68. Nuove abitudini
Trascorsero due settimane, due settimane che passarono incredibilmente in fretta per i tre ospiti, alle prese con una routine quotidiana di gran lunga più movimentata e attiva rispetto alle loro abitudini. Ogni mattina, Leowulf, che dormiva a casa di Harden e Daven, non rinunciava mai a passare del tempo con le figlie nell'accogliente cucina di Gremilda, dove consumavano insieme la prima colazione - sempre molto generosa - e poi si salutavano, separandosi fino a sera, quando si ritrovavano lì per la cena. Priscilla si recava sola da Virna, spesso con aria stanca e più o meno corrucciata a seconda delle volte, rimanendo chiusa insieme a lei nella segretezza della sua abitazione per oltre mezza giornata di fila; l'addestramento procedeva a gonfie vele, anche se la ragazza era piuttosto laconica a riguardo e non voleva mai scendere nei dettagli quando raccontava ciò che aveva appreso al genitore e alla gemella. Perciò, durante la prima settimana, i due, curiosi e sinceramente interessati, avevano seguitato a tempestarla di domande, scrutando con insistenza ogni minima espressione sul suo volto e cercando di farla parlare il più possibile; vedendo, però, che lei si ostinava a rispondere a monosillabi o a non rispondere affatto - giustificandosi con il dire che si trattava per lo più di esercizi mentali del tutto noiosi e poco comprensibili per chi non era dotato di poteri divinatori -, alla fine avevano rinunciato, limitandosi a chiederle se fosse andato tutto bene. Priscilla, puntualmente, annuiva con aria esausta e prendeva letteralmente d'assalto la cena preparata con cura da Gremilda; infatti, saltava quasi sempre il pranzo, poiché Virna sosteneva che fosse meglio per lei affrontare le pratiche di meditazione e cristallizzazione mentale del primo pomeriggio a stomaco vuoto, affinché riuscisse a mantenere una maggiore concentrazione. Naturalmente l'apprendista veggente, all'inizio, era a dir poco contraria a questa regola, tanto da definire la sua maestra 'arpia e aguzzina tirchia', mentre riduceva in poltiglia con veemente energia le appetitose polpette di uova e cardi che aveva nel piatto, come se fossero responsabili dei suoi guai. Tuttavia, in seguito ci aveva fatto l'abitudine e aveva persino ammesso - con aperta meraviglia dei familiari - che in effetti la digestione le induceva sonnolenza, e che, pertanto, la donna non aveva tutti i torti; pur essendo talvolta insopportabile perché si dava troppe arie per le sue capacità e possedeva una spiccata inclinazione a comandare a bacchetta gli altri, come se fosse un essere superiore al resto dell'ottusa e mediocre umanità, sapeva quel che faceva e, tutto sommato, era una buona insegnante, più paziente e zelante di quanto sembrasse. Lucynda aveva notato con sollievo che la gemella non si era quasi più lamentata durante il sonno: o era troppo stanca persino per avere degli incubi o davvero l'addestramento stava dando i suoi frutti e la sorella riusciva già a bloccare le visioni indesiderate o almeno a controllarle. Stava facendo evidenti progressi, come si intuiva dall'espressione soddisfatta che le intravedeva spesso sul volto, e le sembrava anche più rilassata: non era più in perenne contrasto con il mondo intero. Era addirittura meno scontrosa anche con Leowulf; per quanto non rinunciasse mai a lanciare qualche frecciatina al padre durante i racconti delle sue allegre escursioni con Harden, la sua lingua era meno tagliente del solito e i suoi commenti meno aspri e pungenti, tanto che, a volte, pareva quasi un'altra persona.
