29. Il pozzo dei desideri

Gilbert si schiarì la gola per ottenere l'attenzione di tutti i presenti.

"Perfetto, ora che abbiamo risolto questa faccenda, provvediamo alle armi! Non temete, penso che rimarrete più che soddisfatti. Seguitemi, prego."

Bertha salutò Sir Gillian, che le prese le mani in un impeto di riconoscenza, con un sorriso e il principe con un leggero inchino, congedandosi silenziosamente e lanciando un rapido sguardo d'ammirazione a Merlino, che le sorrise timido in risposta. Subito dopo, Gilbert, procedendo davanti con le mani dietro alla schiena, guidò il trio di Camelot verso la parte posteriore esterna della sua abitazione, dove c'era una piccola aiuola. Gli sguardi degli ospiti furono immediatamente attratti dalla presenza di un'insolita costruzione, simile a un pozzo basso senza parapetto: si trattava di una misteriosa apertura circolare sul terreno, contornata da sassi bianchi e neri grandi poco più di un pugno e dai riflessi argentei. A prima vista, pareva che al suo interno ci fosse dell'acqua nera, la cui superficie era increspata da piccole onde che si muovevano lentamente verso l'alto, infrangendosi contro i sassi senza fare alcun rumore e, cosa ancora più sorprendente, senza bagnare né i sassi né il terreno circostante. Il mago si fermò a pochi passi di distanza dal cerchio e si girò verso i cavalieri che si avvicinavano incuriositi; Merlino, fermatosi dietro ad Artù per non palesare troppo il proprio interesse, percepì una forza proveniente proprio da quel cerchio, una corrente magica che lo attraeva verso di sé, simile a quella dei pericolosi libri di magia che l'avevano attratto precedentemente nella biblioteca di Gilbert. Quest'ultimo non perse tempo in preamboli e spiegò di cosa si trattasse.

"Vi presento il pozzo dei desideri. Sono anni che non viene utilizzato, dato che si può ricorrere ad esso solo una volta, ogni cento anni, esprimendo fino a tre desideri per volta; direi che è giunto il momento propizio e che fa proprio al caso nostro, ora. In men che non si dica, sarete entrambi armati di tutto punto. Potete stare tranquilli, è assolutamente indolore."

Artù fissò il pozzo con aria dubbiosa.

"Come funziona, esattamente? Da noi i pozzi sono ben diversi..."

"Non dovrete far altro che stare in piedi al centro del cerchio, pronunciare una formula, che io vi suggerirò al momento, e pensare agli oggetti che desiderate: verrete avvolti da questo liquido e in un attimo potrete sfoggiare l'equipaggiamento che vi serve... Una corazza, una spada, uno scudo o, che so io, una bella mazza di ferro? Non sono molto... ferrato, in questo campo."

Il vecchio mago, dopo aver usato il termine "ferrato" per alludere alle armi, ridacchiò tra sé e sé per il suo gioco di parole, ma la sua battuta, pronunciata con l'intenzione di alleggerire la tensione, passò inosservata: l'attenzione del trio, compresa quella di Merlino - da cui si aspettava almeno un cenno di intesa -, era tutta rivolta al movimento del liquido magico del pozzo. Leggermente deluso, fece finta di nulla e riprese la parola per esortare i due cavalieri.

"Beh, allora, chi vuole andare per primo?"

Artù si fece avanti, pronto a superare i suoi timori e la sua diffidenza: non era certo quello il momento di avere dei ripensamenti, aveva deciso di fidarsi e di affrontare l'impresa per il bene di tutti e non si sarebbe certo lasciato intimorire ancor prima di cominciare. Si rivolse educatamente a Sir Gillian.

"Se permetti, andrò prima io."

"Naturalmente, Artù: dopo di voi."

Il principe si avvicinò a Gilbert per ascoltare le sue indicazioni.

"Benissimo, principe, il pozzo dei desideri è del tutto innocuo: è praticamente una sorta di portale di materializzazione che funziona solo per gli oggetti, perciò non può far comparire né esseri viventi né cibi o cose organiche, insomma. Oltrepassate il bordo con attenzione, senza toccare i sassi, e mettetevi al centro, in posizione ben eretta."

