poi al bancone della cucina e osservando l'altro occupante dell'abitazione fare la sua apparizione nella cucina: "Ah, sei ancora vivo" dichiarò sua nonna, fermandosi sulla soglia della porta e guardandolo.
Fabien sorrise, sorseggiando il suo caffè: in effetti era un po' di giorni che non dormiva lì e vedeva sua nonna di sfuggita.
Tranne la sera precedente, nell'ultima settimana aveva quasi sempre dormito da Sophie o, meglio, con Sophie.
"Buongiorno, nonna" la salutò, posando la tazza vuota nel lavello e sentendola sbuffare alle sue spalle.
"Buongiorno le mie palle" borbottò la donna, affiancandolo e preparandosi il proprio caffé: "Dormi fuori, ti presenti così. Dove pensi di essere?"
"A casa mia" decretò Fabien, intrecciando le braccia al petto e guardandola: "Ho dormito fuori solo qualche notte, e sai il perché."
"Non mi sembra che scopare faccia parte nel tuo lavoro."
Rafael sorrise a quell'affermazione: in verità con Sophie avevano fatto tutto tranne che quello. Datosi piacere a vicenda? Oh, quello sì. Assolutamente.
Sophie era incredibile con le sue mani, però non aveva ancora voluto passare alla fase successiva: fare sesso mentre poteva succedere qualcosa alla fattoria di lei non gli pareva molto professionale, anche se Sophie faceva di tutto per fargli cambiare idea.
"Non siamo ancora a quel livello" commentò alla fine, scuotendo il capo e vedendo quello di Adeline scattare verso l'alto.
Sua nonna lo fissò con gli occhi sgranati e la bocca aperta, portandosi poi una mano all'altezza del cuore: "Come? Ma te l'hanno insegnato come si fa?" gli domandò, allontanandosi da qualche passo e avvicinandosi al tavolo: "Posizione migliore quella da dietro: la prendi poi per i capelli e cominci..."
Fabien inspirò, osservando sua nonna mimare l'atto sessuale con i tavolo: aveva posato le mani sul bordo e muoveva i fianchi come se fosse stata l'uomo della situazione: "Ma tu sei sicura che papà non fosse adottato?" le chiese, vedendola scuotere il capo.
Era strano pensare a suo padre, serio e tutto d'un pezzo, cresciuto da una donna del genere.
"Sicurissima" bofonchiò sua nonna, storcendo appena la bocca: "Ha preso tutto da tuo nonno, serio come un palo nel culo, almeno fino a quando..." Adeline sorrise, ricominciando a muovere i fianchi: "Quanto si dava da fare il tuo nonnino, dio l'abbia in gloria."
"Penso che ci sia qualcosa di sbagliato nella tua frase" mormorò Fabien, avvicinandosi alla sedia e prendendo la giacca, infilandosela anche se le temperature cominciavano ad aumentare e il caldo si faceva già sentire.
"Lo pensi tu" commentò Adeline, incrociando le braccia e lasciando perdere le avances al tavolo: "Come va con la tua bella?"
"Una situazione di merda" bofonchiò Fabien, storcendo la bocca: c'era stato un altro danno alla fattoria, stavolta all'orto che Sophie stava coltivando con cura e amore sul retro.
Parte delle coltivazioni della donna erano state distrutte e questa volta non poteva, in nessun modo, essere addossata la responsabilità agli animali: prima di tutto non potevano accedere a quella parte del giardino e poi le impronte degli scarponi facevano bella mostra di loro fra le piantine di lattuga, brutalmente massacrate.
Si erano fatti audaci, fin troppo per i suoi gusti.
Sophie aveva chiesto aiuto al trio dentiera e loro le avevano fornito nuove piantine che lei aveva subito sistemato.
La sera precedente lo aveva anche mandato a casa, a riposare come gli aveva detto, sicura che non si sarebbe azzardati ad andare lì due sere di seguito: il fatto che lui non aveva ricevuto chiamate sembrava aver dato ragione alla donna, anche se finché non l'avesse sentita non sarebbe stato tranquillo.
"Beh, se non la..."
"Intendevo la sua fattoria" la interruppe subito lui, scuotendo il capo e guardando la nonna, mentre intrecciava nuovamente le braccia.
"Ed io intendevo il rapporto con lei" borbottò Adeline, imitando la sua posa: "Non te la scopi, va bene, sei un po' bigotto ma non ci si può far niente, almeno l'hai portata fuori? Un appuntamento?"
Ovviamente...
"No" Fabien storse la bocca, spostando il peso da un piede all'altro: non gli era nemmeno venuto in mente, troppo impegnato da quello che stava succedendo alla fattoria di Sophie e trovando molto più appagante stare con lei, nella sua casa: "Sai, io..."
"Sai, io.. cosa? Le mie palle!" sbottò Adeline, avvicinandosi a lui e puntandogli l'indice al petto: "Ma che schifo di essere umano sei? Portala fuori, falle fare il giro del paese."