Una sera, arrivò persino a ringraziare il genitore in tono sorprendentemente mansueto e formale - evento memorabile - per averla condotta a Fair Stone Bourgh malgrado il suo scarso entusiasmo iniziale; egli, ben lungi dal ritenerla capace di pronunciare parole simili, ne fu talmente sconvolto che gli andò il cibo di traverso. La figlia tanto ribelle e ingestibile stava crescendo e cambiando, fortunatamente in meglio, superando le sue più rosee aspettative; egli, dopo aver trangugiato un intero bicchiere d'acqua mentre Lucynda gli dava dei colpetti sulla schiena, si convinse che quella Virna stesse veramente facendo miracoli e si appuntò mentalmente di chiederle consiglio su come mantenere Priscilla sempre così docile se avesse ricominciato, una volta tornati a casa, a fare le bizze.
Quanto a lui, non poteva che sentirsi soddisfatto, non solo perché era felice dei progressi della figlia, ma anche perché quei giorni all'aria aperta si stavano rivelando un vero toccasana: l'amico era riuscito a far riemergere pienamente il lato più giocoso e spensierato della sua personalità, che, tuttora riscontrabile nel suo senso dell'umorismo, aveva comunque tenuto a freno dopo l'interruzione dei suoi lunghi viaggi. Con Harden poteva parlare di tutto, persino di sciocchezze senza senso; il più delle volte, egli stava a sentire le chiacchiere sconclusionate del capo di Fair Stone Bourgh, completando le sue frasi quando a lui sfuggiva una certa parola o un modo di dire, cosa che gli accadeva di frequente. Però, capitava altresì che i ruoli di ascoltatore e narratore si invertissero, anche se, in tal caso, Harden lo interrompeva più di quanto facesse lui; in ogni caso, si prendevano sempre a meraviglia ed era un grande conforto avere la consapevolezza che, anche dopo il ritorno a Bre Bile, avrebbe sempre potuto contare su di lui. Lo sapeva già prima di rivederlo, ma ora ne era assolutamente sicuro. Certo, pure nel suo villaggio aveva dei cari amici, oltre alla sua famiglia, ma con nessuno egli aveva mai sentito un legame così profondo, sincero e solido come con quell'omone dal cuore generoso. Inoltre, essi avevano in comune una cosa che non capitava tutti i giorni: la gioiosa soddisfazione di aver finalmente trovato - trascorsa un'intensa settimana di passeggiate nei boschi e arrampicate fin troppo rischiose sui monti circostanti - le misteriose orme insolite tanto ricercate. Leowulf, dopo un attimo di incerta perplessità, dovuta più a prudente cautela che a un reale dubbio, aveva sentenziato che esse appartenevano a uno Straydor: una razza di volpe di montagna talmente rara che si riteneva ormai estinta da parecchi anni, visto che nessuno aveva più segnalato un suo avvistamento da tempo. Nemmeno lui aveva mai visto prima tale creatura e ogni mattina il pensiero che quello potesse essere il giorno giusto per adocchiare la sua folta pelliccia splendente come l'oro, anche solo da lontano, lo mandava su di giri tanto da far meravigliare le figlie per l'entusiasmo incontenibile che sprizzava da tutti i pori; sembrava quasi che gli avessero appena annunciato che stava per diventare di nuovo padre.
"Ma ci pensate? Se davvero fosse uno Straydor.... Riuscite ad immaginarlo? Incredibile!"
Ogni volta che se ne usciva con tale frase mentre masticava qualche Noculos con sguardo estasiato, le gemelle lo guardavano con condiscendenza, scuotendo la testa e facendo un sorrisetto; egli stava diventando ripetitivo fino alla nausea, ma entrambe lo assecondavano, poiché erano felici che quel soggiorno stesse facendo bene pure a lui: pareva ringiovanito.
"No davvero, papà!"
"Non riusciamo proprio a immaginarlo! Chi non vorrebbe essere al tuo posto? Prevedo che lo vedrete presto questo cane."
"Non è un cane, no no! Ma una specie di volpe, ve l'ho già spiegato! È grande più o meno così e la sua pelliccia è..."
"Sì, sì, dorata e magnifica, lo sappiamo. Pris si è solo confusa, non serve che ci ripeti da capo tutte le sue caratteristiche!"
"Le sappiamo a memoria ormai, risparmiaci!"
Una mattina, però, in Priscilla prevalse la voglia di sminuire l'importanza di questa scoperta.