Artù, sollevando leggermente la veste dorata con le mani nel timore di toccare i sassi, alzò prima il piede destro e lo appoggiò lentamente fino a toccare la misteriosa superficie, che, al suo tocco, si immobilizzò; poi, sollevò anche quello sinistro e si sistemò al centro: restò in piedi sull'acqua senza sprofondare, come se fosse una superficie solida. Guardando verso il basso per tentare di sondare la profondità, riuscì a vedere solo il suo riflesso. Chiese a Gilbert se fosse meglio togliersi la preziosa veste: non voleva certo che sparisse!

"Non preoccupatevi, essa non scomparirà per sempre; quando non avrete più bisogno dell'armatura e delle armi che avrete ricevuto, saranno esse a scomparire, ma non temete: non rimarrete svestito stavolta, tornerete nelle stesse condizioni di quando siete entrato nel pozzo. Si può dire che esso presti gli oggetti, più che donarli. Bene, ora non guardate più verso il basso e cercate di stare rilassato; tenete le braccia lungo i fianchi, ecco, così va benissimo. Adesso, ripetete chiaro e forte dopo di me:

O antico pozzo,
l'ausilio tuo io imploro:
scevro di avidità
e cupidigia è il mio cuore.

Fino a qui, per ora."

Il principe trasse un profondo respiro e ripeté la formula con aria solenne e concentrata. Alla parola "cuore", l'acqua diventò meno scura e prese a ondeggiare lentamente con dei movimenti concentrici sempre più ampi; percepito il cambiamento sotto di sé, Artù fu tentato di abbassare gli occhi per dare una rapida occhiata, ma Gilbert lo dissuase con cortese gentilezza.

"Tenete lo sguardo sollevato, va tutto bene, guardatemi. Ripetete, di nuovo:

Nel momento del bisogno
a te io mi rivolgo
in piena facoltà
e in tutta onestà."

Artù, deciso, ripeté le parole suggerite, iniziando a percepire del calore sotto di sé, come se quel misterioso fluido, che ora appariva più denso, si stesse scaldando.

"Bene così, ora gli ultimi versi: poi, chiudete gli occhi e pensate intensamente agli oggetti che desiderate. Visualizzateli nella vostra mente e rimanete fermo, mi raccomando. Ripetete:

Senza pravi intenti
da amico io ti chiedo
quel che ho in mente
quel che bramo."

Ripetuti anche questi versi, il fluido si fece ancora più denso: ora, non sembrava più acqua, ma una fanghiglia di color grigio chiaro, che si sollevò sempre di più, ruotando attorno al corpo di Artù e avvolgendolo, fino a ricoprirlo del tutto. Merlino e Sir Gillian osservarono la scena meravigliati e con una punta di apprensione: il liquido mutò ancora colore, passando dal grigio scuro al bianco, per poi tornare grigio, sopra alle fattezze del principe, stoicamente immobile sotto quello strano materiale. Poi, all'improvviso, esso perse densità, e ricadde verso il basso, sotto ai suoi piedi, tornando scuro come all'inizio, senza che nemmeno una goccia uscisse dall'area delimitata dai sassi. Artù riaprì gli occhi e si osservò, esterrefatto della sua trasformazione: indossava un'armatura splendente, con tanto di elmo, scudo e spada al fianco. Provò un senso di sicurezza immediato, dopo essersi sentito indifeso per tante ore; si sentiva di nuovo nel suo elemento, poteva combattere e difendersi. Con un cenno, chiese al mago il permesso di uscire dal pozzo.

"Uscite pure, Artù, sempre senza toccare i sassi, grazie."

Il biondo si avvicinò ai due amici togliendosi l'elmo, con un enorme sorriso di soddisfazione stampato sul volto.

"Che ne pensi, Merlino? Ti è andata bene: per una volta, sei dispensato dall'aiutarmi ad indossare l'armatura!"

Merlino ricambiò il sorriso.

"A quanto pare, è così: questo pozzo mi ha rubato il lavoro."

Sir Gillian fece un giro completo attorno ad Artù, osservandolo con attenzione e stupore. Il principe lo spronò.

"Forza, Sir Gillian, ora è il tuo momento! Non preoccuparti, stranamente non ho sentito quasi nessun fastidio, solo un po' di caldo. Fai esattamente quello che ho fatto io e avrai un'armatura perfetta: questa sembra forgiata su misura per me, come se fosse una seconda pelle, e mi sembra addirittura più leggera di quella che indosso di solito. Possibile che sia davvero così, Gilbert?"

