36. Il mago delle illusioni
"Ecciù! Finalmente se ne sono andati! Mon Dieu, avevo una voglia di starnutire! Vogliate perdonare la mia scortesia, s'il vous plaît."
Con enorme sbalordimento di Merlino, che rimase a bocca aperta per l'inaspettata apparizione, proprio dall'angolo accanto a Priscilla si materializzò improvvisamente un uomo alto e snello, con i capelli rossi e gli occhi verdi, dal volto allungato e di carnagione molto chiara; portava degli eleganti e sottili baffi rivolti all'insù e la sua veste gialla era decorata in modo piuttosto bizzarro, con occhi multiformi di varia dimensione. I più grandi erano a dir poco inquietanti, dato che, mentre il mago si scrollava di dosso la polvere, essi si chiusero rivelando delle palpebre mobili, scure e prive di ciglia. Merlino lo riconobbe subito, perché l'aveva già visto prima, ma, data la presenza di Artù, non c'era ancora stata l'occasione opportuna per presentarsi ufficialmente; così, avvicinandosi a lui e cercando di ignorare tutti quegli occhi di dubbio gusto, gli tese cordialmente la mano.
"Voi dovete essere Clarius, dico bene?"
Egli ricambiò il suo gesto con piacere.
"Oui! In carne ed ossa, più ossa che carne, si vous voulez! Je m'appelle Clarius, per servirvi, grand Merlinò! Ma ti prego, dammi del tu o mi farai sentire embarrassé."
Pronunciava tutte le r alla francese, senza suonare, però, fastidioso o troppo altezzoso. In effetti, sembrava piuttosto simpatico, anche se Merlino non conosceva la sua lingua, ma quella particolare inflessione rendeva la sua voce musicale e suadente.
"Come desideri. Del resto, sembri poco più grande di me, ma non sono sicuro che ciò corrisponda al vero, dato che conosco la tua abilità."
"Mi hai scoperto, félicitations! Non smentisci la tua fama, d'altronde la classe n'est pas de l'eau!"
Merlino aggrottò le sopracciglia, manifestando la sua incomprensione.
"Prego?"
"Oh, era un complimento in tuo onore, ovviamente: nulla di brutto! Oui, il mio motto è che l'apparenza inganna, ma la vaniglia non diventa panna. Comunque, mi piace cambiare aspetto, ogni tanto!"
Priscilla sbuffò seccata, intervenendo per correggerlo.
"Ogni due per tre, vorrai dire! Ogni volta che torno su da voi, sei diverso! Buffo, però: mi sembrava che il tuo motto fosse che la prima qualità dell'Arte è l'illusione, quello mi piaceva di più."
Clarius si accarezzò i baffi con aria compiaciuta.
"Merci, mademoiselle, la tua lode è musica per le mie orecchie. Ho vari cavalli di battaglia effectivement, non voglio correre il volgare rischio di essere ripetitivo."
Merlino sorrise, ignorando l'ennesimo sbuffo della strega, e lo interrogò sulla sua origine.
"Non siete originario di qui, non è vero?"
"Oui, grand Merlinò. I miei genitori erano francesi, due celebri maghi illusionisti, almeno nel loro ambiente. La Francia, dove sono nato e cresciuto, rimarrà sempre nel mio cœur, anche se sono ormai molti anni che sono giunto qui: il Blusignolo mi ha scelto e io non me ne sono certo dispiaciuto!"
"Io non ci sono mai stato, dev'essere bella: parlano tutti come te?"
Priscilla lo contraddisse.
"In realtà, ci sei stato da poco e neanche l'hai capito!"
"Come sarebbe? Oh, volete dire... dove siamo capitati io e Artù prima che Lynn ci salvasse!"
"Sì: e tu, mio caro, hai ben poco da essere così fiero della tua venerata patria, secondo me! Una polveriera di violenza e follia, come tutte le altre nazioni!"
Clarius si tappò le orecchie.
"Ssstt, non dirmi più nulla, non voglio conoscere il futuro! Qualunque cosa dirai, non cesserò di amarla! La bellezza del suo suolo non ha rivali, per quanto io ami anche Bre Bile!"