"Sarebbe una notizia davvero così sensazionale? Solo una volpe rara che razzola qui attor..."
Ovviamente, Leowulf si scaldò subito, sentendosi quasi offeso per quelle parole, per giunta pronunciate in tono piatto e annoiato: non riusciva a credere che qualcuno non condividesse la sua eccitazione.
"Solo una volpe rara, dice! A parte che le volpi non razzolano, ma... Priscilla, non ti rendi conto?! Sarebbe la scoperta faunistica del secolo, finiremmo nei libri!"
"Tsè, non ti facevo così avido di fama!"
"Che c'entra?! Non è solo quello, insomma! Anche Harden è emozionatissimo all'idea e capisce bene la portata di una tale eventualità! Comunque, per ora restiamo con i piedi per terra!"
"A me pare che tu stia già volando da un pezzo per questa cosa!"
"Sì, papi, sembri al settimo cielo!"
"Ah, beh, intendevo dire... Acqua in bocca con gli altri, nel caso - non si sa mai - che ci stessimo sbagliando!"
"Vorrai dire nel caso che tu ti stessi sbagliando! Se non ricordo male, Harden aveva ipotizzato che si trattasse di una specie di gatto delle nevi... Da queste parti, con il caldo che fa! Ahahah!"
"Non deriderlo, è un errore comprensibile: le loro orme si assomigliano molto, già già!"
"Se lo dici tu! A proposito, assomigli sempre più a Harden, stai iniziando a parlare come lui!"
"Ora che me lo fai notare, è probabile, stando a sentirlo tutto il giorno è inevitabile!"
Lucynda intervenne per rivolgersi scherzosamente alla gemella.
"Allora tra un po', sorellina, tu assomiglierai a Virna!"
Priscilla non perse tempo e le rese subito pan per focaccia, facendole pentire di aver aperto bocca.
"Ah, questo no! Non diventerò mai così presuntuosa! E poi parla sempre in modo così assurdo e contorto che bisognerebbe inventare un dizionario apposito solo per comprendere lei e le sue enigmatiche frasi! Io sono più diretta... Piuttosto, tu potresti finire per assomigliare a quel damerino di Daven! Devo preoccuparmi?"
Lucynda divenne rossa come un peperone.
"Che cosa vorresti dire? In che modo potrei mai assomigliargli? Lui è... è un uomo ed è molto alto!"
"Non intendevo certo fisicamente! Potresti iniziare anche tu a imitare la sua parlantina mielosa, ad esempio! Ti prego, non farmi questo! Non farei mai cambio con te, non ti invidio affatto, anche se puoi andare a zonzo tutto il giorno! Preferisco sopportare il tono acido di Virna."
Lucynda, che aveva finito da un pezzo di mangiare, si levò da tavola con aria imbronciata.
"Stai dicendo un mucchio di sciocchezze, non ti riconosco stamane! Sarebbe meglio se ti sbrigassi a finire la colazione, stai facendo tardi con tutte queste chiacchiere o sbaglio?"
Lei fece spallucce e continuò con calma a sgranocchiare della frutta secca.
"Oggi Virna ha detto che potevamo iniziare più tardi, è più propizio, a quanto pare."
"Beh, allora io vado a prendere un po' d'aria. Mi sgranchirò i muscoli con qualche esercizio 'propizio', oggi mi aspetta una bella passeggiata."
"Dove andrete tu e Daven, figliola?! Niente di pericoloso, spero, o di troppo impegnativo per te... Se ti stanchi, mi raccomando: non essere timida e chiedigli di fare una pausa."
"Ma no, papi, non preoccuparti, lui va meno veloce di te e si accorge sempre se mi sto stancando troppo. Ieri ha parlato di un fiume dove ci sono rocce molto particolari, vuole fermarsi lì anche per pranzo, visto che ci vuole qualche ora per arrivarci. Beh, a dopo!"
Detto ciò, uscì a passi svelti, desiderosa di evitare altri commenti strani e imbarazzanti da parte della sorella.
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