54. Un piano folle

Fortunatamente, Merlino reagì con prontezza fulminea, impedendo che lui e Priscilla fossero investiti dalle fiamme.

"State giù!"

Con una mano, egli spinse la strega a terra, facendola cadere malamente sulla schiena e suscitando così un suo gridolino di protesta, mentre con l'altra si preparò a deviare il getto di fuoco, dopo essersi a sua volta buttato sulle ginocchia per abbassarsi; l'istinto gli suggerì di generare un vortice di vento con il quale spingere verso l'alto la fiammata, facendola passare proprio sopra di loro, dal momento che non c'era abbastanza tempo per assorbirla o dissolverla del tutto.

"Cumen theoden!"

L'incantesimo andò a buon fine: il vento non riuscì a respingere completamente l'attacco né a diminuirne l'intensità, dato il pochissimo tempo a disposizione, tuttavia lo scontro tra i due elementi si risolse a sfavore della Vertelch. Merlino, sommerso nel calore irradiatosi tanto che, per un terrificante e lungo istante, gli sembrò di avere i polmoni in fiamme e di essere sul punto di soffocare, si riparò il volto dietro un braccio, mentre con l'altro controllava la potenza del vortice ventoso, fino a che le lingue di fuoco, assottigliatesi e disperse per tutta la larghezza della volta soprastante, svanirono, spegnendosi nei cunicoli alle loro spalle. A quel punto, si rilassò e, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, tornò a respirare normalmente, interrompendo l'incantesimo. Priscilla si tirò su e, naturalmente, non perse tempo a ringraziarlo per averle salvato la vita, sbottando in una lamentela stridula riguardo ai suoi modi bruschi.

"È così che si tratta una signora? Vuoi che mi rompa la schiena, per caso?! C'era bisogno di spingermi?"

Il giovane mago, pur essendosi ormai abituato ai suoi acidi rimbrotti, con i nervi a fior di pelle per ciò che era appena accaduto, fu tentato di risponderle in maniera sgarbata; stava per replicare che, di fronte a lui, non vedeva proprio alcuna signora, però, riflettendoci meglio, pensò che fosse opportuno non darle una risposta così maleducata, dato che, sicuramente, anche Priscilla, in tale frangente, era molto nervosa e scossa. Decidendo di mantenere comunque un tono di aspra ironia, era sul punto di esprimerle le sue sincere scuse per non averle reso più confortevole la caduta per mezzo di un soffice tappeto o di un morbido materasso di piume, oggetti che, da stolto qual era, non aveva considerato di dover portare con sé per la sua nobile persona. Ma un altro attacco diretto contro Kilgharrah richiese tutta la sua concentrazione, facendogli perdere l'occasione di dare sfoggio della propria parlantina sarcastica e preservandolo da una sfuriata ben peggiore da parte della compagna. Infatti, pure la Vertelch si era accorta che la molesta lucertola avversaria si stava poco a poco rimpicciolendo e voleva toglierla di mezzo definitivamente, per potersi poi occupare di quel maghetto guastafeste prima che le proprie energie calassero drasticamente. Il drago di fuoco colpì quello d'acqua con una lunga fiammata, centrandolo sul dorso. Appena la densa nuvola di vapore lattiginoso, generata dallo scontro tra i due elementi opposti, si dissipò, la conseguenza dell'attacco risultò subito evidente: un ampio buco si apriva dove Kilgharrah era stato colpito, buco che Merlino decise di richiudere solo per metà, affinché il suo drago non si rimpicciolisse troppo spostando in quel punto la massa d'acqua necessaria a coprirlo. Avrebbe voluto attaccare a sua volta l'avversario il prima possibile, ma quello teneva sempre la bocca socchiusa, con la chiara intenzione di lanciargli altre fiammate e di ridurlo così a un colabrodo, non appena fosse rimasto abbastanza fermo per colpirlo in pieno: la Vertelch non voleva andare a vuoto e sprecare la sua preziosa energia residua senza avere la certezza di centrare perfettamente l'obiettivo. Merlino, di conseguenza, faceva muovere la sua creatura ancor più freneticamente, come un girino impazzito, cercando di tenere impegnato il lucertolone rosso ancora per un po', mentre parlava con Priscilla.

"Avete detto che ci siamo quasi, no?"

L'interpellata aggrottò le sopracciglia, distogliendo lo sguardo dalle creature di fronte a loro e annuendo lentamente.

"Già, ma come pensi di passare? Volando, per caso?"

A quella sua domanda, espressa in tono chiaramente ironico, che presupponeva una risposta negativa, uno strano ghigno comparve sul volto di Merlino, cosa che, a Priscilla, non piacque affatto.

"Oh, no! Io stavo solo scherzando..."

Emise un sospiro rassegnato, preparandosi al peggio.

"Per Calliope! Beh, sentiamo un po' cos'hai in mente."