Osservandolo meglio, Merlino notò che aveva delle profonde occhiaie sotto gli occhi, ancora più scure di quando l'aveva visto per la prima volta: pareva davvero provato dall'uso prolungato della magia. Priscilla, mostrandosi ben poco comprensiva, lo rimproverò.
"E non fare il bambino! Vivi pure nelle tue illusioni, fa' come vuoi! Sbrigati piuttosto, ti ricordo che noi due dovremmo andare, non sei venuto qui per fare da tappezzeria!"
Clarius le fece un inchino impeccabile per scusarsi.
"Oui, ma cherie, sempre impaziente, vero? Ma hai ragione parfaitement, dobbiamo sbrigarci: siete pronti, mes amis?"
"E piantala con queste tue insulse smancerie! Mi fanno venire il voltastomaco! Certo, su, non abbiamo mica tutto il giorno! "
Merlino ripassò mentalmente il piano ideato da Gilbert: aveva parlato di un velo illusorio che l'avrebbe nascosto, insieme a Priscilla, agli sguardi di Artù e Sir Gillian, affinché potessero entrare indisturbati nella grotta. Chiese ulteriori delucidazioni a Clarius stesso.
"Cos'è esattamente un velo illusorio? Saremo invisibili, giusto?"
"Rien de plus simple, mon ami! Nulla di complicato, almeno non per voi: temo che dovrò usare le mie ultime forze per questo trucchetto, oui, dopodiché sarà davvero un miracolo se non mi trasformerò nella bella addormentata!"
"Non sprecare fiato, tanto per cominciare, e agisci! Tempo per poltrire ne avrai quanto vorrai dopo; ora che Artù se n'è andato, puoi anche interrompere quello che stai facendo là fuori, così magari non stramazzi al suolo qui davanti a noi!"
"Uhm... Meglio attendere ancora un moment: cercherò di tornare alla mia maison prima di..."
Proprio in quel momento, Clarius ebbe un lieve mancamento, ma Merlino lo sorresse appena in tempo, invitandolo premurosamente ad appoggiarsi a sé. Per fortuna, egli non perse del tutto i sensi, anche se per un attimo la sua vista si era annebbiata.
"Oh, merci beaucoup, Emrys! Non preoccuparti, non è nulla! Solo un petit vertige, ma è passato ora."
"Dovete essere stremato. Siete sicuro di riuscire ad aiutarci?"
"Certainement! Sarà un gioco da ragazzi! Non si tratta che di celare voi due soli, non certo un intero villaggio! Un velo illusorio è talmente leggero e sottile che non lo avvertirai quasi, ne t'inquiète pas; solo, vedrai come se ci fosse una leggerissima nebbiolina davanti a te, tu comprends... Per il resto, l'unico tuo disagio, diciamo, potrà essere quello di dover restare molto vicino a Priscillà, adeguandoti ai suoi passi, almeno fino a che non sarete entrati nella grotta. Alors, il velo scomparirà da solo, perché... "
"Sì sì, Gilbert gliel'ha già spiegato!"
"Sono certo che stare vicino a Priscilla non sarà un problema, andrò piano!"
"Ah! Quelli che vanno piano, qui, siete voi! Staremo a vedere chi dovrà adeguarsi a chi!"
"Très bien, mettetevi l'uno ben vicino all'altro, perfetti così, oui!"
Fece spostare Merlino prima dietro, poi a sinistra, infine davanti a Priscilla, salvo poi cambiare di nuovo idea e rimetterlo dietro di lei. Alla fine, indietreggiò di due passi, si accarezzò i baffi con aria meditabonda e li fissò con un sorriso soddisfatto, mentre la donna lo guardava storto.
"Hai finito?! Che incubo, non devi mica farci un ritratto! Devi proprio fissarci così?"
"Devo visualizzarvi bene, ma cherie! Quella dell'illusione è un'arte e, come sai bene, dato che tu pratichi quella della divinazione, l'arte ha bisogno di pace, oui, di calma e..."
"Visualizza in fretta, allora: quei tre saranno già arrivati dai Menearth!"
"Parfait! Anzi, perché non fate un bel sorriso? Rilassatevi, siete così rigidi, non voglio mica farvi sparire del tutto!"
