capitolo dieci

SOPHIE


"Perché lui è qui? Non lo vogliamo!"

Sophie alzò lo sguardo verso il cielo, lasciando andare un lungo e lento sospiro, prima di riportare l'attenzione sul bambino quasi centenario davanti a lei e l'uomo che, incurante delle proteste, stava armeggiando con il suo ingresso di casa.

Il signor Vincent quasi batté un piede per terra, nella perfetta imitazione di un moccioso capriccioso mentre i suoi degni compari lo spalleggiavano.

"Sto sistemando la porta" dichiarò Fabien, alzandosi e indicando il vetro rotto che stava cercando di togliere e, Sophie pensava, senza distruggere il resto della porta.

L'uomo incrociò le braccia, guardando il trio di vecchi e rimanendo in attesa.

"Non lo vogliamo" decretò Garcia, indicando Fabien da sopra la spalla di Vincent mentre il terzo annuiva con la testa: "Ci rovina tutto il divertimento!"

"Ma voi tre siete qui per aiutare o per giocare?" domandò Fabien, scuotendo il capo mentre Sophie lasciò andare l'ennesimo sospiro: poteva buttarli tutti fuori dalla sua proprietà? Sì, poteva ma aveva bisogno di loro.

Non si era aspettata di rivedere Fabien Richard dopo la scenata del giorno precedente e invece si era presentato quella mattina con la cassetta degli attrezzi e si era messo a lavorare, fermandosi solo quando lei gli aveva offerto una tazza di caffè.

Il trio dentiera, invece, la stava aiutando da prima e se quel posto sarebbe diventato una rendita, seppur piccola, lo doveva solo a loro.

Sì, cacciarli perché battevano i piedi come bambini e facevano i capricci le sembrava un po' irriconoscente, anche se stavano facendo troppo rumore e lei aveva un po' di video da registrare, così da portarsi avanti con il lavoro del canale che, finalmente, cominciava a darle qualche misera entrata.

"Secondo te?"

"Io dovrei registrare un video, andate a discutere lontano da casa mia!" decretò Sophie, ben attenta a scandire ogni parola e vedendo gli occhi di tutti puntarsi su di lei. Fabien Richard detective eccetera eccetera tornò in silenzio al suo lavoro e gli altri, borbottando qualcosa, se ne andarono verso i campi.

Forse aveva avuto il silenzio che le serviva per registrare i video.

Guardò un'ultima volta Fabien, osservandolo mentre con molta delicatezza toglieva i pezzi di vetro rotto, i movimenti delle mani erano lenti e sembrava essere molto attento a non fare nessun rumore.

Lei annuì e tornò in cucina, osservando tutto quello che aveva preparato sul tavolo: si trattava di un pasto completo che avrebbe preparato nella mattinata e che le avrebbe fornito materiale per ben quattro video.

Si toccò i capelli, provando a sistemarli e sperando che il trucco fosse ancora a posto, guardò poi la maglia larga che Eloise le aveva portato non appena aveva saputo del destino infausto a cui era andato incontro il suo armadio, assieme ad altri capi che le sarebbero stati utili mentre aspettava di riavere le sue cose pulite.

Certo, l'amica aveva una taglia differente ma, come diceva il proverbio, al cavallo donato non si guardava in bocca e poi tutto gli indumenti che aveva erano in lavatrice o ad asciugare, quindi la sua unica altra opzione era quella di girare in pigiama.

Purtroppo alcuni capi erano irrimediabilmente perduti, rovinati dal fango e da un lavaggio non proprio adeguato: una camicetta di seta bianca era finita nella spazzatura, troppo rovinata per recuperarla e lo stesso destino lo avevano subito un tubino nero e parecchi reggiseni.

Scosse il capo, cacciando via il pensiero di quello che aveva perso e avviò la registrazione, sorridendo all'obiettivo e cominciando l'introduzione del video per poi passare a spiegare quello che avrebbe preparato.

Cominciò a cucinare, ripetendo alcune operazioni più e più volte a causa degli errori fatti mentre parlava, fermandosi di tanto in tanto per riposarsi e controllare se la fotocamera stesse ancora registrando e la batteria non l'abbandonasse al più bello.

Alla fine, dopo aver ripetuto i saluti finali per la terza volta, lasciò andare un sospiro e chiuse la registrazione.

Avrebbe editato parte del lavoro quel pomeriggio e il resto nei giorni successivi, sperando che la registrazione fosse andata bene e lei non avesse buttato via un'intera mattinata.

Guardò tutto quello che aveva preparato, recuperando i piatti e apparecchiando la tavola nell'altra stanza, notando che Fabien non stava più lavorando alla porta e che il vetro rotto era stato sostituito con uno nuovo.

Sorrise, avvicinandosi alla porta e carezzando il piccolo cambiamento fatto, guardando poi nel giardino e notando che si era messo a sistemare le aiuole davanti la rimessa, sotto lo sguardo attento e predatore di Tulipe.

Forse l'aveva valutato male...

No, in verità no. Era colpa sua che l'aveva considerata come una nemica fin dal loro primo incontro, quello che stava facendo era solo l'ammenda per quel trattamento. Ecco.