"Sono lieto che siate soddisfatto, non avevo dubbi: certo, può anche essere... Non bisogna dimenticare che, anche se si tratta di un'armatura normale, al suo interno scorre comunque un principio di magia."

Artù annuì, mentre abbozzava qualche movimento per scaldarsi e saggiare la sua capacità di movimento: ruotò le braccia tese, sentendole piuttosto leggere, per sgranchirsi, mimò rapidamente una serie di affondi e, infine, sguainò la spada dal fodero, impugnandola con fierezza verso l'alto e lodandone la suprema fattura.

"Ottima spada, non c'è che dire: sento che potrei affrontare chiunque ora! Quei tizi hanno trovato pane per i loro denti."

Merlino lo rimproverò: non gli pareva il caso di essere così sicuri di sé, per quanto fosse una cosa positiva che egli nutrisse tanto ottimismo.

"Dubito che i Menearth abbiano i denti, ce l'ha spiegato prima Gilbert, no? Hanno delle pietre, piuttosto, che..."

"Ma sì, sì, ho sentito anch'io prima! Era soltanto un modo di dire... Tranquillo, so cosa devo fare, colpire quei sassi sul loro volto se serve, no?!"

Sir Gillian, avviandosi verso il pozzo dei desideri, fece una domanda.

"Altri sassi, dunque! Una curiosità: perché si deve far attenzione a non toccare questi sassi?"

"Una semplice precauzione, visto che non possiamo perdere tempo. Per dirla in breve, essi sono imbevuti di magia perché delimitano un campo magico e coloro che non hanno poteri sentirebbero una scossa, temo, molto forte. Suppongo che potreste svenire, o peggio, ma..."

Sir Gillian farfugliò un'imprecazione, fermandosi incerto con un piede a mezz'aria mentre stava per oltrepassare il cerchio. Gilbert si affrettò a rassicurarlo.

"Non ne so molto, in realtà, davvero, la mia era solo una supposizione: siete i primi uomini comuni, se mi permettete di definirvi così, a servirsi del nostro pozzo. Ma, a parte questo, non c'è nessun pericolo né divieto."

"Beh, accidenti, che onore! E sia, andiamo!"

Il cavaliere, con il suo umile abbigliamento, si sistemò in posizione eretta e, sotto la guida del mago, recitò i versi rituali. Dopo aver subito lo stesso trattamento, anche lui venne ben equipaggiato; oltre alla corazza e alla spada al fianco, però, teneva in mano pure una balestra e aveva delle frecce in una faretra dietro alle spalle.

"Ho desiderato delle frecce tanto robuste da spezzare i sassi dei Menearth, spero di non avere esagerato: dite che il pozzo è stato in grado di esaudire una richiesta simile?"

Gilbert batté le mani entusiasta.

"Ottima idea, ragazzo mio: speriamo, non ne ho la certezza! Staremo a vedere!"

Artù gli rivolse una domanda.

"E voi? Non avete bisogno di qualcosa? Non avete detto che il pozzo si può utilizzare per tre volte?"

A Merlino era venuto lo stesso pensiero: se un altro desiderio era disponibile, non sarebbe stato il caso di sfruttarlo? Beh, non che a lui potesse servire qualche oggetto in particolare: avrebbe avuto la sua magia e l'aiuto di Priscilla là dentro. E poi, non poteva mica rivelare il suo ruolo ad Artù e Sir Gillian, doveva fingere di rimanere ad aspettare passivo il loro ritorno.

"Beh, questo è vero, ma solo se è necessario. Non abusiamo mai del suo aiuto in modo superfluo... Non penso di aver bisogno di nulla: io starò da parte e cercherò di difendervi almeno con degli incantesimi di protezione, in modo da smorzare qualche attacco. Comunque, i desideri si possono esprimere anche nel corso della stessa giornata, perciò..."

Gilbert si interruppe un attimo come se fosse soprappensiero, guardando in direzione di Merlino.

"Però... Beh, se risolveremo questa storia, tornerò al pozzo con Bre Bile al completo e decideremo insieme se sia il caso di richiedere qualcosa. Ora andiamo: senz'altro, ci terranno tutti quanti a salutarvi e augurarvi buona fortuna prima dello scontro."

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