Merlino gli fece un sorriso timido e imbarazzato, mentre la strega emise un gridolino di esasperazione lanciandogli un'occhiata assassina e facendo chiaramente intendere che presto sarebbe stata lei a farlo sparire in qualche modo se non si fosse sbrigato. Incurante del suo atteggiamento ostile, Clarius li fissò con calma ancora una volta, poi chiuse gli occhi, emettendo un gran sospiro e alzando le mani sopra le loro teste. Iniziò, quindi, a sussurrare una cantilena, di cui Merlino riuscì ad afferrare solo queste parole:
"Si alzi il sipario: il mago
delle illusioni inizia il suo spettacolo.
Su di voi, miei buoni amici,
scenda questo lieve velo
impalpabile infrangibile
perché essi non vi scorgano
perché essi non vi avvertano:
vicini, badate, accorciate il passo
sicché i vostri corpi restino invisibili."
"Che tiritera! Tutta scena, sai, Merlino?! Non gli serve affatto dire tutte queste parole per scagliare l'incantesimo, è solo che gli piace essere teatrale e darsi arie!"
Clarius non sembrò prendersela e le fece l'occhiolino.
"Touché! Ma che divertimento ci sarebbe, altrimenti? Fa tutto parte del gioco!"
Merlino capì che l'incantesimo aveva avuto effetto: come gli aveva anticipato il mago, la sua visione era cambiata e, a parte Priscilla, a distanza ravvicinata davanti a lui, attorno a sé tutto il resto si era come ingrigito. Anche la voce di Clarius gli arrivava stranamente ovattata, come se provenisse da più lontano; eppure, sopra di sé non vedeva nulla d'insolito, anche se, col suo sesto senso da mago, avvertiva la presenza di una sorta di barriera che separava lui e la strega dall'ambiente circostante.
"Credo che sia andato a buon fine, Clarius: è così... strano! Grazie del..."
Priscilla lo interruppe spazientita.
"Su, muoviti, io vado!"
"Aspettate, volevo salu..."
La strega cominciò ad avviarsi risoluta verso i gradini, senza lasciargli nemmeno il tempo di complimentarsi con Clarius come avrebbe desiderato: il giovane si sentì come tirato da quella barriera invisibile e si affrettò a seguirla. Il mago delle illusioni, sventolando una mano in segno di saluto, gridò le sue ultime raccomandazioni.
"State vicini, o il velo potrebbe squarciarsi! Attention! Mettile una mano sulla spalla, così non te la perdi!"
"Grazie mille, Clarius!"
"Au revoir, mon ami!"
Appena i due se ne andarono, Clarius cancellò l'ampio sorriso dalla faccia e si accasciò esausto contro il muro. Era sudato e senza forze: gli era costato molto fingere di essersi ripreso, quando, invece, non era affatto così, poiché si sentiva ancora svenire; anzi, la sensazione di malessere era peggiorata ulteriormente dopo che aveva steso il velo su di loro. Priscilla, d'altra parte, quella vecchia volpe, non c'era cascata nemmeno per un attimo e aveva perfettamente intuito le sue condizioni: per questo motivo, non aveva perso tempo e aveva trascinato via Merlino in fretta e furia per non farlo preoccupare. Anche se non voleva dimostrarlo apertamente, in realtà aveva buon cuore; tuttavia, come tutti gli abitanti di Bre Bile sapevano bene, lo nascondeva con cura sotto strati di acidità e scontrosità. Ma lui, essendo un maestro delle illusioni, era infallibile pure nello svelare gli inganni e i doppi fini altrui. Dentro di sé, le era stato grato per il suo tentativo di aiutarlo, nonostante avesse insultato i suoi versi in modo davvero poco educato. Però, davanti all'idea di esibirsi di fronte a Merlino, egli non aveva resistito e ce l'aveva messa tutta per recitare al meglio, cercando di non mostrare la sua debolezza. Ora, finalmente, poteva lasciarsi andare: il suo ruolo era finito, il sipario era calato sul suo spettacolo ed era orgoglioso di averlo portato a termine, perché era la prima volta che protraeva un'illusione tanto impegnativa così a lungo. Sospirò a occhi chiusi, augurandosi vivamente che quella non fosse la sua ultima esibizione e che, soprattutto, la sorte accompagnasse Merlino e Priscilla: ne avevano davvero bisogno.
"Au revoir, Emrys! Au revoir, ma chère amie! Et bon voyage!"
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