"Cinque minuti si possono considerare un appuntamento?"
Fabien fu certo che sua nonna ringhiò, prima di dargli una manata sulla spalla: "Portala a cena fuori, allora" borbottò la donna, aggiungendo un secondo colpo sulla pancia: "Ma ti devo dire io come comportarti?"
"Vado a lavoro" Fabien sorrise, chinandosi e baciando la guancia della donna: "Ciao, nonna."
La sentì borbottare un saluto, mentre lui usciva di casa: prese la macchina e si diresse, in pochi minuti, al suo ufficio.
Le gioie di vivere a Fourcès.
Aprì le imposte, leggendo velocemente il biglietto che gli aveva lasciato la donna delle pulizie e poi sospirò, osservando la documentazione che doveva ancora finire di compilare e mandare alla centrale di Auch per richiedere alcuni permessi.
Si sistemò alla scrivania, posando il cellulare vicino ai fogli e guardandolo, prima di riprenderlo e chiamare il primo contatto della lista: "Giuro, se era partita una chiamata è colpa di Tulipe" squittì Sophie, rispondendo al primo squillo: "Stava giocando sul cellulare e non me n'ero accorta."
"Perché Tulipe stava giocando con il tuo telefono?"
"Ho smesso di farmi domande su quell'oca" sbottò Sophie, mentre la diretta interessata starnazzò: "Che c'è, detective? Ti sono mancata stanotte?"
Oh sì, decisamente era stato frustrante dover occuparsi di se stesso da solo.
"Tutto a posto?" le domandò, cambiando completamente discorso e volendo accertarsi che lei fosse sana e al sicuro.
"Sì. Fidati, se succedesse qualcosa sei il primo che chiamerei" Sophie rise e lui afferrò una penna, incastrando il cellulare fra la spalla e l'orecchio, mentre prendeva uno dei documenti che doveva sistemare: "Non mi hai risposto" puntualizzò Sophie, facendolo sospirare.
"Stavo pensando..."
"Dicono che pensare fa male" lo fermò Sophie, facendogli alzare gli occhi al cielo.
"Puoi farmi finire?" le chiese, leggendo velocemente il foglio e poi passandosi la lingua sulle labbra: "Hai voglia..."
"Sì, tanta" Sophie lo interruppe nuovamente e quelle due parole sospirate con tutto il desiderio che aveva, arrivarono dritte a una parte del suo corpo: "Ma qualcuno è in appostamento" continuò lei, sputando fuori il resto.
"Perché devi rendermi difficile anche invitarti fuori?"
"Sì Accetto!" Sophie trillò allegra, facendolo sorridere per la velocità con cui lei aveva accettato: "Ti avviso, solo per questa volta, sarò una che la dà al primo appuntamento."
"Sophie..." sospirò il suo nome, mentre sorrideva: aveva paura a chiederle da quanto tempo era in astinenza, considerato quanto era famelica sembrava da parecchio...
Eppure lei gli aveva detto che aveva avuto un uomo: un cretino che l'aveva mollata poco prima che lei si trasferisse. Possibile che oltre che essere un deficiente patentato non sapesse nemmeno come soddisfare una donna?
Beh, ci avrebbe pensato lui a Sophie.
"Non sarai in appostamento, non puoi esserlo se esci con una" dichiarò Sophie, facendolo sorridere nuovamente e lasciar perdere l'ex di lei: andasse a quel paese quell'idiota, se adesso poteva averla per sé.
"Sai che potrei denunciarti? Ti va bene per dopodomani?"
"Assolutamente sì" Fabien la sentì sospirare nel telefono, una seconda volta: "Andiamo da Eloise? è l'unico ristorante qua, in fondo"
"In verità stavo pensando a un altro posto" le disse, picchiettando la penna sul tavolo: "Non è tanto lontano da qui, un'oretta di macchina."
"Esattamente cosa consideri lontano?"
"Ti devi abituare alle distanze di Fourcès" Fabien sorrise, guardando il lavoro che lo attendeva. Doveva lasciarla e fare il suo dovere: "Ci vediamo dopo."
"Va bene, detective" Sophie si fermò, lasciando andare poi un sospiro nel telefono: "Auguri con i soliti tre, prima ho visto Vincent e Garcia fare una corsa di trattori."
Fabien sbuffò, sentendo Sophie ridere dall'altra parte del telefono e si lasciò andare contro lo schienale della poltrona: se quello era il buongiorno, sarebbe stata una lunga giornata.
a/n: Ed eccoci a un nuovo giovedì, quindi nuovo capitolo di Un posto speciale! Sinceramente, avrei pagato per vedere il trio dentiera fare una corsa con i trattori.
Assolutamente!
Detto ciò, come sempre vi ringrazio tantissimo per tutto il supporto che mi date ogni volta.
Mi scuso per gli errori che sicuramente ho lasciato e, infine, vi do appuntamento a giovedì prossimo con un nuovo capitolo!
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