Il mago, continuando a dirigere i movimenti di Kilgharrah senza perderlo di vista nemmeno per un secondo, abbozzò un sorriso nervoso e pregò di suonare convincente alle sue stesse orecchie.

"Visto che dobbiamo per forza riuscire a passare prima che la vostra amabile sorella ci incenerisca..."

"Sì?"

"E visto che, come avete potuto constatare con i vostri occhi, con i vortici di vento non me la cavo male..."

"Su, va' avanti!"

"E visto che il vento sembra in grado di disperdere il fuoco e spostarlo, ho pensato che potremmo..."

Merlino si interruppe volutamente proprio sul più bello, un po' per tenere la strega sulle spine e un po' perché egli stesso stentava a credere nella realizzazione di un piano così folle. Priscilla perse la pazienza.

"E che, dunque?! Avanti, non ti mangio mica!"

Egli le fece cenno di avvicinarsi e, chinandosi verso di lei, sussurrò in poche parole la sua idea, sempre senza perdere di vista lo scontro tra i due draghi, nella remota possibilità che la Vertelch potesse sentirlo: avrebbero dovuto agire di sorpresa e rapidamente. La subitanea reazione di Priscilla, un grido acuto d'incredulità, lo fece sussultare e raddrizzare di scatto, provocandogli una momentanea fitta di dolore ai timpani. Con gli occhi sgranati per lo stupore, la donna espresse pacatamente la propria opinione.

"CHE?! Tu sei matto!"

Merlino le rivolse un sorriso beffardo, alzando le spalle.

"Può essere... Se avete un'idea meno folle della mia, sono tutt'orecchi! Prevedete forse che sia una mossa sbagliata? So che non sarà piacevole, ma, sinceramente, ora come ora, non vedo alternative..."

Priscilla rimase in silenzio, fissando i draghi con aria scettica e meditabonda. Merlino si sentì scoraggiato e ammise di non confidare granché nel suo piano.

"Beh, senz'altro vi chiedo molto, dovreste fidarvi di me quando pure io mi fido a stento di me stesso, forse non..."

Con sua enorme meraviglia, Priscilla lo interruppe, sussurrando con ferma decisione una sola parola.

"Facciamolo!"

Dal momento che il giovane, sbigottito, non era certo di aver sentito bene e taceva, la strega batté a terra un piede con impazienza, mettendogli fretta.

"Cos'è quella faccia da pesce lesso?! Preferivi un no? Muoviti, prima che cambi idea!"

Poi, prese a mugugnare a bassa voce, pronunciando sillabe smozzicate, che Merlino afferrò solo in parte.

"Guarda se alla mia età devo fare cose simili... Giocare alla cavallina... Ora capisco perché, due notti fa, ho fatto quel sogno e mi sentivo tutta bagnata! Povera me, cosa non si fa per la famiglia!"

"E per salvare il mondo, non dimenticatelo!"

"Già, prima di tutto, però, dobbiamo riuscire a salvare noi stessi! Su, basta cianciare!"

Lieto di poter contare sulla sua approvazione, egli annuì e prese a concentrarsi, mentre Priscilla lo squadrava con aria preoccupata; sentiva che la sorella cominciava a essere stanca, ma sapeva che lo stesso stava accadendo anche al ragazzo e, di conseguenza, dovevano superare quell'ostacolo in fretta, in modo da giungere a destinazione. Certo, il suo piano non le andava a genio e le pareva persino folle, ma aveva il rassicurante presentimento che si sarebbe rivelato efficace; perciò, superato lo sconcerto iniziale, l'aveva approvato. Sentendosi improvvisamente ispirata, gli diede un suggerimento.

"E mira al tronco!"

Merlino aggrottò le sopracciglia per la perplessità.

"Mi sembra che abbiate già pronunciato queste parole, non erano rivolte ad Artù?"

Lei scrollò le spalle, come se tale dettaglio fosse irrilevante.

"Ora penso che valgano più per te. Mira al tronco, non alla testa!"

"Cioè? Il tronco in un drago... cosa sarebbe?"

"Nah, aspetta! Anche il ventre, tutto sommato, potrebbe andare... O una zampa, sì, la zampa posteriore, decisamente. E non guardarmi con quella faccia! Non sempre le mie previsioni sono del tutto azzeccate o rivolte alle persone giuste, ma spesso ci vado molto vicino! Cogliere il senso esatto delle metafore che illuminano la mia mente, rapide e sfuggenti quanto meteore nel buio della notte, comporta una molteplice serie di fattori e non è sempre facile; occorrono acume, intuizione e..."

Merlino sogghignò.

"Fortuna? A me sembrano parecchio approssimative e generiche; come si passa dal tronco di un albero a una zampa poste..."

La gelida occhiata lanciatagli da Priscilla gli impedì di terminare la frase.

"Come non detto; non sono proprio portato per queste cose, vogliate scusare la mia ottusità. "

Decidendo di prendere per buono il consiglio ricevuto senza fare ulteriori critiche, il giovane mago trasse un profondo respiro e riprese a concentrarsi.

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