Finì di sistemare la tavola e poggiò al centro i piatti che aveva preparato per i suoi video, guardando con soddisfazione il risultato finale.

"Il pranzo è pronto" urlò, non appena si affacciò dalla porta notando la testa di Fabien scattare nella sua direzione e annuire: lo vide dirigersi verso i campi e, poco dopo, tornò con il trio dentiera al seguito.

Sophie si fece da parte e guardò i quattro uomini entrare e accomodarsi al tavolo senza tanti complimenti: si sentiva come Biancaneve al ritorno dei sette nani, ma lei non era una principessa in fuga e i suoi aiutanti - se così li poteva definire - erano un terzetto di vecchi capricciosi e un detective colpevole del trattamento che le aveva riservato.

"Oh, oggi si mangia a modo" commentò Garcia, tagliandosi una generosa porzione di quiche e buttandola nel piatto, passando poi il vassoio a Vincent.

"Non ci sono verdure, vero?" le chiese quest'ultimo, assottigliando lo sguardo e fissando la torta salata come se, da un momento all'altro, le verdure potessero assaltarlo.

I bambini le avrebbero fatto meno storie, n'era certa.

"Lo sapete che avete un secolo per gamba?" disse Fabien, recuperando il vassoio e servendosi, prima di ridarlo a Vincent: "Non fate i bambini!"

"Ma non mi piacciono le verdure!" pigolò l'anziano, mentre Garcia senza tanti problemi aveva già cominciato a mangiare e si era servito anche una generosa porzione di arrosto e cipolle.

"Ma..."

"Coso! Mangia e non rompere" sbottò il terzo anziano, scuotendo il capo e infilandosi in bocca una generosa porzione di quiche: "Vedrai che con le verdure ti si alza meglio!"

"Signori..." sospirò Fabien, scuotendo il capo e guardandoli con lo sguardo torvo, ricevendo però in cambio qualche scrollata di spalle e borbottio senza senso.

"Mi ci sono abituata" mormorò Sophie, lasciando andare un sospiro e servendosi una dose doppia di insalata nizzarda: conoscendo i suoi ospiti avrebbero toccato quel piatto solo se sotto minaccia di vita, ed era quasi certa che avrebbero preferito morire.

"Buono" mormorò Fabien, dopo aver buttato giù un boccone di arrosto e infilzandone subito un altro: "Mi dispiace per quegli idioti che ti hanno licenziata."

"A me per niente" decretò Sophie, rendendosi conto che non sentiva per niente la mancanza del suo vecchio lavoro: da quando era stata buttata fuori, non aveva mai sentito il bisogno di tornare in quelle mura e far vedere che lei valeva di più, soprattutto da quando era a Fourcès qualsiasi pensiero riguardante il ristorante a Barcellona era sparito.

Le rodeva essere stata silurata in quel modo? Sì, un po' ancora le faceva male ma le giornate erano piene e il canale Youtube la stava assorbendo ogni giorno di più.

Voleva essere creativa e non sembrare l'ennesimo di canale di cucina del sito, quindi studiava ogni giorno piatti diversi e combinazioni che non aveva visto proposte da nessuno.

Appena possibile, poi, voleva cominciare a mostrare anche i frutti della sua terra e creare ricette con quelli.

Non vedeva l'ora.

"A che punto siete con i campi?" domandò, giocherellando con i pezzetti di mela che aveva messo nell'insalata e infilzandone uno con la forchetta, assieme a una foglia di lattuga sporca di glassa all'aceto.

"Per la fine della settimana abbiamo finito con la semina" commentò Vincent, pulendosi la bocca e sorridendole, mentre le metteva una mano sulla spalla e gliela stringeva con dolcezza: "Ce la faremo, ragazza."

"Sì" Sophie annuì con la testa, sorridendo appena e portando la sua attenzione sul piatto: era come se le fosse stata messa una coperta sulle spalle e messa fra le mani una tazza di latte caldo, proprio come aveva fatto Fabien il giorno precedente.

In quel paesino sperduto di campagna sentiva di aver trovato quello di cui aveva bisogno e che, forse senza volere, aveva cercato fin da quando era andata via di casa, iniziando il suo percorso da adulta.

Adesso, forse, lo aveva trovato e se n'era resa conto grazie a tre vecchietti dagli atteggiamenti infantili e un detective che sembrava aver preso un po' la sua natura burbera.

Fourcès poteva essere il posto che avrebbe chiamato casa.


a/n: ed eccoci qua con un nuovo capitolo di Un posto speciale e, soprattutto, con il trio geriatrico più idiota che avessi mai potuto creare.

Non mi dilungo tanto e passo subito alle informazioni importanti: la settimana prossima non ci sarà un aggiornamento di Un posto speciale perché sarò in quel di Torino, quindi con il nuovo capitolo ci vediamo a ottobre.

Come sempre vi ringrazio tantissimo per i commenti, le stelline e le letture che date alla storia. Grazie davvero, mi fa piacere vedere il vostro interesse e tutto ciò mi permette anche di crescere qui sulla piattaforma.

Al solito, mi scuso per gli eventuali errori lasciati qua e là e vi dò appuntamento fra due settimane con il nuovo capitolo!

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